domenica 30 marzo 2008

I finanzieri della stazione navale della Guardia di Finanza di Venezia a Pellestrina per incontrare gli alunni dell'Istituto Comprensivo Loredan


I finanzieri della stazione navale della Guardia di Finanza di Venezia a Pellestrina
per incontrare gli alunni dell'Istituto Comprensivo Loredan,
nell'ambito del progetto "Educazione alla convivenza civile e alla
legalità". L'incontro avvenuto qualche giorno fa con i ragazzi delle
medie ha avuto lo scopo di approfondire, nell'ambito di un progetto
didattico che l'istituto porta avanti ormai da un paio d'anni,
l'insieme delle tematiche direttamente o indirettamente connesse alla
risorsa acqua, sia dal punto di vista economico che storico-culturale.
Incentrato su questa preziosissima risorsa, tale progetto, ha lo scopo
di farla meglio conoscere ai ragazzi, nei suoi molteplici aspetti, per
sviluppare in ognuno di essi, senso di rispetto e responsabilità verso
il loro ambiente più prossimo. Su queste premesse, vi è stata la piena
disponibilità della Guardia di Finanza, che con il comandante, maggiore
Italo Sparvieri, ha illustrato ai ragazzi l'insieme delle norme-regole
internazionali e più specificatamente lagunari che regolano l'utilizzo
del mezzo acqueo, la pesca in zone precluse e in quelle consentite,
nonché tutti quei doveri cui bisogna attenersi per una corretta
salvaguardia del delicato e prezioso ecosistema lagunare. Il progetto
prevede un nuovo incontro, che avverrà l'11 aprile, sul tema
"inquinamento - utilizzo responsabile delle fonti, pratiche consentite
e non consentite" e, a conclusione, un'uscita con un mezzo navale della
Guardia di Finanza a Porto Marghera allo scopo di "vivere" sul campo le
norme di navigazione e i comportamenti legittimi da tenere sull'acqua.

Annalisa Busetto

sabato 29 marzo 2008

Nuovo allarme, laguna avvelenata dalla diossina

Venerdi' 28 Marzo 2008

 

 Da Marghera a Pellestrina rilevate concentrazioni record della sostanza, che attraverso la fauna ittica entra nella catena alimentare

 Gli esperti chiedono un’indagine epidemiologica: «Si rischia di fare la fine della Campania con la mozzarella»

 


L'hanno trovata nei canali che si snodano davanti al Petrolchimico di Porto Marghera, e questo era ovvio. Ma l'hanno trovata anche in Canal Grande, sotto il ponte di Rialto; o tra Murano e le Fondamente Nuove; persino di fronte alle casette dei pescatori di Pellestrina , tanto lontane dalle ciminiere di Marghera... È la famigerata diossina che nelle acque della laguna di Venezia c'è un po' dappertutto. Ma quel che è peggio è che questo contaminante tanto insidioso entra nella catena alimentare. E non sarebbe un caso che nel sangue di un campione di veneziani che mangiano pesce e molluschi di laguna in abbondanza siano stati trovati livelli di diossina pari a quelli degli ex lavoratori del Petrolchimico. Insomma quanto basta per chiedere alla Regione un'indagine epidemiologica seria sulla contaminazione da diossina di veneziani e veneti, a confronto.

