giovedì 28 dicembre 2006

Actv verso lo sciopero


«Al pilota è rimasto il
timone in mano? Non mi meraviglia». Per Giampietro Antonini,
coordinatore nazionale del sindacato Cub Trasporti, quel che è avvenuto
l'altro pomeriggio a bordo del ferry-boat "Pellestrina
" è solo uno dei tanti episodi da aggiungere alla vertenza in atto con
l'Actv. «Manutenzione e sicurezza dei mezzi, di questo stiamo parlando.
Ma l'azienda non vuole discutere. Dice che siamo l'unico di sei
sindacati a piantare grane. Neanche il tentativo di conciliazione
davanti al prefetto è andato a buon fine. Che dire? Si sciopera». La
data, anche se per il momento è indicativa, è quella del 15 gennaio. Un
lunedì. E quel lunedì, se Actv e Cub non troveranno un'intesa, a
Venezia si andrà a piedi. Vaporetti fermi. Motonavi ferme. Ferry
bloccati.

Non
che il sindacato Cub abbia tanti iscritti, ma all'ultimo sciopero solo
nel settore navigazione l'adesione registrata, a sentire Antonini, fu
del 50, se non del 52 per cento. Era il 15 dicembre scorso, lo sciopero
doveva essere generale, poi fu revocato perché gli altri sindacati, a
partire da Cgil, Cisl e Uil, firmarono l'intesa per il contratto
nazionale. Il Cub non firmò e confermò l'agitazione. A Venezia, quel
giorno, vaporetti e battelli in circolazione se ne videro pochissimi.
«Lo scorso 15 dicembre - ribadisce Antonini - l'adesione allo sciopero
nel settore navigazione in centro storico sfiorò il 52 per cento». Lo
stesso potrebbe ripetersi a metà gennaio.

La
vertenza che vede impegnato il sindacato Cub riguarda la sicurezza e la
manutenzione dei mezzi di trasporto dell'Actv. «Ovviamente noi ci
riferiamo alla sicurezza dei lavoratori, ma è indubbio che riguarda
anche gli utenti». Sul fronte della manutenzione, ne sanno qualcosa i
passeggeri del ferry-boat "Pellestrina " che il pomeriggio di Santo Stefano, partiti da Pellestrina
e convinti di raggiungere gli Alberoni, hanno dovuto fare i conti con
un'avaria al timone del mezzo. Un guasto capitato alle 13.50, pochi
metri dopo aver lasciato l'approdo; dieci minuti dopo in direzione del
ferry sono partiti un motobattello e un motoscafo di pronto intervento,
quindi, verso le 14.30, dal Tronchetto si è mosso il ferry-boat
"Ammiana". A bordo del "Pellestrina
", intanto, si era riusciti a riparare il timone quel tanto che bastava
per farlo approdare agli Alberoni, mentre per gli utenti alle 15.20 è
stato fatto partire un vaporetto. Il servizio ferry è stato sospeso
fino alle 15.50, quando è ripreso regolarmente con l'"Ammiana".

Su
quest'ultima vicenda il coordinatore nazionale del Cub non intende
soffermarsi: «Posso solo dire che il capitolo della manutenzione dei
mezzi, e quindi della sicurezza a bordo, è al centro della vertenza che
abbiamo con Actv. Solo che dall'Azienda - denuncia Antonini - abbiamo
avuto solo un atteggiamento di chiusura e lo sciopero, a questo punto,
è l'unica arma che ci rimane. Avremmo dovuto scioperare subito, ma nel
periodo delle festività natalizie non è possibile. Si va, dunque, a
metà gennaio».

Aree di pesca, cresce la tensione

CHIOGGIA I soci della Cooperativa Coopesca accusano i colleghi di Pellestrina e San Pietro di sconfinare dalla loro zona
Gli episodi segnalati quotidianamente al Gral: «Se non si fanno rispettare le regole va a finire molto male»

Sconfinamenti ormai
abituali in laguna e conseguenti invasioni delle aree di pesca con il
contorno di denunce al Gral e con il proposito, fin qui solo enunciato,
di difendere con le unghie e con i denti il poco che resta da pescare.
Il tutto lungo la linea di confine ed anche ben oltre, che separa le
aree per ora di pesca, un domani di allevamento, dei caparozzolanti del
Consorzio "La Cavana" ed i colleghi della Cooperativa Coopesca. I primi
che hanno una concessione, fin qui solo preassegnata di 575,5 ettari e
sono quasi tutti di Pellestrina e San Pietro, gli altri, chioggiotti, che hanno un'area di 134,5 ettari.

Le
due aree dapprima distinte da radi paletti sono state, a cura del Gral,
Gestione risorse alieutiche della laguna, abbastanza ben delimitate.
Ma, stando ai caparozzolanti della Coopesca, mentre dal lato che guarda
il canale dei petroli, dove il fondale è poco profondo, i pali sono
rimasti, dall'altra parte, verso il cordone litoraneo i pali sono
scomparsi e le barche con l'attrezzo vibrante passano e sconfinano che
è un piacere. Tanto che ieri mattina, alle 7 (il permesso di pesca
prevede che si inizi a lavorare alle otto ma nessuno lo rispetta) ne
sono state fotografate (i caparozzolanti della Coopesca si dicono
pronti ad esibire la documentazione se qualcuno avesse dei dubbi) ben
dodici e tutte all'interno dell'area dei chioggiotti. "Da noi è rimasto
un po' di prodotto - dicono i soci della Coopesca - e quelli della
Cavana vengono e portano via tutto. Sabato prima di Natale eravamo a
casa per le condizioni del tempo. I colleghi della Faro Azzurro, un
altro consorzio che ha la concessione vicina alla nostra, ci hanno
informato che sulla nostra area c'era addirittura una trentina di
barche di Pellestrina e San
Pietro". Naturalmente le denunce e le segnalazioni al Gral sono
pressoché quotidiane. Una volta è stata informata anche la sala
operativa della Questura. "C'è stata un'uscita delle forze dell'ordine
- raccontano i soci della Coopesca - e per quel giorno non siamo stati
invasi". In pratica, a sentire i pescatori di Chioggia, la storia è
iniziata il 5 dicembre, vale a dire il primo giorno in cui è stata
autorizzata la pesca controllata che si potrà effettuare fino al 15 del
prossimo gennaio. I caparozzolanti di Chioggia puntualizzano proprio il
fatto che si tratta di "pesca controllata" e si chiedono chi
effettivamente controlla visto che in laguna succede di tutto. "Siamo
costretti ad uscire sempre prima la mattina -raccontano i pescatori.-
Così facendo contravveniamo all'orario stabilito. Ma per quanto presto
arriviamo nella nostra area di pesca vi troviamo già quelli di Pellestrina
e di San Pietro, che non si accontentano di sicuro di aver ottenuto
un'area vastissima, quattro volte più grande della nostra ed arraffano
tutto quello che si può prendere. La nostra cooperativa è composta di
70 soci. Usciamo a turno: dieci barche al giorno, secondo un preciso
piano programma, che va a farsi friggere se altri ci porta via quello
che ci è stato assegnato. O qualcuno interviene ed impone il rispetto
delle regole, o va a finire molto male", avvertono i caparozzolanti
della Coopesca.

