lunedì 31 dicembre 2012

Raccolta di firme per l’autobus 11

Prosegue la raccolta di firme promossa tra i pendolari di Pellestrina per opporsi alle modifiche del numero di fermate della linea 11 di Actv. Il tutto a seguito delle variazioni impostate il 17 dicembre scorso dal Comune di Venezia e concertate con la Municipalità di Lido e Pellestrina. I residenti, da sempre, chiedono collegamenti più efficienti.

giovedì 20 dicembre 2012

Protesta dei pendolari

Lunedì sono entrate in vigore le modifiche apportate da Comune e Actv alle linee di trasporto automobilistiche per il Lido, e da Pellestrina ieri si è sollevata la protesta dei pendolari che utilizzano la linea 11. Come è noto, per sopperire alla reintroduzione della linea V per il lungomare Marconi e ad alcuni prolungamenti fino a via Parri a Malamocco, sono stati necessariamente ridotti altri servizi. Alla linea 11, che collega Santa Maria Elisabetta al centro di Pellestrina e viceversa, invece, sono state aggiunte alcune fermate. In pratica in determinate fasce orarie, sarà proprio la linea 11 a garantire il servizio laddove manca. Elemento imprescindibile per l’assessorato alla Mobilità, in caso di modifiche dopo i tagli del 12 settembre scorso, era quello di non aumentare i chilometri percorsi. E così è stato fatto dopo le richieste dei lidensi, la petizione con 800 firme e il voto in Municipalità. (s.b.)

giovedì 13 dicembre 2012

Non ha avuto successo il reclamo del Nuovo San Pietro

Non ha avuto successo il reclamo del Nuovo San Pietro (Seconda categoria), società che a seguito di fatti avvenuti nei minuti finali della gara giocata il 25 novembre contro il Patavina Polverara (gara sospesa sullo 0-2) si era vista punita con lo 0-3 a tavolino, una multa di 150 euro e tutta una serie di squalifiche per alcuni giocatori, tra le quali spiccava quella fino al 25 novembre del 2013 per Devid Vianello. Nel comunicato ufficiale uscito ieri sono state rese note le decisioni della Commissione Disciplinare, che ha rigettato in toto il ricorso del Nuovo San Pietro, che tra l'altro riguardava anche 150 euro di multa relativi a un recupero di campionato giocato il 21 novembre. Tutte confermate le decisioni prese dal Giudice Sportivo il 28 novembre, senza nessuno sconto per i giocatori Michele Scarpa (quattro giornate) e Nicola Zennaro (tre giornate complessivamente). Da parte sua, la Commissione Disciplinare, avendo sentito l'arbitro della gara, ha deciso di evidenziare “ il principio secondo cui nel giudizio sportivo il rapporto di gara ha valore di prova piena e privilegiata”. In teoria il Nuovo San Pietro potrebbe continuare a opporsi alla sentenza, ma lo stesso presidente Marco Ghezzo fa capire che così non sarà. «Siamo amareggiati», afferma il presidente, «ma, pur sapendo che sarebbe nel nostro diritto, non ricorreremo ulteriormente». (m.t.)

giovedì 6 dicembre 2012

Stessa auto, ma ferry boat più caro

A volte la differenza la possono fare anche solo 59 millimetri, ed è quello che è accaduto a un residente di Pellestrina che si è visto passare l’abbonamento del ferry boat Actv da 85 a 123 euro. Questo perché ha cambiato la propria autovettura, acquistando lo stesso identico modello ma di nuova produzione, e qui emerge la differenza di neppure sei centimetri di lunghezza, tale da far cambiare categoria all’auto e al prezzo del carnet da 10 corse per raggiungere il Lido e poi il Tronchetto. Antonio Gavagnin, socio di Adico (Associazione Difesa Consumatori), si è rivolto subito agli uffici mestrini per chiedere giustizia. La sua nuova Renault Megane Station Wagon monta infatti dei sensori di parcheggio in retromarcia, aspetto per il quale Gavagnin neppure ci aveva fatto caso, ma che poi ha inciso sulla tipologia di abbonamento Actv per il ferry boat. «Una volta arrivato al Lido per il rinnovo del carnet, all’improvviso scopro che la mia station wagon è diventata un camion», ironizza Gavagnin, «Sì, perché a causa dei sensori di parcheggio la mia auto non misura più 4,5 metri bensì 4,559 metri, e sforando di 59 millimetri il limite di lunghezza previsto per la categoria C, ecco che la mia auto passa in categoria D, quella dei camion, che prevede per il carnet di 10 corse un pagamento di 123 euro contro gli 85 che pagavo prima: 38 euro in più per 6 centimetri scarsi mi sembrano davvero un’assurdità». Così Gavagnin ha scritto una lettera ad Actv, culminante in una proposta molto precisa: «Per rendere giustizia a tutti i consumatori che come me utilizzano il ferry boat, Actv deve riservare le prime tre categorie (A, B e C) alle sole autovetture, alzando il limite di lunghezza di 4,50 metri della categoria C in modo da includere tutte le autovetture in commercio, e destinare alla categoria D i camion e i pullman che misurano ben più di una station wagon». Carlo Garofolini, presidente di Adico aggiunge: «Si tratta dell’ennesimo abuso creato da una burocrazia non solo miope, ma pure poco aggiornata. E il trionfo della negazione del buon senso». (s.b.)

mercoledì 5 dicembre 2012

Pellestrina chiede ospitalità a Chioggia in caso di emergenza

Una delegazione di residenti di Pellestrina guidata dal consigliere comunale veneziano Alessandro Scarpa Marta, è stata ricevuta ieri dal sindaco Giuseppe Casson per discutere dei servizi sanitari di emergenza-urgenza. A Pellestrina tiene banco da tempo la questione sanità e trasporti in caso di emergenza. L’isola ricade sotto l’Asl 12 veneziana, ma per raggiungere l’ospedale civile Santi Giovanni e Paolo con l’idroambulanza i tempi sono lunghi. Per arrivare a Chioggia basterebbe invece solo un quarto d’ora. Forti delle firme raccolte e dell’appoggio dell’associazione “Tra mare e laguna” i residenti hanno chiesto aiuto al sindaco di Chioggia. «La metà dei bambini di Pellestrina nasce a Chioggia, e il 90 per cento dei pellestrinotti si cura e fa visitare in questo ospedale», sottolinea il consigliere Scarpa Marta. «Ringrazio il sindaco Casson per la disponibilità nell’ascoltare le nostre richieste. Noi non chiediamo di cambiare Asl, chiediamo solo di poter essere serviti in caso di emergenza da Chioggia. Il sindaco ci ha detto che farà il possibile per aiutarci e farsi tramite con i vertici ospedalieri di Chioggia per capire se sia fattibile questa soluzione per aiutarci». Naturalmente non si potrà prescindere dall’accordo con l’Asl 12. (s.b.)

giovedì 29 novembre 2012

Stangata sul Nuovo San Pietro. Un anno di squalifica a Vianello

Un giocatore squalificato per un anno, uno per quattro giornate, un altro paio fuori per due turni, partita persa 0-3 a tavolino. Sono solo alcune delle sanzioni comminate al Nuovo San Pietro (Seconda categoria, girone L) in relazione al turbolento finale della gara giocata domenica contro il Patavina Polverara, incontro sospeso a pochi minuti dal termine dall'arbitro Cecchin di Castelfranco sul risultato di 0-2, visto che il direttore di gara non riteneva ci fossero le condizioni per continuare. La risposta del giudice sportivo è arrivata ieri, con la sanzione più severa a Devid Vianello, squalificato fino al 25 novembre 2013 perché dopo l'espulsione per somma di ammonizioni “afferrava ripetutamente l'arbitro al petto, scuotendolo e spingendolo all'indietro di qualche metro, accompagnando il gesto con bestemmie e minacce, veniva trattenuto a fatica dai compagni di squadra”, come recita il comunicato che aggiunge come “l'episodio di violenza induceva l'arbitro a sospendere la gara al 42' del 2° tempo, riferendo nel referto, di trovarsi incondizione psicologica non compatibile con il sereno svolgimento delle sue funzioni”. E non è finita, visto che nel conto ci sono anche le quattro giornate a Michele Scarpa, due per l'espulsione e due per avere insultato l'arbitro, le due a Nicola Zennaro e Cristian Bonora, quest'ultimo per frasi minacciose che avrebbe rivolto al direttore di gara rientrando negli spogliatoi, e il turno di stop incassato da Marco Vianello e Daniel Scarpa. La giustizia sportiva ha deciso poi non solo per lo 0-3 a tavolino ma ha anche inflitto al Nuovo San Pietro un'ammenda di 150 euro per “insistenti insulti e minacce all'arbitro durante tutta la gara da parte dei propri sostenitori, nonchè per la presenza, nei pressi degli spogliatoi, di due persone non autorizzate che minacciavano l'arbitro al termine dell’incontro”. Multa che fa il paio con quella incassata per il recupero di campionato (risultato, 0-2) giocato mercoledì scorso con il Ferri. Una botta notevole con il club gialloblù però per nulla disposto ad accettare passivamente le decisioni della Giustizia Sportiva. «Sto già presentando il ricorso da inoltrare in federazione», spiegava nel tardo pomeriggio di ieri Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro, raggiunto telefonicamente pochi minuti dopo le decisioni del giudice sportivo, «intanto posso già ribadire che a fine gara al massimo può essere volato qualche insulto verso l'arbitro ma che nessuno dei nostri giocatori si è sognato di venire a contatto fisico con l'arbitro. Non siamo disposti ad accettare questa sentenza, ci attiveremo perché venga fatta chiarezza. Mi sono sentito con il presidente del Patavina Polverara e mi ha confermato che la gara è sempre rimasta nei binari della correttezza». 
Maurizio Toso

martedì 27 novembre 2012

«Solo proteste» Il San Pietro (partita sospesa) prepara il ricorso

Gara sospesa, rischio di sconfitta a tavolino, polemiche per la direzione di gara dell'arbitro. Per il Nuovo San Pietro (Seconda categoria, girone L) la partita dell’altro ieri contro la Patavina Polverara è finita male. Anzi, non è proprio finita. Al 44' del secondo tempo, infatti, l'arbitro Cecchin di Castelfranco l’ha sospesa per incidenti, ritenendo che non ci fossero più le condizioni per continuare serenamente. In quel momento il risultato era di 2-0 per i padovani e il San Pietro stava giocando in sette - vale a dire il numero minimo di giocatore perchè una partita continui - causa l'espulsione di quattro dei suoi giocatori. Dopo essersi visto fischiare contro due rigori, uno dei quali realizzato, il club gialloblù si è visto punito per la terza volta con un tiro dagli undici metri, e la decisione ha scatenato le proteste del Nuovo San Pietro. Da qui l'arbitro a sua volta ha ritenuto di sospendere la sfida. Mossa che la dirigenza gialloblù contesta vivacemente. «Ma sì, sarà volata qualche parola grossa da parte di qualche nostro giocatore» commenta Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro, «ma non c'era motivo per sospendere la partita, la reazione dei nostri ragazzi è anche stata motivata dalla direzione dell'arbitro, che è riuscito a espellere quatto nostri giocatori, ad ammonirne quindici e assegnarci contro due calci di rigore prima dell'episodio allo scadere, con un ennesimo penalty a nostro sfavore. Noi non ci stiamo, non abbiamo responsabilità, semmai è stata la direzione di gara a essere sbagliata, praticamente a senso unico». Ora bisogna attendere le decisioni del giudice sportivo, ma la vicenda non finirà così. «Esatto, stiamo preparando il ricorso da inviare alla federazione per chiarire l'intera vicenda» conclude Ghezzo, «e c'è anche di più, visto che gli stessi giocatori e dirigenti della Patavina Polverara, quasi allibiti per l'accaduto, sono pronti a testimoniare a nostro favore». 
Maurizio Toso

giovedì 22 novembre 2012

Il mistero del Cason dei sette morti

Festival dei Mistero Ingresso è libero fino a esaurimento posti Tel. 041.2748290 Domenica alle 15.30, nella sala Perla di Pellestrina (nella foto una veduta aerea), si terrà la rievocazione filmata, realizzata da Musica Nova, dell'antica leggenda “I misteri della Laguna, El Cason dei sette morti.” Il film racconta un'antica leggenda lagunare. Sette pescatori duri di cuore una notte non diedero da mangiare a un bambino affamato ma anzi si presero gioco di lui e un morto, tornato dall'aldilà li castigò. Ancora oggi suoni e grida terribili si possono sentire passando accanto al Cason dei sette morti a qualsiasi ora. L'iniziativa che fa parte del Festival del Mistero dedicato ai luoghi leggendari e misteriosi di Venezia, delle sua laguna .