L'appello è stato rilanciato ieri, a Venezia, al 7. convegno organizzato dall'Inca, il Consorzio interuniversitario per la chimica per l'ambiente di Marghera, e dedicato proprio alla diossina e ai pop's in genere, quei contaminati organici persistenti cioè che resistono nel tempo e si accumulano nell'ambiente. «Perché tutto quello che scarichiamo nella laguna, non dimentichiamocelo mai, prima o poi ce lo mangiamo - ha esordito Stefano Raccanelli, responsabile del laboratorio analisi dell'Inca - Anche il gabbiano che si ciba della spazzatura abbandonata, poi muore, diventa cibo per i pesci che finiscono sulle nostre tavole. Il bersaglio, alla fine, siamo sempre noi». Punto di partenza, dunque, lo stato delle acque lagunari, che ieri è stato illustrato da Giorgio Ferrari, del Servizio antinquinamento del Magistrato alle acque (Sama) di Venezia. Gli "obiettivi di qualità" per la diossina, che erano stati fissati dal decreto Ronchi-Costa nell'ormai lontano 1998, sono ampiamente sforati quasi ovunque. Il Sama lo ha stabilito dopo aver analizzato campioni d'acqua prelevati in 18 stazioni che coprono l'intera area. Se l'"obiettivo di qualità" è di 0,013 pico grammi per litro, la media lagunare è di 0,121 pg/l, che si impenna naturalmente davanti al Petrolchimico dove i valori superano i 0,340 pg/l. In cima alla lista dei punti più inquinati ci sono così Fusina, seguita dal canale industriale ovest, da quello nord, da Pellestrina . «Un dato, quest'ultimo, che si spiega con l'attività cantieristica che c'è in isola» ha spiegato Ferrari. Un po' più in basso, ma sempre ben sopra ai 0,100 pg/l, anche Rialto. Le «zone buone della laguna», come le ha chiamate Ferrari, dove si rispettano gli "obiettivi di qualità", o quantomeno non ci si discosta troppo, sono invece quelle dell'estrema laguna nord (Burano, il canale Dese, le Saline) e di quella sud (attorno a Chioggia).

Il Sama ha anche provato a analizzare la diossina accumulata nei mitili pescati in una zona relativamente buona, come il canale di Fisolo, rispetto a quelli dei canali industriali. Se i primi hanno un tasso di tossicità equivalente di 0,500 pg per grammo liofilizzato di prodotto, al di sotto dei limiti imposti dalla Comunità europea, i secondi li superano, e di molto, arrivando a picchi di 52,369 pg/g. Un mitile, poi, trasportato dalla zona "pulita" a quella "sporca", nel giro di un paio di mesi, moltiplica i suoi livelli di diossina. Un'ulteriore conferma della "biodisponibilità" di questo inquinante, di come cioè possa essere assorbito non solo attraverso i sedimenti (l'esempio classico è quello delle vongole), ma anche dall'acqua (il caso dei mitili, appunto). Insomma una ragione in più per non abbassare la guardia contro questi pop's. «É essenziale continuare a monitorare le acque della laguna - ha concluso Ferrari - in vista di quella riduzione degli inquinanti che passerà attraverso la rimozione dei sedimenti e il marginamento delle rive. Tutte operazioni in corso, ma per cui ci vorranno anni».

Mentre Raccanelli ha insistito per un monitoraggio della popolazione, attraverso l'analisi delle diossine che si accumulano nel sangue e anche nel latte materno. «Stiamo nascondendo la testa sotto la sabbia - ha avvertito il ricercatore -, ma attenzione perché così faremo la fine della Campania, con le sue mozzarelle: che fosse stata trovata della diossina lo si sapeva dal 2003, ma non si è fatto nulla e ora sta crollando un mercato mondiale. Le nostre analisi sui veneziani ci danno delle indicazioni preoccupanti, in particolare sui grandi consumatori di pesce, che hanno livelli di contaminazione paragonabili a quelli dei lavoratori del Petrolchimico». Raccanelli ha anche ricordato come i primi dati sui «grandi e piccoli consumatori di pesce sono noti dal '99, furono oggetto di una tesi di laurea, che poi però fu tenuta ben nascosta. Non li comunicarono neppure ai volontari che si erano prestati a donare il sangue. Un'assurdità, perché in questi dieci anni si sarebbero potuti fare tanti accertamenti utili. Ora si tratta di recuperare il tempo perduto. Serve una seria indagine epidemiologica su veneziani e veneti a confronto. Alla Regione Veneto abbiamo già inviato un nostro progetto. Contiamo in una risposta».

