sabato 29 novembre 2014

Tartarughe marine Progetto Netcet

La Municipalità promuove oggi alle 10.30 la presentazione del progetto Netcet tartarughe marine, iniziativa prevista nella sede dell'associazione Murazzo in Sestier Scarpa 913 a Pellestrina. L'evento è organizzato dal Wwf Italia in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Venezia.

venerdì 28 novembre 2014

Serata danzante al palazzetto

Domani dalle 19 a mezzanotte e mezza, al palazzetto dello sport di San Pietro in Volta è in programma una serata danzante con giochi di società e varie iniziative per i partecipanti. Per informazioni e prenotazioni basta rivolgersi alla segreteria del Nuovo Calcio San Pietro, al Panificio Ballarin Malta e a Gianfranco Scarpa Marta.

mercoledì 26 novembre 2014

Investì e uccise un’anziana ha patteggiato undici mesi

L’investimento sulle strisce davanti alla caserma dei carabinieri di Casale La donna, di Oriago, stava accompagnando il nipote a casa di sua figlia
 
Ha patteggiato undici mesi di reclusione (oltre a due anni di sospensione della patente) per aver investito e ucciso Emilia Busetto, 77 anni, mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali. Era il 5 ottobre del 2013: la donna è stata centrata lungo via Belvedere, proprio di fronte alla stazione dei carabinieri di Casale, dalla Mercedes di Gianluca Tagliapietra, classe 1973. È morta dopo due giorni di agonia. Ieri, a poco più di un anno dall’incidente, è giunta la sentenza del tribunale di Treviso. Tagliapietra, di fronte al gup Umberto Donà, ha patteggiato undici mesi di reclusione. Emilia Busetto, originaria di Pellestrina e residente da una vita a Oriago, era la suocera del comandante della stazione dei carabinieri di Casale, Andrea Zamprogna. Appena due mesi prima dell’incidente la settantasettenne aveva perso il marito, Giuseppe Giada. Il lutto l'aveva molto provata, tanto che da qualche giorno Emilia Busetto era ospite della figlia Monica, moglie del comandante Zamprogna, nell'appartamento di fianco alla caserma dell'Arma di Casale. E proprio davanti alla caserma, si è verificato il gravissimo incidente. Poco prima delle 19, l'anziana era andata a prendere il nipote al termine dell'allenamento di calcio all'impianto sportivo che si trova in via Belvedere, giusto di fronte alla caserma dei carabinieri. L'anziana e il nipote stavano rientrando a casa. Pochi passi e sarebbero arrivati al cancello della caserma. Ma sulle strisce pedonali di via Belvedere, il dramma. La Mercedes 200 condotta da Gianluca Tagliapietra, di Casale, ha travolto Emilia Busetto, centrandola in pieno. Miracolato, invece, il ragazzino che è stato risparmiato dall'auto. Illeso, ma sconvolto per quanto aveva visto e sentito pochi istanti prima, l'adolescente è subito andato a casa a chiamare i genitori che lo aspettavano insieme alla nonna per la cena.
Il comandante Zamprogna e la moglie Monica sono immediatamente accorsi in strada ed è stato proprio il militare a prestare i primissimi soccorsi alla suocera, in attesa dell'ambulanza. Le condizioni della settantasettenne sono apparse disperate sin dal primo istante. Emilia Busetto era stata immediatamente ricoverata nella Terapia intensiva dell’ospedale Ca’ Foncello: dopo due giorni di agonia è morta a causa dei traumi riportati a seguito dell’investimento.
Fabiana Pesci

Tartaruga nuota in laguna: salvata

Intervento dei volontari della Protezione civile. Era in difficoltà ma se la caverà 
 