martedì 20 novembre 2012

Primarie del centrosinistra si preparano i seggi

Anche Lido e Pellestrina si preparano alle operazioni di voto per le primarie in seno al centrosinistra. Per votare domenica prossima saranno allestiti tre seggi: nella sede della Municipalità del Lido di via Gallo (seggio 1), alla scuola Giovanni XXIII di via Malamocco (seggio 2) e alla scuola Loredan di Pellestrina in sestiere Scarpa (seggio 3). Basterà presentarsi con la tessera elettorale, un documento di identità valido, versando poi 2 euro a titolo di contributo spese. Per velocizzare le operazioni di voto, da giovedì a sabato in Municipalità al Lido si potrà ritirare il certificato di elettore della coalizione del centrosinistra, cosa che potrà comunque essere fatta lo stesso anche nei seggi domenica. Il gruppo del Partito democratico della Municipalità di Lido e Pellestrina ha fatto intanto già sapere il proprio orientamento. I consiglieri Angelo Ghezzo, Paolo Povolato, Fabio De Battisti e Danny Carella hanno scelto il candidato Renzi, segnalando che la medesima scelta è stata fatta anche da tutti i giovani del circolo Pd delle due isole, e che sono coordinati da Marco Michieli. (s.b.)

Percorsi ciclabili polemiche per l’asfaltatura

L’asfaltatura del percorso ciclabile in Zona La Mara è ancora al centro di discussioni. L’opera, attesa dai residenti di Pellestrina e San Pietro in Volta, è stata oggetto di una lettera che il consigliere comunale Scarpa ha inviato all’assessore alla Mobilità, Ugo Bergamo. In essa vi è la richiesta di verifica dei tempi per i lavori. L’ultima volta che se n’è discusso, è stato il 29 maggio scorso in commissione a Ca’ Farsetti. Prima dei lavori era necessario uno studio di fattibilità, ma al momento non è ancora arrivata la tempistica. La necessità di asfaltare il percorso ciclabile, ora anche sconnesso, nasce dalla esigenza di evitare cadute e incidenti ai ciclisti che ne usufruiscono quotidianamente. (s.b.)

In Regata Storica è quello che ha vinto di più...

Quattordici bandiere rosse, record di sempre. Ma non è soltanto un grande campione della voga. Sergio Tagliapietra “Ciaci” è ancora oggi, a 77 anni compiuti, un grande atleta dal fisico d’ acciaio e dal cuore buono. Una vita passata a vogare e a pesca, e ora la scuola di voga per i giovanissimi di Pellestrina. Esce adesso una ristampa aggiornata di una edizione Cierre. Curato dallo studioso Antonio Padovan. «Una vita per il remo, storie di voga alla veneta, di canottaggio e di pesca in laguna». Sintesi perfetta del mondo di Ciaci. Un mondo che in parte è stato violentato e modificato dall'invasione delle barche a motore, dal moto ondoso e dal canale dei petroli, dai grandi lavori per la costruzione del Mose. La vita di Ciaci viene raccontata dal protagonista. «Mi sono limitato a trascrivere il racconto del campione», dice Padovan, «ho cercato di conservare la vivacità, la freschezza del racconto orale», scrive Padovan nell'introduzione, «lavorando sulla punteggiatura e mantenendo molte espressioni dialettali. Suggerisco di provare a leggere queste storie immaginando di sentirle raccontare dal re del remo Ciaci, nella sua casa di Pellestrina. Eccole le imprese sportive. E prima ancora l'infanzia del piccolo Sergio, che va in barca prima ancora di andare a scuola, a imparare la pesca e l'arte della voga alla veneta dal padre Albino. Sergio ha nove fratelli - uno, Mario detto Ciaceti, vincerà con lui un'edizione della Regata Storica dei gondolini - trascorre la giovinezza a Burano, poi va ad abitare a Pellestrina, estremo opposto della laguna. E' anche un olimpionico di canottaggio e partecipa alle finali olimpiche di Tokio e Melbourne, vince nel galeone del Palio, record nelle regate a un remo di Murano, dov'era davvero imbattibile. L'ultima bandiera rossa nei gondolini la conquista nel 1988 a cinquant’anni suonati con Palmiro Fongher, Re del Remo come lui. La coppia del secolo si ritira dalle gare il giorno dopo. Resta il mito del grande Ciaci e una marea di ricordi, curiosità e storie del periodo d'oro della voga. Da leggere. 
Alberto Vitucci

martedì 13 novembre 2012

Petizione per curarsi a Chioggia

Hanno raccolto centinaia di firme e ottenuto un incontro con il sindaco e il primario di pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. Sono i volontari della associazione “Tra mare e laguna” che da tempo si battono per i problemi vissuti sull’isola di Pellestrina, e stavolta sono impegnati sul fronte della sanità. In ballo ci sono i servizi sanitari offerti ai residenti, e soprattutto le difficoltà nei trasporti via acqua fino all’ospedale Civile di Venezia. «Non si può andare avanti in questo modo», fa notare Lorenza Vianello dall’associazione di Pellestrina, «in tanti, ormai, non si curano più a Venezia ma si rivolgono direttamente alle strutture chioggiotte. E non potrebbe essere altrimenti, per andare a Chioggia ci impieghiamo se è tanto mezzora, per arrivare al Civile di ore ne servono almeno un paio. E se qualcuno sta male e c’è una emergenza, in idroambulanza si deve attraversa la laguna, e magari capita anche con le intemperie. Non si può andare avanti in questo modo, da qui la richiesta di soluzioni». Se non è un vero e proprio tentativo di “scissione” sotto il profilo sanitario, poco ci manca, ma quello che i residenti di Pellestrina chiedono è di potersi far curare con meno disagi. «I trasporti sono un problema non da poco per noi nel cercare di raggiungere Venezia, ma comunque poco cambia anche per andare al Monoblocco del Lido», aggiunge Lorenza Vianello. «Speriamo che il sindaco di Chioggia ci ascolti e si trovino soluzioni adeguate a semplificarci la vita e a curarci con meno difficoltà». (s.b.)

domenica 11 novembre 2012

I residenti chiedono chiarezza sul maxi porto offshore

Il progetto del porto offshore al largo della bocca di porto di Malamocco non preoccupa solo i consiglieri comunali che lo hanno potuto visionare a Ca’ Farsetti, ma anche i residenti di Pellestrina. A raccogliere il malumore di molti di essi, in queste ore è stato il consigliere comunale Alessandro Scarpa “Marta”, cittadino della medesima isola e che quindi conosce bene le dinamiche sociali ed economiche del posto. «Non vogliamo il solito pacco che cade dall’alto», sottolinea Scarpa. «Si tratta di un mega progetto da due miliardi e mezzo di euro, quindi non noccioline, e serve concertazione, confronto con i residenti e le associazioni locali. E non dimentichiamo la realtà della pesca, perché questo mea progetto si inserisce nell’ecosistema con la sua fauna marina e le correnti, e potrebbe anche incidere non poco in un mondo che vive già un momento difficilissimo, con un’isola come Pellestrina che storicamente è legata alla pesca». Il consigliere Scarpa poi precisa: «Non sono contrario a priori alla realizzazione di questa opera, ma credo che se dovrà essere fatta, andrà adattata nei minimi dettagli alla realtà del luogo. Serve per questo un confronto tra Amministrazione e territorio. A Venezia non esiste solo la problematica della chimica di Marghera, perché anche la pesca è sofferente, quindi servono nel caso soluzioni alternative che permettano di mantenere in vita uno sei settori più tradizionali dell’economia lagunare, garantendo ai pescatori e alle cooperative di poter lavorare». (s.b.)

L’invasione dei rifiuti Pulizia e polemiche dopo la mareggiata

Danni per migliaia di euro, non meno di 50-60 mila solo al Consorzio Alberghi, dune artificiali rase al suolo e rifiuti ovunque tra capanne rotte e arredi sparsi per l’arenile. La mareggiata che ha colpito il Lido due settimane fa ha portato via metri di arenile e tonnellate di sabbia, ma ha lasciato il segno anche a Pellestrina dove tantissimi rifiuti e alghe si sono spiaggiati, con le onde che lambivano ormai il vecchio murazzo Zendrini dopo essersi “mangiate” gran parte della spiaggia. Al Lido, danni e acqua anche all’Hotel Excelsior, dove le onde sono penetrate fino al ristorante sulla spiaggia, allagando i sotterranei e scaricandosi poi addirittura sul lato laguna in darsena, costringendo il personale a un duro lavoro per asciugare i locali. (s.b.) LIDO I gestori degli stabilimenti balneari lidensi sono corsi ai ripari, dopo i danni per la mareggiata della scorsa settimana, e in gran parte sono già state ripristinate le dune artificiali di protezione, così come sono stati rimossi rifiuti, alghe, legno, tonnellate di conchiglie e capanne rotte dalle onde. Un lavoro che di certo i gestori non si aspettavano di dover affrontare, tanto più in questa fase della stagione, visto che solo un mese e mezzo fa si era conclusa quella balneare. Intanto, per quanto accaduto lungo il litorale di Lido e Pellestrina, è arrivata la richiesta di stato di calamità naturale. Con una interpellanza rivolta al sindaco, il consigliere Alessandro Scarpa ha fatto il punto sui danni subiti dagli arenili delle due isole, in particolare sotto il profilo della grave erosione del litorale, chiedendo oltre a interventi di ripascimento, anche verifiche sulla necessità di nuove opere di difesa che evitino in futuro il ripetersi di situazioni come quelle vissute due settimane fa. «Visto che queste opere importanti svolgono un’azione di protezione a mare, sia per la laguna che per la città di Venezia, e visti i danni arrecati alla spiaggia del Lido e a quella di Pellestrina», sostiene Scarpa, «chiedo al sindaco che si faccia tramite per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Oltre ai danni subiti dagli stabilimenti balneari li- densi, vanno rimarcati quelli all’arenile di Pellestrina dove, con l’ultima mareggiata, nelle zone dei pennelli 16 e 17 del Sestier Busetti, e in altre zone centrali dell’isola, la spiaggia è quasi del tutto scomparsa, con il mare che lambisce ormai pericolosamente i vecchi Murazzi del Zendrini a pochi metri dalle case». La Municipalità di Lido e Pellestrina, proprio in queste ore, sta sperando in una risposta dalla Regione dopo la richiesta di poter disporre di nuovi fondi per migliorare le difese a mare delle due isole. Il presidente Giorgio Vianello si era mosso ancora una decina di giorni fa, prima che la mareggiata colpisse gli stabilimenti balneari del Lido. Intanto, anche la sezione dell’Udc di Pellestrina si è mossa su questo fronte. «Vogliamo portare all’attenzione degli enti competenti il gravoso problema dell'erosione del nostro litorale», scrive il segretario Vincenzo Vianello. «La spiaggia è stata pensata e progettata per difendere l’isola ma anche Venezia e la sua laguna, visto che la posizione strategica di Pellestrina fa da scudo alla città in caso di forti mareggiate». Da parte del Comune, l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin si è detto da subito «disponibile a incontrare i gestori delle spiagge per affrontare assieme il problema e poi poter fare le dovute richieste a Regione e Magistrato alle Acque». (s.b.)