Roberta Brunetti

mercoledì 26 marzo 2008

Attività abusiva, nei guai due pescatori di Pellestrina

Navigazione in pericolo, sequestrati dai carabinieri 540 chili di vongole veraci

 


Pescavano a luci spente in un canale dove la pesca è severamente vietata. M.S. 38 anni e R.Z. 37 anni di Pellestrina , sono finiti nei guai dopo essere stati sorpresi ieri mattina verso le 4 dai carabinieri di Chioggia e di Rosolina. I due si trovavano sul canale Caroman, all'interno del bacino San Felice, con il loro motopeschereccio di tipo "vongolara". Con i fari di posizione completamente spenti stavano effettuando la pesca delle vongole con un attrezzo vietato e in zona vietata. La situazione creata dai due pescatori di frodo era estremamente pericolosa: la cassa vibrante si trovava in acqua e dall'imbarcazione partiva un cavo d'acciaio lungo 50 metri praticamente invisibile a chiunque navigasse nella stessa zona. I carabinieri hanno subito abbordato la vongolara e, una volta a bordo, hanno trovato a poppa ben 18 ceste da 30 chili ciascuna di vongole veraci per un peso complessivo di 540 chilogrammi. I due pescatori sono inevitabilmente stati denunciati in stato di libertà con le pesanti accuse di danneggiamento aggravato del fondale e dell'ecosistema lagunare, inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, pesca a luci spente con strumenti vietati in un canale navigabile creando pericolo alla navigazione.

Nel corso dell'operazione, finalizzato alla prevenzione e alla repressione della pesca e della commercializzazione di molluschi bivalvi provento della pesca abusiva in laguna, i militari hanno anche sequestrato il motopeschereccio e il pescato del valore di 2500 euro che è stato immediatamente rigettato in mare.

Marco Biolcati

venerdì 21 marzo 2008

Alcune cose a proposito del Mose


 

In Commissione di Salvaguardia è stato dato il via libera al progetto per la realizzazione del Villaggio per gli operai dei cantieri del MOSE. L' insediamento ospiterà per cinque anni i 500 operai addetti alla costruzione dei cassoni in calcestruzzo, grandi come condomini, in cui verranno alloggiate le paratoie del sistema di dighe mobili. Appena l'anno scorso lo stesso progetto era stato respinto perché, secondo la Soprintendenza ai beni Ambientali ed Architettonici, prevedeva, in un'area sottoposta a quattro vincoli ambientali, opere non compatibili in laguna. Le motivazioni addotte oggi per approvare lo stesso progetto, escludendo soluzioni alternative, sono inconsistenti e insostenibili.

E' stata esclusa la soluzione albergo galleggiante su nave perché, secondo il Consorzio Venezia Nuova Magistrato alle Acque, avrebbe costretto ad una difficile convivenza lavoratori di etnie diverse. Ma non avevano giustificato la creazione dei cantieri di costruzione dei cassoni del MOSE a Pellestrina , sacrificando aree di interesse comunitario, perché si dovevano dare prospettive occupazionali alle popolazioni locali. Viene scartata anche l'ipotesi di usare le colonie degli Alberoni, alcune chiuse da anni. La motivazione per bocciare questa alternativa sarebbe il difficile trasferimento dei lavoratori per un percorso di un paio di Km in autobus e in ferry boat per arrivare sul luogo di lavoro.

Incredibile: milioni di pendolari per recarsi sul posto di lavoro fanno giornalmente chilometri e chilometri, mentre per i cantieri del MOSE non si possono superare pendolarismi che superano qualche centinaio di metri. La cosa incredibile è che la Soprintendente, che aveva precedentemente bocciato il progetto, si rimangi il parere negativo sotto le pressioni del potente Consorzio di imprese che ha il monopolio dei lavori per la salvaguardia della laguna. Si scopre poi che il progetto è stato approvato in totale assenza di una relazione paesaggistica prevista, per legge, per qualsiasi opera che modifichi lo stato dei luoghi.

I componenti della Commissione di Salvaguardia, nominati da politici di turno, intransigenti e inflessibili con i progetti presentati da normali cittadini, sono estremamente disponibili e accomodanti quando i progetti li presentano le potenti lobby delle grandi opere o qualche miliardario che vuole ristrutturare, sventrandoli e snaturandone la tipologia, edifici storici ultravincolati. È veramente una cosa indegna!