Giorgio Boscolo

mercoledì 27 dicembre 2006

FERRY BOAT: Nel pomeriggio avaria al timone

Un'avaria al timone del
ferry boat è stata segnalata ieri pomeriggio alle 14.30. Il ferry boat
della linea 11, che dagli Alberoni va a Pellestrina
, è stato portato fino ai cantieri di Sant'Elena per i necessari
interventi di manutenzione. La Capitaneria di porto ha seguito da
vicino l'intera operazione. Il Pellestrina , in partenza da Faro Rocchetta, è stato quindi sostituito dall'Actv.

mercoledì 20 dicembre 2006

Bimba batte la testa, ricoverata a Mestre

Martedì, 19 Dicembre 2006

 

Attimi di paura, ieri mattina a San Pietro in Volta , per la famiglia di una bambina di un anno. Nella tarda mattinata di ieri la piccola è improvvisamente caduta da una sedia, perdendo così i sensi. Immediato è stato dato l'allarme ed è stato contattato il Suem di Venezia. Poichè l'imbarcazione non riusciva ad intervenire nella zona con la necessaria rapidità, i medici in servizio hanno deciso di far decollare un elicottero da Treviso, in modo tale da effettuare l'intervento nel più breve tempo possibile. La piccola, che abita nella località di Botta, è stata così ricoverata all'ospedale di Mestre. Al termine di tutti gli accertamenti del caso i medici hanno quindi accertato che le sue condizioni di salute, fortunatamente, non erano gravi.

domenica 17 dicembre 2006

«Caro Babbo Natale, portaci un nuovo parco»

I bambini dell’isola chiedono per l’anno nuovo un posto dove poter giocare all’aperto

È un Babbo Natale atipico quello a cui si rivolgono quest'anno i bambini dell'isola di Pellestrina
. Sapendo perfettamente, nonostante la loro giovane età, che a Natale
tutti dovrebbero essere più buoni, hanno scritto una letterina che
invieranno nei prossimi giorni al Comune, alla Municipalità, a Vesta e
ad Insula. A tutti per chiedere una sola cosa: più spazi verdi
attrezzati per poter giocare in tutta tranquillità. Si, perchè,
fortunatamente, negli ultimi anni, le nascite sono aumentate, e i
bambini sono parecchi, mentre nell'isola vi sono soltanto due parchi.
Il primo, denominato Villa Taice tra l'altro, risulta essere un parco a
mezzo tempo, poichè di pertinenza della scuola elementare, quindi
utilizzabile da tutti soltanto nei giorni di festa e di chiusura delle
attività scolastiche. Il secondo, Villa Scarpa, è bello, ampio, ma con
pochi giochi e tutti vecchiotti, nonostante che la loro manutenzione
sia fatta in modo regolare ed accurato, e qualche diffettuccio
strutturale, quale ad esempio la mancanza di pozzetti per il deflusso
dell'acqua piovana, che lo rende inagibile, per lunghi periodi. «Non
chiediamo molto - scrivono i bimbi - soltanto qualche giostrina nuova e
qualche albero per ripararci dal sole durante la stagione calda. E poi
abbiamo individuato anche un'altra zona per creare un nuovo parco. Si
trova a S.Pietro in Volta, ed oggi è tutta incolta e trascurata, ma con
poco, ne siamo sicuri, potrebbe diventare bellissima».

Pellestrina punta tutto sui giovani e recrimina per la graduatoria


Una tranquilla salvezza per suggellare i sacrifici dispensati per valorizzare i giovani isolani. A inseguire la missione è l'Us Pellestrina
, compagine militante nel girone I di Seconda categoria sotto la guida
di Marino Scarpa, al suo primo anno sulla panchina della prima squadra.
"Ho a disposizione una rosa molto giovane, i più anziani hanno 28 anni
ma la maggior parte del gruppo è composto da diciottenni-ventenni che
principalmente difettano sul piano dell'esperienza, inferiore a quella
di tanti altri team".

Al momento in classifica il Pellestrina
conta 14 punti con i quali condivide la penultima posizione a +8 sulla
Murialdina e alla pari con Santangiolese e Mellaredo. "La nostra
posizione non dice la verità sul reale valore dei miei giovani, né
rende loro il giusto merito. Il nostro problema più evidente è che
facciamo molta fatica a concretizzare in termini di gol: quando abbiamo
vissuto la giornata giusta ne abbiamo rifilati tre al Vigonza secondo
in graduatoria, e 4 al Corte sul suo campo. Diciamo che quando andiamo
in rete lo facciamo anche in maniera spettacolare, purtroppo dobbiamo a
tutti i costi imparare a non sprecare i gol di rapina, a non far regali
con le cosiddette palle sporche".

Nel girone I il Pellestrina
, assieme al Mellaredo, è l'unica formazione veneziana tra tante
padovane. Come giudica mister Scarpa il livello del raggruppamento?
"Onestamente tre anni fa si incontravano squadre più toste, ora il
livello mi pare inferiore e in generale non vedo chi possa essere in
grado di ammazzare il campionato. Anche nella lotta per rimanere in
Seconda sono coinvolte tante squadre (ben nove sono quelle raccolte in
un fazzoletto di 4 punti, ndr) e anche per questo non ci fasciamo la
testa prima di essercela rotta. Sono convinto che i miei giocatori
abbiano tutto per farsi rispettare e regalarsi una salvezza evitando i
playout".

L'Us Pellestrina
, presieduto da Teresino Vianello, da un paio di stagioni è rimasto
"orfano" dei cugini del S.Pietro in Volta: oltre a ciò, come è cambiato
rispetto al passato il rapporto tra il calcio e l'isola? "Beh, il
rapporto da un certo punto di vista è sempre il medesimo, nel senso che
la nostra società è in sostanza l'unico riferimento per i ragazzi
dell'isola. Quasi tutti cominciano ben presto a giocare, non a caso
copriamo tutte le categorie giovanili con oltre cento calciatori di
tutte le età. Un sacrificio non da poco, perché le finanze sono quello
che sono, e soprattutto a pesare enormemente sulle casse societarie
sono le spese logistiche. Ogni trasferta costa attorno ai 250 euro, se
si pensa che ogni settimana almeno tre delle nostre squadre devono
spostarsi in terraferma i conti sono facili da fare".

In questa situazione è difficile pensare a una prima squadra del Pellestrina
in lizza per salire di categoria. "Diciamo che non ci pensiamo, la
nostra è una funzione sociale che viene prima di tutto. Pensiamo a far
divertire i bambini e i ragazzi, a costruire e a mettere in mostra
magari qualche buon giocatore".


venerdì 15 dicembre 2006

L'autobus è come al solito stracarico di gente e lei lo blocca per protesta con un sit-in solitario


Blocca il bus per un
quarto d'ora per protestare contro un viaggio da incubo. È accaduto
ieri, intorno alle 12.45, agli Alberoni: una donna è scesa dall'autobus
sul quale si trovava, è sbarcata anche dal ferryboat e quindi si è
seduta, a gambe incrociate, in mezzo alla strada per impedire il
passaggio del mezzo pubblico. Un sit-in solitario di protesta, per
l'esasperazione, clamoroso e anche originale. I pendolari, come spesso
accade, erano stipati a bordo del bus come in un carro bestiame. Ieri
mattina, a bordo della linea 11 che da Pellestrina
stava arrivando al Lido, la situazione era però insostenibile, la
tensione palpabile tra i passeggeri. A quell'ora il pullman della linea
11, specie nei giorni feriali, è costantemente sovraccarico di
passeggeri, visto che il giovedì è anche giorno del mercatino
settimanale a Chioggia.

Durante il tragitto da Pellestrina
agli Alberoni, a bordo del ferry, la donna ha perso la calma e deve
aver immaginato qualche azione più forte delle solite proteste. Non ci
ha pensato due volte: è scesa dalla linea 11, dove la gente stava
ammassata, e all'arrivo della nave traghetto al Lido di corsa si è
seduta davanti all'uscita, piazzandosi davanti al portellone d'imbarco.
Sbarrando la strada al pullman che, in questa maniera, non è potuto
ripartire. L'autobus, inoltre, era anche il primo dei mezzi a dover
scendere, e non potendo ripartire bloccava anche tutte le auto che
erano dietro. E' stato poi il capitano della nave traghetto, dopo
alcuni minuti di colloquio con la donna, a convincerla a desistere
dalla sua azione, invitandola a riprendere posto nell'autobus per farlo
riprendere normalmente la corsa. Dopo circa un quarto d'ora di
"trattativa" è tornata la normalità. Fino a quando?