Un’altra tartaruga marina è stata recuperata in laguna, ma questa volta fortunatamente ancora viva seppure in evidente difficoltà. I volontari di Protezione civile del gruppo comunale di Pellestrina e San Pietro in Volta l’hanno salvata mentre nuotava all’interno della laguna ma con grossi problemi. La tartaruga è stata inizialmente portata alla stazione dei carabinieri Pellestrina, quindi consegnata ai volontari specializzati in questo genere di attività, per il trasporto a un punto di primo soccorso veterinario. L’intervento rientra tra le attività svolte nell’ambito del rapporto di collaborazione tra l’amministrazione comunale e il Wwf Oasi degli Alberoni.
Nel corso degli ultimi mesi sono state numerose le tartarughe marine recuperate sul nostro litorale oppure all’interno della laguna. Spesso già morte, in altri casi malate o ferite. La Protezione civile ricorda che è attivo il numero di pronto intervento 348.2686472 che fa capo al Coordinamento litorale veneto. (s.b.)

giovedì 20 novembre 2014

Antenna finalmente in sicurezza

I vigili del fuoco hanno sistemato il parafulmine alla scuola Zendrini 
 
Dopo dieci giorni di attese e proteste, finalmente ieri è stata messa in sicurezza l’antenna parafulmine che si trova sul tetto della scuola elementare Zendrini di Pellestrina. Da giorni, infatti, l’attrezzatura metallica era pericolante, probabilmente a seguito del forte vento e del maltempo in generale che ha colpito anche l’isola in queste settimane di novembre. L’antenna si era inclinata in modo molto preoccupante, tanto che i genitori temevano per l’incolumità dei loro figli, trovandosi il parafulmine della scuola proprio sopra l’ingresso dell’istituto.
Si sono succedute telefonate di protesta da parte delle famiglie e della dirigente scolastica anche alla Municipalità, fino a informare della situazione i carabinieri della stazione di Pellestrina e poi i Vigili del fuoco. Questi ultimi sono arrivati ieri attorno alle 13, e sono saliti direttamente sul tetto della scuola per mettere in sicurezza l’antenna. E’ stata sollevata e nuovamente fissata nella posizione migliore sul tetto, eliminando ora qualsiasi pericolo per i bambini e chi in genere si reca nel plesso scolastico del centro di Pellestrina. «Dopo vari solleciti inoltrati in varie sedi, finalmente adesso la situazione si è risolta al meglio», commenta Alessandro Scarpa ‘Marta’, ex consigliere comunale proprio di Pellestrina. «La sola cosa che ci chiediamo, è come sia possibile che l’intervento di messa in sicurezza sia stato fatto solo dieci giorni dopo i primi solleciti. Qui parliamo di una scuola che ha molte decine di alunni, più il personale in servizio. Si doveva intervenire molto prima, appena è stata segnalata la cosa, e ci auguriamo che dopo questo episodio ci sia maggiore attenzione». La calle in cui si ha accesso alla scuola elementare Zendrini non è nuova a situazioni di questo genere. Lo scorso anno accadde anche per la torre dell’acquedotto, quando un forte temporale danneggiò finestre, tetto e altre parti della struttura. Una parte cadde in calle, un’altra venne messa in sicurezza dai pompieri. Ma anche in quel caso ci fu pericolo per gli alunni che si recavano a scuola. (s.b.)

martedì 18 novembre 2014

Ciclabili allagate, proteste degli abitanti

Protestano i residenti dell'isola per le condizioni in cui si trovano alcuni tratti delle piste ciclabili e delle strade di Pellestrina.
La foto si riferisce al percorso sterrato adiacente gli ex cantieri De Poli, e che raccorda il tratto ciclabile da Strada comunale dei murazzi al sentiero lungo la laguna.
Situazione di questi ultimi giorni, con la strada allagata in più tratti e che rende quasi impossibile il transito a pedoni e biciclette a causa delle piogge cadute in maniera persistente. (s.b.)