Non capiamo neppure che senso abbia più l'esistenza della Commissione di Salvaguardia, organismo istituito dalla legge Speciale per Venezia per tutelare i beni ambientali ed architettonici, se poi tale organismo lascia passare ogni attentato ai beni comuni. Nei prossimi giorni presenteremo una segnalazione/esposto alla Corte dei Conti che ha già da tempo aperto un'indagine sulla vicenda del MOSE. Sarebbe utile che si indagasse anche sugli impegni economici per la costruzione di queste strutture di servizio e anche valutare attentamente gli impatti e i danni ambientali.

Assemblea NoMose

Venezia

 

A lezione di ambiente nelle oasi di Ca' Roman e Alberoni

 

Quasi 1.500 studenti che avranno l'opportunità di assistere a lezioni grazie ad una sinergia tra assessorato all'Ambiente, Lipu e Wwf. Parte anche quest'anno il progetto di educazione ambientale nelle oasi di Ca' Roman e degli Alberoni curato dall'Ufficio di Educazione ambientale del Comune di Venezia e rivolto alle scuole. Un progetto che l'anno scorso ha avuto interessanti risultati e che quest'anno si è voluto riproporre.«Le scuole di Venezia e terraferma si sono dimostrate interessate all'iniziativa - spiega Pierantonio Belcaro, assessore all'Ambiente - e, pur tra mille difficoltà economiche, siamo riusciti anche quest'anno a trovare i finanziamenti per continuare con importanti attività di educazione ambientale». Tagli ai finanziamenti hanno comunque impedito di portare avanti un progetto analogo per l'oasi di San Niccolò al Lido. «Sarebbero serviti altri 50mila euro, ma non li abbiamo trovati ammette Belcaro».Per quest'anno le richieste delle scuole a partecipare al programma educativo sono quasi duplicate. Sono ben 54 le classi di scuole ogni ordine e grado, dalle materne alle superiori, che visiteranno l'oasi degli Alberoni e 34 quella, più difficilmente raggiungibile, di Ca' Roman . «Lavoriamo con bambini e ragazzi per far crescere in loro il rispetto verso l'ambiente che ci circonda aggiunge Federico Antinori, responsabile della Lipu -. Lavorare con gli adulti è molto più difficile». E, nonostante le difficoltà logistiche (dalla terraferma si impiegano infatti quasi due ore per raggiungere Ca' Roman ), le scuole accettano ben volentieri le proposte delle associazioni naturalistiche che si impegnano anche in lezioni in aula. Durante le visite gli studenti sono aiutati a riconoscere le specie vegetali, il loro adattamento all'ambiente, la fauna alata presente nelle oasi e potranno assistere all'inanellamento degli uccelli, tecnica usata per studiare le migrazioni.

 

Gioia Tiozzo

 

mercoledì 19 marzo 2008

Via libera al villaggio per gli operai del Mose

A S.Maria del Mare 500 posti

 

(m.f.) Via libera, tra qualche polemica, della Commissione di salvaguardia al villaggio operaio di Santa Maria del Mare che dovrà ospitare 4-500 lavoratori addetti alla fabbricazione dei cassoni per il sistema Mose.

Si tratta di un progetto fermato nel febbraio 2007 dalla Soprintendenza, la quale aveva giustificato il suo stop con la persistenza di quattro vincoli paesaggistici che insistono sull'area, che poi è la stessa sulla quale è stata realizzata la gigantesca piattaforma in cemento tra la spiaggia e il mare , a ridosso della diga sud del porto di Malamocco.

Nel corso dello scorso anno si era parlato di possibili alternative al sito di Santa Maria del Mare , a cominciare da una nave passeggeri o un traghetto affittato per tutto il periodo necessario oppure la realizzazione del villaggio nell'area delle colonie degli Alberoni.

