lunedì 31 luglio 2006

Festa della Madonna dell'Apparizione

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI

 

 

SABATO 29 LUGLIO

 

- ORE 11.00  Inaugurazione della mostra "L'INCANTEVOLE CARITà" presso la scuola elementare B. Zendrini


 

 

MARTEDì 1 AGOSTO

 

- ORE 21.00  Presentazione filmato sulle tegnue

 

 

MERCOLEDì 2 AGOSTO

 

- ORE 19.00  Partenza del pellegrinaggio da Santa Maria del Mare proposto dai giovani dell'isola


- ORE 21.00  Prosecuzione del pellegrinaggio con partenza dalla casa natale di Natalino de Mutti alla Chiesa di Ognissanti


 


 


GIOVEDì 3 AGOSTO


 


- ORE 18.00  Semifinali calcetto e ping pong


- ORE 21.00  "LA BELLA E LA BESTIA" rappresentazione teatrale proposta dai bambini del Laboratorio Teatrale della scuola primaria B. Zendrini di Pellestrina


- ORE 23.00  Serata per i giovani. Discomusic con il DJ Davide Gavagnin


 


 


VENERDì 4 AGOSTO


 


- ORE 11.00  S. Messa solenne presieduta da S.Ecc.Mons. Angelo Daniel, vescovo di Chioggia con la partecipazione delle autorità


- ORE 18.00  Regata su caorline (Ass. Remiera Pellestrina)


- ORE 19.00  Finali torneo calcetto ping pong


- ORE 21.00  Concerto dei FORMULA TRE


 


 


SABATO 5 AGOSTO


 


ORE 17.00  Pomeriggio sportivo con torneo di calcio e pallavolo


ORE 17.30  Dimostrazione su kajak


ORE 18.00  Regata su mascarete (Ass. Remiera Pellestrina)


ORE 21.00  Serata danzante con l'orchestra MARCO E IL CLAN


ORE 22.00  Premiazioni torneo calcetto e ping pong


 


 


DOMENICA 6 AGOSTO


 


ORE 11.00  S.Messa Solenne


ORE 16.00  Regata dei giovani su pupparini


ORE 17.00  Regata delle donne su mascarete


ORE 18.00  Regata dei campioni su pupparini


ORE 21.00  Serata danzante con il complesso NUOVA ORIGINE


ORE 23.30  Lotteria


ORE 24.00  Spettacolo pirotecnico


 

domenica 30 luglio 2006

Pesca, tregua in attesa del responso romano

I caparozzolanti hanno sospeso la protesta. Domani vertice in Prefettura sull’area che Pecoraro Scanio dovrebbe concedere

 

(S.T.) Per i caparozzolanti di Pellestrina domani sarà il giorno del giudizio: ieri hanno tenuto assemblea, e hanno deciso di fare un atto di fiducia verso la Prefettura, dove domani ci sarà un vertice. Hanno stabilito di soprassedere, per ora, a proteste clamorose per attendere il giudizio, appunto, del ministero dell'Ambiente che domani permetterà o meno la pescare nella zona della Marotta, l'unica nella quale a questo punto sua possibile condurre quella campagna emergenziale di pesca gestita che dovrebbe dare ai pescatori una boccata d'ossigeno in attesa del passaggio all'allevamento. La palla è in mano al ministro, Alfonso Pecoraro Scanio.

Nelle settimane trascorse, i pescatori sono passati di illusione in disillusione: prima gli è stato detto dalla Provincia che sarebbero potuti andare a lavorare in una sessantina di ettari nei pressi del Bacàn, e poi si è scoperto che l'area era piccola come un pugno; poi è stata loro assegnata l'area di Sottoventi, tra il Canale dei Petroli e la coda del Melison, impraticabile per le alghe; infine, tre giorni fa, dopo la clamorosa manifestazione che ha coinvolto Mestre e Venezia, è stata loro promessa l'area del Tombolino (tra il ramo San Leonardo e la coda Melison), ma l'altroieri la Regione ha dato il suo niet, perché l'area non è classificata dal punto di vista igienico sanitario.

Resta la Marotta (tra Canale dei Petroli e Canale Fisolo), dove giorni addietro i caparozzolanti hanno fatto un blitz: un'area sufficientemente ampia (un centinaio di ettari), classificata, ricca, ma negata dal ministero dell'Ambiente, per il rischio di perdita di sedimenti. L'altroieri, però, con la mediazione del prefetto, Guido Nardone, che ha convocato un vertice, la posizione del ministero dell'Ambiente è stata ammorbidita, anche a fronte dell'impegno dei caparozzolanti a comprare loro le cosiddette "panne Boston", usate nel porto statunitense per ricatturare il sedime messo in sospensione.

Ieri mattina, la presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, è andata a dire questo ai suoi associati, ed è riuscita a convincerli a restare tranquilli fino a domani. «Il prefetto - ha spiegato - ha riconosciuto che il nostro è anche un problema sociale, si è molto impegnato, e tutti hanno capito che gli si deve dare fiducia». Oltretutto, ha aggiunto, ora tutti sanno che alla Marotta non vi sono più alternative, neppure il Tombolino che era stato proposto dalla Provincia, e non chiesto dai pescatori, e ciò mette tutti davanti alle proprie responsabilità.

Le "panne Boston" non potranno arrivare prima di un paio di mesi, ma intanti i pescatori hanno proposto essi stessi di lavorare solo con la crescente, in modo che il sedimento mosso vada verso la laguna centrale e non esca in mare. «Con queste condizioni - ha concluso Gina Tiozzo - speriamo che il ministero dell'Ambiente ci consenta di lavorare».

Scoperchiato il palasport

PELLESTRINA La struttura, nuova di zecca, deve essere ancora inaugurata

 

Il fortunale di venerdì sera, si è abbattuto con estrema violenza anche su Pellestrina . Momenti di terrore in alcune abitazioni, che hanno riportato danni sui tetti, giardini distrutti, abitazioni ed imbarcazioni ancorate alla riva, allagate dalla pioggia e dalle onde della laguna. Il bilancio alla fine comunque non è stato disastroso, poiché non vi sono stati danni su persone. Numerosi alberi, per lo più tamerici, sono caduti, soprattutto nella zona verde dinnanzi il campo sportivo di S.Pietro in Volta e nel parchetto di fronte. Un altro grosso albero sul spartitraffico in sestier Scarpa, mentre grossi rami spezzati si sono trovati dappertutto: nelle aiuole di piazzale Zendrini e nel camminamento del murazzo, nelle zone verdi dell'area Piovini, e nella cavana di S.Pietro. Divelte alcune recinzioni di privati, mentre nel palazzetto dello sport a Portosecco, nuovo di zecca, ancora da inaugurare, il vento ha letteralmente strappato la guaina che ricopriva il tetto. Subito è intervenuto il gruppo di protezione civile dell'isola, che ha messo in sicurezza le zone più pericolose. Un grosso ramo spezzato è stato asportato anche dal giardino della scuola Zendrini, dove doveva avvenire l'inaugurazione delle mostre per la festa della Madonna dell'Apparizione.

