martedì 27 marzo 2007

«Un terminal vero a S. Maria del Mare»


Sono trascorsi alcuni giorni ormai da quando, per una rottura del timone della motozattera Pellestrina
, l'isola è rimasta bloccata per oltre tre ore, ma le polemiche non
accennano a diminuire. Le motivazioni per cui l'episodio continua a far
discutere sono molteplici, e riguardano temi come la sicurezza, e il
rispetto verso gli utenti, che non possono essere assolutamente
trascurati.

«Possibile
- afferma G.B. - che i problemi alle motozattere avvengono sempre più
spesso e sempre in isola? Possibile che nessuno abbia lanciato
l'emergenza la sera della domenica, quando si erano già presentati i
primi problemi? Se soltanto nell'ora in cui il ferry ruotava su se
stesso, in mezzo al porto, senza riuscire ad approdare, fosse passata
una nave, che sarebbe successo?».

«E
come non pensare - interviene Mario Vianello - ad inviare un battello
foraneo per trasportare quantomeno le persone? Mi pare che ciò tra
l'altro, fosse una delle cose che alcuni rappresentanti dell'azienda
garantirono qualche anno fa, proprio in isola, durante un incontro
pubblico».

«Chiedo
- afferma Pietro Ballarin, pendolare e consigliere di Municipalità -
che gli organi competenti, amministrazione comunale ed Actv, vengano a Pellestrina
ad illustrarci un piano di intervento per questo tipo di emergenze, in
quanto ritengo impensabile che vi sia gente costretta a perdere
giornate di lavoro, o appuntamenti medici, prenotati da mesi, perchè
l'azienda non è in grado di garantire l'unico collegamento tra le due
isole. Ovviamente - continua - ritengo che il piano d'emergenza deve
essere serio, e, se non prevede un ferry in sosta agli Alberoni, deve
prevedere comunque l'arrivo di un mezzo entro un'ora dall'interruzione
del servizio, senza che ciò comporti sconvolgimenti organizzativi da
parte di Actv. Tutto ciò - conclude Ballarin - sarebbe possibile
progettando per il futuro un vero terminal a Santa Maria del Mare, con
un attracco compatibile anche per altri mezzi che non siano il ferry».

Annalisa Busetto

venerdì 23 marzo 2007

Più del 50 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni...

Più del 50 per cento dei ragazzi (tra i 12 e i 13 anni) al Lido e Pellestrina
fa uso di alcol fin da giovanissimi (in media 2 ragazzi su 4), il 25
per cento ha anche sperimentato, almeno una volta, la cannabis. L'alcol
viene consumato in occasioni ricreative, feste popolari (ad esempio il
Redentore) ma con disinvoltura anche in famiglia. Più del 90 per cento
degli alunni interpellati ha anche dichiarato di sentire la mancanza di
punti di riferimento e chiede maggior ascolto sia dalle famiglie che
dalle istituzioni. Nelle scuole isolane, poi, non è stato segnalato,
tra i banchi di scuola, alcun fenomeno di bullismo. Ma lo stesso
bullismo è legato più al mondo frequentato dagli stessi ragazzi, al di
fuori dall'ambiente scolastico, nei momenti ricreativi, con gli amici e
allo stadio. Ed è una modalità di comportamento vissuta dai
responsabili soprattutto come segno di appartenenza al gruppo. Il
bullismo, comunque, è stato segnalato come uno dei problemi solo in due
delle sette classi che hanno partecipato all'attività.

Sono
questi alcuni degli spunti più interessanti che emergono dal progetto
"Ascolta la scuola 2007", curato dall'associazione "Exit" patrocinato e
finanziato dalla Municipalità del Lido e Pellestrina
. Il lavoro è stato voluto fortemente dal delegato alle politiche
socio-educative, Giannandrea Mancini, ed ha visto il coinvolgimento di
sette classi, per circa 130 alunni, che frequentano le classi terze
degli istituti di scuola media inferiore di Lido e Pellestrina
. La Municipalità si è impegnata in queste attività per entrare sempre
con maggior forza nella scuola e affrontare temi sociali come
solitudine, disagio sociale, bullismo, abuso di alcool o sostanze
stupefacenti. Temi che si rivelano sempre più pericolosi per gli
adolescenti e fonte di tante preoccupazioni per i genitori.

Il
progetto si è così articolato in 14 incontri (ciascuno della durata
minima di due ore), di cui quattro presso la scuola media "Loredan" di Pellestrina
, mentre gli altri dieci presso la scuola media "Pisani" del Lido.
Originale è stato anche il modo scelto dall'associazione per entrare in
contatto con i ragazzi: la musica. Non sono stati, quindi, distribuiti
questionari, con le classiche domande. Per aprire il dialogo ma si è
lavorato su dei testi di alcune canzoni, molto seguite e apprezzate dai
giovani, che poi sono state eseguite dai ragazzi. A coordinare il
lavoro Pierluigi Rasera dell'associazione "Exit". L'intervento
prevedeva un incontro iniziale per classe, in cui veniva velocemente
presentato il progetto ed attivato un gioco per la conoscenza reciproca
e la valutazione delle aspettative da parte del gruppo. Il passaggio
successivo ha visto la distribuzione del testo della prima canzone e
l'esecuzione della stessa da parte dello staff responsabile del
progetto. Tutte le canzoni sono state eseguite dal vivo con l'ausilio
di una chitarra acustica.