Tutto è rimasto in silenzio fino a giovedì scorso, quando nella riunione di sottocommissione, preparatoria a ciò che discuterà la commissione plenaria, è arrivato un supplemento d'istruttoria.

La vista di quelle poche pagine che in pratica sostenevano che l'unica soluzione possibile era quella iniziale, prevista dal Magistrato alle Acque alcuni commissari sono trasaliti, poiché mancava totalmente la valutazione delle alternative.

Lunedì sera è poi arrivato nella segretaria della Commissione di salvaguardia una lettera della Soprintendenza con la quale si faceva marcia indietro rispetto alla posizione decisa un anno prima. Il tutto senza dare motivazioni, se non per il fatto che "il Magistrato alle acque ha dichiarato il 18/2/2008 che non sono state trovate alternative" al sito inizialmente proposto. Oltre a questa premessa c'era anche la prescrizione di realizzare tutte le opere in "semplice sovrapposizione" garantendo il totale ripristino dei luoghi.

In tre (che poi hanno votato contro il parere) hanno chiesto che venisse scritta a verbale la mancanza della relazione paesaggistica (che al comune cittadino viene chiesta anche per l'installazione di una canna fumaria ) per verificare la compatibilità con luoghi e vincoli. È stato messo a verbale anche la mancanza di garanzie di ripristino dei luoghi e il fatto che la semplice "sovrapposizione" dei prefabbricati rischiava di essere una farsa.

Un villaggio di 4-500 persone richiede infatti i servizi di un piccolo paese, con le fognature interrate, i sottoservizi, la corrente elettrica e ogni altra necessaria a condurre una vita normale.

giovedì 13 marzo 2008

Aumenta l'orario del distretto

Adesso rimarrà aperto per tre mattine e un pomeriggio

 

Da lunedì l'ufficio prenotazioni visite ed esami e pratiche amministrative del distretto di Pellestrina raddoppia il suo servizio. Dall'apertura al pubblico di due mattine settimanali, si passa a tre, più un pomeriggio. Una piccola vittoria in un periodo di tagli, conquistata grazie all'impegno dal consigliere di municipalità Alessandro Scarpa Marta e della commissione sanità, guidata da Stefania Brugnera.

Il problema era sorto perché i residenti lamentavano l'insufficienza del servizio, a volte interrotto per mancanza di personale, che creava lunghi tempi di attesa per le prenotazioni delle varie prestazioni. Scarpa, ha inviato immediatamente una lettera al dott. Salvatore Cucca, e al dott. Lino Spinosa, rispettivamente direttore e responsabile del distretto socio sanitario del Lido- Pellestrina , illustrando la situazione e nei giorni scorsi è arrivata la comunicazione del cambiamento.

«E' una delle richieste comprese nel pacchetto dell'ampliamento dei servizi per l'isola - afferma Stefania Brugnera - che ha portato avanti anche la commissione. La situazione socio-sanitaria di Pellestrina , è molto complessa e delicata, perché stiamo parlando di un'isola, carente di molti servizi essenziali. Il nostro interesse per questa parte di territorio è sempre viva, anche se i tempi per l'attuazione delle richieste rimangono lunghi». Grande soddisfazione esprime Alessandro Scarpa: «è una piccola conquista, importante comunque per la gente». L'ufficio prenotazioni funziona il lunedì' dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, il mercoledi' e il venerdi' dalle 9 alle 12.

Annalisa Busetto

domenica 9 marzo 2008

«Ecco i danni alla riva vicino al cimitero»

 

Voragini sull'argine della laguna, nella zona sud dietro il cimitero di Pellestrina . A denunciarlo è il consigliere di Municipalità Alessandro Scarpa Marta, che ha inviato una lettera al Magistrato alle Acque, corredata da alcune fotografie.