Annalisa Vianello


 

Una mostra sulla carità per la festa della Madonna dell'Apparizione

È stata inaugurata ieri mattina, nelle stanze della scuola elementare Zendrini a Pellestrina , la mostra "L'incantevole Carità", che segna l'apertura dei festeggiamenti per la ricorrenza della Madonna dell'Apparizione. E, per la festa più sentita dell'isola, devotissima all'avvenimento legato all'apparizione mariana, avvenuta il 4 agosto 1716 ad un umile adolescente del posto, Natalino Scarpa De Muti, in un contesto storico segnato dalla guerra tra Venezia (che dopo l'apparizione risulterà vincitrice) e l'impero Ottomano, anche quest'anno, come ormai è consuetudine, il "Comitato Festeggiamenti" ha proposto una mostra molto legata allo spirituale. Il filo conduttore è la carità: quella di San Camillo De Lellis, protettore degli ammalati, dell'Unitalsi, che ogni anno porta centinaia di volontari a Lourdes, e di Padre Olinto Marella, pellestrinotto in odore di santità. E come appendici, un'esposizione fotografica dei cent'anni di calcio della squadra del Pellestrina , il cui fondatore fu proprio don Olinto Marella, un'esposizione di merletti realizzati con il tombolo, e per ultimo, una serie di fotografie sulle tegnue. La festa dell'Apparizione, a differenza delle numerose sagre che si susseguono nell'isola durante l'estate, è molto più legata all'aspetto sacro, anche se il calendario degli appuntamenti sportivi e goderecci è assai nutrito. Ecco il programma. 1 agosto: alle 21, piazza Ognissanti, filmato sulle tegnue; il 2, alle ore 19, pellegrinaggio da S.Maria del Mare alla casa natale di Natalino Scarpa de Muti, fino alla chiesa di Ognissanti; il 3, alle 18 semifinali di calcetto e ping pong; alle 21 "La bella e la Bestia", rappresentazione teatrale dei bambini della scuola Zendrini, e alle 23 musica e balli con il dj Davide Gavagnini; il 4, alle 11, messa solenne presieduta dal vescovo di Chioggia monsignor Angelo Daniel. Alle 18, regata su caorline, alle 19, finali del torneo di calcetto e ping pong. Alle 21, concerto dei Formula Tre; il 5, alle 17, torneo di calcio e pallavolo, e dimostrazione su kajak, alle 18 regata su mascarete, alle 21 ballo con l'orchestra "Marco e il Clan", alle 22 premiazioni dei tornei; il 6 alle 11 liturgia solenne, alle 16 regata comunale dei giovani su pupparini, alle 17 regata delle donne su mascarete e alle 18, regata dei campioni su pupparini, alle 21 serata danzante con il gruppo "Nuova origine", alle 23.30 lotteria, alle 24 spettacolo pirotecnico. Tutte le manifestazioni si svolgeranno in piazza Ognissanti, poiché il santuario dell'Apparizione e il relativo piazzale non sono agibili. Durante i festeggiamenti funzionerà uno stand gastronomico che offrirà piatti tipici locali. La mostra rimarrà aperta sino a domenica 6, con i seguenti orari: sabato, domenica e il 4 agosto, 9.30-12.30 e 18.30-23.00, giorni feriali: 18.30-23.00. Sarà attivo un servizio di visita guidata. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito www.comitato-apparizione.it.

Annalisa Vianello

sabato 29 luglio 2006

La Cavana: «Siamo pronti a comprare le panne Boston»

LE REAZIONI Cauto ottimismo tra tutti i partecipanti dell’incontro convocato dal prefetto Nardone per trovare una soluzione al problema suscitato dalla Regione

Il presidente Zoggia: «Questo impegno dei pescatori di Pellestrina è un segnale importante di attenzione verso l’ambiente»

 

«Speriamo lunedì». Il presidente regionale di Federcoopesca, Enzo Fornaro, è stato molto cauto nel commentare l'esito della riunione convocata dal prefetto, Guido Nardone, ma ha pure lasciato trasparire un certo ottimismo, che si è colto anche nelle parole degli altri partecipanti alla riunione. Al vertice erano presenti anche Antonio Gottardo (Lega pesca), Giorgio Vidal (pescatori Burano), la presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, il presidente della Provincia, Davide Zoggia, col presidente e il direttore del Gral (braccio operativo della Provincia per la pesca), Dino Lazzarotto e Giuseppe Chiaia.

«Una riunione molto serena - ha raccontato Gina Tiozzo - grazie anche al prefetto che ha riconosciuto l'esistenza di un problema sociale al quale va data soluzione». La Cavana, ha confermato Gina Tiozzo, ha già ordinato in America le famose "panne Boston", al prezzo di circa 300 milioni di euro, e questo atto di buona volontà dovrebbe spingere il ministero dell'Ambiente a concedere, magari con qualche prescrizione, la pesca nella Marotta.

Toccherà proprio a Gina Tiozzo, stamane, l'ingrato compito di informare i pescatori, che già credevano da lunedì di tornare a pescare, del niet della Regione e delle trattative in corso col ministero dell'Ambiente, ma la presidente della Cavana non sembra temere reazioni incontrollabili. «Il Tombolino - ha spiegato - non l'avevamo chiesto noi: volevamo la Marotta, e stiamo per ottenerla. Questa volta - ha infatti aggiunto - grazie al prefetto, ma anche alla buona volontà del presidente Zoggia, vedo una concretezza diversa, che mi fa essere fiduciosa».

Moderatamente ottimista anche Zoggia. «Non mi fido più a dire che andremo certamente in porto - ha commentato - ma la strada mi pare percorribile, Mascazzini punta molto sulle panne, e l'impegno dei caparozzolanti di Pellestrina a comprarle loro è un segnale importante di attenzione a certe problematiche ambientali. Da parte di tutti - ha aggiunto Zoggia - c'è la consapevolezza che la pesca è ormai un problema anche di ordine sociale».

Sulla vicenda è intervenuto con una nota anche il presidente del consiglio comunale di Venezia, Renato Boraso (Fi), augurandosi che il ministero dell'Ambiente consenta la pesca nella Marotta. «È evidente - ha scritto - che non si può andare avanti in questo modo, e che questi nostri cittadini, nonché responsabili di aziende e dipendenti, hanno il diritto di lavorare».

S.T.

Caparozzolanti, la Regione boccia la Provincia

Il Tombolino non è classificato dal punto di vista igienico-sanitario, il prefetto Nardone propone l’area Marotta

 

Sul fronte della pesca ieri si è vissuta un'altra giornata di passione, però tutta consumata nelle felpate stanze della Prefettura e non in laguna. Per tutto il giorno i pescatori sono anzi rimasti all'oscuro di quanto stava avvenendo, perché altrimenti li avremmo già rivisti in Bacino San Marco, e non è detto che ciò non avvenga oggi.

Il fatto è che ieri mattina la Regione ha bocciato di brutto la determinazione della Provincia che consentiva ai caparozzolanti di Pellestrina di andare a pescare nel Tombolino, e che il giorno prima aveva posto fine alla protesta dei vongolari che avevano bloccato il traffico a Mestre e poi avevano occupato con le loro vibranti il Bacino San Marco.

I pescatori chiedevano di poter lavorare, ma il Tombolino (tra il ramo sud del Melison e il Canale che va a San Leonardo) non è classificato dal punto di vista igienico sanitario, e l'altroieri il problema era stato aggirato con due ordinanze dei sindaci di Mira e di Venezia, sotto la cui competenza ricade l'area, che per ragioni di ordine pubblico avevano dichiarato temporaneamente idonea alla molluschicoltura la zona.

Ieri mattina sull'accordo è calata la mannaia della Regione, sotto forma di una diffida ai servizi veterinari delle Ulss di Venezia e Dolo - Mirano inviata da Giovanni Vincenzi, dirigente del Segretariato regionale Sanità e Sociale. «Si raccomanda alle SS.LL - il testo - la necessità che vengano adottate tutte le misure indispensabili atte a impedire l'immissione sul mercato di "vongole veraci" provenienti da aree non classificate». La pesca nell'area del Tombolino, ha aggiunto, «risulta non ammissibile».