Lorenzo Mayer

mercoledì 21 marzo 2007

TERZA CATEGORiA: San Pietro in Volta pronto al rilancio


Un nuovo consiglio
direttivo e un lavoro che punterà anzitutto sui giovani e sulla Scuola
Calcio. Così il San Pietro in Volta prepara un grande rilancio. C'è
voglia di rinascita per il club che attualmente naviga in Terza
categoria. Allontanatasi, almeno per il momento, l'idea di una fusione
tra le due storiche rivali del calcio isolano, Pellestrina
e San Pietro in Volta, il San Pietro si è rimesso al lavoro con nuove
idee e molto entusiasmo. Ci ha pensato l'instancabile direttore
sportivo Gianfranco Scarpa "Marta" che, con volontà e spirito
intraprendente, ha raccolto l'appello di Marco e Alessandro Ballarin,
detto "Malta", i due attuali factotum del calcio San Pietro. Gianfranco
Scarpa, per gettare le basi del progetto, ha invitato a cena una
trentina di persone, compresi vecchi e nuovi dirigenti, tra i quali
spiccano ben cinque ex presidenti del club, allo scopo di rilanciare la
storica società lagunare. Tra ul nuovo gruppo dirigente c'è anche un
ritorno di un grande artefice del San Pietro, Daniele Scarpa. Il ds
Gianfranco Scarpa ha le idee chiare sulle cose da fare subito che si
possono sintetizzare in quattro punti essenziali. Anzitutto entro
Pasqua la presentazione ufficiale del nuovo direttivo, poi una verifica
urgente per valutare la situazione d'emergenza del Centro sportivo
comunale di San Pietro in Volta,. Poi dare avvio al "Camp di Primavera"
con la scuola di calcio estiva, quindi realizzare alcune attività
promozionali per l'estate. Il conto alla rovescia è partito: ora i
tifosi sanpierotti nell'uovo di Pasqua attendono di trovare la sorpresa
del rilancio del calcio San Pietro.

Lorenzo Mayer

martedì 20 marzo 2007

Episodio analogo lo scorso dicembre

 

Un episodio per certi versi analogo è accaduto anche nel dicembre del 2006. In quella occasione erano stati i sindacati di categoria a lanciare il grido d'allarme.

Il 26 pomeriggio, attorno alle 14.30, il ferry boat delle linea 11, sempre per il collegamento tra gli Alberoni e Pellestrina , ha avuto un'avaria al timone.

Il ferry boat, una volta ultimato il tragitto, era stato quindi portato fino ai vicini cantieri di Sant'Elena per i necessari interventi di manutenzione. La Capitaneria di porto, in quella occasione, aveva seguito da vicino l'intera operazione. Dopo la sostituzione da parte del personale dell'Actv, il successivo Pellestrina aveva poi ripreso il servizio da Faro Rocchetta.

Alla luce dell'ennesimo guasto adesso sono in molti a chiedere interventi urgenti per risolvere definitivamente il problema. Sotto accusa soprattutto il piano di emergenza dell'azienda di trasporti.

Tanta rabbia e rassegnazione: «Così non va»

 

«Nessuno sapeva nulla. Tre ore per ripristinare il servizio sono un assurdo. Le informazioni sono state frammentarie e sbagliate».

All'approdo degli Alberoni della linea 11, a Faro Rocchetta, sono dovuti intervenire i carabinieri e la polizia per calmare gli animi. La protesta dei pendolari è stata sempre civile, ma energica. Al Lido, per quanti dovevano raggiungere Pellestrina , è stata una mattinata di passione. Tra le lamentele sollevate l'assenza di informazioni e la lentezza di attivare i servizi sostitutivi. Dato che, per tre ore, gli utenti della linea 11 sono stati "prigionieri" senza poter uscire dall'isola. Con il passare dei minuti si è formata una fila di auto in attesa chilometrica. Quanti dovevano consegnare a Pellestrina i rifornimenti alimentari sono rimasti bloccati. Stessa sorte per chi doveva raggiungere il lavoro o aveva uscite programmate. Solo intorno alle 14 all'approdo di Faro Rocchetta la situazione è andata via via normalizzandosi, riuscendo a smaltire l'afflusso di auto in attesa. Basti pensare che l'ultima corsa regolare è partita dagli Alberoni alle 7.45 poi c'è stato il black out. Alle 11 si è entrati nel momento più critico. Dopo la rabbia e le proteste che sono salite con il rintocco dei minuti è subentrata quasi una sorta di rassegnazione tra la gente. «È stato un disservizio totale - commenta Flavio, autotrasportatore - e purtroppo su questa linea è ormai all'ordine del giorno. All'imbarco nessuno sapeva nulla, non c'erano indicazioni precise. Siamo stati in balia degli eventi. E purtroppo non è la prima volta che succede. Poi un'altra cosa pazzesca è stata la scelta di mettere in servizio, dopo il ripristino della linea, il ferryboat più piccolo. Su questo collegamento bisognerebbe fare qualcosa di concreto, disagi e problemi sono successi troppe volte non si può certo parlare di sfortunata casualità. Anche quando ci sono gli scioperi, l'avviso viene affisso solo il giorno prima, anche se lo sciopero è programmato. Non c'è adeguata pianificazione, se si riuscisse a sapere per tempo, ci si organizzerebbe per fare, ad esempio, una doppia consegna. Invece non accade mai». Critiche anche per la scelta, una volta riattivata la linea, di non far salire a bordo gli autobus, facendo scendere i passeggeri per dare la precedenza alle auto in attesa. «Sono disgustato - commenta Giovanni Vianello all'imbarco - ci vogliono provvedimenti secchi. Ho perso tutta la mattina al Lido e a Pellestrina avevo degli appuntamenti importanti di lavoro programmati da giorni. È sconcertante che i ferry Actv abbiano problemi così frequenti di manutenzione. Qualcosa non va».