sabato 3 novembre 2012

Nuovo San Pietro serve un’ulteriore data per la sfida con il Ferri

Verrà stabilita nei prossimi giorni la data dell’ulteriore recupero Nuovo San Pietro - Ferri (Seconda categoria, girone L). Partita valida per la settima giornata di andata, la sfida era già saltata domenica a causa del maltempo. Rinviata al 1° novembre, data individuata dalla Figc veneta sfruttando la festività religiosa, anche giovedì scorso non c'è stata la possibilità di giocare vista l'eccezionale acqua alta che ha colpito Venezia e le sue isole. Altro rinvio, in attesa del recupero... del recupero. (m.t.)

venerdì 2 novembre 2012

Stop al cantiere Actv a Pellestrina

La Salvaguardia blocca la nuova “piastra” con darsena per la manutenzione dei vaporetti

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La Commissione di Salvaguardia blocca la nuova “piastra” con darsena per la manutenzione dei vaporetti che l’Actv vorrebbe realizzare a Pellestrina, nell’area dei cantieri De Poli, deviando, per realizzarla, il corso del canale principale dell’isola che corre accanto ad essa, per realizzare così un’ansa che ne consenta la realizzazione.
Lo stop della Commissione riguarda in realtà il progetto presentato dal Magistrato alle Acque che riguarda solo la deviazione del canale, giustificandola ufficialmente con motivi di idraulica lagunare. Il progetto dell’Actv infatti sui tavoli della Salvaguardia non arriverà mai, da quando il Comune ha stabilito di non inviare più i propri progetti alla Commissione - in polemica con il suo operato - ritenendo di aver già completato la propria pianificazione urbanistica anche sul piano paesaggistico e ambientale.
Sta di fatto però che se non viene approvato il progetto del Magistrato alle Acque - che, come organo dello Stato, è invece ancora tenuto a inviare i suoi piani in Salvaguardia - per la deviazione del canale di Pellestrina, non può neanche essere realizzato l’intervento dell’Actv, che prevede in pratica uno spostamento in avanti verso la laguna dell’intero Cantiere de Poli, acquisito dall’azienda di trasporto acqueo.
La nuova “piastra”, di ingenti dimensioni, sarebbe destinata all’ormeggio dei mezzi con vere e proprie corsie di parcheggio, per comnsentire di tirare in secca quelli destinati alla manutenzione. Ma è prevista anche una darsena vera e propria per la sosta di alcuni di essi. Le perplessità della Salvaguardia - che ha richiesto al Magistrato alle Acque - un supplemento di studi idraulici e ambientali riguardano l’effettiva necessità della deviazione di un canale che ha da sempre quella conformazione, ma riguardano indirettamente anche l’impatto del nuovo cantiere Actv.
L’azienda ha già stabilito di lasciare il cantiere di Sant’Elena per trasferire le manutenzioni dei suoi mezzi al Tronchetto e a Pellestrina Nel primo verranno eseguite le manutenzioni e le riparazioni di guasti programmate a 12 e 36 mesi, nell'isola le manutenzioni previste ogni cinque anni. A Pellestrina, tra l'altro, si potrà compiere la manutenzione anche sul grande ferry «Lido di Venezia». Per questo ha necessità di maggiori spazi rispetto a quelli previsti dall’attuale cantiere De Poli.
Per la realizzazione dell’intervento è previsto circa un anno di lavori, ma tutto è legato alla decisione finale che prenderà la Commissione di Salvaguardia sulla deviazione del canale di Pellestrina, la cui unica ragione sarebbe pertanto quella di consentire i nuovi lavori dell’Actv. Ci vorranno invece dai 18 ai 24 mesi per portare a termine i lavori di riorganizzazione del Tronchetto, che ospiterà i cantieri per il pronto intervento e la manutenzione spicciola.
L’azienda ha acquistato per 12 milioni e 330 mila l’area De poli e si è presa sia i due ettari e mezzo del cantiere di terra sia il bacino galleggiante.(e.t.)

giovedì 1 novembre 2012

Dune di protezione già spazzate via dalle onde del mare

Appello della Municipalità alla Regione per finanziare i lavori di ripascimento della spiaggia a Lido e Pellestrina

Dune di protezione, che in certi punti del litorale sono state già spazzate via dalle onde del mare invernale, erosione continua e la preoccupazione dei gestori degli stabilimenti balneari che si fa sempre più concreta in vista delle mareggiate che di sicuro si vedranno nelle settimane venture. Da qui l’appello lanciato dalla Municipalità di Lido e Pellestrina verso la Regione, chiedendo fondi per eseguire interventi di ripascimento e non solo. «Vediamo da tempo come molte zone del Lido si sono trovate particolarmente in difficoltà sotto questo profilo», commenta il presidente della Municipalità Giorgio Vianello. «In particolare gli stabilimenti balneari a ridosso dei Murazzi, oppure quello degli Alberoni. Senza dimenticare quanto sta avvenendo da tempo anche a Pellestrina, con tratti di arenile che sono letteralmente scomparsi. Decine di metri di spiaggia mangiati dal mare, con le onde che hanno demolito anche parte delle dune abbattendo pure i tamerici. E questo praticamente sotto il muro del murazzo a protezione del centro abitato di Pellestrina. Alla Regione chiediamo che si concedano fondi alle due isole, così come avviene per altre località del litorale veneziano. Penso Cavallino piuttosto che Jesolo o Bibione. Il Lido ha una spiaggia molto particolare e famosa in tutto il mondo, qualcosa deve essere fatto per tutelarla maggiormente». Davanti agli stabilimenti lidensi sono state innalzate nei giorni scorsi le dune artificiali a protezione delle capanne ricoverate per i mesi invernali. Ma nel week end in alcuni tratti di spiaggia le onde del mare le hanno già in parte demolite. E il timore dei gestori è che le prossime ore, con l’alta marea e il vento previsto, la situazione possa peggiorare ulteriormente. «Da tempo andiamo dicendo queste cose», fa notare Mario Campagnaro, presidente del Consorzio balneari lidensi. «Io ad esempio gestisco lo stabilimento Kuyaba, e ho pochissimo spazio tra la terrazza del ristorante e il mare. Questione di qualche metro. L’erosione in questi ultimi tempi è stata evidente». In tutto il tratto antistante i Murazzi è stata realizzata in passato una soffolta (una sorta di diga sottomarina, ndr) che ha avuto il pregio di ridurre l’incidenza delle onde sulle difese a mare, e anche la conseguente erosione. «Sarebbe bastato proseguire quell’opera di altri 5-600 metri verso nord e i nostri stabilimenti. Non sappiamo se non è stato fatto per mancanza di soldi, ma la speranza è che la Regione ci pensi e intervenga. Questi sono i mesi in cui si può pensare di fare qualcosa, e ne va anche della qualità degli arenili che poi i bagnanti si trovano a frequentare. Problemi comuni anche a Sorriso, Miramare oppure Consorzio Alberghi».
Simone Bianchi

In ricordo di Giorgio De Gaspari

Ciao Giorgio” e lui “Ciao bello”. Così nei nostri incontri iniziava il dialogo che in genere era rivolto alla natura, soprattutto il mare e la laguna, se non c’ era nulla di personale. Infatti lui ricordava bene come aveva trovato l’isola ancora naturale, tanto che vi si è subito innamorato comprandosi tra l’altro una barca che per lungo tempo, è stata la sua “ casa” ormeggiata alla fermata del pontile di Ca’ Roman; poi nel tempo si è costruito un casone in mezzo alla laguna. Una strana persona a cui piaceva vivere l’ isolamento: infatti lui parlava con le persona e non viceversa. Oltre ad essere un pittore era anche uno scrittore , però non ha mai voluto mettersi in mostra, anzi si nascondeva dal grande artista che era. Non gli interessava nulla del denaro o del potere, ma di essere se stesso, apprezzando l’ umiltà e la libertà senza nessuna presunzione. Era dotato di un a intelligenza infinita; voleva infatti, in base alla persona che aveva davanti, istaurare un discorso di carattere facile per farsi capire; sapeva trovare parole più semplici possibili. Faceva dei viaggi anche di quattro sei o più mesi in giro per il mondo, appunto per scoprire luoghi isolati da tutto, immersi dalla natura; ma poi ritornava ormai nella sua amata isola. “ Sono scappato da Milano, perché non ero capace di sopportare l’ industria! Ecco perché mi sono subito innamorato di pellestrina” . Spesso mi diceva di avere anche la sensazione che qualche istituzione culturale dovesse scoprirlo; infatti faceva di tutto per essere isolato, nascosto per scrivere e fare opere in santa pace, immerso nel silenzi. Dicevo, che per lungo tempo ha vissuto a bordo di una barca, ma poi un forte temporale, l’ ha distrutta. Ecco perché si è costruito un casone in mezzo alla laguna. Giorgio aveva un solo difetto : condurre la vita da barbone; forse lo ha fatto, per non farsi scoprire: ma quello che conta di noi stessi è cosa sai fare, quindi conta l’ interno della persona. Questo era Giorgio. Comunque pellestrina culturalmente ha perso un grande personaggio. Ciao Giorgio, da tutta la comunità dell’ isola. Ormai eri diventato uno di noi pellestrinotti. 
Lettera firmata 
Pellestrina

sabato 27 ottobre 2012

Ca’ Roman diventerà riserva naturale

L’Oasi di Ca’ Roman diventerà una riserva naturale. L’annuncio è stato dato ieri nel corso di un convegno promosso per festeggiare i vent’anni di gestione dell’oasi da parte della Lipu. Una collaborazione, quella tra Comune e Lipu, che si fa sempre più concreta guardando al futuro. «Siamo impegnati a sviluppare l’oasi e a farne una riserva naturale», ha detto ieri mattina l’assessore Gianfranco Bettin. «Siamo impegnati a difenderla anche da progetti di investimento che, pur legittimati da leggi, devono a nostro parere essere sottoposti a vincoli e prescrizioni che ne riducano l’impatto». (s.b.)

giovedì 25 ottobre 2012

L’Oasi festeggia i primi 20 anni Nido perfetto di fratini e fraticelli

L’Oasi di Ca’ Roman compie vent’anni e sono previsti incontri e visite guidate a partire da domani e per tutto il fine settimana, che saranno coordinate dalla Lipu. Si tratta di una delle due sole oasi presenti nell’area del centro storico e isole, l’altra è quella degli Alberoni, gestita però dal Wwf locale. Nel corso degli anni l’Oasi di Ca’ Roman ha acquisito sempre maggior importanza, dimostrandosi un luogo unico e particolarmente favorevole per la nidificazione degli uccelli migratori, ma anche per le specie stanziali. Di notevole rilevanza il ritorno di fratini e fraticelli che, negli anni, erano quasi scomparsi a causa della antropizzazione dei luoghi. Ecco che i festeggiamenti per questo ventesimo anniversario della convenzione tra la Lipu e il Comune di Venezia diventano un traguardo importante che l’associazione animalista e ambientalista desidera condividere con la popolazione. Domani dalle 9 alle 13 è previsto un convegno a Ca’ Farsetti con il saluto delle autorità e interventi tecnici delle figure gestionali che hanno collaborato allo sviluppo dell’area in questo ventennio. Sabato e domenica, invece, ci saranno due giorni di attività all’interno dell’oasi per bambini e famiglie, con laboratori e sorprese. Inoltre chi si iscriverà alla Lipu in questa occasione, potrà prenotare la guida degli uccelli Svensson (la migliore guida ornitologica sul mercato, per la prima volta in edizione italiana) e ottenerla con uno sconto superiore al 50 per cento. Anche chi è già socio Lipu potrà comunque usufruire del vantaggio. In caso di maltempo, le attività del fine settimana si svolgeranno nell’aula magna della scuola media Loredan di Pellestrina. Se invece le condizioni lo permetteranno, ci sarà per molti la possibilità di vedere da vicino molte specie di uccelli, anche rari. 
Simone Bianchi