mercoledì 6 dicembre 2006

Alunni delle medie alla riscoperta di Venezia

Martedì, 5 Dicembre 2006

(L.M.) Tra un'escursione
alla scoperta di piazza San Marco, e un'uscita in barca a remi, si
impara a scoprire la città. Fin dalle medie i ragazzi di Pellestrina
sono molto più legati alla realtà di Chioggia e conoscono, invece,
assai poco di Venezia, che pure è la loro città e si trova anch'essa
poco distante dall'isola. Ecco che la scuola media dell'istituto
comprensivo "Pietro Loredan", diretto dal preside Roberto Sintini, è
corso ai ripari lanciando il progetto "Laboratorio Venezia". Una volta
alla settimana, il giovedì pomeriggio, vengono organizzate gite alla
scoperta di Venezia. Vi aderiscono una quarantina di alunni, tra gli 11
e i 12 anni, delle due classi di seconda. Un nuovo modo di fare
lezione, interante e tra calli e campielli. Non si tratta di escursioni
fine a se stesse: ogni uscita viene preparata per tempo, con degli
approfondimenti didattici specifici. E, proprio per far riscoprire ai
ragazzi le tradizioni veneziane, vengono anche promossi del turni di
voga: gli alunni trovano il re del remo "Ciaci" Tagliapietra che
insegna loro a vogare e avere dimestichezza con il remo in mano.
Artefice dell'iniziativa è l'insegnante di lettere Stefano Stipitivich,
ma il laboratorio ha assunto una caratteristica interdisciplinare tanto
che vi collaborano anche i professori di matematica e inglese.
«Cerchiamo di avvicinare i ragazzi alle bellezze della città -
sottolinea Stipitivich - e loro rispondono con entusiasmo. Una
iniziativa nata perché ci siamo resi conto di come la realtà di Pellestrina
sia molto più legata e vicina, anche mentalmente, al centro di
Chioggia, nonostante Venezia sia la città più bella del mondo. Con le
visite guidate i ragazzi possono avvicinarsi al centro storico,
conoscere questa città, approfondirne la storia». Un modo senza dubbio
importante e innovativo di fare lezione. "Laboratorio Venezia" ha già
portato i ragazzi alla scoperta di piazza San Marco, visitata in ogni
angolo, con tanto di pausa allo storico "Caffè Florian" a bere la
cioccolata, poi San Pietro di Castello con visita alla Basilica, mentre
tra le prossime tappe ci sarà l'ingresso a casa "Goldoni" in occasione
del 300 anniversario della nascita. Il programma è nutrito e variegato
e i ragazzi stanno rispondendo in maniera entusiasta. Le spiegazioni ai
monumenti vengono riprodotte non solo in italiano ma anche in inglese.
Ma tutto il calendario è un modo per non perdere un patrimonio da sotto
gli occhi.

martedì 21 novembre 2006

Il suicidio del 47enne pellestrinotto...


Il suicidio del 47enne
pellestrinotto M.T, avvenuto venerdì scorso nella sua casa in sestiere
Zennari, ha sollevato disagio e rabbia a
Pellestrina . I funerali si terranno stamane alle 11 nella chiesa di Ognissanti, ma in isola intanto scoppia la polemica.

M.T.
era un vongolaro, non proprietario di barca ma marinaio nel Parsifal e,
come tutta la categoria, in questi anni ha sofferto dell'avvenuta
precarietà del proprio lavoro. Ed è proprio da questa categoria, ora
sofferente, che si leva il grido d'aiuto affinchè le autorità
sblocchino la situazione. Perchè più di qualcuno in isola è dell'avviso
che M.T. abbia posto fine alla propria vita anche per questa
insicurezza lavorativa che sta preoccupando tanti altri pescatori. Per
capire il dramma che vivono oggi, bisogna partire dall'inizio. Fino a
dieci anni fa, Pellestrina era
l'isola delle meraviglie: i caparossolanti crescevano come funghi, e
guadagnavano a volte senza rispetto di regola alcuna. Piano piano, ma
inesorabilmente, le cose per loro hanno iniziato a cambiare. Prima i
controlli, sempre più numerosi e più severi da parte delle forze
dell'ordine, poi le imbarcazioni, poi il mezzo per la raccolta, e poi
la raccolta stessa. Fino ad arrivare al cambiamento estremo che è
l'insicurezza di oggi. Nel frattempo qualcuno ha ceduto e ha trovato
un'altra attività lavorativa, qualcuno ha smesso per raggiuntà età,
altri - soprattutto i giovani, quelli che non hanno fatto in tempo a
guadagnare, e che hanno mutui su mutui aperti - continuano a lottare
per riavere il lavoro alle condizioni dettate da Provincia e Gral. Ma
la situazione rimane statica. E per la categoria, oramai da due anni,
non vi è nessuna certezza se non due uscite settimanali, ferme però da
settembre.E questo affannarsi sulla ricerca di una soluzione lavorativa
avrebbe minato le già poche sicurezze di M.T., provocando le reazioni
dei pellestrinotti.«Siamo esterefatti dinnanzi a ciò che è successo -
commenta Emilia Vianello, moglie di un pescatore - e siamo convinti che
questo episodio sia accaduto proprio per la mancanza di una visione
serena del futuro».«M.T. era sempre presente alle riunioni di categoria
- racconta Alessandro Scarpa, consigliere di municipalità - perchè
voleva sapere ciò che stava accadendo. Io penso che vi siano delle
responsabilità morali da parte di chi da anni continua a parlare senza
agire».«L'avevo visto il mercoledì prima della sua morte - racconta
Pierluigi Vianello, proprietario del Parsifal, il mezzo su cui era
imbarcato M.T. - e mi aveva chiesto quando si riprendeva a pescare. Era
una persona molto introversa, che non faceva mai capire il suo stato
d'animo. Aveva paura di dare fastidio. Mi aveva anche detto che forse
da gennaio avrebbe iniziato un nuovo lavoro, in uno dei cantieri del
Mose». Addolorato anche il presidente della cooperativa Pescatori di
S.Pietro in Volta, Aldo Marmi, che non usa mezze parole nel dire che
«il Gral è un ente che non è propositivo, e che non fa nulla se non
guadagnare sul nostro lavoro». «Raccogliamo la semina con i nostri
mezzi - racconta - La seminiamo e paghiamo al Gral 9 euro a cesta. La
loro fattura dice "organizzazione e controllo pesca". Facciamo il conto
che le barche che si muovono sono 20 al giorno, le ceste 30 ogni barca,
e i giorni di raccolta 40. Quanto si intascano senza fare nulla? Noi
invece siamo allo stremo».

Annalisa Busetto

lunedì 20 novembre 2006

Pescatore si toglie la vita dopo aver perso il lavoro

Domenica, 19 Novembre 2006

PELLESTRINA La vittima
aveva 46 anni. L’uomo, residente nel sestiere "Zennari", da circa un
paio di anni non riusciva a trovare un’occupazione stabile


(L.M.) Si impicca in casa
dopo aver perso il lavoro. Dramma della solitudine e della mancanza di
una stabile occupazione, l'altra sera a Pellestrina
. Un vongolaro si è suicidato. Si tratta di un uomo di 46 anni, M.T.,
marinaio imbarcato nella barca "Parsifal", che si è tolto la vita in
preda alla disperazione perché da ormai un paio d'anni non poteva
andare a pescare e perciò non riusciva ad avere un reddito proprio per
mantenersi. L'uomo, residente nel sestiere "Zennari" di Pellestrina , era socio della cooperativa "Pescatori Pellestrina
" e si dedicava alla raccolta delle vongole. Ma, dopo l'interdizione
alla pesca in laguna, l'uomo, secondo quanto riferito da alcuni
colleghi di lavoro, si era ritrovato senza lavoro, era entrato in
depressione, perdendo la propria stabilità economica.