Lorenzo Mayer

Si rompe il timone del ferry, collegamenti in tilt

Oltre tre ore di disagi per il guasto al "Pellestrina". Infortunato il direttore di macchina del mezzo sostitutivo

Almeno tre ore di disagi per i pendolari del Lido e di Pellestrina in seguito ad un'avaria al timone del ferry boat "Pellestrina ". E a complicare ulteriormente le cose c'è da segnalare anche un infortunio al direttore di macchina del mezzo sostitutivo che ha inevitabilmente complicato le cose. Tutto è iniziato alle 8.13 quando il ferry boat "Pellestrina " si stava avvicinando agli Alberoni. Ad un certo punto il timone del mezzo si è irrimediabilmente guastato, costringendo così il pilota a fare il possibile per evitare ulteriori problemi.

Pur con questa difficoltà, il pilota è riuscito a proseguire il suo percorso e ad arrivare a destinazione. I problemi veri e propri si sono verificati dopo. L'Actv, a questo punto, ha iniziato a cercare un mezzo sostitutivo ed è stato deciso di "armare" la San Giorgio che in quel momento si
trovava al Tronchetto. Sembrava cosa fatta ma il direttore di macchina del battello si era da poco infortunato ad un piede in seguito alla caduta di un portellone. L'Actv si è trovata costretta a cambiare e solo dopo un'oretta è riuscita a trovare un'altra persona che ha portato la "San Giorgio" all'altezza degli Alberoni circa tre ore dopo alle 11.15. Nel frattempo è stato deciso di far navigare anche un terzo mezzo "Ammiana" che è arrivato in zona attorno alle 12. La situazione è quindi tornata alla normalità solamente alle 13.35 e, una volta smaltito il fabbisogno degli utenti, il San Giorgio ha fatto rientro nel deposito del Tronchetto.  

«Complessivamente il disagio si è protratto per circa tre ore - afferma l'Actv - Non è stato facile intervenire anche perchè all'interno del "Pellestrina " il motorista ha avuto un lieve infortunio. Per quanto riguarda l'incidente si tratta di guasti meccanici che ogni tanto possono anche verificarsi. Per quanto concerne infine i collegamenti a terra - conclude l'azienda di trasporti - abbiamo deciso di frazionare il servizio degli autobus, dando la precedenza ai mezzi privati e ai pedoni».

Nel frattempo infuriano le polemiche. Sono stati molti i pendolari che, in assenza di informazioni, hanno deciso di chiamare l'azienda. Nonostante questo pare che nessuno abbia ricevuto risposte in merito al guasto al ferry. C'è anche chi ha contatto direttamente Ca'Farsetti spiegando quello che era accaduto. E nel pomeriggio la segreteria del sindaco ha chiesto dettagli, su quello che era successo, anche ad alcuni utenti interessati.

venerdì 16 marzo 2007

La maestra Nena va in pensione, con lei sono cresciuti centinaia di bambini

Giovedì, 15 Marzo 2007

La maestra Nena oggi va
in pensione. Dopo quarant'anni di servizio, trentasette dei quali,
trascorsi interamente nella scuola comunale dell'infanzia di Pellestrina , Nena Menetto, chioggiotta doc, da domani si godrà il meritato riposo.

"La
Nena", così è conosciuta, per l'isola è un'istituzione. Arrivata in
isola non ancora ventenne, dopo qualche supplenza fatta nel comune di
Venezia, ha cresciuto ed educato centinaia e centinaia di bambini: più
o meno, le sono passate per le mani quindici generazioni.

Oggi,
molti di quei ragazzini sono adulti e padri di famiglia, con figli,
che, per precisa scelta, hanno ancora lei, almeno sino ad oggi, come
educatrice. E tutti la ricordano: la dolce e sorridente Nena, piccolina
e morbida, che assomiglia ad una fatina buona delle fiabe o alla
sorella maggiore dei suoi cuccioli.

Nena
è entrata nel cuore di tutti, perchè sempre attenta verso i piccoli e
le loro famiglie, sempre pronta ad aiutare e a dare consigli. Dotata di
una robusta professionalità, da cui ha attinto sempre a piene mani,
senza parsimonia, e di una incredibile dolcezza, che non è mancanza di
carattere, ma amore per la vita. Sensibile ed attenta, foresta perchè
di Chioggia, ma pellestrinotta fino al midollo, ha vissuto insieme ai
suoi bambini, i cambiamenti positivi e negativi avvenuti nell'isola in
questi quarant'anni; non è stata quindi soltanto una maestra, ma
un'amica e una consigliera, una di loro. Per l'occasione, si sono
riuniti in tanti, dai 37 anni in giù, per ringraziarla di tutto ciò che
ha profuso nei suoi anni di insegnamento. Fiori, un ciondolo, una
pergamena; piccoli doni per testimoniare un grande affetto, perchè
quando si parla di lei, a tutti brillano gli occhi.

A.B.