lunedì 22 ottobre 2012

Addio al Foresto. Raccontò a colori la nostra storia

di Anna Sandri Si dice che vivesse in solitudine e in un altrove anche quando la sua casa e il suo lavoro erano a Milano, e i suoi colori raccontavano la nostra storia brillando dalle copertine della “Domenica del Corriere”. Chi lo conosceva parla di come già allora fosse capace di sparire, agli altri e a se stesso, senza porsi troppi problemi se questo comportava un ritardo insanabile nella consegna di un lavoro, perché si sa che la cronaca non aspetta. Da Milano infine se n’era andato; aveva girato un po’ il mondo, infine era approdato a Pellestrina e lì davvero era riuscito a scomparire. È morto in un modo che suscita pena in chi rimane, ma che è quello che lui voleva e aveva perseguito per la vita; un nome come un altro su una cartella clinica del reparto di geriatria dell’Ospedale di Venezia, nessuna traccia e nessuna commemorazione per giorni e giorni fin quando un amico e collega degli anni giovanili, Viviano Domenici, non racconta -più che una morte, una vita - sulle pagine del “Corriere della Sera”. De Gaspari Giorgio, Milano 1927- Venezia 2012. Dietro quel nome c’è una lunga storia di talento, una lunga vita a suo modo avventurosa, se per avventura si intendono anche tortuosi viaggi dentro se stessi, il coraggio e la coerenza di vivere davvero come si vuole, senza aver mai paura di pentirsi quando è troppo tardi. Giorgio De Gaspari è stato uno dei più grandi illustratori italiani del Novecento; tra gli anni Cinquanta e Sessanta, probabilmente il più grande. Ha firmato numerose copertine per la “Domenica del Corriere”, ispirate a veri fatti di cronaca e ad altri assai ricamati, come allora usava. Lavorava con Dino Buzzati, al quale era legato da amicizia, ma anche per case editrici e per altre riviste, alle quali consegnava tavole che vibravano di colore e di modernità. La decisione di mollare tutto e di andarsene non l’ha mai spiegata. Forse se n’è andato in giro per il mondo per qualche anno, come riportano le più recenti (benché datate e comunque necessariamente stringate) note biografiche che lo riguardano; poi l’approdo a Pellestrina, luogo incantato nel quale puoi vivere bene e isolarti quanto vuoi. Se anche si venisse a sapere dove sei, per gli altri sarebbe un viaggio raggiungerti. Quarant’anni senza contatti con il mondo, meno che mai con le case editrici. Fino a lui era arrivata qualche anno fa la curatrice di una mostra che prevedeva ampio materiale suo: l’aveva invitata ad andarsene senza nemmeno aprire la porta; e alla rassegna di Lucca, lo scorso anno si raccontava di identica sorte toccata a un altro curatore, impegnato a organizzare una personale su di lui. Chi lo conosceva, e l’aveva anzi conosciuto prima che scegliesse un mondo solo suo, dice che vivesse di ritratti ai turisti in Piazza San Marco, quando e se ne aveva voglia, firmati come “el foresto”; perennemente schivo, la matita unico mezzo che avrebbe potuto far riconoscere, dietro il viso scavato di un vecchio, l’uomo di fascino che era stato, e di cui resta scarna documentazione fotografica. Se n’è andato come aveva scelto di vivere: anche la solitudine ha un suo colore.

venerdì 19 ottobre 2012

«La morìa di vongole? colpa dell’estate torrida»

Il Magistrato alle acque D’Alessio respinge le accuse al Mose, ma Bettin rilancia «I pescatori di Burano mi hanno confermato che l’equilibrio lagunare si è rotto»
 
«È vero. L’equilibrio della laguna è cambiato, le correnti si sono modificate e il mondo della pesca lagunare è in grande difficoltà». L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin conferma l’allarme lanciato dai pescatori di Burano, Chioggia e Pellestrina. «Li ho incontrati la settimana scorsa», dice, «e mi hanno sottoposto la nuova emergenza». A Chioggia e Pellestrina 70 cooperative sono rimaste quasi senza lavoro. La semina dei caparozzoli non dà frutti, il prodotto è scomparso. I pescatori hanno dato mandato a un legale, l’avvocato Gianfranco Jacobelli, di presentare una denuncia alla Procura contro il Magistrato alle Acque. «Da due anni denunciamo questa situazione», dicono, «le risposte sono arrivate con grande ritardo. A noi risulta che la qualità dell’acqua è stata modificata dai lavori del Mose e dagli scavi in laguna».
«Li incontrerò presto, anche il Comune mi ha chiesto di partecipare e a un incontro e lo farò volentieri», risponde Ciriaco D’Alessio, da un anno presidente del Magistrato alle Acque, «ma voglio dire chiaramente che per quello che ci risulta la morìa di vongole registrata non dipende dai nostri lavori. Non ci sono stati sversamenti di materiali, avvelenamenti. Forse la situazione è stata determinata dal caldo eccezionale di quest’estate. Purtroppo i tagli ai finanziamenti e il vincolo di legge di spendere i soldi del Cipe solo per il Mose ci lega ulteriormente le mani». Ma i pescatori non ci stanno. «Noi non molliamo», insiste Emanuela Naso, portavoce dei pescatori, «Bisogna fare chiarezza sui questa vicenda, emblematica per quanto riguarda il potere delle grandi lobby e dei poteri forti. Chi darà da mangiare alle famiglie?» Le cooperative hanno avviato studi e perizie per dimostrare che la scomparsa del seme del Tapes piliphinarum, il tipo di vongola verace più diffuso in laguna non è certo dovuta al clima ma al cambiamento della qualità dell’acqua. Sedimenti che si sollevano, compresi quelli inquinanti depositati sui fondali dei canali portuali. «Qualcuno ci deve dare una risposta», dicono i pescatori, che hanno scritto anche all’Europa e al presidente della Repubblica, «perchè noi restiamo senza lavoro per colpa dello Stato e non della crisi». Vicenda scoppiata due anni fa dopo la denuncia della cooperativa Acquamarina dei fratelli Doria. Poi approdata a Report, emersa di nuovo in questi giorni, dopo che la morìa dell’agosto 2012 ha coinvolto decine di aziende e di cooperative. «Una cosa è certa», dice Bettin, «la laguna è oggi squilibrata. Forse un nuovo equilibrio arriverà, ma ci vogliono tempi lunghi».

giovedì 18 ottobre 2012

Una crisi che colpisce centinaia di famiglie

Grido d’allarme lanciato dai presidenti delle cooperative di pesca di Pellestrina Rossano Gorin e di Burano, Domenico Vidal. Il pesce scarseggia, i costi aumentano. E in tanti non ce la fanno più, si indebitano con le banche e sono costretti a vendere la casa. Eppure la laguna dovrebbe essere il luogo ideale per sviluppare attività di pesca controllata e allevamento. Progetti di cui si parla da decenni, mai decollati. Negli anni Novanta era stato introdotta in laguna una specie di caporozzoli, i Tapes philipinarum, che crescevano rapidamente e offrivano grandi quantità di moluschi ai pescatori. Rapidamente i caparozzoli importanti avevano colonizzato la laguna, rendendo quasi introvabili quelli autoctoni, i Tapes decussatus. L’assalto alla laguna e il danno ambientale aveva convinto a regolamentare la pesca e a puntare sull’allevamento. Zone assegnate alle cooperative, coltivazione delle sementi. Ma adesso è arrivata la morìa.(a.v.)

Morìa di vongole, scatta l’esposto contro il Magistrato alle acque

di Alberto Vitucci Vongole avvelenate dai lavori in laguna. La morìa si allarga, e le cooperative denunciano il Magistrato alle Acque e scrivono una lettera-esposto all’Unione europea. Una infuocata assemblea di pescatori ha dato mandato all’avvocato romano Gianfranco Jacobelli di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Per danno ambientale ma anche per il risarcimento dei danni provocati. Milioni di euro per una settantina di cooperative che hanno perso quasi interamente il loro prodotto ittico. «Hanno aderito una trentina di consorzi, decine di cooperative», dice Emanuela Naso, che da tempo sostiene la lotta dei pescatori di Chioggia e Pellestrina, «si sentono presi in giro perché le loro denunce non trovano ascolto. Ma adesso vogliamo andare fino in fondo». «Dal punto di vista tecnico», spiega l’avvocato, «siamo in presenza di un danno ambientale e patrimoniale enorme. I fatti sono successi alla fine di agosto, le autorità hanno dato la colpa al caldo e all’anossìa. Ma noi ci sentiamo di escludere che tutto questo sia successo per il caldo». Dunque? «Riteniamo si tratti dell’influsso dei vicini lavori di scavo legati al Mose». Con i pescatori e alcuni periti di parte, l’avvocato ha compiuto un lungo sopralluogo nel tratto di laguna incriminato. «Allo stato», dice, «ci sentiamo di escludere che la causa di quel disastro sia dovuta al caldo. Anche perché in anni precedenti i periodi di caldo sono stati più lunghi e intensi, e nulla di tutto questo era mai successo». Riesplode dunque la battaglia per le vongole. Due anni fa era stata una cooperativa di Chioggia, l’Acquamarina dei fratelli Doria, a denunciare per prima la strana morìa che si verificava in corrispondenza dei grandi lavori del Mose. Acqua torbida, sedimenti fuori della norma. E i caporozzoli distrutti. La questione approda anche a Report, la trasmissione di Raitre di Milena Gabanelli. Sotto accusa allora è il presidente del Magistrato alle Acque, Patrizio Cuccioletta. Da cui, accusano i pescatori, dipendono le concessioni per la pesca e la tutela della laguna. Ma anche i lavori del Mose che sarebbero alla base della grande morìa. Il Magistrato alle Acque smentisce che vi sia una correlazione diretta tra i due eventi. Ma l’estate scorsa il fenomeno si ripresenta. Adesso le aree interessate sono diverse decine di ettari. «Ci vogliono mandar via», dicono i pescatori, «in laguna non c’è più posto per la pesca». La cooperativa scrive anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Il presidente è l’unico che ci ha risposto», dice la signora Naso, «gli altri tacciono». Ma adesso i pescatori sono decisi a dare battaglia. E alzano il tiro. Naso e l’avvocato Jacobelli hanno anche fondato un movimento (Mvb, movimento Base Italia) e si sono rivolti all’Europa. «Questi lavoratori», dicono, «stanno perdendo il lavoro non a causa della crisi ma oer colpa degli enti di Stato. Che non hanno vigilato a sufficienza sulla qualità delle acque lagunari». Nelle prossime ore, dice l’avvocato, «presenteremo alla Procura la documentazione e l’esposto. Avvenimenti che coprono gli ultimi due anni. E che dopo la morìa del 2011 non hanno mai ricevuto risposte convincenti da parte degli enti». L’allarme lanciato dai pescatori che chiedevano analisi sulla torbidità delle acque, spiegano le cooperative, è stato raccolto con molte settimane di ritardo. Anche il sopralluogo del Magistrato alle Acque è avvenuto a distanza di sei mesi. E la nuova gestione guidata da Ciriaco D’Alessio, continuano, «non pare aver modificato granché». Ed ecco la richiesta alla magistratura. «Non vogliamo perdere il lavoro per colpa dello Stato».

giovedì 4 ottobre 2012

Case all’asta e pesca, la crisi peggiora

Pellestrina Una dozzina di famiglie che si sono già viste finire all’asta la propria abitazione e una crisi della pesca che si fa sempre più sentire. Questi i temi finiti venerdì sul tavolo della IX commissione di Ca’ Farsetti, per discutere del futuro del settore e in particolare per gli addetti di Pellestrina e Burano. Nei giorni scorsi il grido d’allarme delle cooperative delle due isole era già stato portato all’attenzione della commissione Attività produttive del Comune, dal presidente della Piccola coop di Pellestrina, Domenico Gorin, e da Luigi Vidal in rappresentanza dei pescatori di Burano. Molte le problematiche e gli oneri che caratterizzano il settore. Si parla infatti di 400 euro all’anno da riconoscere al Gral per ciascun ettaro di laguna utilizzata dai pescatori, oltre ai costi aggiuntivi derivati dall’aumento del gasolio per il funzionamento delle imbarcazioni utilizzate, e non da meno sono le difficoltà emerse di recente con la moria di molluschi che ha colpito una parte della laguna. In una lettera inviata dal presidente del Consiglio comunale Roberto Turetta, al presidente della IX commissione Ennio Fortuna e all’assessore alle Attività produttive Antonio Paruzzolo, si chiede quindi di monitorare la situazione, a fronte delle grosse difficoltà che molti pescatori si trovano di fronte in questo momento, compreso il rischio di riduzione del reddito e anche perdita della casa per chi aveva acceso mutui con gli istituti di credito. Il tutto, anche nel tentativo di garantire posti di lavoro e la professionalità di un settore in cui la produzione eccelle, e da sempre è un punto di riferimento nella economia cittadina che ruota attorno al pescato tra le attività svolte in laguna e quelle in mare. Nella nuova riunione della commissione che si è svolta a Ca’ Farsetti, il consigliere Alessandro Scarpa “Marta” ha chiesto al presidente Ennio Fortuna la convocazione in tempi brevissimi di Regione, Provincia e Magistrato alle Acque per discutere della situazione e per trovare soluzioni in favore degli addetti del settore, evitando che possano ripetersi situazioni di grande disagio per numerosi addetti del mondo della pesca. (s.b.)