La zona in questione è già stata oggetto di interventi abbastanza recenti, ma, a quanto pare, non sono stati risolutivi. «Avevo sollevato questa problema - dice Scarpa - un mese fa, in un incontro avvenuto tra comune e municipalità in sede al Magistrato, dove si era affrontato la tematica della spiaggia dell'isola. Nessuno sapeva nulla, ma nessuno, in questo mese, si è curato di conoscere la situazione». Che invece, come appare nelle foto è abbastanza grave. «Soprattutto perché - continua Scarpa - quella strada è parecchio trafficata e le voragini continuano ad ingrandirsi. Anch'io, quando mi sono avvicinato per fotografarle, ho rischiato di cadere, perché continuano a franare e ad allargarsi».

La zona in cui si sono formate è l'argine della strada che la gente attraversa per andare a Ca' Roman, quindi sempre utilizzata, e proprio nella riva si posizionano i pescatori hobbisti con le loro canne. «Certo, se uno vede non si avvicina - commenta ancora Scarpa - ma a volte anche la curiosità fa brutti scherzi». Strano destino quello di questa porzione dell'isola, sempre rimasta nel dimenticatoio perché lontana dal centro abitato; prima, per diverso tempo cantiere, poi diventata un immenso immondenzzaio, centro di scarico abusivo di inerti e mobili, situazione a cui l'assessorato all'Ambiente, dopo un paio d'anni di proteste da parte della cittadinanza e dei politici locali, sta ponendo fine proprio in questi giorni con opere di bonifica e rimozione. Ora le voragini. E pensare che la porzione di verde, se minimamente curata ed attrezzata, potrebbe far diventare questa zona di frontiera in un luogo di sosta e anche di gioco. «Io non accuso nessuno - conclude Scarpa - mi infastidisce però vedere che i lavori vengono realizzati in questo modo, a spese della collettività, e poi nessuno controlla se sono stati fatti bene o male. E cosa ancor più irritante, capire che nessuno, ripeto nessuno, ha il polso della situazione».

Annalisa Busetto

 

sabato 8 marzo 2008

Da Guidi a Risi, ma Vittoria resta la pornostar di Pellestrina


 

E alla fine Vittoria, maggiorata veneziana, una laurea all'Accademia di belle arti nel cassetto e un passato a vendere case in un'agenzia immobiliare, è diventata una pornostar a tutto tondo. Ed è la star del Mi-Sex, la sagra del porno iniziata ieri sera a Milano e giunta alla quattordicesima edizione. Una scelta di vita, quella di entrare nel mondo dell'hard attorno ai trent'anni (più o meno, ma non si chiede l'età a una signora), segnata anche da un cambiamento di nome. Finora la conoscevamo tutti come Vittoria Guidi, e sapevamo che aveva partecipato al Mi-Sex dell'anno scorso per farsi un'idea sul mondo dell'hard. Ora, dopo averci ragionato su un po' di mesi, ha cambiato nome in Vittoria Risi, quasi a segnare, parole sue, "un mutamento di personalità". E a dicembre ha girato in Spagna il suo primo porno, dal titolo Barcellona in love. Ma anche se il nome è cambiato restano le polemiche e le battute salaci, inevitabili, tra chi la conosceva a Pellestrina . Anche se leggendo i commenti degli abitanti dell'isola presenti sulla rete, l'aria che tira è più quella dell'ammirazione verso la paesana che ha sfondato che le accuse moralistiche per una scelta tanto forte. E soprattutto tra i ragazzotti di Pellestrina , i più attivi a inserire commenti nei blog, sono ben altri i sentimenti che traspaiono verso la loro conterranea. «Finalmente posso esprimere la mia personalità perché mi piace piacere - dice Vittoria che sul suo sito si definisce "eroina e pittrice" - ma l'altra mia grande passione è la pittura, con la quale cerco di far piacere la mia anima». E al Mi-Sex Vittoria ha portato anche un po' dei suoi quadri. Non si sa mai.

Pl.T.


 

venerdì 7 marzo 2008

Modifiche alla viabilità

 

Per quasi tre mesi, da lunedì prossimo, in arrivo modifiche alla viabilità di Pellestrina . I cambiamenti partiranno ufficialmente da lunedì 10 marzo fino al 6 giugno prossimo e riguarderanno il traffico in Strada della Laguna, nel tratto compreso dall'altezza del civico 645 fino al numero 681. In questa zona, vista la richiesta da parte di Insula, entrerà in vigore il divieto di transito e di sosta dei veicoli, con rimozione forzata in entrambi i sensi. Verrà però sempre garantito il passaggio pedonale e il transito delle bici con sempre una corsia di larghezza minima di 1,5 metri.