Visto quanto accaduto l'altroieri, il prefetto, Guido Nardone, non ha perso un minuto a convocare una riunione con i vertici delle organizzazioni dei pescatori e con la Provincia, vertice che si è concluso verso sera con una possibile alternativa di pesca, finora inutilmente molto ambita dai caparozzolanti: la Marotta. Un'area di 100 ettari tra il Canale dei Petroli e il Canale Fisolo, idonea dal punto di vista igienico sanitario e ricca di vongole, ma vietata dal ministero dell'Ambiente per l'alto rischio di perdita dei sedimenti dovuta alla pesca con le vibranti.

Sembra, infatti, che il direttore generale del Ministero, Gianfranco Mascazzini, sia stato convinto a revocare il divieto a fronte dell'impegno, già ufficializzato dai caparozzolanti di Pellestrina , di comprare loro negli Stati Uniti le cosiddette "panne Boston" necessarie per ricatturare il sedimento disperso dalla pesca. Lunedì la risposta ufficiale, nel giorno in cui, invece, i pescatori credevano di poter andare a lavorare al Tombolino. Spetterà alla presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, il difficile compito, oggi, di informarli della situazione e di tenerli a freno.

Silvio Testa

venerdì 28 luglio 2006

Eliminatorie a Pellestrina

Svolte ieri pomeriggio le batterie per assegnare i ruoli relativi alla regata di Pellestrina , di domenica 6 agosto: categorie Giovanissimi e Uomini su pupparini a due remi, Donne su mascarete a due remi. I giovanissimi si sono dati battaglia solo per stabilire chi farà da riserva, toccata a Mattia Vianello e Nicola Vianello). La batteria è stata vinta da Samuele Busetto e Alessandro Pompeo, che gareggeranno assieme a Mattia Baldin e Dario Massaro, Alessandro Fongher e Alvise Scarpa, Alessandro Iobbi e Matteo Enzo, Francesco Lazzarini e Alberto Berton, Andrea Maggiolo e Tobia Barina Silvestri, Tobia Pagan e Marco Visconti, Tobia Paties e Davide Bonapersona, Simone Schiavo e Daniele Pinton.Due le batterie per le donne e diritto di ruolo per Elena Costantini e Mariangela Vio, vincitrici della scorsa regata di Pellestrina . Prime delle eliminatorie: Gloria Rogliani e Debora Scarpa; Valentina Tosi e Germana Zanella. A seguire, a Pellestrina ci saranno Cristina Montin e Romina Catanzaro, Rossana Scarpa e Erika Lamparelli, Maela Zancan e Vally Zanella, Maika Busato e Martina Vianello, Anna Campagnari e Erika Zane, Nausicaa Cimarosto e Rossana Nardo; riserva: Gabriella Lazzari e Elisabetta Martini.

Gli uomini si sono affrontati in tre batterie. Assenti Gianpaolo D'Este e Ivo Redolfi Tezzat, vincitori della scorsa edizione ma messi fuori ruolo per somma di richiami, le eliminatorie sono state dominate da Loris Tagliapietra e Maurizio Rossi, Rudi Vignotto e Igor Vignotto, Roberto Angelin e Gaetano Bregantin. Con queste tre coppie si sfideranno Guglielmo Marzi e Tiberio Sabbadin, Renzo Savoldello e Luca Ballarin, Franco Dei Rossi e Diego Seno, Pierfrancesco Marchesini e Marino Massaro, Andrea Bertoldini e Martino Vianello, Gianni Busetto e Roberto Busetto. Riserva come migliori quarti delle batterie: Fabio Zane e Sandro Tagliapietra.

Intanto, in merito alla Regata del Redentore, La Commissione Tecnica ha respinto il ricorso presentato da Rudy e Igor Vignotto, considerando che durante tutta la regata non vi sono state da parte di Gianpaolo D'Este e Ivo Redolfi Tezzat azioni tali da recare danno ai ricorrenti. I Vignotto sono ricorsi in appello.

Tullio Cardona

Sessanta pescherecci invadono il Bacino

I VONGOLARI IN LAGUNA

 


Le prime "vibranti" sono arrivate in Bacino San Marco verso le 17. Le barche con le quali i pescatori di Pellestrina raccolgono i "caparozzoli" in laguna erano oltre 60, e venivano dal Canale Brentella di Porto Marghera dove erano state ormeggiate fin dal primo mattino in attesa che la Provincia rilasciasse un permesso per pescare le vongole in un'area della laguna. Dopo aver manifestato anche su via della Libertà, bloccando il traffico, i pescatori hanno puntato sul palcoscenico più grande: il cuore di Venezia. Per un po' le barche hanno girato su e giù per il Bacino, poi si sono dirette verso l'imbocco del Canal Grande, ormeggiandosi in Punta della Dogana, vicino alla Salute. La navigazione non è stata bloccata perché i pescatori hanno lasciato libera almeno metà della sezione del Canal Grande, ma la tensione, sottolineata dal continuo suonare delle sirene di bordo e da alti getti d'acqua, era palpabile.«Se non arriva l'ordinanza - ha chiaramente minacciato un pescatore - occupiamo il Canal Grande: a bordo abbiamo ferri e coltelli, siamo sicuri come a casa nostra, non ci può mandare via nessuno». A sorvegliare la protesta, un ampio spiegamento di forze dell'ordine, ma finanzieri, carabinieri, poliziotti, vigili non hanno avuto ragione di intervenire: la manifestazione, infatti, si è mantenuta nei suoi limiti diventando anzi un'ennesima occasione di attrazione turistica. Sui vaporetti, infatti, i "foresti" si sporgevano per fotografare i pescatori, molti a torso nudo e tatuati, mentre i motoscafi con comitive di giapponesi e i gondolieri continuavano a passare come niente fosse. I pescatori, sempre più accaldati, sempre più stanchi (in barca dalle 6 del mattino) e tesi, hanno aspettato l'esito delle trattative in corso in Provincia, conclusesi con l'attesa concessione di un'area da pesca. «È stato un attacco criminale», ha duramente polemizzato l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini. «Solimini si deve dimettere: la sua incompetenza ha portato i pescatori all'esasperazione», ha replicato la presidente del Consorzio dei pescatori pellestrinotti La Cavana, Gina Tiozzo "Semolante".

L'accordo non ha soddisfatto del tutto i caparozzolanti, ma dopo una animata assemblea in Campo alla Salute, i pescatori hanno comunque levato gli ormeggi e sono tornati a Pellestrina .

Silvio Testa

Accordo sul Tombolino ma la rabbia rimane

I pescatori dovranno turnarsi su 30 ettari di laguna, al massimo 60 chili al giorno: «Xe poco, xe niente»

 


I pescatori volevano Marotta e Tombolino, e hanno avuto solo il secondo, ma già da oggi potranno tornare a pescare per 45 giorni. Una boccata d'ossigeno, in attesa che Magistrato alle Acque, Regione, Provincia, sblocchino altre aree per dei periodi emergenziali di pesca gestita che accompagnino i caparozzolanti nel trapasso verso l'allevamento.

Il clima è tesissimo, e se la Provincia accusa i pescatori di «attacchi criminali», i caparozzolanti replicano chiedendo la testa dell'assessore alla Pesca, Luigi Solimini, e del direttore del Gral (il braccio operativo della Provincia per la pesca), Roberto Chiaia. «Dilettanti allo sbaraglio», ha accusato la presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, affermando che la colpa della protesta dei pescatori è solo loro. «È da 8 giorni - ha sostenuto la Tiozzo - che stiamo cercando di affrontare questo problema, e se si è risolto solo ora è per la manifesta incapacità di Chiaia e Solimini, che hanno portato la categoria all'esasperazione, e che ora si devono dimettere».