Botte in classe. Il preside: «Realtà diversa da quella raccontata»

Giovedì, 15 Marzo 2007


«La scuola e Pellestrina
non sono queste». Esordisce così il dirigente scolastico prof.Roberto
Sintini, in una lettera inviata in redazione, in cui esprime lo stato
d'animo venutosi a creare nella scuola e nell'isola dopo l'episodio del
litigio tra bambini.

«Credo
sia inopportuno non oltrepassare la misura con titolazioni
scandalistiche inopportune. Negli articoli di questi giorni - continua
- si rappresenta una realtà che non è. Un episodio di aggressività fra
alunni, lo si è trasformato in un pretesto per esprimere concetti
negativi su Pellestrina ed il suo
Istituto scolastico, mortificando gli abitanti e soprattutto la scuola
che è il centro di riferimento vitale e vivo degli alunni e dei
genitori di Pellestrina ».

Il
preside racconta poi dei sacrifici fatti, con passione e abnegazione,
da tutto il personale scolastico, per costruire una scuola limpida e
solida, aperta ai genitori "che la apprezzano e la ritengono punto di
riferimento e di aggregazione, oltre che di crescita
educativo-culturale".

«Mortifica tutti noi - aggiunge - l'immagine che si vuole rappresentare. La scuola e Pellestrina non sono queste». E conclude «Gli alunni hanno bisogno di un clima sereno per crescere: lasciamoli crescere».

Annalisa Busetto

mercoledì 14 marzo 2007

Dopo le botte in classe, a Pellestrina cala il silenzio

Un incontro pacato e civile, in cui tutti i genitori hanno discusso ed espresso la propria opinione, sull'episodio avvenuto tra i loro bambini e, inevitabilmente sulle ripercussioni create dalla pubblicazione di questo.

Si sono trovati tutti insieme ieri pomeriggio i genitori della seconda elementare della scuola Zendrini di Pellestrina , presenti anche gli insegnanti di sezione e il preside dell'istituto comprensivo; una riunione lunga, a tratti difficile, perchè, superato ed appurato che il problema bullismo nella loro classe, e nell'intero comprensorio scolastico non esiste, rimane sempre il peso di una lettera anonima.

I fatti; circa una decina di giorni fa, un bambino di seconda elementare, durante la ricreazione, a causa di un litigio per una banalità, era stato picchiato da alcuni compagni. Un episodio comune, che accade spesso tra bambini di questa età, ma che è stato enfatizzato da una lettera, inviata in redazione.

I genitori del bimbo picchiato avevano espresso subito la convinzione che si trattasse di un normale litigio tra bambini. Poi, la ridda di polemiche provocate inevitabilmente dall'uscita della notizia.

Forse l'incontro di ieri, visto che i colloqui tra scuola e famiglie sono costanti, ed erano già avvenuti dopo l'episodio, aveva più lo scopo di rasserenare gli animi.

La sensazione, non solo tra i presenti, ma per tutta la comunità è quella che si sia creato un caso per nulla. I genitori dell'intera scuola si sono sentiti offesi per il risalto negativo dato alla notizia, che, opinione comune, ha distorto la realtà, creando un'immagine diversa della scuola e dell'intera isola, dove sembra che i litigi siano all'ordine del giorno. Più nessuno vuole parlare, tutti vogliono voltare pagina e dimenticare questo episodio che alla fine ha provocato soltanto dolore e sospetti.

Annalisa Busetto


 

martedì 13 marzo 2007

Pellestrina, la grande storia di un'isola


Mi permetto di far seguito ad un articolo uscito sul Gazzettino - domenica 11 marzo a pag. 13 - inerente all'Isola di Pellestrina
ed intitolato: "Una terra di pescatori diffidente verso i foresti" -
"Due paesi e 4mila abitanti divisi da una storica rivalità". Sono un
giovane libero professionista abitante a Pellestrina
e la mia famiglia abita in quella splendida isola da generazioni;
proprio domenica leggendo l'articolo mi sono sentito in totale
disaccordo, quasi defraudato e spogliato di tutta la storia e identità
che da secoli ci pervade e ci culla come una grande madre.

Poco
di quel articolo corrisponde al vero, in quanto si parla di abusivismo
e di persone fratricide (metafora che proprio non ci si addice) che non
sanno stare in armonia tra loro e che non hanno interesse e non sono
ospitali con le persone che vengono da fuori e che in qualche modo si
accostano alla nostra tradizione, un'isola di un'isola che tende
all'autoprotezione.

Mi
consenta di far presente che i pellestrinotti vengono da una grande
storia di unità di popolo che li riunisce tutt'ora, da un'estremità
all'altra dell'isola in una presenza: La Madonna. Ero bambino quando
ascoltavo dalla voce grave ed appassionata di mia nonna con occhi
spalancati e bocca aperta, la storia dell'isola e della guerra di
Venezia conto il "Turco". La Madonna aveva difeso Venezia, e ne aveva
dato un segno apparendo ad un ragazzino del paese e chiedendo allo
stesso tempo delle preghiere per le anime del Purgatorio.

Così questo piccolo paese si inserì ed aprì al mondo fin dal 1700 nella grande storia di Venezia e di tutto l'occidente. Pellestrina
non è solo una striscia di terra messa lì dalla provvidenza a
proteggere Venezia dall'invasione del mare ma la stessa provvidenza ha
fatto anche diventare quest'isola una protezione di Venezia e quindi
dell'occidentre stesso anche da altre invasioni che ne avrebbero
travolto la fede cristiana e cancellato la sua identità! Diventando
così memoria del passato e ragione del presente!