sabato 15 novembre 2014

I consiglieri attaccano il presidente

La conferenza stampa della Lega Nord, seguita al sopralluogo all’ex Ospedale al Mare, accende la polemica politica in seno alla Municipalità. Protestano gli alleati di maggioranza e si fa sentire anche l’opposizione. Tutti ce l’hanno con il presidente Giorgio Vianello reo, secondo loro, di aver utilizzato la sala consiliare per interesse di partito e non istituzionale. E a questo punto, dietro l’angolo potrebbe anche esserci il fantasma della sfiducia. «Non escludo nulla», attacca il vicepresidente Andrea Bodi (Nuovo Centrodestra), «perché il ruolo del presidente è delicato, ma quella di ieri è stata una riunione di partito bella e buona. Il tema trattato è importantissimo, lo abbiamo discusso più volte in Consiglio. Invece nessuno dei consiglieri è stato invitato, neppure informato della cosa. Poi, se ognuno si vuole prendere il merito dei controlli in corso al Lido, faccia pure, ma su questo ci abbiamo lavorato in tanti, cittadini compresi». Paolo Povolato, capogruppo del Partito democratico, rincara la dose: «Ho scoperto da Facebook di questo incontro, peccato, perché il tema della sicurezza sul territorio non appartiene né alla destra né alla sinistra, ma è un diritto di tutti i cittadini e avrebbe meritato anche al Lido e Pellestrina una cornice più rappresentativa e non di parte». Pronta la replica del-lo stesso Giorgio Vianello: «Come presidente ho avuto mandato dal Consiglio per muovermi e trovare soluzioni a questo problema. Siccome dal Comune non è giunta nessuna risposta ai solleciti, ho scelto la via politica sentendo e coinvolgendo un onorevole del mio partito. Ma allora perché nessuno del Pd ai vari livelli non si è mosso per questo? ». (s.b.)

mercoledì 12 novembre 2014

Tunnel del Mose per le emergenze sanitarie

I malati sarebbero trasportati in pochi minuti. Il progetto verrà presentato al nuovo commissario 


La pista ciclabile sotto le bocche di porto, sfruttando i tunnel del Mose, potrà essere un’ottima alternativa in caso di emergenza sanitaria sulle isole, specie per Pellestrina. Nel progetto del Consorzio Venezia Nuova, annunciato ieri dal nostro giornale, all’esterno degli accessi ai tunnel si prevedono spazi per le ambulanze. Tra le idee c’è quella di garantire la presenza di un mezzo elettrico, tipo quelli utilizzati sui campi da calcio o golf, in grado di trasportare in sicurezza un malato in pochissimi minuti. Pellestrina potrebbe così rivolgersi all’ospedale di Chioggia, evitando il trasbordo in idroambulanza in caso di maltempo. «È uno dei temi più interessanti del progetto», sottolinea Mauro Fabris, presidente del Consorzio Venezia Nuova, «e a tempo debito se ne discuterà con le Asl, i Comuni interessati e le forze dell’ordine». Dietro il cimitero di Pellestrina servirebbe però una rampa in grado di garantire alle ambulanze il passaggio (lato mare) lungo il murazzo fino a Ca’ Roman. Cosa che verrà richiesta dalla Municipalità per completare l’opera.
Sezioni. La pista ciclabile sotterranea sarà lunga in tutto 1.620 metri e suddivisa in quattro sezioni a una profondità variabile tra i 10 e i 22 metri. Dalla fantascienza si passa alla fase più concreta, con strutture già costruite e a questo punto solo da sfruttare nel modo migliore. I tempi rimangono una incognita, ma la volontà c’è. «Il progetto sarà presentato al nuovo commissario che insedierà a breve al Consorzio Venezia Nuova», spiega Mauro Fabris, «ma credo che la fruibilità dei percorsi possa esserci non prima di 12-18 mesi. Sarebbe bello rispondere subito alla richiesta della Municipalità, aprendoli l’estate prossima, ma forse si dovrà attendere l’inizio effettivo dell’attività del Mose».
Misure. Quattro i tronconi di pista ciclabile previsti. Punta sabbioni – Isola artificiale (420 metri con profondità -10 metri), Isola artificiale – San Nicolò (400 metri a -20), Alberoni – Santa Maria del Mare (380 metri a -22) e Ca’ Roman – Chioggia (360 metri a -21). L’adattabilità dei tunnel di servizio a un transito pubblico regolato, impone in ogni caso alcune limitazioni sulle modalità di utilizzo dei passaggi. In particolare, nei periodi in cui sarà possibile il transito dovrà essere definito un numero massimo di utenti presenti nelle gallerie nello stesso momento, e in sede preliminare si è stimato che possano essere 35 per compartimento. Per tali ragioni, oltre all’opportunità di realizzare sistemi di controllo degli accessi, si ipotizzano alcune strutture accessorie a completamento degli edifici di spalla. Vale a dire spazi attrezzati per dare informazioni sul Sistema Mose e degli interventi di Salvaguardia della Laguna di Venezia, ma anche salette di attesa.
Bike sharing. E tra le novità ci potrebbe essere anche questa, con un servizio di noleggio agli ingressi dei tunnel, per garantire una maggiore fruizione del sistema. Il tutto in gallerie larghe 4 metri, videosorvegliate e con accesso mediante montacarichi e con il pagamento di un biglietto la cui cifra dovrà essere definita con i Comuni e con Actv e integrata al sistema Imob.
Simone Bianchi