Per la pesca emergenziale, la Provincia aveva assegnato ai caparozzolanti di Pellestrina l'area di "Sottoventi", tra il Canale dei Petroli e il ramo sud del Melison, risultata poi poco produttiva perche tappezzata di alghe. I pescatori hanno puntato alla Marotta (tra Canale dei Petroli e Canale Fisolo), classificata dal punto di vista igienico sanitario ma non concessa dal Magistrato alle Acque per il rischio di perdita di sedimento, e al Tombolino. Un'area di appena 30 ettari, tra il ramo sud del Melison e il canale che porta a San Leonardo, ricca di vongole, ma non classificata.

La caratterizzazione spetta alla Regione, ma ci vogliono 3 mesi, così ieri, anche "grazie" alla protesta, si è cercata un'altra strada: i sindaci di Mira (27 dei 30 ettari del Tombolino) e di Venezia hanno emesso due ordinanze «indifferibili e urgenti» per ragioni di ordine pubblico, dichiarando provvisoriamente l'area idonea alla molluschicoltura, sotto la sorveglianza delle Ulss, e di conseguenza la Provincia ha potuto autorizzare già da oggi la pesca.

Al Tombolino, dunque, per 5 giorni alla settimana potranno andare 40 vibranti di Pellestrina alla volta. Dato che le barche sono 93, i caparozzolanti dovranno turnarsi, lavorando dunque 3 giorni in una settimana e 2 giorni nella successiva, portando a casa 60 chilogrammi di prodotto a testa per uscita. «Xè poco, xè niente», hanno mugugnato.

In prospettiva, l'area buona è la Marotta, ma per pescare serviranno le cosiddette "panne Boston", che impediscono la dispersione dei sedimenti. Dovrebbe comprarle il Gral, ma non ha soldi. «Le abbiamo comprate noi, le affitteremo al Gral», ha annunciato in modo sarcastico Francesco Ballarin "Sgarbi", uno dei pescatori. «Vorrà dire che invece che essere tutelati noi dal Gral, saremo noi a sostenerlo», ha concluso Nicola Scarpa, consigliere della Cavana.

S.T.

Ok della Provincia: da oggi si pesca anche nel "Tombolino"

L’ACCORDO

 


(S.T.) La protesta dei caparozzolanti di Pellestrina ha origine nell'obiettivo che le autorità veneziane si sono date di accompagnare i pescatori, un po' col bastone e un po' con la carota, da una pesca di rapina a vere e proprie forme di allevamento. Negli anni ruggenti i caparozzoli erano l'oro nero della laguna, e i pescatori erano cresciuti di numero a dismisura (oggi, sono oltre 1300) mentre di pari passo la laguna si sfiancava: tornare indietro è l'unica strada sostenibile, ma a buoi scappati è impresa dura. Il passaggio all'allevamento, proposto dalla Provincia attraverso il Gral (Gestione risorse alieutiche lagunari), sembra comunque digerito dai pescatori, ma il problema è la fase transitoria, perché anche se il novellame delle vongole venisse seminato oggi, il prodotto non sarebbe commercializzabile prima di due anni. Ecco, dunque, che si devono autorizzare dei periodi emergenziali di pesca tradizionale, cosa che la Provincia ha fatto, indicando di concerto col Magistrato alle Acque due aree lagunari: una di 320 ettari attorno a Sacca Sessola, per i barchini di Chioggia; un'altra di un centinaio di ettari nei pressi del Canale dei Petroli per le "vibranti" di Pellestrina . Barche più grandi, che per pescare usano una sorta di rastrello sulla prua. La zona assegnata a Pellestrina , però, è risultata povera di prodotto, e i caparozzolanti hanno cominciato ad andare in fibrillazione. Tre giorni fa hanno pescato in un'area non autorizzata, e poi hanno chiesto la concessione di un'altra zona, confinante con la loro: si tratta del cosiddetto Tombolino, che però non è classificato dal punto di vista igienico sanitario, cosa che spetta alla Regione ma che vuole i suoi tempi (almeno 3 mesi). La tensione è salita, e la Provincia ha chiesto ai Comuni competenti, Mira e Venezia, di emettere due ordinanze, fondate su ragioni di ordine pubblico, per dichiarare temporaneamente idoneo alla molluschicoltura il Tombolino; il provvedimento doveva essere emesso ieri, e la tensione dei caparozzolanti è esplosa con manifestazioni in terraferma e a Venezia. In serata le ordinanze sono arrivate, e la Provincia ha autorizzato già da oggi e per 5 giorni alla settimana la pesca nel Tombolino, con 40 vibranti alla volta e 60 chilogrammi di pescato al giorno per persona.

Canal Grande, tensione senza incidenti

Una sessantina di imbarcazioni ha ormeggiato di fronte alla Salute. Tra gli sguardi dei turisti

 


Dopo la protesta in terraferma, i caparozzolanti pellestrinotti hanno scelto un palcoscenico che desse ancor più visibilità alla loro manifestazione: il Bacino di San Marco. Se in via della Libertà i pescatori hanno finito per bloccare più volte il traffico, nel cuore di Venezia sono stati invece più rispettosi, limitandosi a legarsi tutti "a lai" l'uno dell'altro in Punta della Dogana, lasciando almeno metà del Canal Grande libero alla navigazione. Ne è risultato qualche rallentamento, ma nessun blocco, e in sostanza nessun disagio per la città.

Gli animi, però, erano tesissimi, e se in serata non fosse arrivata la determinazione della Provincia che autorizza da oggi la pesca nel Tombolino (vedi servizio sotto), sarebbe nato il finimondo. «Blochemo el Canal, in barca gavemo feri e corteli, no' ne move nissuni», ha minacciato più di un pescatore.

Mentre i vertici del consorzio La Cavana attendevano nella sede della Provincia, a Mestre, il sospirato via libera alla pesca, almeno una sessantina di vibranti, lasciato il Canale Brentelle a Porto Marghera, ha imboccato il Canale Vittorio Emanuele, con rotta San Marco. Le prime imbarcazioni, quasi tutte blu, con le grosse ancore a poppa e gli ancor più grossi rastrelli a prua, sono cominciate ad arrivare in Bacino San Marco poco prima delle 17, con un grande spiegamento di Forze dell'Ordine: carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani, polizia.

Si è capito subito, però, che i pescatori non avevano ancora intenzioni davvero bellicose. «Ghe metèmo un poco de pevare nel dadrìo» ha infatti spiegato chiaramente uno di loro. Le vibranti si sono limitate a evoluire per un po' in Bacino, poi ordinatamente si sono avvicinate a Punta della Dogana, legandosi alla riva. Diverse hanno calato la "rasca" (pare che anche in Bacino, infatti, ci siano i caparozzoli...), dando fiato alle sirene e lanciando con le pompe grandi getti d'acqua verso il cielo.

Attorno, la vita cittadina è andata avanti come sempre, e perfino la protesta dei caparozzolanti è diventata un'attrattiva turistica: nei vaporetti, tutti i "foresti" si sporgevano da un lato per vedere meglio e fotografare i pescatori, coi loro tatuaggi e il loro animato gesticolare. Le "carovane" dei tassisti hanno continuato a passare cariche di giapponesi, i gondolieri a imbarcare turisti come niente fosse. E infatti è stato così. «Venezia ingoia tutto», ha commentato un capitano dell'Actv facendo lo slalom tra Calle Vallaresso e la Salute.

I caparozzolanti, quali sulle barche quali a terra, hanno atteso l'esito delle trattative in corso a Mestre, in continuo contatto telefonico coi loro rappresentanti: da una parte, la presidente della Cavana, Gina Tiozzo, e il presidente regionale di Federcopesca, Enzo Fornaro, dall'altra Nicola Scarpa, a far da portavoce (e un po' da parafulmine) verso i pescatori. L'attesa non è stata lunghissima, trascorsa un po' tra rabbiose polemiche un po' tra battute e scherzi, coi pescatori a terra a bagnarsi con le pompe dei motoscafisti e a scambiarsi riflessioni coi sostituti tassisti.