Vorrei
anche dirle che l'isola non è divisa in due paesi come si può pensare
ma che l'isola intera al suo interno è divisa per territorio in varie
frazioni denominate San Pietro in Volta, Portosecco, sest. Scarpa,
sest. Zennari, sest. Vianelli e sest. Busetti, tutto questo in un unico
nome come in qualsiasi cartina si può verificare: Pellestrina
, sì quella che tempo fa qualcuno definì "lingua di terra tra mare e
laguna". L'isola è affascinante in tutti i suoi aspetti e il turista o
"foresto" è attirato dalla semplicità, tranquillità e gentilezza con
cui viene accolto già dal suo primo arrivo in isola.

Io
stesso sono stato partecipe in più di qualche occasione di come uno che
viene da fuori può stupirsi della familiarità con cui viene trattato,
tanto da innamorarsene e voler persino tornare per tempi più lunghi
comprando anche casa. Pellestrina
può uscire dall'isola e incontrare tanta gente, familiarizzare con il
turismo e con il foresto solo se i media la aiutano a far questo
raccontando le cose come stanno, e se le amministrazioni di ogni genere
la aiutano a far uscire il cuore della stessa valorizzando quel che è
la realtà del posto le sue tradizioni e i suoi valori, dando ai
pescatori la possibilità di pescare e ai lavoratori che escono
dall'isola la possibilità di poter arrivare al proprio posto di lavoro
in minor tempo possibile.

geom. Michael Veronese
Pellestrina

Dopo il pestaggio in classe, per la scuola è tutto normale

Genitori, insegnanti, preside e psicologa: «Episodio non grave come è stato denunciato». Oggi una nuova riunione

Sbigottimento,
incredulità, stupore. All'indomani della pubblicazione della notizia di
un atto di bullismo, avvenuto nella scuola elementare Zendrini di Pellestrina
, con protagonisti, bambini di sette anni, in isola è una levata di
scudi, a livello unanime, nel difendere la scuola, gli operatori e gli
stessi bambini, perchè per tutti appare incomprensibile pensare che un
litigio tra piccoli coetanei possa essere definito pestaggio o
bullismo.I fatti, racchiusi in una lettera giunta in redazione, parlano
di una vera aggressione, da parte di quattro bimbi, nei confronti di un
loro compagno. Sono volati calci, pugni, e anche una sediata sulla
schiena, la piccola vittima ha riportato ecchimosi all'inguine. Il
tutto è stato confermato, in seguito, da testimoni e dal dirigente
scolastico, ma è l'ottica di lettura dell'intera vicenda che per i
pellestrinotti mettono in discussione.«Rischiamo di sollevare un grande
polverone per un banale litigio tra bambini - dice Maria Assunta Sanna,
un genitore - episodi come questi, non dico che siano normalità tra
coetanei, ma accadono. La sensazione è invece che qualcuno, per motivi
che ignoro, abbia voluto far scoppiare un caso sensazionale dove il
sensazionale non esiste». Intanto ieri mattina, proprio per l'impatto
emotivo provocato dalla pubblicazione della notizia, vi è stata una
riunione tra il dirigente scolastico, Roberto Sintini, i suoi
collaboratori, Stefano Stipitivich, i maestri Mauro Scarpa e Claudia
Ghezzo, insieme ai genitori dei bambini protagonisti dei fatti e alle
loro insegnanti di sezione.Oggi, alle 16.30 saranno convocati i
genitori dell'intera classe. «Continuo ad essere sereno - commenta il
preside - la nostra scuola ha un buon rapporto con l'utenza, e lavora
initerrottamente per educare i bambini a crescere in modo sano. È
indubbio che la lettera inviata al Gazzettino nasconde un disagio, ma
l'episodio avvenuto non ha la gravità che quella lettera implica». Da
parte loro, anche le insegnanti di sezione, seppur amareggiate, si
proclamano serene. «Quel giorno è stato un giorno normale. L'episodio è
avvenuto, ma sempre nella sfera della normalità. Non vi sono state
urla, pianti. Praticamente, è stato un litigio tra bambini conclusosi
in modo sicuramente sbagliato, violento, ma parlare di bullismo, è
molto più che eccessivo». E terminano ripetendo che la classe e le
famiglie sono unite e solidali. I bambini giocano insieme con
naturalezza e spontaneità, come è tipico della loro età, e a volte
litigano. «Da cinque anni - afferma Fiorenza Fontanella, la psicologa
che nei prossimi giorni si incontrerà con le famiglie dei protagonisti
della vicenda - il comprensorio scolastico dell'isola, quindi scuola
elementare e media, ha un punto d'ascolto, gestito dalla dottoressa
Sitran dell'associazione Lido Donna. Un punto d'ascolto, unico rispetto
alla realtà scolastica del comune di Venezia, che lavora sempre con
insegnanti, bambini e famiglie. Appena accaduto il fatto sono stata
avvertita e ho ascoltato tutte le parti in causa».«Sulla base dei dati
raccolti - continua la psicologa - sottolineo che non è stato un atto
di bullismo. Per parlare di questo, vi deve essere un'intenzione, una
durata ed una intensità del fatto che non è riconducibile a
comportamenti di bimbi di seconda elementare. Possiamo parlare di
imitazione, sbagliata, negativa, che va corretta, ma, ribadisco,
sicuramente non di bullismo. Di questo se ne è discusso con ragazzini
più grandi, realizzando un lavoro di racconto. Mi sento di dire
conclude che la realtà dell'isola è sana, che la scuola, grazie
all'attenzione del preside e degli insegnanti, è sana. Ed è proprio
grazie all'ascolto che difficoltà e problemi possono essere elaborati o
superati».