Proteste per i battelli “anticipati”

La rabbia dei pendolari lasciati a terra ai pontili e l’insufficienza delle linee 


Sale la rabbia al Lido, Cavallino-Treporti e Pellestrina per la mancanza di controlli sugli orari “effettivi” delle linee di navigazione per la terraferma. Si tratta delle linee più importanti per tutti i pendolari, lavoratori e studenti costretti ogni giorno a raggiungere piazzale Roma, che fanno capo al servizio “Giracittà” di Actv. Da sempre si tratta di orari abbastanza alla mano, i cui problemi si erano acuiti con la rivoluzione apportata in primavera da Actv e che aveva scatenato proteste tali da costringere l’azienda a soprassedere e tornare al vecchio sistema. Ora però molti utenti segnalano il “vizio” di molti equipaggi dell’azienda di trasporto, di anticipare le partenze. «Basta avere la sfortuna di incappare nelle corse di un equipaggio che si avvicina a fine turno», spiega Donatella Silvestri, «per non riuscire a prendere il battello, che parte anche tre minuti prima del previsto, lasciando a terra tutti i pendolari arrivati con le coincidenze dei bus».
L’ultimo episodio è avvenuto ieri quando la corsa della linea 6 delle 11.02 è partita in forte anticipo, addirittura prima della corsa della linea 5.2 per l’ospedale, lasciando a terra una ventina di pendolari visibilmente infuriati.
«Una cosa che fa male perché dopo la gente se la prende con noi», dicono alcuni piloti Actv, «può capitare che un equipaggio a fine turno voglia assicurarsi di riuscire a prendere la corsa del bus extraurbano della linea 80 in partenza da piazzale Roma e diretto a Sottomarina, ma certi episodi fanno solo male all’intera azienda, lavoratori compresi».
Il tutto senza contare che l’estuario (Lido, Pellestrina e Cavallino-Treporti) è servito meno di altre località meno abitate, ma dove Actv fa passare le circolari delle linee 4.1 e 4.2 che non fermano al Lido, costringendo l’utenza dell’estuario a restare alla pioggia su battelli strapieni.

martedì 11 novembre 2014

Nuovo panificio apre a Sant’Elena, Carlon chiude a Rialto

Aprire un panificio - in tempi in cui i negozi di vicinato chiudono continuamente bottega, per la concorrenza di supermercati e locali turistici - è già di per sé una notizia. Aprirlo a Sant’Elena lo è ancor di più.
A fine ottobre lo ha fatto la giovane Giada Ghezzo - già titolare del panificio Molin alla Bragora - aprendo la sua rivendita di pane e alimentari, in campo Marco Stringari, con una piccola festa inaugurale che ha richiamato molti residenti e anche amici e parenti in arrivo da Pellestrina, isola d’origine della giovane fornaia. «Una scelta importante e coraggiosa: complimenti a Giada», commenta Adriano Canzeon Sensale, animatore del gruppo “Quelli di Sant’Elena”, «soprattutto perché in controtendenza rispetto al trend di chiusura delle piccole botteghe, che affligge tutta Venezia».
Per un panificio che apre, uno che chiude in un luogo-simbolo di Venezia: il mercato di Rialto. Ha, infatti, deciso di chiudere i battenti il noto fornaio Carlon, a due passi dalla Pescheria: l’area realtina perde così un’altra delle sue realtà commerciali.(r.d.r.)