M.T
viveva solo, dopo la morte improvvisa della madre avvenuta circa tre
anni fa. Pescatore vongolaro in laguna, aveva perso il padre in giovane
età e l'unico parente stretto era un fratello abitante a Punta
Sabbioni. La sua vita era tutta tra pesca e barca. Persa questa
opportunità di lavoro non era riuscito a crearsene uno nuovo e i
colleghi avevano notato la depressione, pur cercando di combatterla
standogli vicino. Fino a giovedì sera quando M.T. ha maturato la
decisione di un gesto estremo. A dare l'allarme e a capire che qualcosa
non andava sono stati gli stessi vicini che, dopo circa un giorno di
attesa, non lo vedevano ancora uscire di casa. E' stato quindi
richiesto l'intervento dei carabinieri della Compagnia di Chioggia che
venerdì sera sono entrati nella casa dell'uomo e hanno trovato il corpo
privo di vita. I carabinieri non hanno potuto far altro che constatare
il decesso avvento, probabilmente già il giorno precedente, e avviare i
rilievi del caso. Non è stata ancora fissata la data dei funerali, in
quanto il pm non ha ancora dato il benestare alla sepoltura. Sarà la
stessa cooperativa "Pescatori Pellestrina " a farsi carico dell'organizzazione dei funerali.


Pesca abusiva, nove denunciati




Sabato, 18 Novembre 2006

Sono tutti di Chioggia, Pellestrina e San Pietro in Volta. Stavano operando in zone vietate e con mezzi non consentiti
Sette pescherecci sotto sequestro, rigettati nei canali della laguna quasi due quintali di vongole

Pesca abusiva in
laguna, la piaga non si placa. Le Fiamme gialle del reparto operativo
aeronavale di Venezia hanno denunciato a piede libero nove pescatori,
procedendo ad un maxi-sequestro di vongole.

Nella
notte tra mercoledì e giovedì, i finanzieri della stazione navale e
della sezione operativa navale di Chioggia, coordinati dal reparto
operativo aeronavale di Venezia, hanno portato a termine una nuova
operazione di servizio mirata al contrasto della pesca abusiva e della
commercializzazione di molluschi bivalvi in laguna.

I
militari, utilizzando quattro unità navali, nel cuore della notte hanno
sottoposto a controllo numerosi mezzi che si stavano dedicando alla
pesca di vongole all'interno dell'area della laguna veneziana. Tra
questi venivano intercettati sette motopesca che stavano pescando a
luci spente in zone vietate e con attrezzi non idonei, in particolare
con rastrelli vibranti.

A bordo dei pescherecci venivano identificati nove addetti, tutti originari di Chioggia, Pellestrina
e San Pietro in Volta, che venivano denunciati per aver violato gli
articoli di legge relativi a navigazione a luci spente, il Codice della
navigazione e la legge regionale a tutela delle risorse idrobiologiche
e della fauna ittica. Inoltre per due di loro è scattata anche la
denuncia per violazione agli articoli del Codice penale, relativi a
minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.

I
sette motopescherecci del valore complessivo di circa 1.200mila euro ed
il relativo prodotto pescato, pari a quasi due quintali di vongole,
sono stati sottoposti a sequestro. I molluschi, poichè erano ancora
vivi e vitali, sono stati rigettati nelle acque dei canali navigabili
della laguna.

L'operazione
di servizio condotta nelle condizioni di massima sicurezza, si
inserisce nel dispositivo di contrasto costiero, attuato dalla Guardia
di finanza, attuato costantemente dai mezzi delle Fiamme gialle nei
confronti dei soggetti operanti nel settore della pesca illegale, che
viene ritenuta altamente destabilizzante per gli equilibri
idrobiologici del delicato habitat lagunare.

M.B.





Autobus strapieno, i cittadini protestano

Venerdì, 17 Novembre 2006

Ieri un gruppo di persone ha fermato il mezzo. Ma la situazione non è affatto nuova e l’Actv non interviene

L'autobus è troppo pieno, e gli utenti, infuriati, ne impediscono la partenza. E' accaduto ieri a Pellestrina
, con la corsa delle 12.55 in partenza dal capolinea, direzione Lido.
Protagonisti dell'episodio, le numerose persone che tornavano dal
mercato di Chioggia, e i molti pendolari chioggiotti che lavorano negli
ospedali degli Alberoni. «Eravamo appena arrivati con il vaporetto -
racconta Grazia Ballarin - e nel salire sull'autobus, ci siamo accorti
che era già pieno». Quindi, presto detto: inizialmente si sono piazzate
dinnanzi al mezzo due persone, a cui se ne sono aggiunte in tempi
brevissimi molte altre, impedendone la partenza. «Sappiamo - continua
la Ballarin - che l'autista ha chiesto rinforzi e che gli sono stati
negati». Così, le oltre 120 persone presenti, per partire hanno
aspettato la corsa delle 13.25. «E' inammissibile che accadano episodi
del genere - tuona Alessandro Scarpa, consigliere di Municipalità - da
tempo chiediamo rinforzi per quella corsa». La corsa in questione
invece è veramente una di quelle portanti, con decine e decine di
ragazzi delle medie e professori che quotidianamente ne usufruiscono
per tornare a casa dopo le lezioni. «Di questo problema - racconta il
consigliere Scarpa - ne sono informati tutti, dalla Municipalità al
vicesindaco». Intanto nei giorni scorsi, quindi in tempi non sospetti,
è stata avviata una raccolta di firme, proprio per richiedere, per la
corsa delle 12.55, il secondo autobus.

Annalisa Busetto


Progetto delle "Città sane", giudizi positivi degli anziani sui servizi di trasporto


Venerdì, 17 Novembre 2006

E' stato presentato
ufficialmente l'altro giorno in municipalità l'esito delle indagini
sulla condizione socio sanitaria degli ultra sessantacinquenni nella
municipalità del Lido e
Pellestrina
. L'occasione è stata una riunione congiunta, alla presenza del
delegato alle politiche sociali Giannandrea Mencini, tra la quarta
commissione municipale e il gruppo di lavoro "Città Sane" istituito dal
Comune di Venezia che ha coordinato il lavoro. Il risultato della
ricerca è stato positivo. La maggioranza del campione ha dichiarato di
vivere con altre persone; si è detta soddisfatta dello spazio abitativo
in cui risiede non sembra abbia degli impedimenti di deambulazione e ha
anche promosso il sistema di trasporto pubblico dei mezzi pubblici
vicino a casa. L'altra faccia, meno positiva della realtà, è che la
maggioranza degli interpellati assume, in modo stabile, 2, 3 o più tipi
di farmaci. Come anticipato soltanto il 18,97\% del campione si ritiene
completamente soddisfatto dei servizi sanitari specialistici; il
restante campione ha dichiarato di sentirsi non, o non completamente
soddisfatto. Su questo ultimo dato pesa il giudizio degli anziani
residenti al Lido e degli ultra85enni. Infine, il 59,91\% del campione
dichiara di non avere difficoltà nel provvedere alle proprie necessità
alimentari perché è in grado di trasportare la spesa, ma va segnalato
che il 40,09\% ha invece manifestato un disagio in tale senso. Il
numero di intervistati residenti a
Pellestrina è stato però limitato rispetto al Lido: (196 al Lido e solo 37 a Pellestrina ). Nelle due isole della municipalità a stare peggio è Pellestrina : qui c'è difficoltà per gli anziani residenti a Pellestrina
: la maggioranza degli anziani intervistati residenti nell'isola ha
rilevato di non avere mezzi pubblici vicini all'abitazione per
raggiungere i servizi ed è forse per questo che, rispetto agli anziani
residenti al Lido, che viene utilizzata più spesso la bici o ci si
muove a piedi per raggiungere l'ambulatorio del proprio medico; ciò a
fronte di una più alta percentuale (rispetto ai residenti del Lido) di
anziani residenti a Pellestrina inoltre poter svolgere attività motoria. Infine, la maggioranza del campione di residenti a Pellestrina ha manifestato difficoltà a provvedere alle proprie necessità alimentari a motivo del trasporto della spesa.

Lorenzo Mayer

domenica 12 novembre 2006

E' morta improvvisamente...