Alle 19.15 è arrivato per telefono il rompete le righe: l'accordo era fatto. E pur mugugnando perché non soddisfatti fino in fondo, i pescatori hanno sciolto gli ormeggi puntando le prue a San Giorgio, e di lì a casa, a Pellestrina .

Silvio Testa

I vongolari paralizzano Venezia e Mestre

Partono in cento all’alba e sbarcano a Marghera. Poi marciano verso la sede dell’assessorato alla Pesca. Alle 13 scoppia la rivolta: traffico bloccato per ore.

La protesta parte in terraferma e si sposta in laguna. L’accordo è raggiunto sul Tombolino ma i caparozzolanti non sono soddisfatti.

 


C'è chi di primo acchito li ha presi per lavoratori extracomunitari della Fincantieri, ma quelle persone, poco più di un centinaio, che ieri mattina hanno bloccato il traffico in via della Libertà in realtà erano caparozzolanti di Pellestrina , diretti alla Vempa per manifestare contro la Provincia. Nel pomeriggio, la protesta si è spostata in pieno Bacino San Marco, dove i pescatori si sono presentati con le loro vibranti, e così sia Mestre che Venezia sono rimaste coinvolte in una giornata di grande tensione.

I pescatori con la loro protesta hanno accompagnato le trattative in corso tra l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini, e il presidente del Gral, Dino Lazzarotto, coi loro rappresentanti, per avere l'autorizzazione a pescare nel cosiddetto Tombolino, un'area nei pressi di San Leonardo; in serata, anche grazie a due ordinanze dei sindaci di Mira e Venezia in materia di ordine pubblico, la Provincia ha dato il via libera alla pesca già da oggi, e la situazione si è sbloccata.

La lunga giornata dei pescatori è iniziata alle 6 quando in più di cento si sono imbarcati alla volta di Marghera. Di lì l'esercito infocato dei vongolari ha marciato verso la sede mestrina dell'assessorato alla Pesca, attraverso via della Libertà. Poi a partire dalle 13, insoddisfatti dell'esito della trattativa, i caparozzolanti hanno improvvisato una manifestazione, bloccando il traffico da Mestre a Venezia e viceversa, causando lunghe code e rallentamenti in entrambe le direzioni. Quindici chilometri di file verso l'autostrada e altri 5 per Venezia. La situazione si è normalizzata solo alle 16. E non sono mancati momenti di tensione che hanno visto protagonisti i ribelli, ma anche un autista, esasperato dal blocco del traffico. Le forze dell'ordine si riservano di analizzare i comportamenti dei manifestanti per rilevare eventuali irregolarità.

Nel pomeriggio poi i caparozzolanti sono andati a Venezia con le vibranti, limitandosi però a qualche evoluzione in Bacino e finendo poi per ormeggiarsi in Punta della Dogana, senza bloccare il traffico in canal Grande.

LORETI, TESTA

E LAMBERTI

Protesta dei vongolari, Mestre e Venezia in tilt

Il corteo di barche è partito alle 6 da Pellestrina e ha attraccato al canale Brentella. I pescatori hanno raggiunto a piedi Mestre provocando file interminabili

 


Protesta vibrante ieri a Mestre dei vongolari del consorzio Cavana di Pellestrina . Tensione e rabbia. E tanta voglia di urlare tutto il proprio disagio. È così che l'incontro che ieri s'è svolto presso l'assessorato provinciale alla Pesca s'è trasformato in una rivolta infocata che ha visto protagonisti cento pescatori infuriati. L'esercito di caparozzolanti ha improvvisato una manifestazione (non autorizzata) contro l'amministrazione, con tanto di blocco del traffico in via Libertà. I collegamenti tra Venezia e Terraferma sono andati in tilt per ore. Rallentamenti e file in entrambe le direzioni: ben 15 i chilometri di coda verso l'autostrada, altri 5 in direzione Venezia, tutto bloccato verso Mestre. Il traffico verso la Terraferma è stato deviato attraverso il cavalcavia di San Giuliano, mentre le auto dirette alla laguna sono state costrette a passare attraverso via Torino e poi San Giuliano. La situazione è tornata a una certa normalità soltanto dopo le 16.

La lunga giornata dei vongolari inizia all'alba. Il gruppo s'imbarca alle 6, diretto a Marghera. L'intento è di andare a protestare all'assessorato provinciale alla pesca, in corso del Popolo, in centro a Mestre. Così, il gruppo molto agguerrito naviga fino al Canale Brentella, nella zona di via Righi, dove vengono ormeggiate le barche, almeno una cinquantina. Sono circa le 9,30 e inizia la lunga marcia dei manifestanti. Il corteo rallenta il traffico diretto a Mestre: i cento, infatti, camminano lungo la carreggiata. Alle 10.30 arrivano nei pressi dell'assessorato, sotto il cavalcavia Rizzardi, dove una delegazione composta, tra gli altri, dalla presidente del Cavana Gina Tiozzo, da Vania Falcone di Agrimol, e Francesco Ballarin di Laguna Viva, incontra l'assessore provinciale alla pesca, Luigi Solimini. Al consorzio Cavana, infatti, hanno espresso solidarietà le altre cooperative, che l'altro ieri si sono riunite alla sede della Legapesca. I rappresentanti dei pescatori dibattono a lungo con Solimini, ma a fine mattinata la trattativa è ancora aperta. Intanto i manifestanti presidiano il piazzale antistante la sede dell'assessorato, ansiosi di sapere il responso della discussione. Alla notizia che la trattativa non è ancora chiusa e soprattutto che la proposta della Provincia non soddisfa le loro aspettative, i vongolari s'infiammano e decidono di bloccare il traffico. Alle 13 si siedono in mezzo alla carreggiata della rampa Rizzardi mentre altri prendono transenne e altri oggetti da un cantiere allestito lungo la strada e li sistemano in mezzo alla strada per impedire alle macchine di passare. Nel frattempo vigili, carabinieri e polizia, numerosissimi, cercano di tenere sotto controllo la situazione, precedendo e scortano i ribelli. Poi il corteo si sposta in via della Libertà, dove auto e camion vengono bloccati sotto al sole. E non tutti i conducenti reagiscono bene.

Verso le 14 un autista esasperato e bloccato scende dalla sua vettura e si scaglia contro manifestanti e poliziotti, che, muniti di caschi, scudi e manganelli, intervengono per sedare gli animi.

Alle 15 il corteo arriva al bacino di Marghera. I vongolari attendono notizie dal Comune: è in arrivo un'ordinanza che permette loro di pescare nell'area di Tombolino. Ma questa soluzione non li soddisfa. Alle 16.15 riprendono le barche: la protesta continua a Venezia provocando altri disagi anche in laguna.

Lara Loreti

giovedì 27 luglio 2006

Troppe alghe per i pescatori di Pellestrina, che si infuriano

IL CASO L’area a loro destinata garantisce una quantità ridotta di caparozzoli. E le cooperative chiedono di utilizzare quella riservata ai chioggiotti

 

La Provincia sta camminando sul filo di un rasoio, e ieri, per fronteggiare la protesta dei caparozzolanti di Pellestrina , ha avviato un percorso che rischia di scatenare la rabbia dei pescatori di Chioggia. Solo un grande equilibrio nei provvedimenti, e la capacità di mediazione tra i vertici delle cooperative chioggiotte e pellestrinotte potranno evitare lo scontro tra le due marinerie. «Ci stiamo provando», ha spiegato ieri l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini.