«Pista ciclopedonale sotto le dighe del Mose»

Lido. Il presidente Vianello annuncia il progetto concordato con il Consorzio Da Punta Sabbioni a Chioggia attraverso i tunnel che collegano le bocche di porto


Da Punta Sabbioni a Chioggia in bicicletta, passando sotto le dighe mobili del Mose. Non un sogno, ma una realtà che potrebbe concretizzarsi già la prossima estate, almeno stando agli auspici del presidente della Municipalità di Lido e Pellestrina, le due isole che potrebbero così essere attraversate senza alcun problema dagli amanti delle due ruote, portando magari una ulteriore goccia di introito economico per questi territori. «Il progetto esiste ed è concreto», annuncia Giorgio Vianello. «Lo avremmo dovuto presentare con il Consorzio Venezia Nuova, e ci spiace farlo da soli, ma dopo il via libera possiamo solo sperare che si concretizzi il più in fretta possibile».
Fantascienza fino a qualche anno fa, possibile invece oggi. Il progetto prevede lo sfruttamento di uno dei due tunnel sotterranei che collegano gli estremi delle bocche di porto di San Nicolò (Punta Sabbioni e Lido), Malamocco (Alberoni e Santa Maria del Mare) e infine Chioggia (Chioggia e Ca’ Roman).
«I tunnel sono larghi quattro metri ciascuno e lunghi a seconda della larghezza del canale portuale», prosegue il presidente della Municipalità. «Sono tutti già funzionanti e utilizzabili, dotati di impianti di illuminazione e di riciclo dell’aria. E soprattutto sono anche videsorvegliati, così da garantirne la sicurezza».
In poche parole, basterebbe partire in bicicletta da Chioggia per raggiungere Punta Sabbioni e viceversa ma, attenzione, potrebbero essere utilizzati anche a piedi. «I tunnel sono due», precisa Vianello, «uno che rimarrebbe al personale per la manutenzione e gestione delle dighe mobili, e uno che verrebbe destinato a questo fine. La larghezza è di quattro metri, ma per motivi di sicurezza lo spazio utilizzabile scenderebbe a due e mezzo. Di sicuro non ci sarebbe un traffico tale da creare problemi alla circolazione, quindi nel momento di incrocio tra due bici o tra un pedone e una bici, di certo ci auguriamo che non si verifichino incidenti». Un solo nodo resterebbe da risolvere: quello degli accessi. «Per scendere e risalire dai tunnel ora ci sono ascensori per massimo sei persone» ricorda Vianello «dovrebbero essere sostituiti con ascensori in grado di trasportare 12-15 persone con le biciclette. Poi, per entrare nei tunnel verrebbero installati dei tornelli, a una tariffa simbolica. A quel punto, per attraversare il canale si può usare la bici anzichè una motonave o un vaporetto. E a Santa Maria del Mare e Alberoni potrebbero passare anche i malati con una lettiga, qualora il canale non fosse utilizzabile da una idroambulanza».
Se sarà fantascienza o rivoluzionerà la mobilità delle due isole lo vedremo presto.

lunedì 10 novembre 2014

Oggi la verità sulla morte di Italo

Sottomarina. I funerali solo dopo l’esame sul corpo del pescatore trovato senza vita a Ca’ Roman
 