(L.M.) E' morta
improvvisamente, all'età di 47 anni, Giovanna Voltolina, dipendente
della Cassa di Risparmio di Venezia nella filiale in piazzale Santa
Maria Elisabetta. La donna, originaria di Pellestrina
sposata e madre di una figlia, è stata stroncata da un infarto durante
la notte, mentre era a casa. Giovanna Voltolina si occupava del settore
consulenza privata ed era stata al lavoro fino a poche ore prima la
scomparsa. La notizia del decesso ha perciò lasciato tutti i colleghi
sconvolti. «Era una collega molto apprezzata da tutti - ricorda il
dirigente Carive Giorgio Crovato - per la clientela era diventata, in
questi anni, sempre più un punto di riferimento importante. Tutti siamo
sconvolti». La donna lascia marito e una figlia, studentessa
universitaria. I funerali si celebreranno a Pellestrina , forse domani, ma la data non è ancora stata confermata.

mercoledì 8 novembre 2006

«Altezze e distanze, deve pagare il Comune»

Venerdì mattina a
Pellestrina l’ufficiale giudiziario farà demolire un pezzo di casa
costruita in deroga al decreto ministeriale del 1968
Il "Comitato 10 Metri" pronto a rivalersi sulla responsabilità oggettiva dell’Amministrazione

(al.va.) Finora sono state carte bollate. Venerdì toccherà alle ruspe. A Pellestrina
, alle 10.30 del 10 novembre, è atteso l'ufficiale giudiziario che, con
una ditta di demolizioni al seguito, provvederà a far rispettare una
norma del 1968, quel decreto ministeriale che fissa in 10 metri la
distanza minima tra edifici confinanti. La storia è nota ed è ormai
giunta all'epilogo: dopo le battaglie condotte in tribunale e giunte
fino in Cassazione, al proprietario della casa è stato ordinato di
buttare giù la parte eccedente: due stanze da demolire, così da ridurre
la superficie da 90 a 45 metri quadrati e, soprattutto, garantire la
giusta distanza con il confinante. Facile che venerdì l'ufficiale
giudiziario rinvii l'esecuzione (la casa è affittata, gli inquilini non
dove trovare un tetto), ma la strada ormai è segnata: quello di Pellestrina sarà il primo caso di demolizione in ossequio a una normativa nazionale che in Comune di Venezia non è stata rispettata.

La vicenda riguarda soprattutto la terraferma, ma non esclude aree del litorale, tant'è che il caso di Pellestrina
rischia appunto di diventare l'emblema del "Comitato 10 Metri",
l'associazione costituita da Giusto Cavinato per tentare di trovare
soluzione a un problema generalizzato. Quello, cioè, di case e palazzi
costruiti sulla base di regolari concessioni edilizie, licenze però che
in base al decreto ministeriale 1444 del 1968 non potevano essere
rilasciate in quanto non venivano rispettate le distanze minime (per
non parlare delle altezze) tra edifici confinanti. Il Comitato si è
fidato dei politici: la scorsa primavera più di un candidato
parlamentare si impegnò solennemente che avrebbe fatto l'impossibile
per sanare la situazione, promettendo una modifica del decreto del '68
almeno per i casi pregressi; ora che sono stati eletti, non un
parlamentare si è ricordato di onorare l'impegno. Così il "Comitato 10
Metri" ha deciso di intraprendere un'altra via e di rivalersi sulla
"responsabilità oggettiva" del Comune. È un po' come quando si inciampa
su una buca nel marciapiede e si chiama in causa, per cattiva gestione
della pubblica via, l'ente pubblico: «In quei casi - dice Cavinato - è
l'assicurazione del Comune a rifondere i danni. Noi vogliamo seguire lo
stesso iter per gli edifici che il Comune ha consentito di costruire,
lasciando poi i proprietari in balìa delle azioni dei vicini che,
lamentando una sorta di "furto" di aria e luce, fanno causa e chiedono
il risarcimento dei danni, se non la demolizione degli edifici
"abusivi". Potremmo fare tutti causa al Comune, visto che è stato il
Comune a dare le concessioni, e non è escluso che si arrivi a ciò. Ma
una soluzione potrebbe essere quella del risarcimento attraverso le
assicurazioni». In pratica il Comune, con l'assicurazione, darebbe i
soldi all'"abusivo" che a sua volta li girerebbe al vicino che ha fatto
causa. Non male...


martedì 7 novembre 2006

Laguna, consorzi e cooperative contro il Gral

Interviene Gina Tiozzo, in rappresentanza degli allevatori di molluschi di Chioggia, Pellestrina e San Pietro in Volta
«C’è un’evidente incapacità di gestire le risorse, il consiglio d’amministrazione si dimetta»

"Una gestione
fallimentare quella del Gral, che non riesce neppure ad attuare i piani
che si è dato". Un giudizio sul quale concordano le principali
organizzazioni, consorzi e cooperative attivi in laguna. Gina Tiozzo,
che rappresenta il consorzio "La Cavana", ma che parla anche per Opm,
Organizzazione produttori molluschi, Faro Azzurro e la cooperativa
Coopesca, in pratica tutti gli allevatori dell'area di Chioggia, Pellestrina
e San Pietro in Volta, rinnova la richiesta che queste organizzazioni
hanno avanzato un paio di settimane fa a conclusione di un'assemblea
svoltasi a Chioggia.

"Allora
- ricorda Tiozzo - abbiamo chiesto le dimissioni del consiglio
d'amministrazione del Gral e del suo amministratore delegato, Chiaia.
Ora, alla luce di quanto accaduto e di evidenti incapacità del Gral di
gestire le risorse alieutiche della laguna, come dovrebbe almeno per
giustificare la sua istituzione, ripresentiamo questa richiesta".

Stando
agli allevatori della laguna "quelli del Gral debbono fare in fretta un
esame della situazione così come loro l'hanno determinata, ma deve
essere un esame preciso, che fotografi la realtà vera esistente nel
settore dell'allevamento lagunare. Il Gral, i suoi amministratori
debbono inoltre una buona volta accettare un confronto a tutto campo
con i produttori".

Gina
Tiozzo bolla come "fallimentare" il programma della pesca emergenziale
che dovrebbe accompagnare nell'arco di 18 mesi l'attivazione dei vivai.
Ancora più problematica sarebbe poi la situazione per quanto riguarda
la raccolta del materiale da semina. "Si è partiti in ritardo per
quanto riguarda la laguna o si sono trascurate possibili risorse
prontamente segnalate nei fiumi Brenta ed Adige. Così, proprio per dire
come stanno le cose, siamo di fronte ad un risultato che potremmo
definire ridicolo se non fosse drammatico perché resta incerta la
possibilità di lavoro di centinaia di addetti". Secondo Gina Tiozzo con
il materiale fin qui raccolto si possono "fecondare" al massimo 5
ettari sul totale dei 2000 già assegnati in concessione. "Abbiamo anche
inviato al Gral precise richieste sui criteri con i quali sono stati
selezionati gli allevatori cui è stata data l'autorizzazione alla
raccolta del seme. Anche per questo importante aspetto dell'attività di
molluschicoltura stiamo ancora aspettando risposte. La spiegazione per
così dire preliminare, che sono stati autorizzati alla raccolta gli
allevatori che ne hanno fatto richiesta e che sono in regola con i
pagamenti non spiega niente - sostiene Gina Tiozzo - proprio perché non
giustifica l'esclusione della maggior parte degli allevatori, che pure
rientrano nei parametri accennati ma non sono stati autorizzati a
raccogliere il seme". Al massimo risulterebbero riforniti di materiale
da semina 34 cooperative.

"In
laguna però ce ne sono 120 e mi pare scontato - conclude Tiozzo - che
tutti gli allevatori abbiamo lo stesso titolo per quanto si riferisce
alla raccolta".

Giorgio Boscolo


domenica 5 novembre 2006

Dal gennaio 2000 fino ad ora ha percorso 30.510 chilometri a piedi


Dal gennaio 2000 fino ad
ora ha percorso 30.510 chilometri a piedi. In questo lunghissimo
tragitto, spesso in condizioni meteorologiche non proprio semplici, ha
consumato la bellezza di 15 paia di scarpe comminando per 838 giorni.