Come si ricorderà, per consentire ai pescatori una possibilità di reddito in attesa che il passaggio dalla pesca vagantiva all'allevamento dia i suoi frutti, le autorità - Magistrato alle Acque, ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia in testa - hanno autorizzato 45 giorni di pesca gestita dei caparozzoli, in due aree precise: 320 ettari tra Sacca Sessola, Giudecca, Sant'Angelo della Polvere; un centinaio di ettari a fianco del Canale dei Petroli, sotto il ramo sud del Melison. La prima area destinata ai barchini di Chioggia, la seconda alle vibranti di Pellestrina .

La seconda area, però, è risultata quasi tutta coperta da alghe fanerogame, di fatto è ridotta a una trentina di ettari e il pescato è insufficiente, tanto che l'altroieri i pellestrinotti sono andati in massa (60 vibranti) a pescare nella Marotta, un'area tra il Canale dei Petroli e il Canale Fisolo, classificata dal punto di vista igienico sanitario ma non autorizzata dal Magistrato alle Acque per l'alto rischio di perdita del sedimento. «Dateci il Tombolino», ha dunque chiesto la presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, riferendosi a 30 ettari tra il Melison e il ramo che porta a San Leonardo, ma le acque non sono classificate, e ci vorranno mesi.

Dunque? «Ci lascino andare a pescare anche noi a Sacca Sessola», ha chiesto Gina Tiozzo, affermando che verso Sant'Angelo - Campana i fondali sono sufficientemente alti da permettere in certe condizioni di marea di operare anche con le vibranti. E ieri sera la Provincia stava orientandosi a rilasciare un'autorizzazione provvisoria per un po' di barche pellestrinotte, in attesa di vedere se ci sono i margini, previa l'intesa tra le due marinerie, per un'ordinanza che regolamenti in maniera definitiva la divisione dell'area.

«Forse già in settimana - ha annunciato Solimini - per l'evidente disparità di prodotto tra le due aree alcune barche di Pellestrina potranno andare nella zona di Sacca Sessola, secondo turni e quantità che verranno stabiliti in modo equanime dal Gral». Sullo sfondo resta sempre il possibile utilizzo del Tombolino, e magari anche della Marotta, che a questo punto dovrebbe venire autorizzato dai sindaci di Mira e di Venezia sotto la cui giurisdizione ricadono le aree. La mancanza della classificazione igienico sanitaria o le resistenze del Magistrato alle Acque dovrebbero venire superate da specifiche ordinanze sindacali fondate sul rischio di turbativa dell'ordine pubblico che una situazione potenzialmente esplosiva comporta.

S.T.

mercoledì 26 luglio 2006

Riparte la protesta dei caparozzolanti

I pescatori di Pellestrina con 60 vibranti sono andati a prelevare vongole in un’area di laguna (la Marotta) non autorizzata

 

A neanche una settimana dalla ripresa della pesca gestita, è ricominciata improvvisa e rabbiosa la protesta dei caparozzolanti di Pellestrina , che ieri mattina con 60 vibranti si sono recati a pescare vongole in un'area di laguna non autorizzata. «L'aspettativa di aree adeguate all'emergenza è stata disattesa», ha spiegato Enzo Fornaro (Federcopesca), riferendo che le due zone concesse dalla Provincia per i 45 giorni di pesca gestita estiva, in attesa della ripresa a settembre della semina del novellame per passare all'allevamento, sono insufficienti.

Si tratta di 320 ettari tra Sacca Sessola, Giudecca, Sant'Angelo della Polvere, adatti ai barchini soprattutto chioggiotti, che hanno già pescato due giorni, e di una quarantina di ettari tra Melison e Cornio destinati alle vibranti di Pellestrina . «Non ci bastano», hanno protestato i pescatori isolani, che ieri tra le 7 e le 10 sono andati a pescare nella cosiddetta Marotta, un'area compresa tra la parte iniziale del Canale dei Petroli e il Canale Fisolo, idonea dal punto di vista igienico - sanitario ma negata dal Magistrato alle Acque per l'alto rischio di perdita dei sedimenti del fondale.

I pescatori sono stati sorvegliati dal nucleo natanti dei carabinieri, che però non sono intervenuti, e che ora segnaleranno alla Provincia, per le eventuali sanzioni, i responsabili del blitz.

Da giorni, poi, i pescatori di Pellestrina chiedono l'autorizzazione a pescare anche nell'area del Tombolino, una zona confinante con quella già concessa dalla Provincia e compresa tra la diramazione del Canale dei Petroli che porta a San Leonardo e il Canale Melison. E proprio ieri, su richiesta della Provincia, il Magistrato alle Acque ha dato il suo benestare per il Tombolino, che però non è classificato dal punto di vista igienico sanitario, e dunque non è immediatamente utilizzabile. I tempi ordinari per la caratterizzazione delle acque e dei fondali, che spetta alla Regione, sono di circa 3 mesi, ma la Provincia sta cercando di trovare una soluzione più rapida, magari provvisoria, attraverso ordinanze dei sindaci dei Comuni competenti. Nel caso specifico, Venezia e Mira.

S.T.

sabato 22 luglio 2006

Oggi e domani mercatino della solidarietà

(a.v.) Mercatino della solidarietà a Pellestrina . L'Associazione Abitanti in Isola, propone per oggi e domani, una esposizione, con possibile vendita, di prodotti realizzati da associazioni, cooperative, gruppi, che operano nel sociale e nel no profit. Il progetto è stato abbracciato in pieno dalla municipalità dell'estuario, che, oltre ad aver offerto il patrocinio, ha smaltito le procedure burocratiche per la sua realizzazione. Aderiscono al mercatino, Emmaus-Il Gabbiano, il centro per ammalati conclamati di Aids dell'isola, le associazioni di volontariato penitenziario "Il Granello di Senape" di Venezia e Padova, le cooperative sociali " Altra Città" di Padova e "Il Cerchio onlus", oltre che i gruppi parrocchiali di Ognissanti, S. Antonio e S. Pietro in Volta. Il mercatino si terrà dinnanzi al palazzo comunale, in orario compreso tra le 21 e le 24. Nell'occasione, l'A.A.I.I. raccoglierà le adesioni per la prossima biciclettata che si farà in isola il 13 agosto. Si ricorda che, ad ogni iscritto sarà consegnata una maglietta a ricordo della manifestazione.

venerdì 21 luglio 2006

Distretto di Pellestrina...

Giovedì, 20 Luglio 2006

 

(d.gh.) Distretto di Pellestrina , collocare un medico suemista o un rianimatore in un ambulatorio senza avere a fianco strutture ospedaliere adeguate è un assurdo. È come costruire una cattedrale nel deserto. Il responsabile del distretto sanitario di Pellestrina , Salvatore Cucca, respinge le richieste del consigliere municipale dell'Udc, Alessandro Scarpa Marta, che chiede un servizio sanitario di urgenza «per non obbligare le persone che hanno bisogno di cinque punti di sutura ad andare all'ospedale di Sottomarina o di Venezia». Così come chiede che sia messo a disposizione dell'isola di Pellestrina un'idroambulanza.

«Anche un intervento banale deve essere fatto in tranquillità, in un ambiente idoneo - spiega Cucca -. Non si tratta di emergenze che mettono in pericolo di vita, e la piccola traumatologia ha necessità di strutture adatte. Non avrebbe senso se ponessimo una struttura per fare suturazioni senza avere un centro con tutte le specialità per rispondere ad eventuali complicanze. E a Pellestrina non possiamo metterle. Se, ferendosi la mano, si è leso un nervo ulnare deve esserci un chirurgo vascolare e anche un ortopedico con una struttura ben attrezzata. Altrimenti è controproducente, il rapporto costo/benefici è negativo».