Annalisa Busetto

domenica 11 marzo 2007

LiDO: Mancano 4 mila euro per riuscire a stampare la prima guida turistica dell'isola e di Pellestrina


(L.M.)
La stampa è coperta circa per due terzi, ma mancano ancora circa 4mila
euro per poter realizzare il lavoro. L'idea è stata ambiziosa: quella
di comporre la prima guida turistica del Lido e Pellestrina
. Duecento pagine, in due lingue italiano e inglese, corredate da
fotografie, testi, itinerari, gite in barca e percorsi enogastronomici.
A curare il lavoro la studiosa, professoressa Daniela Simionato Putz,
con la figlia Maria Elena Putz, che hanno redatto i testi, mentre Bruno
Romanelli ha seguito la parte fotografica. L'obiettivo è, ovviamente,
quello di uscire per fine maggio, naturalmente in tempo per la stagione
balneare e il periodo di maggior afflusso per il turismo. Hanno
contribuito all'iniziativa Aval, diversi associati singolarmente,
sponsor di vario genere. Anche la Municipalità ha garantito che verrà
erogato un contributo.


Due paesi e 4mila abitanti divisi da una storica rivalità

Una terra di pescatori diffidente verso i "foresti"

È un'isola che vive e ha vissuto soprattutto di pesca, Pellestrina
. Fino a pochi anni fa viveva meglio, perchè con la riorganizzazione
del sistema di pesca delle vongole e il passaggio all'allevamento,
l'attività si è rallentata, talvolta fermata, mandando in crisi un
settore che ufficialmente dà da mangiare a 500 famiglie (tanti sono i
pescatori), ma che alimenta anche altrettante famiglie di dipendenti di
aziende pubbliche e private che, dopo il lavoro, usano il loro
barchino. Ma anche l'abusivismo non rende più, perché i controlli si
sono fatti più serrati e severi. Con 4.242 abitanti e un cantiere
navale storico, quello dei De Poli, l'isola ha un futuro nel turismo,
con molte case di proprietà che valgono quanto quelle di Venezia e
piani di sviluppo per far crescere appartamenti per turisti e altre
strutture ricettive. Quattro grandi famiglie rappresentano quasi la
totalità della popolazione. L'isola, estesa per circa 10 chilometri, è
composta da due frazioni: Pellestrina e San Pietro in Volta. Nella frazione di Pellestrina
dominano quattro cognomi: i Vianello che sono 918, gli Scarpa 556, i
Busetto 305 e gli Zennaro 195. A San Pietro in Volta, invece, dove
risiedono 1.151 cittadini, al primo posto ci sono i Ballarin, ben 200,
seguiti da Ghezzo 149. Il record assoluto in isola spetta ai Vianello
che sono 1.157 (da soli rappresentano oltre un quarto dell'intera
popolazione isolana), seguiti dagli Scarpa a quota 710. L'anagrafe ha i
suoi bei problemi. E così ci si chiama con il "detto", il soprannome,
come a Chioggia. Il 15 febbraio 2004 ci fu un acceso derby calcistico
di Seconda categoria tra Pellestrina e San Pietro in Volta. Fu definito il derby dei quattro cognomi: i Ballarin, gli Zennaro, gli Scarpa e i Vianello di Pellestrina
sfidarono i Ballarin, degli Zennaro, degli Scarpa e dei Vianello di San
Pietro. Un incontro fratricida, quasi incestuoso (per la cronaca vinse
2 a 0 il Pellestrina ). Di ben altro vigore, però, la rivalità peschereccia con Burano o la diffidenza verso i vicini chioggiotti.

Insomma,
un'isola di un'isola, un pezzo di laguna staccato da Venezia e
racchiuso in un mondo che tende all'autoprotezione e che per questo
risulta affascinante, ma anche difficile da capire per chi viene da
fuori.

Pestato a scuola da quattro compagni di classe






Venezia. L’episodio si è
verificato alle elementari Loredan di Pellestrina. Lo scolaro, che ha
sette anni, ha riportato contusioni all’inguine
È accaduto durante la
ricreazione mentre la maestra stava seguendo altri ragazzini. Convocati
i genitori degli alunni coinvolti nella lite


Pestaggio a scuola: un
bambino di sette anni, durante l'intervallo, è stato picchiato da
quattro compagni di classe, suoi coetanei. È accaduto all'istituto
comprensivo "Loredan" nell'isola di Pellestrina
a Venezia, una scuola frequentata da 286 alunni: 185 delle elementari e
101 delle medie. L'episodio risale a una decina di giorni fa, è stato
tenuto circoscritto alle famiglie dei ragazzi e ai docenti, riuniti a
scuola il giorno dopo il fatto. Secondo i testimoni e il preside,
parlare di bullismo è un azzardo, ma i fatti dicono comunque che,
durante la pausa per la ricreazione, il piccolo è stato aggredito e
picchiato da altri alunni, riportando ecchimosi all'inguine. In una
lettera anonima giunta in redazione, alcuni genitori aggiungono poi che
questo non sarebbe stato un episodio isolato, ma ricorrente. Con alcuni
ragazzini che, con comportamenti aggressivi, cercherebbero di
condizionare e influenzare gli altri.