Palasport di Pellestrina lite tra Comune e Demanio

È battaglia legale tra il Comune di Venezia e l’Agenzia del Demanio che pretende da Ca’ Farsetti il pagamento entro un mese di circa 250 mila euro per l’indennità di occupazione dell’ex Batteria “Daniele Manin” a Pellestrina, un’area di proprietà demaniale che l’Amministrazione occupa da decenni e dove ha realizzato un palazzetto dello sport. Una battaglia che si trascina da anni, da quando, nel 2004 il Comune era stato chiamato in giudizio in Tribunale dall’Agenzia del Demanio che pretendeva il pagamento di oltre 520 mila euro da parte dell’ente locale per l’occupazione senza averne diritto dell’area dell’ex Batteria Manin. Il Tribunale, con una sentenza di circa due anni più tardi, accogliendo le eccezioni del Comune, dichiara prescritto ogni diritto del Demanio all’indennità di occupazione per i periodi precedenti al 15 dicembre 1999. Su questa base, l’Agenzia chiedeva al Comune il pagamento di circa 176 mila euro di indennità di occupazione dall’aprile del ’99 alla fine del dicembre 2003, poi lievemente ridotto, mentre il Comune liquidava circa 170 mila euro al Demanio per il periodo compreso tra il 2004 e l’ottobre 2011. Per lo stesso periodo però l’ente demaniale richiedeva l’ulteriore pagamento di altri 90 mila euro di diritti di occupazione dell’area. Il totale di quanto l’Agenzia recalama ancora dal Comune è perciò di circa 250 mila euro, che però Ca’Farsetti non vuole pagare, almeno in questa misura. Secondo la Giunta - che ha autorizzato il sindaco a promuovere un’azione di accertamento negativo nei confronti dell’Agenzia del Demanio per la pretesa di pagamento - la richiesta sarebbe ingiusta ed esagerata perché parametrata ai canoni di mercato per aree analoghe, mentre l’uso pubblico che il Comune ha fatto dell’ex Batteria Manin - facendovi sorgere un palazzetto dello sport - prevederebbe un forte abbattimento dei canoni di mercato. Di qui l’opposizione di Ca’ Farsetti, che contesta anche la legittimità di una parte del pagamento perché riferito a periodi precedenti a cinque anni fa, che sarebbero caduti in prescrizione. Il palazzetto dello sport di Pellestrina è una struttura moderna, costruita dal Comune con fondi della Legge Speciale, la cui copertura era stata fortemente danneggiata dalla tronba d’aria che ha colpito l’isola di Pellestrina circa due anni fa. Una struttura fondamentale per la comunità ma sui cui il Comune deve ancora lottare per i costi dell’area. (e.t.)

Tutti nell’oasi per osservare gli uccelli

Eurobirdwatch è uno degli appuntamenti più attesi nel corso dell’anno dalla Lega italiana per la protezione degli uccelli. Questa settimanale oasi di Ca’ Roman a Pellestrina e di Gaggio a Marcon vivranno di due momenti dedicati al pubblico, appassionati o curiosi di natura che siano. Per l’oasi di Ca’ Roman l'evento prevede un'escursione dopodomani alle 10.30. Il personale Lipu darà un cannocchiale per l'osservazione a distanza degli uccelli. Stesso programma domenica dalle 10 nell’oasi di Gaggio. (s.b.)

giovedì 27 settembre 2012

Undici mesi di reclusione

Undici mesi di reclusione: ha patteggiato con il pubblico ministero il 24enne di Pellestrina Daniele Scarpa che nel maggio scorso era stato arrestato dopo aver5 aggredito e sfregiato il padre durante una lite in casa. Quattro mesi da, due giorni dopo i fatti, davanti al giudice si era scusato e si era dimostrato mortificato. Tra i due le liti erano continue soprattutto per gli orari del ragazzo: il padre lo redarguiva spesso e quella sera Daniele aveva impugnato un coltello e aveva colpito il genitore in faccia. Era difeso dall’avvocato Tiziana Nordio.

mercoledì 26 settembre 2012

Appartamenti sfitti Vetri in frantumi per il maltempo

Appartamenti pubblici sfitti in balia del maltempo con le finestre spalancate e i vetri in frantumi. È quanto hanno constatato Vigili del fuoco, Protezione civile di Pellestrina e Polizia municipale in Carrizzada San Vito e Modesto. Intervenuti per un muro perimetrale del tempio che era crollato sotto la spinta del vento, lunedì sera si sono accorti dei vetri caduti dai piani alti della palazzina. Le finestre di alcuni alloggi sfitti erano spalancate, e i vetri andavano continuamente in frantumi. I vigili del fuoco hanno liberato gli infissi dai vetri sporgenti e li hanno fissati in modo che non potessero subire altri danni. In tutto sono sette gli alloggi non affittati tra quelli di proprietà del Comune e quelli dell’Ater, distribuiti nelle tre palazzine che si trovano in quella zona. Da tempo la Municipalità chiede attenzione verso le famiglie più bisognose. «Per quello che ci riguarda», spiega l’assessore alle Politiche abitative, Bruno Filippini, «parte delle case sono destinate ai bandi e parte devono essere ristrutturate. Il problema dei fondi è però reale, perché non sono facili da reperire per eseguire poi i lavori di sistemazione per rendere quegli appartamenti pienamente abitabili e sicuri. Ma l’attenzione da parte dei nostri uffici non manca».(s.b.)

martedì 25 settembre 2012

Pellestrina, cede un muretto Intonaco cade in Ruga Giufa

Danni causati dal maltempo anche nel centro storico veneziano. A Pellestrina, il forte vento che ha spostato le grandi piante di oleandro di Carrizzada S.Vito e Modesto nel sestiere Buselli ha provocato la caduta del muretto vicino al tempio: due metri cubi di mattoni hanno invaso il collegamento tra laguna e mare. Oggi la Protezione civile con la Municipalità dovrà decidere come intervenire per la rimozione dei detriti e la messa in sicurezza del muretto, forse pericolante. Un albero è caduto al Lido di Venezia nel Lungomare D’Annunzio. Dieci centimetri d’acqua in Lungomare Sandro Gallo a causa della pioggia che non è riuscita a fluire attraverso le caditoie della strada, ostruite e mal manutentate. I vigili del fuoco sono stati chiamati per interventi di messa in sicurezza anche in un lunapark dell’isola e su una torretta della spiaggia. Problemi anche in centro storico con un intervento di messa in sicurezza per pezzo di intonaco caduto, dopo il temporale, dal palazzo Malipiero di Ruga Giufa.

sabato 8 settembre 2012

Ecco come si è bruciato l’ambiente

Mi piace mangiare le verdure della mia terra, il problema che dei circa 350 ortolani che c’erano a Pellestrina ne sono rimasti così pochi che è difficile trovare il prodotto che cerco. Comunque qui a San Pietro ne sono rimasti due: i fratelli Campolonghi, quello da cui io mi reco si chiama “Ice” che mi ha detto che, nel mese di giugno, ha constatato un fenomeno mai visto prima: se toccava la terra gli bruciavano le mani, quindi la terra era diventata cenere. Colpa del caldo senza precedenti. Cosa dovevo rispondere se non la verità di come osservo e penso il futuro di questo ambiente? Il fenomeno più potente da affrontare per sopravvivere nel futuro sarà proprio il sole, perché i suoi raggi raggiungono violentemente la terra, quindi non riscaldano più come una volta ma bruciano l’ambiente: questo è il fattore del troppo caldo. L’ozono, che proteggeva la terra dai raggi del sole, in larga parte è stato distrutto e i risultati sono stati devastanti. Gianfranco Vianello

domenica 2 settembre 2012

Super D’Este e i Vignotto eterno duello tra campioni

Grande attesa per la gara dei gondolini (18.20). Partenza spostata all’Arsenale L’incognita della boa. Luisella favorita tra le donne, Rosada e Ballarin tra i giovani

Vignotto-D’Este. Riparte l’eterna sfida tra il Gigante e i due cugini. Burano contro Sant’Erasmo, la potenza di Giampaolo “Super D’Este” contro la tecnica e l’affiatamento di Rudi e Igor, cresciuti insieme a pane e voga. Due anni senza di loro hanno lasciato il segno. Spettacolo a senso unico, niente veleni e niente agonismo. Troppo forti rispetto agli altri. Rieccoli a contendersi una bandiera rossa che nel mondo del remo ha ancora un valore quasi mitico. Dieci ne ha vinte D’Este (l’ultima nel 2011), dieci i due Vignotto. Ormai entrambi a sole quattro lunghezze dal record, i 14 primi di Albino Dei Rossi «Strigheta», Sergio Tagliapietra «Ciaci» e Bepi Fongher. D’Este ha vogato negli anni con Franco e Bruno Strigheta, quest’anno per la prima volta assenti dalle gare. Adesso con Ivo Redolfi Tezzat, gondoliere muranese che di Storiche ne ha vinte 5. Celeste (Vignotto) contro rosso (D’Este e Tezzat). Celeste che ha vinto nel 2011 (D’Este), dopo la squalifica del 2010 e il rovesciamento del 2009. Sfida a due, dunque. Attenzione agli impassi e alle scorrettezze. Possibili in fase di partenza, ma anche all’entrata in Canal Grande, resa quest’anno più «stretta» perché tutti i gondolini partiranno cento metri più avanti, verso l’Arsenale, e dovranno passare tenendo a destra la grande boa del Bacino San Marco. Due barche avanti a tutti. Ma bisognerà tener d’occhio anche gli eterni terzi, i pellestrinotti Andrea Bertoldini e Martino Vianello, il rientrato Roberto Busetto, vincitore di una Storica vent’anni fa. Corrono per una bandiera anche Zane e De Poli, i giovani Angelin e Barzaghi, quarti nel 2011, i buranelli Ciaceti e Suste.
Tra le donne le favoritissme Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi, sulla mascareta rosa, sfidano la rientrata Gloria Rogliani con Romina Catanzaro sul celeste e le sorprese della stagione 2011, lamaestra d’ascia Silvia Scaramuzza e Debora Scarpa sul viola. In grande forma anche Elisabetta Nordio (seconda a Murano, quarta nel 2011) che punta a una bandiera con la nuova compagna Luigina Davanzo. Tra i giovanissimi si annuncia l’ennesima gara dominata dai due pellestrinotti Nicola Ballarin e Andrea Rosada, dominatori quest’anno, favoritissimi della vigilia sul pupparino rosso. A insidiare il loro primato gli altri pellestrinotti Roberto Ballarin e Davide Vianello, i buranelli Matteo Zane e Vittorio Bacciolo. Infine gara spettacolare tra le caorline dei sestieri. Favoriti ancora una volta Burano, Pellestrina e Jesolo, mentre sono ben tre le barche in gara per il litorale del Cavallino. (a.v.)