Anche per l'idroambulanza ci sono, al momento, poche speranze. «Abbiamo pochi mezzi a disposizione - spiega il responsabile del Dipartimento urgenza ed emergenza, Giuseppe Marchese - e non possiamo mettere a disposizione di Pellestrina un'idroambulanza 24 ore su 24». Bisognerebbe acquistarne una nuova, non è una cosa impossibile, ma è un costo che l'azienda Ulss 12 deve valutare: oltre all'imbarcazione sono necessari infatti sei motoscafisti, sei infermieri, due persone per il trasbordo: in totale 24 assunzioni da effettuare, a cui vanno aggiunti i costi di manutenzione del mezzo di soccorso. Una spesa che, con tutti i tagli subiti, sembra difficile che al momento l'Ulss possa sobbarcarsi. E così gli abitanti di Pellestrina dovranno necessariamente continuare a rivolgersi al distretto sanitario o al medico di guardia, che assicurano la copertura dell'assistenza 24 ore al giorno, o andare con i mezzi propri all'ospedale civile o a Sottomarina. Perché se attendono l'idroambulanza devono aspettare mezz'ora, il tempo necessario per raggiungere l'isola dalle Fondamenta Nuove.

mercoledì 19 luglio 2006

Calendario manifestazioni, sagre e spettacoli - ESTATE 2006

- GIUGNO -

 

 

DAL 13 AL 18

Pellestrina


con la collaborazione dell'Associazione ACS Murazzo

 

 

DAL 25 GIUGNO AL 2 LUGLIO

San Pietro in Volta


con la collaborazione dell'Associazione Sanpierinfesta

 

 

 

- LUGLIO -

 

 

DOMENICA 9 ORE 21.00

Pellestrina - Chiesa Ognissanti

IX EDIZIONE FESTIVAL INTERNAZIONALE "I CONCERTI SULLA LAGUNA 2006"

I SOLISTI BAROCCHI

MUSICHE DI GABRIELI, MONTEVERDI, ALBINONI, VIVALDI.

con la collaborazione dell'Associazione Accademia Musicale Italiana

 

 

VENERDì 21 ORE 21.00

Pellestrina - Chiesa Ognissanti


IX EDIZIONE FESTIVAL INTERNAZIONALE "I CONCERTI SULLA LAGUNA 2006"

NICOLA LAMON: CONCERTO D'ORGANO

MUSICHE DI BACH, HAENDEL, TELEMANN.

con la collaborazione dell'Associazione Accademia Musicale Italiana

 

 

 

- AGOSTO -

 

 


DAL 29 LUGLIO AL 6 AGOSTO

Pellestrina


con la collaborazione dell'associazione Comitato Festeggiamenti della Madonna dell'Apparizione

 

 

MARTEDì 8 ORE 21.00

Pellestrina

TEATRO IN ISOLA 2006

FREAKCLOWN

I CLOWN COME NON LI AVETE MAI VISTI

con la collaborazione dell'Associazione Pantakin da Venezia

 

 

SABATO 19 ORE 20.45

Pellestrina - Piazzale Ognissanti

LISCIO E NON SOLO - ORCHESTRA MELODY

BALLO LISCIO E BALLI DI GRUPPO CON ORCHESTRA

con la collaborazione dell'Associazione Mediasound

 

 

SABATO 26 ORE 20.00

San Pietro in Volta - Chiesa di San Pietro

ORE 17 FINALE DI CANICOLA

MONOLOGO TEATRALE DI GIULIANO MORASCO

 

ORE 20.45

San Pietro in Volta - Campo Chiesa San Pietro

LISCIO E NON SOLO - ORCHESTRA MELODY
BALLO LISCIO E BALLI DI GRUPPO CON ORCHESTRA

con la collaborazione dell'Associazione Mediasound

Al distretto poca assistenza sanitaria

(d.gh.) Pellestrina cenerentola per l'assistenza sanitaria. Il solo distretto non basta per soddisfare ai bisogni di quasi cinquemila abitanti, di una popolazione che per campare fa per lo più lavori manuali. E certo non può sostituire una struttura ospedaliera, che tanti ancora rimpiangono. «Ci accontenteremmo di un minimo di servizio sanitario di urgenza, con un medico rianimatore o un medico suemista, come richiesto nel documento votato dal consiglio di Municipalità - afferma il consigliere municipale dell'Udc, Alessandro Scarpa Marta - per non obbligare le persone che hanno bisogno di cinque punti di sutura ad andare all'ospedale a Sottomarina o al Lido».

Scarpa denuncia il caso di un uomo di 74 anni, affetto da Alzheimer, che lunedì scorso è stato accompagnato dalla moglie al distretto di Pellestrina per suturare un taglio a una mano. Il personale medico del piccolo pronto soccorso però lo ha rimandato per la sutura all'ospedale di sottomarina o al San Camillo al Lido. Solo le insistenze della moglie hanno fatto cambiare idea al medico, che alla fine gli ha dato cinque punti, non senza qualche rischio: le ferite alla mano sono le più particolari per la notevole presenza di vasi sanguigni e nervi e quindi certe suture in alcuni punti particolari vengono consigliate laddove sia possibile avere un supporto chirurgico, per dare una risposta adeguata qualora dovessero insorgere complicazioni. Lo stesso problema si era posto sabato 15 luglio, quando un bambino era stato costretto ad andare all'ospedale di Sottomarina, con un'ora e mezzo di viaggio.

«L'Ulss 12 e la Municipalità - continua Scarpa Marta - devono affrontare il problema, nel distretto serve un medico adatto a dare punti. Da anni andiamo avanti con interrogazioni e lettere, possibile che non si smuova questa situazione? Ancora il 21 giugno ho chiesto al presidente della Municipalità la convocazione di una seduta della commissione sulle problematiche della sanità di Pellestrina . Chiedo anche che in quella riunione venga presa in considerazione la possibilità di avere a disposizione dell'isola un'idroambulanza, come già discusso con il direttore Antonio Padoan all'inizio della legislatura di questo consiglio».

giovedì 13 luglio 2006

Accoltellata dal convivente

PELLESTRINA L’uomo è stato arrestato. La donna, una trentanovenne veneziana, guarirà in una decina di giorni.

All’origine del fatto una lite per futili motivi. Il feritore era già stato denunciato per maltrattamenti.

 


Una lite scoppiata per futili motivi tra le pareti domestiche si è trasformata in un incubo per una donna veneziana di 39 anni, picchiata e persino ferita con un coltello dal convivente arrestato poco dopo dai carabinieri.E' successo l'altro ieri pomeriggio nel sestiere Vianelli a Pellestrina . A dare l'allarme ai carabinieri sono stati i vicini della casa della coppia, preoccupati per gli eccessivi rumori e le urla che si sentivano da quell'appartamento. Una situazione a cui in verità avevano fatto l'abitudine, vista la relazione "burrascosa" tra i due protagonisti dell'episodio. Ma l'altro ieri pomeriggio qualcosa deve averli insospettiti ancora di più. In effetti, quando i militari dell'Arma della stazione di Pellestrina hanno bussato alla porta della casa di Giuseppe Arcoleo, 42enne originario di Palermo trapiantato a Pellestrina , e della sua convivente, R.M., veneziana di 39 anni, hanno avuto l'impressione di essere intervenuti al momento giusto. Secondo gli accertamenti effettuati dagli investigatori, infatti, l'uomo, già denunciato in passato per lo stesso motivo, aveva colpito ripetutamente la donna al volto, alla testa, all'addome. Provocandole anche traumi agli arti inferiori. In uno scatto di rabbia, non avrebbe nemmeno esitato a prendere in mano un coltello e a ferirla alla gamba destra. Fortunatamente, nell'abitazione teatro del dramma non erano presenti i figli di lei. Arcoleo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali e trasferito nel carcere di Santa Maria Maggiore. La convivente, collaboratrice scolastica, è stata visitata dai medici dell'Ospedale civile di Venezia e giudicata guaribile in una decina di giorni.