Si svolgeranno oggi le ultime formalità sulla salma di Italo Boscolo Meneguolo, il 74enne di Sottomarina morto sabato in seguito al naufragio della sua barca sugli scogli della diga di Pellestrina.
Niente autopsia, ma solo ispezione cadaverica, giacché le cause della morte sembrano, al momento, già abbastanza chiare. In sostanza il mare agitato dell'altra mattina ha buttato la «Giulia», una barchetta in legno di nemmeno cinque metri, con un motore da 20 cavalli, sugli scogli.
Il 74enne è rimasto incastrato tra due pietre, flagellato dalle onde. Almeno tre ore, probabilmente semisvenuto, immerso nell'acqua fredda, in balia del mare, che gli ricopriva la testa, facendogli ingollare acqua salata, ad ogni ondata di risacca. Un'agonia la cui durata si desume dalle sue abitudini, dato che, come raccontano i conoscenti, tutti i giorni usciva di casa, per andare a pescare, verso le sei e mezza e tornava verso le otto.
Quindi il naufragio deve essere avvenuto prima di quell'ora e l'allarme è stato lanciato poco prima delle 11. Forse, prima di perdere i sensi, ha cercato di gridare ma sulla diga di Pellestrina, a quell'ora, non c'era nessuno. I particolari - se la caduta gli avesse procurato fratture che gli impedivano i movimenti, se sia annegato, o se lo stress e ipotermia gli abbiano provocato un arresto cardiocircolatorio - li stabilirà, probabilmente, oggi il medico legale. Lui, ex pescatore in pensione, che ancora pescava, anche nelle giornate di maltempo, per antica passione e, magari, anche per sbarcare il lunario, semplicemente non ha resistito quanto sarebbe stato necessario.
Uno dei soccorritori che l'hanno avvistato per primi era perfino sceso in acqua e gli aveva tenuto la testa sollevata, per non fargli più bere acqua, fino all'arrivo dei pompieri che lo hanno portato a terra. Ma era già troppo tardi.
E mentre Italo Boscolo Meneguolo viveva gli ultimi minuti della sua vita, la moglie e gli amici, abituati a vederlo tornare ogni mattina, si chiedevano dove fosse finito.
Ora si trova in obitorio, ad aspettare che qualcuno metta le ultime firme alla vicenda della sua esistenza terrena, mentre la moglie, che i figli si sono portati via da quella semplice casa di Sottomarina vecchia, piena di ricordi, aspetta anche lei di dargli l'ultimo addio.

domenica 9 novembre 2014

Schianto sugli scogli, muore pescatore

Italo Boscolo Meneguolo, 75 anni, trovato in fin di vita sulla diga di Ca’ Roman ieri alle 11. Inutili tutti i tentativi di salvarlo
 
Ha finito la sua vita incastrato tra gli scogli, con il corpo semisommerso e la testa che appena affiorava dall'acqua finiva sotto ad ogni onda che si infrangeva sulle pietre.
Così l'hanno trovato due passanti, marito e moglie, che passeggiavano sulla diga di Pellestrina e che hanno lanciato immediatamente l'allarme, poco prima delle 11 di ieri mattina. Ma Italo Boscolo Meneguolo, 75 anni, ex pescatore di professione, doveva essere lì dalle prime ore del mattino, forse con qualche arto fratturato, sicuramente in condizioni di ipotermia avanzata, ormai incapace di proferire parola e in fin di vita.
I due passanti sono scesi in acqua e, in attesa dei soccorsi, gli hanno tenuto la testa sollevata, per impedire che bevesse altra acqua. Poi si è fermata altra gente e tutti hanno provato a dare una mano. Hanno cercato di parlargli, di fargli coraggio, di assicurarlo che stava per essere salvato e che tutto sarebbe finito bene. Ma lui non era più in grado di rispondere.
Pochi metri più in là c'era la sua barca, la «Giulia», un cinque metri di cui il pescatore andava orgoglioso, senza il motore a testimonianza dell'esito di un naufragio.
Le onde gli avevano sollevato il maglione, lasciandolo mezzo nudo, penetrando anche nei pantaloni di tela cerata e portando il gelo dell'acqua marina fino alle ossa. Per primi sono arrivati i vigili del fuoco di Chioggia che l'hanno preso e portato sulla diga, mettendolo in posizione di sicurezza. A ruota tutti gli altri: i vigili del fuoco di Venezia, con l'appoggio dell'elicottero che ha perlustrato lo specchio di mare lì attorno per verificare se ci fossero altri naufraghi, la guardia costiera di Chioggia, con una pattuglia da terra e una via mare che, però, non è riuscita ad attraccare a causa delle pessime condizioni del mare, il personale del 118.
I sanitari hanno fatto di tutto per rianimarlo, ricorrendo alla respirazione artificiale e al defibrillatore, ma non c'è stato nulla da fare: il pensionato è morto sulla diga. Cosa possa essere accaduto è solo un insieme di ipotesi.
Di certo Italo Boscolo era uscito per andare a pescare nonostante il maltempo sconsigliasse una “gita” del genere. Ma lui, ex pescatore, probabilmente si sentiva sicuro di poter affrontare quel mare che non gli sarà sembrato tanto diverso da quello che aveva incontrato chissà quante altre volte nel corso della sua vita. Lo può aver tradito un'onda più insidiosa di altre o una manovra sbagliata.
La barca ha sbattuto pesantemente sugli scogli, come dimostra il motore staccato dal suo alloggiamento. L'urto potrebbe aver sbalzato l'uomo da bordo o, forse, l'ha solo fatto solo cadere in acqua, lasciando alle onde il compito di spingerlo sugli scogli. In ogni caso lui non ha avuto la forza di togliersi da quella posizione e il passare delle ore lo ha sempre più indebolito.
Forse, per qualche tempo, ha anche gridato per chiedere aiuto, ma sulla diga non passava nessuno e nessuno poteva sentirlo.
Quando l'aiuto è arrivato, forse lui non se n'è neppure accorto. Ma, ormai, era troppo tardi.