Al
momento del fatto - testimoniano alcune mamme e un'insegnante di
sezione - la classe non era incustodita, ma la maestra stava aiutando
qualche bimbo ritardatario a completare i compiti. In questo frangente,
quattro alunni hanno cominciato a picchiare con calci e pugni il loro
compagno di classe per un motivo banale: lui chiedeva ad un altro
ragazzino di poter vedere un oggetto che gli interessava, l'altro si è
rifiutato. Il bambino sarebbe stato colpito anche con una sedia, con
calci e pugni che gli avrebbero provocato contusioni alla zona
dell'inguine. La madre lo avrebbe poi portato da un medico per le cure,
ma l'episodio non sarebbe stato segnalato all'autorità pubblica. Il
giorno dopo, a scuola, genitori e insegnanti si sono incontrati per una
riunione e per discutere del caso che, secondo quanto dicono altre
mamme, si sarebbe voluto chiudere in fretta e dimenticare.
Evidentemente però per qualcuno la vicenda non andava chiusa, se
attraverso una lettera al giornale ha raccontato quello che era
successo, testimoniando per di più un clima di tensione in una scuola
elementare dove si cerca di capire se si è passato quel limite che
separa una normale lite tra bambini dal comportamento da piccoli bulli.

«Mi
pare che il termine bullismo sia spropositato rispetto all'età dei
bambini in questione - commenta il professor Roberto Sintini, dirigente
scolastico, alla guida dell'istituto comprensivo "Loredan" da sei anni
- L'episodio è avvenuto e noi siamo intervenuti, nel modo proprio che è
della scuola, cioè non sanzionando, ma aiutando i bambini a capire ciò
che hanno fatto, il loro errore, quindi aiutandoli a crescere. Già il
giorno dopo il fatto stavano tutti a giocare insieme. Quindi, per loro,
l'episodio era già superato. Per quanto riguarda invece la possibilità
che vi siano stati dei precedenti, mi sembra un'affermazione gratuita,
non supportata da fatti concreti, che mira a screditare la scuola».

A
gettare acqua sul fuoco, per smorzare quest'accusa pesante e che
rischia di creare un'infinità di polemiche, sono anche i genitori della
piccola "vittima", che assicurano che per loro l'episodio avvenuto è un
capitolo chiuso. Ma anche altri genitori minimizzano: «Mi spiace molto
per l'accaduto, anche se penso che non possiamo definire bulli bambini
di sette anni. Certo, all'interno della classe vi sono un paio di
bambini estremamente vivaci, ma mi pare che la sezione, sino ad oggi,
non ne abbia risentito». «Spero - afferma un'altra mamma - che noi
tutti genitori, dopo questo episodio, abbiamo l'intelligenza di
intervenire con i nostri figli, aiutandoli, perchè da soli non possono
farlo, a distinguere ciò che si può fare e ciò che è da evitare.
Quest'episodio, se non affrontato razionalmente, rischia di far
scoppiare polemiche e chiusure tra alcuni genitori, facendo così
allontanare il vero problema, che è quello di insegnare ai nostri figli
che la violenza non porta a nulla». «La classe in questione - conclude
Claudia Ghezzo, insegnante della sezione - è una classe sana, con venti
bambini intelligenti e affettuosi, per nulla violenti, vivaci certo, ma
con la vivacità tipica della loro età». Intanto i genitori dei bambini
coinvolti nel fatto, nei prossimi giorni, avranno un incontro con la
psicologa scolastica del "punto d'ascolto", istituito da qualche anno
nella scuola isolana.

R.V.


lunedì 5 marzo 2007

238° VARO AL CANTiERE "DE POLi"

 

varo della nave "Alessandro D." al cantiere navale De Poli di Pellestrina

(3 marzo 2007)

 

 


 
 



domenica 4 marzo 2007

Donato dal Comune alla Protezione civile un nuovo mezzo antincendio

 

E' stato inaugurato, nella sede del servizio di Protezione civile, a S.Pietro in Volta, alla presenza del capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Calligaro, del presidente della municipalità dell'estuario Gianni Gusso, del funzionario comunale Penzo, il nuovo automezzo antincendio Bremach Job Extreme. Praticamente un'autobottepompa, dotata di cisterna contenente 400 litri di acqua. Un mezzo, donato dal Comune, che i volontari, una trentina, attendevano da tempo, e che servirà per svolgere al meglio il loro servizio. Il gruppo, nato come associazione nel 1993, con il nome di Radio Laguna Sud, svolgeva inizialmente attività di assistenza durante le manifestazioni sportive, e manteneva i collegamenti radio durante le grandi emergenze, con il Centro Operativo Misto situato a Mestre. Tra il 95 e il 96, a seguito di un ricambio di soci, si decise di dare una svolta alle attività, e di costituire un gruppo operativo di pronto intervento, in grado di far fronte alle emergenze autonomamente, o in supporto alle forze dell'ordine e ai vigili del fuoco. E' in occasione dell'esercitazione High Water 66/96, che simulava la disastrosa alluvione del 66, che il gruppo iniziò a collaborare con il servizio di Protezione Civile del Comune di Venezia, predisponendo e provando sul campo il piano di evacuazione dell'isola in caso di alta marea ed altre emergenze rilevanti, indicando punti di raccolta della popolazione, punti di attracco per i mezzi nautici di soccorso campi base e piazzole di atterraggio degli elicotteri. Ora i volontari gestiscono 5 mezzi terrestri e due nautici. Le attività svolte nel 2006, ben 309, evidenziano la chiara portata del loro lavoro. 13 sono le emergenze affrontate, 40 le attività di prevenzione e sicurezza, 94 quelle di logistica, 7 gli interventi su studi e prevenzione, 21 corsi di addestramento, 134 attività di gestione; il tutto per un pari di 2916 ore.