giovedì 30 agosto 2012

Pesca abusiva, sequestrate tre barche

Tre imbarcazioni da pesca professionali, armate con rastrelli vibranti, sono state poste sotto sequestro dai militari della sezione operativa di Chioggia del reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Venezia per aver svolto attività di pesca abusiva. L’operazione è avvenuta l’altra notte, in laguna sud, nei pressi del canale di Porto Secco dell’isola di Pellestrina. L’unità navale delle Fiamme Gialle si trovava in servizio di pattugliamento a tutela delle risorse biologiche delle acque marine e per contrasto alla pesca abusiva nella laguna e sul litorale veneto. I finanzieri che, sulla base di movimenti sospetti notati nei giorni precedenti, si erano appostati nella zona di Porto Secco, hanno visto, ad una certa ora della notte, le tre imbarcazioni in questione, pronte per l’attività di pesca, che si aggiravano nei canali lagunari. Presumibilmente i pescatori si stavano “guardando attorno” prima di mettere in funzione gli attrezzi vibranti. Tuttavia, tenendo conto dell’ora sospetta per movimentare un’imbarcazione da pesca con quel tipo di attrezzo e riferendosi alle norme del regolamento della Provincia di Venezia, secondo le quali soffermarsi lungo corsi o specchi d’acqua con attrezzi da pesca immediatamente pronti all’uso è considerata comunque attività di pesca, i finanzieri della sezione operativa navale di Chioggia hanno fermato i tre equipaggi e provveduto al sequestro delle imbarcazioni e degli attrezzi. I responsabili delle violazioni contestate saranno segnalati agli uffici competenti della Provincia di Venezia per l’eventuale sospensione delle licenze professionali di pesca e la confisca degli attrezzi utilizzati. Diego Degan

sabato 25 agosto 2012

No al cemento sulla mia isola

Mai come in questo periodo leggo sulla stampa il fatto di Ca’ Roman, la mia isola, così anch’io sento il dovere di esprimere il mio pensiero per il bene di quel verde ancora rimasto. Ai politici di turno dico: non trasformate quel suolo di verde in cemento. Se la maggioranza dei cittadini di Pellestrina è contraria alla costruzione delle villette, perché non volete ascoltarla? Sorge il dubbio che tutto questo venga fatto a scopo di interesse, altrimenti si potrebbe tranquillamente mettere una pietra sopra alla progettazione. Queste villette quale interesse darebbero all’isola se non quella di portare via il verde? Mi rivolgo alle persone elette dai cittadini, che sono in quei posti per tutelare il fabbisogno e l’ambiente: perché non svolgete il vostro compito? La voce del popolo non è forse sovrana? Oppure lo è solo quando fa comodo alla politica? Se così fosse, come può andare d’accordo la cittadinanza con la politica? Ovvio che, in queste condizioni, ci sarà sempre un certo attrito: di sicuro vincerà il più forte fregandosene dei danni causati all’ambiente. Questa gente che comanda, non si rende conto che deve tutelare la natura che è vita? Se noi non diamo la possibilità alle nuove generazioni di vivere bene, come sarà il loro futuro? Perché non si cercano dei mezzi per lanciare un’economia “naturale”, sfruttando la terra e il mare? Quanto verde è stato strappato via per la costruzione del Mose, e per cosa fare? Fermare l’acqua alta per Venezia? Sognatevelo. E vogliamo parlare del canale nuovo, quello dei “petroli” che ha rovinato la laguna? Sappiate che più viene danneggiata la natura peggio sarà per l’uomo, quindi Ca’ Roman lasciatela stare così com’è. Gianfranco Vianello

mercoledì 22 agosto 2012

CA’ ROMAN È una variante non un piano attuativo

Con amara attenzione ho letto gli articoli del 12 e del 14 agosto scorsi relativi al “cemento a Ca’ Roman - Comune a favore” e subito ho ricordato le battaglie che io e Alessandro Scarpa detto Marta abbiamo intrapreso per bloccare il cemento di Ca’ Roman, o almeno ridurlo il più possibile al fine di tutelare il territorio, per difendere gli interessi dei residenti dell’isola di Pellestrina e a tutela dei diritti/doveri dei consiglieri comunali. Un’errata interpretazione da parte della giunta comunale della legge urbanistica ha tolto dalla competenza del consiglio comunale l’approvazione del piano di recupero di Ca’ Roman, obbligando undici consiglieri comunali a richiedere e a ottenere un pubblico dibattito in commissione consiliare e poi in consiglio comunale; ma la maggioranza che governa Venezia (Pd-Udc-Idv-Verdi-Psi-Prc) con l'astensione del Pdl hanno bocciato la modifica richiesta: non urbanizzare la “zona degli orti” ove in base alla scheda urbanistica vigente n. 19 sono consentiti esclusivamente interventi manutentivi sulla vegetazione esistente, e richiedere un parere alla Provincia di Venezia (competente in materia). Sono ancora convinto oggi che trattasi di una variante e non di un piano attuativo e quindi di esclusiva competenza del consiglio comunale. Vista la posizione intransigente della giunta comunale, io e Alessandro Scarpa abbiamo operato per aiutare gli abitanti di Pellestrina. Quindi abbiamo richiesto la concessione del beneficio pubblico in quanto, essendo stata considerata una variante, i costi urbanistici a carico della società proponente sono molto ridotti. In base alla convenzione stipulata dal Comune di Venezia, l’articolo 4 inerente l’esecuzione delle opere di urbanizzazione e specificamente al comma 2 bis prevede che la parte attuatrice si impegna a realizzare cinque opere di urbanizzazione aggiuntive, prevalentemente fuori ambito, funzionali all’accesso al villaggio e alle zone di servizio di Pellestrina, quantificate in preventivo per euro 202.540,00. Siamo per ultimo rimasti meravigliati che sia stato realizzato un pontile a Ca’ Roman dalla ditta attuatrice senza alcuna autorizzazione formale e sostanziale del Magistrato alle Acque, esistendo solo un vecchio nulla osta preventivo a favore dell'Istituto delle Figlie della Carità: che fine ha fatto il pontile, si chiedono i pellestrinotti che per ogni piccola modifica delle loro abitazioni ricevono avvisi giudiziari? Nicola Funari consigliere comunale gruppo misto

martedì 21 agosto 2012

Pellestrina, allarme roghi «Un problema da risolvere»

«A breve riprenderanno le attività istituzionali della Municipalità, e subito sottoporrò all’attenzione dei colleghi il problema incendi che si sta evidenziando a Pellestrina». Il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello, vuole vederci chiaro dopo i tre incendi in meno di una settimana che hanno colpito zona La Mara, costringendo i volontari di Protezione civile e i Vigili del fuoco a interventi impegnativi. «Sembra, chiaro, soprattutto nel caso di domenica, che c’è il dolo», aggiunge Vianello, «con i colleghi valuterò quindi se sia il caso di fare un esposto alle forze dell’ordine per cercare di capire cosa sta accadendo in quella zona di Pellestrina». (s.b.)

Stop ai lavori delle villette di Ca’ Roman

di Alberto Vitucci Sospendere la delibera, e dunque l’avvio dei lavori delle villette di Ca’ Roman. In attesa della Valutazione dell’impatto della nuova edificazione sul territorio (Vas). La Direzione Ambiente del Comune ha scritto ieri una lettera all’Urbanistica del Comune e della Regione. Chiedendo «anche ai fini dell’autotutela» la sospensione del procedimento e della delibera in attesa dell’approvazione della Vas regionale. Un brusco stop per il progetto del nuovo insediamento a Ca’ Roman, dove al posto del convento delle Canossiane dovrebbero nascere 84 villette nel bosco, 24 mila metri cubi di nuovi edifici. Il via libera è arrivato dal Consiglio comunale, nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste e della Lipu, che gestisce a pochi metri dall’area di progetto uno dei siti di ripopolazione più pregiati d’Europa. Succede che adesso il ministero per l’Ambiente, retto dal «veneziano» Corrado Clini, ha dato ragione a chi sosteneva l’obbligo della Valutazione strategica. Smentendo così la Regione e anche l’Urbanistica comunale, che dicevano il contrario. Così si va profilando un conflitto tra l’assessorato all’Ambiente di Gianfranco Bettin, e l’Urbanistica di Ezio Micelli. nei giorni scorsi Lega Ambiente ha duramente criticato l’operazione, assegnando la maglia nera delle coste italiane di Goletta verde proprio a Ca’ Roman. E adesso l’Ambiente passa al contrattacco. In base alle nuove norme ambientali (la legge 106 del 2011) tutti gli strumenti attuativi dei Piani urbanistici vanno sottoposti alla verifica di Impatto ambientale allargata. Senza quella, non può essere rilasciato alcun permesso. Uno smacco per l’assessorato all’Urbanistica, un punto a favore dell’assessorato all’Ambiente e di Bettin, negli ultimi tempi un pio’ nel mirino delle associazioni per la questione Ca’ Roman. «Ma in questo caso la nostra posizione coincide con quella del coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido», dice l’assessore, «una posizione che risulta rafforzata dall’indirizzo del ministero per l’Ambiente e dal fatto che il governo abbia deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la norma della Regione Veneto che di fatto esclude l’obbligo della Valutazione per operazioni di questo tipo». Adesso l’intero procedimento dovrà essere sospeso. Per evitare, dopo il conflitto istituzionale tra ministero dell’Ambiente e Regione, anche quello tra due assessorati dello stesso Comune. «Sospendere l’iter della delibera», ha scritto la Direzione Ambiente di Ca’ Farsetti. Altra frenata per un progetto ormai pronto, che fa discutere. Il timore delle associazioni e degli abitanti è che adesso al Lido e a Pellestrina si faccia strada la cementificazione di un luogo naturale unico al mondo, tra mare e laguna. Il progetto Ca’ Roman, con darsena annessa – curato dallo studio Mar – è sul tappeto da qualche anno. In fase di approvazione dal 2010, Ma altri progetti sono in discussione al Lido. Le 32 nuove villette al Forte di Malamocco (Est Capital) E poi le nuove villette agli Alberoni (con darsena) della società dei De Col. Per non parlare del grande insediamento nell’ex Ospedale al Mare (Est Capital) e della darsena di San Nicolò da mille posti barca (Est Capital, Mantovani, Condotte, Fincosit). «Ma per dare il via alle autorizzazioni», ribadiscono a Ca’ Farsetti, «occorre ora aspettare l’esito della Valutazione strategica»

lunedì 20 agosto 2012

Ca’ Roman utilizzato in documenti ufficiali

Il 18 agosto, nella lettera “Più rispetto per il nome storico”, pubblicata sulla Nuova, l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Gianfranco Bettin sostiene che, per indicare la località a sud di Pellestrina, la grafia storicamente usata è Caroman e non Ca’ Roman. A sostegno di questa tesi cita diverse mappe storiche del 1800 e documenti del Magistrato alle Acque, di cui alcuni abbastanza recenti. In effetti, il termine Ca’ Roman si fa strada dalla metà del ‘900. Oggi, con qualche eccezione, è universalmente utilizzato in documenti ufficiali del Magistrato alle Acque (Nuovi interventi per la salvaguardia di Venezia – 2004), del Comune di Venezia e dello stesso Assessorato all’Ambiente ( Valutazione di incidenza ambientale per il piano di recupero dell’ex colonia di Ca’ Roman – 2011). L’Assessore, quindi, utilizza non un termine sbagliato ma arcaico. Se dovessimo seguire il suo criterio, dovremmo darci da fare per ribattezzare tutta la toponomastica, chiamando, ad esempio “Chioza” (come ai tempi del Sabbadino) l’attuale Chioggia e “Pelestrina” (come indicato nella mappa del Dénaix, 1809-1811) l’attuale Pellestrina. La topologia è come la lingua: cambia nel corso del tempo. A chiudere la questione ci pensa, in ogni caso, l’autorevole Lorenzetti (1926) che chiarisce come Caroman sia la corruzione di Ca’ Romani. La moderna versione è, quindi, quella più fedele al nome originale del sito. Ritengo che, più che su sterili disquisizioni toponomastiche, l’attenzione e il tempo dell’assessore dovrebbero concentrarsi in concrete azioni per tutelare un habitat oggi fortemente minacciato da un progetto di “recupero”. Le occasioni non dovrebbero mancargli.  Federico Antinori

domenica 19 agosto 2012

A riva in barca, raffica di multe

Altra raffica di multe della Capitaneria di Porto contro chi raggiunge in barca la riva della spiaggia di Pellestrina. Ieri pomeriggio i militari sono entrati in azione per l’ennesima volta lungo l’arenile dell’isola, sanzionando tutti i proprietari delle imbarcazioni che avevano violato le norme di legge. Da anni, infatti, sono previsti nelle ordinanze limiti precisi che impongono alle barche di mantenere una distanza dalla riva di 500 metri, fatto salva la presenza di corridoi con boe che portano fino alla riva stessa. Cosa che però a Pellestrina non c’è, e quindi le multe sono state inevitabili. Un aspetto, quello dei controlli, che nel maggio scorso la Capitaneria aveva garantito proprio per evitare incidenti o problemi nelle spiagge libere come quelle di Pellestrina. «È un aspetto che accogliamo con estremo favore, quello delle multe», ha sottolineato ieri il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello, sul posto mentre i militari sanzionavano i proprietari delle barche. «Le regole ci sono e vanno rispettate, soprattutto quando si rischia di creare un pericolo». Intanto Veritas ha posizionato numerose boe, su indicazione del Comune, al largo dell’isola, proprio per indicare alle imbarcazioni il limite da non oltrepassare. Un intervento seguito all’interpellanza presentata al sindaco dal consigliere comunale di Pellestrina, Alessandro Scarpa “Marta”. «Ieri si è dimostrato che neppure le boe servono da sole a garantire il rispetto delle regole», ha aggiunto il presidente della Municipalità. (s.b.)