Insomma, un vero e proprio record quello realizzato da Gianluca Ratta, un torinese di 34 anni che in questi giorni è arrivato a Pellestrina
e a San Pietro in Volta. In questi sei anni Ratta ha percorso tutta
l'Italia più volte, si è spinto verso Svizzera e Austria, poi ancora in
Italia, dove ha attraversato l'Appennino centrale.

Dalle
nostre parti è già stato. In passato è approdato sulla Romea, poi in
centro storico e quindi al Lido. Ora, però ha deciso di cambiare
itinerario e di arrivare a San Pietro in Volta. Già da oggi, però,
dovrebbe lasciare l'isola per dirigersi verso la città di Jesolo.

«È
la più lunga camminata a piedi - dice Ratta con una punta d'orgoglio -
e in questo mio lungo viaggio sono accompagnato da Shira, un siberian
husky che mi aiuta sempre. Probabilmente arriveremo a totalizzare una
trentina di nazioni. Il mio obiettivo - aggiunge - è quello di
sensibilizzare la gente contro il triste fenomeno dell'abbandono dei
cani. Oltre a questo ricordo anche la necessità di rispettare
l'ambiente».

Ratta
non ha sponsor al suo seguito e gli unici aiuti concreti arrivano dagli
enti locali che lo ospitano e dalle parrocchie che condividono il suo
progetto. «Credo molto in questo viaggio che dovrebbe concludersi nel
2013 a Londra - aggiunge - anche perchè ho sempre l'occasione di
incontrare gente nuova. Sono davvero tanti i bambini che mi ascoltano.
Prima di avviarmi in questa lunga camminata lavoravo a Torino presso
un'azienda alimentare. In passato ho studiato biologia per diversi
anni».


Mettere in scena la ricostruzione storica dei fatti...


Mettere in scena la
ricostruzione storica dei fatti. Questo l'intento della nuova mostra
allestita al Fontego dei Turchi, a Santa Croce. In quattro sale del
museo di storia naturale, Massimo Checchetto ha organizzato, assieme ai
colleghi del teatro La Fenice, con la collaborazione del Centro
Videocomunicazioni del Comune di Venezia e della compagnia teatrale
Pantakin, un allestimento scenico per rappresentare in forma teatrale i
momenti più drammatici della tragedia del 4 novembre 1966.

«Un
nuovo modo di fare didattica spiega Checchetto Il visitatore entra in
una sorta di palcoscenico e i fatti non sono raccontati ma
rappresentati».

Filo
conduttore della narrazione le testimonianze del maresciallo dei
carabinieri Giovanni Cester, che visse in prima persona la tragedia a Pellestrina
. Il suo diario e i suoi racconti sono stati utilizzati per ricostruire
tutti i momenti del 4 novembre di 40 anni fa, integrati con altre
documentazioni fotografiche e testimonianze video. La figura del
maresciallo dei carabinieri è messa in scena da Emanuele Pasqualini,
attore di professione della compagnia Pantakin.

I
visitatori, che per primi ieri hanno inaugurato l'apertura della
mostra, hanno avuto una bella sorpresa. Dopo un primo video, che spiega
con rigore scientifico il fenomeno delle maree, i visitatori si trovano
davanti un maresciallo in carne ed ossa. Appunto l'attore Emanuele
Pasqualini che, con la divisa d'ordinanza dei carabinieri, accompagna i
visitatori in altre sale. Allestimento minimalista, luce spenta per
ricreare il buio di quella notte e spazio alla voce narrante. A fare da
sottofondo un rumore a tratti assordante per ricreare l'atmosfera di
paura e il boato che facevano le onde sbattendo contro i Murazzi di Pellestrina .Rappresentazione forte pensata per ricostruire in modo fedele una delle pagine più tristi della storia dell'isola di Pellestrina
. «È un esperimento prosegue Massimo Checchetto che vuole coinvolgere
il pubblico in modo totale. Guardare non basta, tutti i sensi devono
essere coinvolti per rendere la narrazione coinvolgente e il più
possibile fedele ».A seguire testimonianze video dei superstiti che si
sono prestati a raccontare i momenti successivi della tragedia quando
nell'isola non c'era più nulla per prestare i primi soccorsi alla
popolazione.

Gioia Tiozzo


sabato 4 novembre 2006

Sono passati 40 anni...


Sono passati 40 anni da quel tragico 4 novembre che segnò in modo indelebile la vita degli abitanti di Pellestrina
. In isola non ci saranno commemorazioni o mostre fotografiche, a
ricordare l'evento, ma poco importa: i pellestrinotti non possono
dimenticare che, quel 4 novembre 1966, la tragedia fu solo ad un passo
dal compiersi. Efficace, nella sua drammaticità, è la ricostruzione di
quelle ore drammatiche, nella cronaca effettuata dall'allora
maresciallo dei carabinieri, Giovanni Cester. Il diario (in mostra da
oggi al Fontego dei Turchi) inizia già dalla
sera del 3 novembre, raccontando che, visto il tempo, vi è già un po'
di preoccupazione, tanto che, le barche da pesca rimangono a riva. La
narrazione del giorno successivo è un crescendo di angoscia. Alle due
di notte l'acqua già lambisce la riva, e il mare fa sentire la sua voce
cupa e minacciosa. Alle cinque del mattino la laguna ha aumentato in
maniera consistente il livello, il mare "tuona". Alle 8 inizia la
preoccupazione. Cester parla di assenza di flusso delle maree. Il mare
e la laguna aumentano di livello. Già qualcuno parte con la propria
barca, a cercare rifugio da altre parti. Alle 10 si inizia ad
intravedere la tragedia. Alcune dighe cedono, e i primi massi divelti,
vengono trasportati, dalla furia delle onde in strada. Alle 11 comincia
il terrore. I murazzi non tengono, l'acqua entra dappertutto. «Sono in
collegamento con i miei comandi: chiedo, urlo, imploro solo "navi,
navi, navi". Pellestrina deve
evacuare, il pericolo è di affondare tutti. Il mare è incontrollabile,
la forza e la volontà umana è come una pagliuzza contro un gigante.
Evacuare, salvarsi, è d'ordine umano». Il resto è storia nota. Dalle 16
alle 17.30, con l'arrivo di motonavi, si imbarcano oltre 4.000 persone.
Qualcuno rimane, e si rifugia nei piani alti delle loro case, poichè
l'acqua ha già toccato il soffitto dei pianiterra. «Sulle motonavi si
ode solo il silenzio della gente ammucchiata e sommessamente una prece
- Madonna, aiutami, Iddio, salvami». Alle 5 del mattino seguente,
l'isola è all'asciutto.

Annalisa Busetto

«Così vivemmo quelle ore»