Roberta Benedetto

venerdì 7 luglio 2006

Realizzare un ferry-boat tra Chioggia e Pellestrina

Giovedì, 6 Luglio 2006

L'OPINIONE

di PAOLO BONAFÈ* e WALTER BARBIERI**

 


Nell'articolato reticolo tracciato dalle linee di navigazione gestite da Actv, risulta evidente l'assenza di un collegamento strategico che colleghi, tramite ferry-boat , l'isola di Pellestrina con Chioggia.


In un'epoca in cui la movimentazione merci e passeggeri a livello collettivo sta assumendo sempre più importanza, si ritiene opportuno, al fine di rispondere in modo efficace alla necessità di trasporto di beni e di persone, sottoporre ad una seria analisi la proposta di istituire questa nuova linea, che garantirebbe un rapido collegamento fra l'isola e la terraferma, a tutela delle esigenze di vita e mobilità di cui sono portatori i cittadini.

L'analisi di praticabilità di tale progetto, vede già individuato l'approdo di Chioggia, all'interno del Porto commerciale vecchio nell'isola Saloni, in seno alle banchine della darsena di "Marittima" la cui area è compresa tra il "Canal Lombardo Esterno" ad ovest e le Ex Saline ad est, ove esiste uno scivolo, ora in disuso, per navi: il luogo è facilmente raggiungibile dai mezzi provenienti dall'hinterland di Chioggia e dalla statale Romea.

La rotta, prevista per il ferry, parte dall'uscita della darsena di Chioggia, accostando verso San Felice e mantenendo la boa di segnalazione verde sulla propria dritta. Il traverso della boa determina l'accostata per procedere verso il canale di Caroman, costeggiante tutta la diga foranea, che collega Pellestrina all'Isola di Caroman. L'approdo di arrivo sarebbe adiacente alla radice della diga, orientato per Nnw, con vento di bora prossimo al traverso. Nel luogo è presente già uno scivolo e l'intera area prospiciente offre, apportando dovuti interventi architettonici e logistici, una buona ricezione per i mezzi in attesa. Poiché attualmente è raggiungibile tramite una stradina sterrata, che proviene dalla piazzetta del capolinea della linea d'autobus 11 e del pontile della linea 31, si dovrà provvedere alla asfaltatura della stessa.

Il tempo di viaggio, comprensivo dei tempi di percorrenza e delle manovre di partenza e attracco, con condizioni meteo marine ottimali e traffico portuale non impegnativo, è stimabile intorno ai 30 minuti. La nuova linea è, pertanto, tecnicamente fattibile e di facile attuazione, tenendo conto degli interventi per l'avvio e la necessaria concertazione con gli enti interessati.

Vale la pena mettere in luce le ricadute positive che la sua realizzazione garantirebbe: una più rapida ed economica mobilità delle merci che devono raggiungere l'isola, sia per il rifornimento di negozi, di strutture di ristorazione, ma soprattutto dei cantieri e di tutte le realtà produttive che vi operano; un più rapido accesso per i cittadini ai servizi presenti nella zona di Chioggia ed in particolare alle strutture sanitarie (Ospedali di Chioggia e Piove di Sacco); una funzione facilitatrice allo sviluppo di un turismo sensibile alle bellezze naturalistiche dell'isola; l'alleggerimento del traffico pesante e di automobili private sul Tronchetto e sul Lido, ma anche sulla statale Romea e di attraversamento di Mestre e del Ponte della Libertà.

La linea dovrebbe avere un avvio sperimentale e prevederebbe l'effettuazione di tre corse alla mattina e tre corse alla sera, in orari da concordare con gli operatori economici.

La nostra proposta prevede l'impiego di una motozattera che abbia una capacità di carico di 35 mezzi commerciali (equivalente a 45 auto). Se consideriamo le tariffe ora in vigore e pubblicizzate da Actv-Vela sulla linea 17, vediamo che il costo del biglietto varia dai 15 ai 58 euro (per i pullman). Se mettiamo in correlazione questi due dati e cioè la capacità di carico con il valore del titolo di viaggio, vediamo che, ipotizzando un valore medio del biglietto in 20 euro e una previsione di trasporto di almeno 25 mezzi, si ottiene un introito a viaggio di 500 euro, che dovrebbe essere in linea con i costi sopportati da Actv.

Ma l'interesse espresso dai cittadini e dalle forze economiche di Pellestrina , potrebbe mettere in moto anche nuovi modelli di integrazione e partnership fra pubblico e privato e vedere una collaborazione fra Actv e imprenditoria locale nella gestione della linea.

La mission di Laboratorio Venezia ha proprio questo significato: aprire uno spazio che faccia circolare pensieri ed idee, favorisca il dibattito cittadino su una pluralità di temi e progettualità, favorisca la costruzione di sinergie fra soggetti diversi che ritengono di misurarsi in una dimensione di confronto fattivo, e collaborazioni costruttive.


 


*Presidente di Laboratorio Venezia

**Coordinatore tavolo tecnico dei trasporti di Laboratorio Venezia

martedì 4 luglio 2006

Pellestrina come Formentera: assalto alla "nuova" spiaggia

TURISMO Domenica lungo i 6 chilometri di arenile un’interminabile coda di barche e gommoni. Il rovescio della medaglia sono i tanti rifiuti abbandonati

 

La spiaggia di Pellestrina presa d'assalto dai bagnanti. È stata una giornata da ricordare, quella di domenica, per la massiccia presenza di turisti, arrivati via terra, ma più numerosi dal mare, a godersi la bellezza e la libertà dell'isola. Da quando è stata costruita la spiaggia artificiale - una decina d'anni la parte di Pellestrina - da sette circa quella di S.Pietro in Volta, è stato un crescendo di arrivi. Turisti mordi e fuggi, che arrivano e partono in giornata, perchè l'isola non ha strutture recettive. Vi sono gli habituèe, quasi pendolari, da Chioggia e Padova, che hanno "abbandonato" la spiaggia di Caroman, che frequentavano sino allora, e la confusione delle loro città, per questo lembo di terra ancora selvaggio e non ancora fruito secondo le sue vere potenzialità. Vi sono i turisti domenicali, che arrivano in bicicletta o con i mezzi pubblici, ma la maggior parte giunge con imbarcazioni proprie. Anche domenica, come da qualche settimana a questa parte, si contavano, nella lunghezza dell'arenile, oltre 6 chilometri, un centinaio di imbarcazioni veloci e una quarantina di gommoni. Per non parlare di tutte le barche che erano ancorate sulla riva della laguna, decine e decine, in prossimità soprattutto di ristoranti e bar.Parecchie anche le tende: in isola non esiste un campeggio, e così, soprattutto i giovani, bivaccano sulla spiaggia. Unica cosa sgradita di tutto questo movimento, la quantità impressionante di rifiuti abbandonata poi dai bagnanti. Essendo la spiaggia libera, molti - tra i quali anche qualche indigeno - lasciano senza scrupolo carte, bottiglie, resti di pranzi e merende, che vengono comunque raccolti il giorno dopo dalla cooperativa che svolge il servizio di pulizia manuale dell'arenile per conto del Consorzio Venezia Nuova. In questi giorni poi, sulla battigia, in zone diverse, sono state rinvenute le carcasse, portate dal mare, di un cucciolo di delfino, ucciso probabilmente da un'elica, e di una grande testuggine. Ad intervenire è stata la protezione civile locale, dopo aver allertato l'Europa Assistance, un'associazione che tutela questo tipo di animali protetti.

Annalisa Vianello