sabato 8 novembre 2014

Pescatore muore sugli scogli a Ca’ Roman

Italo Boscolo Meneguolo, 75 anni, di Sottomarina, vittima di un naufragio a Pellestrina. L’hanno trovato stamattina due passanti, semisommerso dalle acque. Vani i tentativi di rianimarlo 

 Non ce l'ha fatta il pescatore trovato questa mattina sugli scogli della diga, nei pressi di Cà Roman. Ad avvistarlo per primi, e a dare l'allarme, due passanti che l'avevano raggiunto e gli hanno tenuto la testa fuori dall'acqua, per evitare che venisse sommerso, ogni volta, dalle onde.
La vittima è Italo Boscolo Meneguolo, 75 anni, di Sottomarina. Per tutta la vita aveva fatto il pescatore e anche stamattina era uscito in mare per quella che era stata la sua passione e mestiere di sempre. Ma il mare era troppo mosso, condizioni in cui è sconsigliato avventurarsi fuori per la pesca.
I vigili del fuoco sono arrivati con due squadre, da Chioggia e da Venezia, e l'hanno portato all'asciutto sulla diga, dove i sanitari del 118 hanno tentato, invano, la rianimazione, praticando la respirazione atificiale e adoperando il defibrillatore. Purtroppo per l'uomo non c'è stato niente da fare: le ore passate in acqua, al freddo, e semiannegato dai marosi che lo ricoprivano, lo hanno stroncato.

sabato 1 novembre 2014

Actv, attività ridotta all’Arsenale

Il sindacato Usb protesta per i trasferimenti a Pellestrina: «Ne va della sicurezza» 

 «I lavoratori trasferiti a Pellestrina, il cantiere dell’Arsenale in via di dismissione. E quello del Tronchetto che slitta di un anno. Come si fa in queste condizioni a garantire la sicurezza?». Dura presa di posizione del sindacato autonomo Usb di Actv, dopo un incontro con l’azienda sulla questione dei cantieri e delle riparazioni. Dopo il grave incidente della Palanca, che ha provocato numerosi feriti per la rottura della leva delle marce, il sindacato è tornato all’attacco. «Abbiamo chiesto garanzie precise», dice il segretario Giampietro Antonini, «invece si va in direzione opposta: abbiamo saputo solo per caso che un elettricista sarà trasferito da lunedì nei cantieri ex De Poli di Pellestrina. Anche gli altri ci andranno a breve». Ma il cantiere di manutenzione nell’isola è secondo il sindacato scomodo e irraggiungibile. Contestata anche la decisione di cedere il bacino di carenaggio «piccolo» al Consorzio Venezia Nuova per il Mose. Un problema, quello della tenuta in perfetta efficienza dei mezzi, che il sindacato solleva da tempo. L’altro giorno il faccia a faccia con i vertici dell’azienda, i responsabili del cantiere e l’amministratore delegato Giovanni Seno. «Non siamo per nulla soddisfatti», dice Antonini, «se si vuole garantire la sicurezza bisogna investire nel settore manutenzione, ripristinare ad esempio i controlli a metà giornata sui mezzi, che sono sottoposti a grande usura e hanno un’età media molto alta». Non soltanto gli invertitori e le marce ma anche le emissioni di fumo nero, inquinanti e sempre più visibili, sono causa secondo il sindacato di una scarsa manutenzione.(a.v.)