 

martedì 4 marzo 2008

In coda a Pellestrina per vedere il filmino pirata con la concittadina pornostar Vittoria Guidi



La proiezione di un film hard della pornostar di Pellestrina
, Tiziana, conosciuta da tutti con il suo nome d'arte, Vittoria Guidi,
da alcuni giorni ha sconvolto la tranquilla vita
dell'isola. In realtà
la distribuzione del filmato sarebbe vietata in Italia e consentita
solo in Spagna. Ma alcuni suoi giovani compaesani, utenti della rete e
quindi esperti navigatori, sono riusciti comunque ad entrare in
possesso di una copia. Che rapidamente ha fatto il giro dell'isola, tra
semplici curiosi, amici e fans della ragazza pellestrinotta, ormai
assurta quasi al ruolo di diva.

Alcuni
di questi ragazzi, la scorsa settimana, un po' per gioco un po'
realmente incuriositi dalla visione del filmato, hanno così organizzato
una proiezione "segreta". Il film è stato mostrato, come evento
privato, all'interno di un locale pubblico. Nessun biglietto d'ingresso
o spettacolo a pagamento, anche perché a Pellestrina un cinema non c'è.

Ma
rapidamente la notizia ha fatto il giro dell'isola e, in pochi istanti,
la sala si è riempita, quasi fosse uno spettacolo vero e proprio, con
tutti i requisiti del caso. Un grande successo, raccontano i presenti.
Tanto che l'altro giorno in isola, ma anche al mercatino del martedì
Lido, non si parlava altro. E Pellestrina
si è subito divisa in due fazioni: chi ha accolto con favore
l'iniziativa, e chi invece ha criticato il fatto che un film di quel
genere, decisamente a luci rosse, fosse proiettato in un locale
pubblico. Anche, e forse proprio per questo, se la protagonista è una
compaesana. Qualcuno, tra i contrari, ha anche chiesto l'intervento
delle forze dell'ordine per capire che cosa stesse succedendo. I
responsabili dell'iniziativa hanno spiegato che si trattava di
un'iniziativa privata, e così la cosa si è risolta. In paese
impossibile trovare conferme sul luogo dove sia avvenuta la proiezione,
ma poi c'è chi ammette: «Il dvd c'è e sta girando anche a Pellestrina . C'è notevole richiesta, tanto che ora qualcuno sta pensando di proiettarlo in alcuni locali pubblici».

Lorenzo Mayer

domenica 2 marzo 2008

Poesia in dialetto Torna il Murazzo

 Opere da spedire entro il 19 aprile

 