Annalisa Busetto

MUNICIPALITÀ Il presidente della delegazione Gorin ribatte al centrosinistra «Pellestrina è stata ignorata»

 

(L.M.) «La Municipalità non ha fatto niente per risolvere i problemi di Pellestrina ». Il presidente della delegazione di zona Domenico Gorin (Forza Italia) ribatte così alle accuse di due consiglieri di delegazione del centrosinistra Danny Carella e Romano Briganti che, lo scorso 3 febbraio avevano chiesto la chiusura della delegazione, ferma da mesi.

«Per loro l'esperienza della delegazione si può dire conclusa? Bene - risponde in modo provocatorio Gorin - allora diano loro le dimissioni da parte nostra non ci sarà problema ad accettarle». I due consiglieri hanno però lamentato il fatto che dall'inizio del giugno scorso la delegazione non si sia più riunita.

«Poco importa - risponde Gorin - il nostro è un lavoro "casa per casa" che facciamo per risolvere i problemi della gente. Per il resto, dal punto di vista ufficiale, non abbiamo alcun potere. Si deve cominciare a dire le cose come sono: e cioè che le delegazioni di zona sono state formate dall'amministrazione comunale solo allo scopo di "assoggettare" le isole dove c'erano maggioranze diverse, dove l'elettorato era di orientamento di centrodestra, al fine di omologarle con lo stesso colore politico del centrosinistra. Un'operazione eticamente scorretta. Per cui i consiglieri del centrosinistra non vengano a darci lezioni di buongoverno. Dopo il danno anche la beffa».

Nel mirino anche la Municipalità. «In quasi due anni di attività - conclude Domenico Gorin - il governo del parlamentino è stato del tutto assente in isola. Non si è mai interessato del vero problema che abbiamo avuto in questi mesi, ovvero della situazione di grave crisi in cui versa il settore della pesca che rappresenta un aspetto basilare per la nostra economia. Una crisi che ha provocato un grave lutto. E, anche quel giorno, della Municipalità, al funerale del pescatore morto così tragicamente non si è visto nessuno».

giovedì 1 marzo 2007

Cantieri De Poli pronti al varo numero 238

 

Festa grande nella mattinata di sabato prossimo, al cantiere navale De Poli di Pellestrina , per la nascita di un nuovo colosso del mare. Una chimichiera doppio scafo da diciassettemila tonnellate, con 23 cisterne, che porterà il nome di "Alessandro D." (uno dei tanti cugini della dinastia De Poli) e che verrà destinata a un noleggio di lunghe percorrenze nell'altra azienda della famiglia, la società armatoriale "Arcoi". Il suo valore commerciale si aggira sui 38 milioni di euro. E sarà questo il varo numero 238, in ordine di tempo.

Il primo annuncio pubblico di questa realizzazione è stato dato dall'amministratore finanziario della società, Chiara De Poli, nel corso di una serata tenuta all'hotel Monaco & Grand Canal dal Rotary club di Venezia. La relatrice era stata chiamata a tracciare nell'occasione un excursus storico sulla attività finora espressa dal cantiere De Poli, la cui prima testimonianza si fa risalire addirittura al catasto napoleonico del 1808.

Da quella lontana datazione lo sviluppo progressivo del cantiere pellestrinotto - pur nei suoi inevitabili alti e bassi, dovuti alle contingenze di mercato - non ha praticamente conosciuto soste. Con alcune tappe cronologiche fondamentali. Come il 1954, quando si passa dalle costruzioni in legno a quelle in ferro. Oppure il 1994, vero momento strategico nel quale si viene a realizzare un importante salto di qualità, sotto il profilo precipuo della sicurezza, con la costruzione di navi a doppio scafo.

In quegli anni l'impresa De Poli ha altresì intrapreso anche l'attività armatoriale, avviata nel settore chimico con la già citata società "Arcoi", interamente controllata dalla famiglia e creata con lo scopo di mantenere in attività il cantiere proteggendolo dal "dumping" della concorrenza orientale. Nel settore delle gasiere, invece, i De Poli collaborano dal 2004 in joint-venture con la società "Anthony Veder" di Rotterdam.

Oggi il gruppo De Poli - composto da Giovanni, Davino, Giancarlo, Osvaldo, Roberto, Anna, Chiara, Michele, Stefania, Eva e Francesca De Poli - con il suo fatturato, che supera i 50 milioni di euro, garantisce occupazione a 100 addetti, a 300 persone di indotto interno ed oltre 300 di indotto esterno. Negli ultimi dieci anni di attività - tra chimichiere, gasiere, traghetti veloci ecc. - sono state costruite ben quindici navi fra le dieci e le sedicimila tonnellate. Alle quali, sabato prossimo alle 9, si verrà ad aggiungere l'ultima nata "Alessandro D." «Siamo come un granello in laguna - ha commentato il patròn, Davino De Poli - ma esportiamo tecnologia in tutto il pianeta, e vorremmo più appoggio dal Governo, che con la legge garantisce contributi ai cantieri, ma con la Finanziaria li toglie. Contributi - ha concluso - coi quali pratichiamo sconti ai clienti che poi finiamo per pagare di tasca nostra, mangiandoci ogni margine di guadagno».