Pellestrina stremata da una lunga battaglia

Ce ne andammo solo
qualche giorno prima. Pioveva e l'acqua della laguna allagava metà
della strada allora in terra battuta, "le larghe". Per riempire la
barca di tutta la nostra vita, gli uomini addetti al trasloco furono
costretti ad usare una passerella che percorrevano in salita verso la
barca e in discesa verso il marciapiedi, "le strette". Pioveva e
ricordo che uno strano sentimento mi faceva ridere e saltellare. L'ho
capito poi che era di gioia senza felicità. Era un'avventura lasciare
un'isola per un gruppo di isole che però, unite l'una all'altra,
formavamo quella città così vicina a Pellestrina
eppure così lontana da mettermi soggezione. La barca partì sotto la
pioggia e l'onda invase la strada e la calle dei miei giochi infantili.
Quella piccola casa e la sua vigna, quattro giorni dopo rischiarono di
diventare solo un ricordo. Vivemmo il 4 Novembre nella grande casa
veneziana, con l'acqua che arrivava al terzo gradino della scala
interna, tra stanze sconosciute ed estranee, con tanti mobili ancora da
montare, tra candele e il silenzio interrotto dal pianto di mia
sorella, allora di due anni. Mangiammo freddo come fredde erano le
stanze e umide. Ogni tanto scendevo la scala per vedere l'acqua ed era
sempre allo stesso livello. Qualche voce dalle finestre vicine, qualche
"ohe, gente!!" detto piano da qualcuno che passava con addosso quello
strano indumento composto da stivali e pantaloni con bretelle che
vedevo usare dai pescatori. Mi fece impressione vederlo indossare in
città e allo stesso tempo pensai che non me ne ero andata poi così
lontano dalla mia isola. Dalla finestra della soffitta si vedeva oltre
i tetti solo acqua e pioggia. Tornai a Pellestrina
qualche giorno dopo. Abbandonata e ferita, giaceva stremata come dopo
una dura battaglia. Dalle brecce il mare aveva invaso la laguna, gli
orti erano spariti. Nella nostra piccola casa il segno nero dell'acqua
era a un metro e mezzo dal pavimento. C'era fango dappertutto che una
splendido sole induriva. Sul "monton" era rimasto solo il camminamento
in pietra d'istria e le "tane" era state sparpagliate dalla furia del
mare come bastoncini di legno. Del "murazzo" il mare s'era portato via
quel poco che c'era grazie all'incuria dell'uomo. Tante persone a me
vicine in quei giorni non ci sono più e nella grande casa di Venezia ci
vive solo mia madre. Ma la piccola casa di Pellestrina
, il suo albero, il "finale" per andare "da monte a marina" come diceva
mio padre, è sempre lì ed è il piccolo regno di una famiglia felice.
Rinata a nuova vita, avrà sempre tra le pietre la parte più felice
della mia.

Iva Scarpa Bolla

Mestre

giovedì 2 novembre 2006

Un gruppo di genitori lancia una petizione per ridurre le aiuole davanti alla scuola Zendrini

Mercoledì, 1 Novembre 2006

Una raccolta di firme per
chiedere la rimozione o la riduzione delle due grandi aiuole
posizionate di fronte alla scuola materna ed elementare Zendrini di Pellestrina .

La
petizione, che sarà inviata al presidente della municipalità
dell'estuario, Gianni Gusso, è stata avviata alcuni genitori che
motivano la richiesta adducendo problemi di circolazione e parcheggio
nell'accompagnare e nel riprendere i loro figli dalla scuola.

Effettivamente,
le due zone verdi, costruite oltre quindici anni fa, avrebbero potuto,
con degli investimenti e la piantumazione di alberi adatti, divenire
dei luoghi di fermata e ristoro, sia per i residenti che per i numerosi
turisti che, per circa sei mesi all'anno, arrivano in isola con le
biciclette.

Nulla
di tutto questo è stato fatto, anche se esistono vecchi progetti a tal
riguardo. Fatto sta che oggi queste due aiuole, pur curate nello
sfalcio dell'erba, sono diventate aree per i cani o utilizzate
addirittura come piccole discariche.

Il
paradosso di questa situazione è che, saputo della petizione, un altro
gruppo di genitori si è mobilitato dicendosi contrario all'eliminazione
delle aiuole.

Che
si farà? Sia nella Variante al Piano Regolatore, che nel Piano del
Traffico, concepiti dallo scorso Consiglio di Quartiere e portati
avanti ora dalla Municipalità, è prevista la riduzione delle due aree
con la costruzione, però, di parcheggi. E questo stride con le
richieste della petizione quanto meno nella strada lato mare. Un
progetto oculato che tende appunto a mettere in sicurezza tutta la zona
e pensato per tutti i bambini. Gli interventi saranno realizzati
presumibilmente da Insula durante lo stralcio di lavori per l'impianto
fognario relativi alla zona.

Annalisa Busetto


mercoledì 25 ottobre 2006

Caso Socove, i residenti sono esasperati

Rifiutata la proposta avanzata dall’amministrazione per cercare di risolvere il problema

«Mettere la parola fine a
questo problema che si sta trascinando da tempo». Queste le parole
pronunciate ieri da Ezio Oliboni, Presidente della settima commissione
consiliare (Politiche della Residenza), in attesa dell'arrivo dei
consiglieri, quasi tutti giunti in ritardo, ben oltre il quarto d'ora
accademico.

Il caso "Socove" a Pellestrina
, uno dei numerosi punti all'ordine del giorno della Commissione, pare
davvero giunto al capolinea, almeno per quanto riguarda la parte di
gestione di competenza dell'amministrazione comunale. Ha ben illustrato
la vicenda l'assessore ai Lavori pubblici e alle politiche della
residenza, Mara Rumiz, nel corso dell'audizione. Neppure l'intervento e
l'impegno del delegato della Municipalità di Pellestrina
del Lido, Gianni Boldrin, hanno fatto considerare ai pellestrinotti
coinvolti sufficientemente buona la proposta comunale di incorporare
all'interno della proprietà privata la viabilità della salizada,
allargando, quindi, gli spazi dei giardini delle villette e facendo sì
che i cancelli si aprano direttamente sulla nuova strada. L'intervento
di costruzione di un edificio nella zona in questione e di
realizzazione della viabilità pubblica a quota 1.30 metri (rialzo della
salizada a norma per ovviare al problema acqua alta) non aveva tenuto
conto di armonizzare l'opera pubblica con le necessità delle famiglie
proprietarie delle villette singole già esistenti e poste a quota di
calpestio più basso. Luce e sole portati via dagli alti muri
dell'edificio e acqua in eccesso nei giardini di casa, con conseguenti
notevoli e facilmente immaginabili disagi, hanno fatto insorgere i
proprietari delle villette, i quali, ormai esasperati dalla situazione,
hanno rifiutato anche l'ultimo tentativo da parte comunale di giungere
ad un pacifico e civile accordo. A questo punto aspettano solo che le
pendenze amministrative e civili (e forse anche penali) con Socove
giungano al loro epilogo.


venerdì 20 ottobre 2006

Palmiro Fongher taglia oggi uno dei più importanti traguardi della sua vita


Palmiro Fongher taglia
oggi uno dei più importanti traguardi della sua vita, ma in palio non
c'è alcuna bandiera rossa. Il popolarissimo ex regatante, infatti,
vincitore 12 volte della Regata Storica, re del remo nel 1981, corona
50 anni di matrimonio con la cara moglie Emilia Vianello, sposata a Pellestrina
proprio il 20 ottobre del 1956. Era l'anno precedente alla sua prima
bandiera rossa conquistata in Canalazzo col fratello Bepi, e chissà
quanto ha contato in quell'esordio vincente l'equilibrio dato dal
matrimonio.

Palmiro e Emilia, pur lasciando il cuore in isola, da Pellestrina
si sono trasferiti ormai da una vita a Castello, dove sono
un'istituzione, hanno avuto tre figli (Lorella, Lino, Alessia), e ora
sei nipoti. E la tradizione remiera, com'è ovvio, è garantita: Lino è
un forte regatante, primo per tre anni consecutivi tra i giovanissimi e
plurivincitore della Storica in caorlina, mentre il nipote Alessandro
ha già vinto due volte la regata dei giovanissimi.

Domani, figli generi e nipoti festeggeranno Palmiro e Emilia in un noto locale veneziano. Auguri agli sposi!


lunedì 16 ottobre 2006

Anniversario dell'affondamento della motonave "Giudecca"


Tutta l'isola di Pellestrina
ha voluto commemorare ieri il sessantaduesimo anniversario
dell'affondamento della motonave "Giudecca". Nessuno è voluto mancare,
i pellestrinotti hanno dimostrato, ancora una volta pur in un'occasione
così triste, un profondo senso di appartenenza al proprio territorio.
Presenti anche alcuni parenti delle persone morte a seguito
dell'affondamento, provenienti anche da fuori città, tra cui una coppia
giunta appositamente da Roma. L'anniversario in realtà ricorreva
venerdì scorso, ma la Municipalità del Lido e Pellestrina ha voluto celebrarlo ieri con una cerimonia istituzionale.