L'associazione culturale-sportiva di Pellestrina "Il Murazzo", attualmente "orfana" per la scomparsa, avvenuta lo scorso mese, del suo presidente Ottorino Fongher, propone il tredicesimo Premio biennale di poesia in dialetto veneto.Nato nei primi anni '80 per il desiderio e con l'impegno di mantenere viva la forza espressiva e il patrimonio culturale del dialetto, e per stimolare alla conoscenza del territorio veneto cui la lingua dialettale è profondamente legata, il Premio è giunto sino ad oggi invariato nella forma, ma animato e partecipato come agli inizi. Si tratta di un concorso biennale di poesia veneta, a tema libero, aperto a tutti. «Ogni partecipante dovrà inviare una sola poesia inedita, con l'indicazione della località del triveneto da cui proviene, e contraddistinta da un motto - spiegano all'associazione "Il Murazzo" -. La busta da spedire dovrà contenere: la poesia col solo motto prescelto, un'altra busta più piccola chiusa, contrassegnata esternamente dal medesimo motto, all'interno del quale saranno riportati i dati anagrafici dell'autore ed una sua dichiarazione di poesia inedita debitamente controfirmata».Il tutto dovrà pervenire entro il 19 aprile alla segreteria del comitato organizzatore: Giovanni Scarpa Stella, sestier Scarpa 1023/m 30126 Pellestrina -Venezia, con numero telefonico 0451967644. La giuria, composta dal presidente, Giovanni Busetto, da Giannarosa Vivian, Rossella Favero, Mario De Biasi, Federico Fontanella, Otello Vianello e Riccardo Vianello Buba, esaminerà i lavori presentati e distribuirà, secondo tradizione remiera, quattro premi: il Murazzo d'oro, il Murazzo d'oro-argento, il Murazzo d'argento e il Murazzo di bronzo. Vi saranno poi cinque segnalazioni e, a discrezione della giuria, possibili premi per particolari testi di carattere locale.Una sezione particolare sarà poi dedicata alle composizioni presentate dagli alunni della locale scuola elementare e media. A tutti gli studenti verrà consegnato un diploma di partecipazione, mentre le due opere migliori, sia delle elementari che delle medie, riceveranno una targa ricordo. L'appuntamento per le premiazioni è sabato 31 maggio alle 17.30 presso la sede dell'associazione in sestier scarpa 913.

Annalisa Busetto

sabato 1 marzo 2008

De Poli, navi ora in regola. Tolto il sequestro

 

Via i sigilli dalle navi dei cantieri De Poli. Il sostituto procuratore Gianni Pipeschi ha disposto ieri il dissequestro delle due navi in costruzione nei cantieri De Poli di Pellestrina , dopo gli interventi di adeguamento effettuati per rispondere alle contestazioni che avevano portato allo stop dei lavori.

Tutto è iniziato con il sopralluogo di Spisal, Vigili del fuoco, Arpav, Ispettorato del lavoro e Forestale, martedì scorso ai cantieri navali di Pellestrina . Ispezione che ha fatto scattare il provvedimento di sequestro per una gasiera e una chimichiera in corso di costruzione. «Un sequestro parziale riguardante solo queste due navi e non l'intero cantiere - precisa Alessandro Rampinelli, legale dei cantieri De Poli - e che è stato revocato grazie agli adeguamenti che l'azienda ha eseguito in appena un paio d'ore. Non si trattava affatto di problemi strutturali, ma di supposte violazioni dovute in particolare al problema irrisolto di mettere assieme le convenzioni internazionali e le norme italiane sulla sicurezza sul lavoro. Le prime stabiliscono che certi tipi di navi debbano essere fatte un certo modo, mentre le seconde in qualche modo "interferiscono" con queste direttive. Detto questo, teniamo a precisare che i cantieri De Poli continuano a garantire ogni attenzione in tema di sicurezza sul lavoro».

Il problema era sorto a proposito di un parapetto non in regola che è stato tempestivamente rimontato, e di una scaletta che serve per accedere in una stiva. Per lo Spisal questa scaletta doveva essere montata in un modo diverso, ed anche qui sono state apportate le modifiche richieste in tema di sicurezza, come hanno constatato gli stessi ispettori tornati giovedì a Pellestrina per verificare la "piena ottemperanza" del cantiere rispetto alle contestazioni mosse martedì scorso. Contestazioni che, secondo quanto si mormora a Pellestrina , avrebbero riguardato anche alcuni operai che mangiavano un panino in mezzo al cantiere e non in sala mensa, facendo pensare ad una sorta di "mano pesante" della Procura in tutta questa vicenda.

Una versione che viene comunque pienamente smentita negli ambienti della Procura veneziana. «Stiamo tenendo sotto controllo con particolare attenzione i cantieri di Pellestrina sul fronte della sicurezza a seguito dei due incidenti mortali avvenuti la scorsa primavera, sui quali è aperta un'inchiesta - hanno spiegato gli ispettori -. Il fatto che si sia potuto procedere al dissequestro delle navi significa che, rispetto a due giornifa, oggi abbiamo un cantiere in linea con gli standard di sicurezza. E questa è sicuramente una cosa positiva».

F.F.