sabato 18 agosto 2012

Ca’ Roman? No, caroman Più rispetto per il nome storico

Il correttore automatico, immagino, ha modificato in una mia lettera alla “Nuova Venezia” pubblicata ieri il nome Caroman, da me utilizzato, in Ca’ Roman, come spesso accade. Preciso che la grafia storicamente usata (ad esempio: mappa del Sabbadino, 1556; Dénaix, 1809-1811; De Bernardi, 1843; Genio Civile Venezia, 1901; Magistrato alle Acque Venezia 1932, 1971, 2003) costantemente riporta la versione Caroman. Non per eccesso d’acribia lo sottolineo, ma la necessaria fedeltà ai luoghi che implica anche il rispetto del loro nome storico. Grazie. Gianfranco Bettin Assessore all'Ambiente

mercoledì 15 agosto 2012

Pellestrina, due incendi in un giorno

Il primo nel pomeriggio, il secondo nella notte, a fuoco zone incolte. Potrebbero essere tutti di origine dolosa

Torna l’incubo incendi a Pellestrina. Due, in meno di mezza giornata, quelli che hanno interessato la medesima area di terreni incolti in zona La Mara. Il primo era stato notato attorno alle 18 di lunedì. A prendere fuoco sono state alcune centinaia di metri quadrati di canneti e sterpaglie su terreno privato. Per domare le fiamme, vigili del fuoco giunti dal comando provinciale di Venezia e volontari della Protezione civile dell’isola hanno lavorato due ore. Il problema si è però riproposto attorno alla mezzanotte, con un nuovo incendio che ha interessato la stessa area, solo a duecento metri circa di distanza. Questa volta il lavoro di pompieri e volontari è stato più complesso e si è prolungato per quattro ore. Il principale disagio è stato legato al buio della notte e ai materiali presenti tra i canneti: lavatrici, cavi di acciaio, rifiuti vari e naturalmente rovi che hanno reso tutto più difficile. Sono stati utilizzati dei gruppi elettrogeni e delle torri con fari per illuminare la zona e cercare nel più breve tempo possibile di domare le fiamme. La Protezione civile ha poi informato Veritas e Insula dell’accaduto, perché il fuoco era arrivato a lambire una centralina di sollevamento delle acque, ma fortunatamente non sono stati registrati danni. Sulla vicenda è intervenuto ieri il presidente della Municipalità Giorgio Vianello. «C’è preoccupazione, è normale, anche se gli incendi hanno interessato terreni di proprietà privata e per fortuna non a ridosso di abitazioni. La situazione è rimasta sempre sotto controllo, ma non trovo normale che questo accada. Non credo che si tratti di autocombustione, piuttosto sospetto che siano atti dolosi. Dispiace anche se non se ne capisce il motivo. Dopo quanto accaduto lo scorso anno, siamo riusciti a far installare due idranti a Pellestrina e altri due speriamo che siano messi a breve a San Pietro In Volta». Il 27 agosto dello scorso anno, un altro rogo, ma molto più esteso, interessò la stessa zona. Non essendoci idranti, i vigili del fuoco non potevano riempire nuovamente le autobotti, e si arrivò anche a chiudere per sicurezza Strada dei Murazzi, dividendo di fatto in due l’isola per ore.

martedì 14 agosto 2012

«Ca’ Roman, Comune a favore»

«Non risulta proprio che tra gli amministratori del Comune di Venezia qualcuno abbia chiesto con forza la Vas, la valutazione ambientale strategica per il Piano di Recupero di Ca' Roman. La deliberazione di giunta che ha approvato il progetto nega anzi la necessità di Vas, con la contro deduzione all'osservazione 2/A del Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido, che lamentava la mancanza della Vas». Lo scandisce forte e chiaro l’architetto Marco Zanetti - a nome delle associazioni ambientali mobilitate da mesi contro il progetto, bocciato anche dalla Municipalità - in risposta all’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin. Bettin, infatti - nel commentare la “bandiera nera” attribuita da Legambiente al progetto per realizzare accanto all’oasi di Ca’ Roman 42 villette bifamiliari - aveva rivendicato al Comune la richiesta di Vas negata dalla Regione Veneto e ora disposta dal ministero. «Se il ministero dell'Ambiente ha ribadito la necessità di Vas», chiarisce Zanetti, «lo ha fatto proprio sulla base di un quesito del Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido. Lo stesso Coordinamento ha presentato venerdì 11 agosto una formale istanza di annullamento del piano di recupero alla Provincia di Venezia.La relativa documentazione è pubblicata sul sito www.unaltrolido.com, dove c’è pure la lettera al sindaco e al direttore generale, con invito a prendere misure in autotutela. Se Legambiente ha ritenuto di assegnare la bandiera nera al "cemento di Ca' Roman", sul podio dovrebbero salire ex equo sia la società proprietaria, sia l'amministrazione». (r.d.r.)

Incendio di canneti. Il secondo nella zona

Un incendio ha mandato in fumo ieri pomeriggio canneti e rovi che occupavano alcune centinaia di metri quadrati di terreno in zona La Mara a Pellestrina. A far scattare l’allarme alcuni passanti che hanno chiesto soccorso ai vigili del fuoco segnalando il rogo attorno alle 18. Sul posto sono arrivati cinque volontari della Protezione civile di Pellestrina e una squadra dei vigili del fuoco partita da Venezia e arrivata con un motoscafo. I volontari, con il supporto di una autobotte da 600 litri d’acqua hanno iniziato subito le operazioni da terra, mentre i pompieri che hanno fatto altrettanto usufruendo degli idranti e delle apparecchiature di bordo sul lato laguna. L’intervento non è stato facile, e ha impiegato gli uomini sul campo per oltre due ore. Non si registrano danni a cose o persone, dal momento che le abitazioni dell’area si trovavano comunque a debita distanza. Ora i vigili del fuoco stanno cercando di stabilire la natura del rogo. A insospettire è il fatto che lo scorso anno, il 27 agosto, un altro rogo aveva bruciato canneti sempre nello stesso punto.

domenica 12 agosto 2012

Bandiera nera al cemento di Ca’ Roman

di Roberta De Rossi Dopo averne fregiato nel 2011 il commissario straordinario Spaziante per l’autorizzazione al mega progetto di darsena a San Nicoletto, quest’anno Legambiente pianta la bandiera dei pirati a Ca’ Roman, bocciando l’insediamento turistico che vedrà spuntare 42 villette bifamiliari a ridosso dell’oasi ambientale: questo “l’omaggio” di Legambiente in occasione della presenza di Goletta Verde in laguna, occasione per sondare non solo lo stato di salute del mare lungo i litorali, ma anche quello delle coste, puntando i riflettori «contro la bramosia del ciclo del cemento». «Questo intervento, per quanto legittimo dal punto di vista delle autorizzazioni», commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, «è un ennesimo attentato all’integrità ecologica del territorio: camuffato da progetto di risanamento e ristrutturazione, comporterebbe inutili colate di nuovo cemento in un’area dove in passato sorgeva una colonia estiva gestita dalle suore Canossiane e ora verte in completo abbandono». Un luogo - si rileva - che ricade nell’ultima area selvaggia della laguna veneta, l’oasi Lipu di Ca’ Roman, in cui trovano asilo 170 specie di uccelli e alcuni insetti unici al mondo, tra cui i coleotteri Phaletia bimaculata e Scarites laevigatus, caratteristici degli ambienti dunali e in via di estinzione. «Tutte le associazioni ambientaliste si sono mobilitare», aggiunge ancora Luigi Lazzaro, «e Legambiente è da sempre contraria a progetti di cementificazione delle coste e non possiamo che puntare il dito contro quest’ennesima violenza su un territorio bello quanto fragile. Il progetto è oggetto di vari ricorsi: se pensato diversamente avrebbe potuto riqualificare la zona. La bandiera nera non è un accusa: vuol essere un monito alla riflessione di proprietà e amministrazione, nel considerare le conseguenze di progetti che non fanno che aggravare le problematiche di consumo di suolo e cementificazione della costa: diciamo un secco no a questo progetto come a quello della darsena degli Alberoni». Nei giorni scorsi, il ministero per l’Ambiente ha indicato per il progetto la necessità di una Valutazione ambientale strategica. «In questo paese c’è la falsa convinzione che con il cemento si faccia sviluppo», commenta l’assessore all’Ambiente, Gianfranco bettin, «il caso di Ca’ Roman è diverso: i progettisti hanno cercato un impatto poco invasivo e il Comune non ha potuto altro che dare prescrizioni, chiedendo però con forza la Vas, che dipende dalla Regione. La vera soluzione sarebbe stata ampliare l’oasi Lipu, ma non dipende da noi. Il rischio peggiore deriverà semmai dalla baracconata indecente della nuova darsena di San Nicoletto, sulla quale dobbiamo vigiliare per l’impatto sull’ambiente». Un caso, quello delle 42 villette, oggetto di interrogazioni del Gruppo misto e denunce delle associazioni ambientaliste, che hanno chiesto alla Provincia la revoca dell’autorizzazione del piano di recupero. Ieri, Libera e Legambiente hanno anche assegnato il Premio Ambiente e Legalità 2012: tra i sette premiati, anche luogotenente Fabio Liborio Lagattolla, comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Venezia.

venerdì 10 agosto 2012

Notte di San Lorenzo all’oasi della Lipu

Oasi di Ca’ Roman Pellestrina oasi.caroman@lipu.it - 347-4977129 Doppio appuntamento per la notte di San Lorenzo e le stelle cadenti oggi all’oasi Ca’ Roman a Pellestrina, con la Lipu, che gestisce l’oasi, e il Servizio educazione ambientale del Comune, il Circolo Astrofili di Marghera. Alle 20.15 i volontari della Lipu accompagnano in una visita guidata per ascoltare e riconoscere i canti degli uccelli notturni, soprattutto civette, gufi e allocchi, che popolano l’oasi. Alle 22 invece inizia l’osservazione del cielo stellato sotto la guida degli astrofili. La visita si concluderà verso le 23.30 e sarà annullata in caso di pioggia. L’oasi è raggiungibile con la linea 11 Actv da Chioggia e dal Lido.

giovedì 9 agosto 2012

Sagra di Portosecco - 2012



Sabato 11 agosto
ore 17.45 Quadrangolare Pallacanestro in piazza.
ore 21.00 Serata danzante “Happy Days”


Domenica 12 agosto
ore 09.00 Gara di pesca
ore 10.30 Messa Solenne con la partecipazione del coro di San Pietro in Volta.
ore 18.45 Vespro
ore 19.15 Processione accompagnata dalle bande Isolane .
ore 21.30 Serata danzante con l’orchestra ”Serena Valle.”


Martedì 14 agosto
ore 21.00 Serata danzante con “Filadelfia.”


Mercoledì 15 agosto
ore 10.00 Pedalando per i Murazzi
ore 10.30 Santa Messa della Solennità dell’Assunzione di Maria
In collaborazione con il Coordinamento delle remiere, si organizza 4 regate
“Voga alla Veneta”
ore 15.30 Regata su Mascarete “Schile”
ore 16.30 Regata su Mascarete “Maciarele”
ore 17.15 Regata su Mascarete “Senior”
ore 18.00 Regata su Gondole a 4 remi
ore 21.00 Serata danzante con l’orchestra “Spazio Zero Band”
ore 23.45 Lotteria a Premi.



Sarà allestito uno stand gastronomico nelle giornate “11-12- 14- 15 ”, nella piazzola antistante il Ristorante da Memo.

mercoledì 8 agosto 2012

Chioggia protesta per il corso trasferito a Venezia

Su 15 ragazzi di Chioggia e Pellestrina che vorrebbero iscriversi alla quarta classe del corso “Tecnico del mare” dell'istituto Giorgio Cini, solo due sono disposti a trasferirsi a Venezia (i due pellestrinotti, ndr) ma anche loro preferirebbero Chioggia. È il risultato del “sondaggio” che il dirigente scolastico, Gianni Colombo, ha condotto lunedì tra le famiglie dei ragazzi coinvolti e che dovrebbe essere trasmesso all'ufficio scolastico provinciale per sollecitare un ripensamento della programmazione che vuole la quarta classe collocata nella sede veneziana dell'istituto, o niente. Ma, in questa fase “calda” della programmazione scolastica il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, Domenico Martino, «è in ferie» dice l'assessore all'istruzione di Chioggia, Silvia Vianello. «Ma il problema vero», aggiunge, «è che con gli uffici scolastici preposti non siamo mai riusciti a dialogare. Una lettera, firmata da me e dal sindaco Casson, spedita il 25 luglio, all'Ust di Venezia, in cui facevamo presente l'importanza, per una città come Chioggia, della presenza di quel corso d'istruzione e del diritto, per i ragazzi, di completarlo, è rimasta senza risposta, come pure altre proposte alternative che, tramite il dirigente Colombo, erano state prospettate agli uffici scolastici provinciale e regionale. È un comportamento vergognoso, di fronte al quale non staremo certo a guardare». (d.deg.)

martedì 7 agosto 2012

“Apparizione”, festa record

L’edizione 2012 della Festa della Madonna della Apparizione è stata quella dei record. Per il pubblico presente, in primo luogo, con una affluenza che anche nel week end ha visto migliaia di persone partecipare ai riti religiosi in ricordo dell’apparizione che nel 1716 ebbe il piccolo Natalino Scarpa Dei Muti. Una festa che è nella tradizione dell’isola, e che ha visto moltissimi turisti arrivare a Pellestrina anche da Chioggia, con i mezzi Actv di linea 31 spesso pieni. Ma non sono mancati residenti dal Lido e dal centro storico, che hanno voluto assaggiare le specialità culinarie, seguire gli eventi culturali e musicali, fino alla consueta e combattuta regata dei campioni di voga alla veneta. E mentre sull’isola si smontano palchi e stand, già c’è chi guarda molto in là, all’edizione del 2016, quando si festeggeranno i tre secoli di questa festa molto sentita. (s.b.)

In barca fino alla spiaggia raffica di multe sul litorale

Sulle spiagge degli Alberoni, di San Pietro in Volta e di Pellestrina, ma accade anche a Punta Sabbioni, soprattutto nei fine settimana, arrivano le barche, che si avvicinano pericolosamente alla riva con il motore acceso, spesso, nonostante vi siano i bagnanti, si fermano addirittura sul bagnasciuga. Un rischio grave per tutti coloro che stanno in acqua per un bagno:Più volte la situazione è stata segnalata e sabato e domenica scorsi la Guardia costiera ha fatto scattare i controlli con due unità e, in due giorni, sono fioccate ben 42 sanzioni amministrative ad altrettante imbarcazioni perché avevano superato la fascia di sicurezza. In tanti hanno protestato, sostenendo di non essere a conoscenza della norma, altri hanno cercato di convincere gli uomini della Capitaneria di porto che non sarebbe più accaduto, infine altri ancora hanno protestato meno gentilmente. Tutti, però, hanno dovuto sborsare 172 euro per aver violato le norme sulla sicurezza della balneazione, una cifra che di questi tempi è un peso notevole sborsare. La norma, basta leggerla, è chiara: afferma che la navigazione per tutte le imbarcazioni a motore è interdetta entro la fascia dei 500 metri dalla costa. Naturalmente, l’imbarcazione può avvicinarsi alla riva, ma dai 500 metri in poi il motore deve essere spento e l’avvicinamento, facendo grande attenzione, deve avvenire soltanto con i remi. Accade, però, che spesso i remi in barca non ci sono, anche se farebbero parte della dotazione obbligatoria di bordo, altri li hanno ma sono piuttosto corti e utilizzarli comporta un’enorme fatica soprattutto se c’è da percorrere una grande distanza, ci sono poi quelli che proprio non si preoccupano e vanno dritti. Stando agli uomini della Guardia costiera, la maggior parte di coloro che tra sabato e domenica sono stati sanzionati provengono dalla terraferma, sono delle province di Padova e Venezia, della Riviera del Brenta. «I veneziani», spiega uno di quelli che ha operato nel weekend, «frequentano di più la laguna, si mettono dietro l’isola di Poveglia o vanno sul bacan, di fronte all’isola di Sant’Erasmo, mentre chi arriva in spiaggia agli Alberoni o a Pellestrina parte da Chioggia o dalle cavane sulla Riviera». Un tempo, all’esterno della diga degli Alberoni c’era un specie di quadrato con un corridoio fino alla spiaggia, delimitato da numerose boe. Grazie a quelle, la gente sapeva che lì non poteva inoltrarsi a nuotare e le barche potevano avvicinarsi alla riva senza pericolo per chi stava in acqua. Da qualche tempo non c’è più e quindi lungo le due isole, quelle del Lido e di Pellestrina, non c’è uno spazio per chi con la barca voglia raggiungere la spiaggia. Nelle scorse settimane, la Capitaneria di porto ha chiesto al Comune di occuparsene, di ripristinare almeno un corridoio agli Alberoni o a Pellestrina, in modo da permettere alle imbarcazioni di avvicinarsi alla riva, senza rischiare di colpire o addirittura affettare i bagnanti. E senza rischiare di essere «pizzicati» dalla Guardia costiera e di dover pagare una multa piuttosto salata.

lunedì 6 agosto 2012

Trionfo dei Vignotto nella sfida su pupparini

Regata Storica alle porte. Archiviata Pellestrina, si aprono nei prossimi giorni le iscrizioni per le quattro regate della Storica, in programma il 2 settembre. I pupparini dei giovanissimi, le caorline dei sestieri a sei remi, le mascarete donne. E i gondolini dei campioni. Grande attesa per il rientro di Giampaolo D’Este (nove bandiere rosse al suo attivo in Canal Grande) e Ivo Redolfi Tezzat (5). Quest’anno non hanno partecipato ad alcuna regata comunale preferendo concentrarsi sui gondolini. Sarà una sfida appassionante quella con i Vignotto (dieci bandiere rosse), che nella stagione 2012 hanno vinto quasi tutto.(a.v.) di Alberto Vitucci Ancora Vignotto. Rudi e Igor si aggiudicano senza fatica (caldo a parte) anche la regata su pupparini di Pellestrina, ultima prima della Regata Storica. Applausi per loro al traguardo, applausi anche per la sorpresa Luca Quintavalle e Gaetano Bregantin, giunti secondi. Qualche attimo di apprensione per un malore occorso a Tiberio Sabbadin. Il pupparino arancio era al terzo posto, a 150 metri dal traguardo, quando il prviere si è sentito male e ha perso il remo. Immediati i soccorsi e conseguenze per fortuna lievi. Gesto di grande sportività al traguardo da parte dei beniamini locali Andrea Bertoldini e Martino Vianello, giunti terzi per l’abbandono dell’arancio. «La mia bandiera la regalo a Tiberio», ha annunciato Vianello. Fair play che fa ben sperare, in una stagione finora corretta ed esemplare. Grande spettacolo anche ieri nell’isola. Tutti in bici lungo le rive e in barca per seguire le tre regate. Tra le donne ancora un successo di Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi, davanti alle sempre più in forma Silvia Scaramuzza e Debora Scarpa. Per la cronaca, il celeste è stato ieri il colore superfortunato. Tutti e tre gli equipaggi vincitori di campioni, donne e giovanissimi hanno infatti sorteggiato la barca celeste e la corsia 1. Campioni che si preparano alla Storica, dunque. Con un dominio nella stagione 2012 dei cugini di Sant’Erasmo Rudi e Igor Vignotto. Gara senza problemi per loro, che nel 2012 hanno vinto quasi tutte le regate comunali, Redentore e Murano su gondole a un remo (primo e secondo). Tra le donne riecco la Schiavon, a che lei candidata al vincere la Storica sulle mascarete. Grande sorpresa Scaramuzza, un po’ di delusione per il settimo posto di Gloria Rogliani al rientro con la
nuova compagna Romina Cartanzaro. Ottimo il terzo posto di Luigina Davanzo e Elisabetta Nordio. Tra i giovanissimi vittoria netta dei due beniamoni di casa, Nicola Ballarin e Andrea Rosada sul celeste. Dominatori della stagione 2012 favoriti per la Storica di settembre. Un malore per il caldo con intervento dell’ambulanza ma nessuna conseguenza per Simone Costantini, poppiere dell’arancio. Gondole campioni: 1) celeste Rudi e Igor Vignotto; 2) rosa Luca Quintavalle e Gaetano Bregantin; 3) viola Andrea bertoldini e Martino Vianello; 4) rosso Fabio Zane e Alessandro De Poli; 5) canarin Fabio Donà e Luca Ballarin; 6) marron Alberto Garlato e Alessandro De Pol; 7) verde Stefano Tagliapietra e Maurizio Rossi; 8) bianco Roberto Angelin e Fabio Barzahi; ritirato Alessandro secco e Tiberio Sabbadin. Mascarete donne: 1) celeste Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi; 2) marron Silvia Scaramuzza e Debora Scarpa; 3) bianco Luigina Davanzo e Elisabetta Nordio; 4) verde Elena e Valentina Tosi; 5) viola Giulia Tagliapietra e Erika Zane; 6) rosso Nausicaa Cimarosto e Chiara Curto; 7) canarin Gloria Rogliani e Romina Catanzaro; 8) arancio Rossana Scarpa e Giovanna Zennaro; 9) rosa Maria Cristina Vianello e Francesca Brotto. Pupparini giovanissimi: 1) celeste Nicola Ballarin e Andrea Rosada; 2) marron Roberto Ballarin e Davide Vianello; 3) bianco Matteo Zane e Vittorio Bacciolo; 4) canarin Simone Bertotto e Daniele Salvadori.

domenica 5 agosto 2012

Regata di Pellestrina, vittoria senza troppa fatica per i Vignotto nell’ultima competizione prima della regata Storica

Igor e Rudi conquistano la bandiera senza difficoltà (caldo a parte). Tra le donne su mascarete si impongono Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi 

Ancora Vignotto. Applausi per loro all’arrivo nella regata su pupparini di Pellestrina, ultimo appuntamento prima della Regata Storica. Applausi anche per la sorpresa Luca Quintavalle e Gaetano Bregantin, arrivati secondi. Tra i giovanissimi si impongono Nicola Ballarin e Andrea Rosada. Momenti di apprensione per un malore occorso a Tiberio Sabbadin, sul pupparino arancio.
Un bel gesto: Vianello della barca viola, arrivato terzo, dopo il ritiro dell’arancio, decide di regalare la bandiera a Sabbadin.
Si sente male, causa il caldo, anche il poppiere Simone Costantini.
Grande, come sempre, lo spettacolo per l’isola di Pellestrina con tantissima gente sulle rive e pure in bicicletta a seguire le sfide in acqua delle tre regate.