Era
il 13 ottobre del 1944, quando la motonave Giudecca venne affondata,
davanti alla chiesa di Ognissanti, da tre caccia angloamericani. E
proprio dal piazzale antistante la chiesa di Ognissanti è iniziata la
manifestazione con l'alzabandiera alla presenza del vicesindaco Michele
Vianello, del presidente della municipalità Giovanni Gusso e del vice
Angelo Ghezzo, nonché di Stefano Stipitivich, delegato dell'esecutivo
alla cultura e vero regista dell'iniziativa. Pellestrina
, oltre sessant'anni dopo, non ha dimenticato una delle pagine più
tristi della sua storia, dove persero la vita centinaia di persone. E
proprio per "fare memoria" e non dimenticare, dopo la santa messa
celebrata nella chiesa di Ognissanti, sono state presentate alcune
iniziative. E' stato "svelato", in anteprima, il bozzetto del
bassorilievo, opera dell'artista Giuseppe Vio (pittore e scultore) che
verrà fuso in bronzo, a cura della municipalità, il prossimo anno. Il
bozzetto di Giuseppe Vio, figlio di Romano Vio, altro personaggio molto
conosciuto a Pellestrina , ha creato il bozzetto che raffigura la motonave "Giudecca", mentre sta affondando, in lontananza si scorge l'isola di Pellestrina con alcune persone ben stilizzate, che piangono evidentemente disperate. Il corteo, poi, ha raggiunto il cimitero di Pellestrina
dove è stato inaugurato il restauro della lapide che riporta la data
del 13 ottobre 1944. Un corteo a piedi, e uno acqueo, salito su un
motoscafo Actv ha deposto una corona nel punto in cui si è verificato
l'affondamento. Una giornata triste, ma anche carica di significato e
di valore artistico. E da questo triste momento è scaturito un segno
importante di vita, visto che in concomitanza si è svolta anche la
festa del donatore dell'Avis con consegna dei vari attestati e
regata.

Lorenzo Mayer



Avvicendamento in Municipalità

Domenica, 15 Ottobre 2006

Avvicendamento nel consiglio di Municipalità del Lido e Pellestrina
. Sono state, infatti, ratificate le dimissioni presentate da Annalisa
Busetto (Ds). Una decisione assunta per motivi personali. Al suo posto
entra Piero Ballarin, artigiano di Pellestrina .

Un bassorilievo ricorderà i caduti del "Giudecca" Oggi la cerimonia

Domenica, 15 Ottobre 2006

(a.b.) Ricorreva venerdì ma sarà ricordato oggi a Pellestrina
il sessantaduesimo anniversario dell'affondamento della motonave
"Giudecca". La tragedia, che costò la vita a centinaia di civili
innocenti, fu una delle pagine più tristi della storia dell'isola. Era
il 13 ottobre 1944, le cronache del tempo e i ricordi della gente che
vide, la raccontano come tiepida e soleggiata. La motonave Giudecca
rinunciò a partire alle 10.30 da piazza Vigo a Chioggia, direzione
Venezia, paradossalmente, per ragioni di sicurezza. Partì alle 12 e 30,
carica di passeggeri, molti dei quali erano rimasti bloccati prima.
L'imbarcazione, con all'interno centinaia di persone, provenienti da
zone diverse, viaggiò tranquillamente sino all'altezza di Ca' Roman.
Poi il rumore sordo di motori, e l'inizio della paura. Erano tre caccia
angloamericani, che iniziarono a volare sopra il battello, e al
cimitero di Pellestrina , iniziò
il terrore. Bombe, raffiche di mitragliatrice, urla e invocazioni; è
l'inferno. La motonave devastata, naviga sino all'inizio del centro
abitato dell'isola, ed affonda dinnanzi alla chiesa di Ognissanti. La
laguna era rossa dal sangue dei morti e dei feriti. Si composero subito
ottanta salme, mentre una settantina di feriti gravi, molti dei quali
morirono nei giorni successivi, furono portati nei nosocomi più vicini.
La commemorazione, che si svolgerà in concomitanza con la Giornata
Avis, avverrà dopo la messa in Duomo. Ci saranno un corteo acqueo e un
corteo a piedi che deporrà una corona d'alloro in cimitero. Per
l'occasione, la Municipalità esporrà il bozzetto in gesso del
bassorilievo bronzeo che commemora la tragedia.

Durante
la festa del donatore saranno assegnati gli attestati dell'Avis, ma non
ci sarà alcuna raccolta di sangue, come erroneamente segnalato venerdì.


domenica 15 ottobre 2006

Inseguimento in laguna, due arresti

La Finanzia ha denunciato altri 15 pescatori, sequestrate 4 barche e 3 quintali di vongole

Inseguimento notturno,
poco prima della mezzanotte di giovedì, in laguna. Per quasi mezz'ora
un barchino di caparozzolanti, con a bordo due fratelli di Pellestrina
, ha cercato di "seminare" tre unità veloci della Guardia di Finanza
che l'aveva sorpreso a pescare in una delle zone proibite, causa
inquinamento, proprio davanti a Marghera. A fari spenti, zizagando tra
le secche, i fratelli pellestrinotti si sono spinti fino alle acque
davanti alla loro isola. Ma i finanzieri si sono dimostrati più abili e
alla fine, a finire in secca, sono stati proprio i due pescatori: P.B.,
di 51 anni, e A.B., di 47. Entrambi arrestati per resistenza, dovranno
rispondere anche di una sfilza di violazioni del codice della
navigazione nonché della normativa sulla pesca. La loro imbarcazione,
poi, è stata sequestrata. Nella stessa uscita notturna la Finanza - con
il suo Reparto operativo aeronavale, che è diventato un po' lo
specialista del settore - ha denunciato anche altri 15 caparozzolati
che pescavano davanti a Marghera, sequestrando le tre imbarcazioni su
cui si trovavano. In tutto, compreso il "bottino" trovato sulla barca
dei due fratelli pellestrinotti, sono stati così recuperati tre
quintali di vongole.

Insomma
un blitz riuscito che ha potuto contare sull'effetto sorpresa. Ormai da
tempo, come noto, i pescatori hanno attivato un sistema di "pali"
(gente che staziona sul ponte della Libertà, piuttosto che in barche
sparse per la laguna) che li avvisano, via cellulare, dell'arrivo delle
forze dell'ordine. Stavolta, però, i finanzieri sono riusciti ad
eludere questa sorveglianza. E quando sono arrivati con i loro mezzi
nelle acque davanti a Marghera la sorpresa è stata generale. In tutto
c'erano dieci barchini al lavoro. I finanzieri hanno dovuto
concentrarsi su un gruppetto. Tre barche non hanno nemmeno cercato di
scappare. Anzi, c'è stato chi non ha nascosto la propria "ammirazione":
«Ma come avete fatto? Da dove siete sbucati?». Una quarta, quella dei
fratelli pellestrinotti, ha tentato il tutto per tutto. Probabilmente i
due confidavano nella propria conoscenza della laguna, ma gli è andata
storta.

Roberta Brunetti


venerdì 13 ottobre 2006

Un'isola di donatori di sangue Domenica la giornata dell'Avis


Pochi abitanti, ma con un cuore grande così. Pellestrina
, infatti, si distingue nel panorama dei donatori di sangue per la
massiccia presenza di persone che si presentano con puntualità svizzera
al centro trasfusionale dell'ospedale civile. Tre anni fa i soci
dell'Avis si contavano in una trentina, oggi sono già 250 e il loro
numero continua ad aumentare.

È
con questo spirito che domenica si svolgerà la seconda Giornata del
donatore, dove sarà organizzata una raccolta straordinaria di sangue.

«Generalmente
- spiega il presidente dell'Avis veneziana, Roberto Belli - l'affluenza
media a queste trasferte è di 35 donatori, dei quali 7-8 sono nuovi.
Crediamo molto nella politica del decentramento e nella
responsabilizzazione di chi vive sul territorio.

La
giornata comincerà alle 10.15 con il raduno di fronte alla delegazione
municipale. Alle 10.30 partirà il corteo per il duomo e alle 10.45 in
laguna saranno commemorate le vittime della motonave Giudecca dagli
equipaggi che prenderanno parte alla regata, organizzata dal gruppo
Avis "Murazzo" in collaborazione con l'amministrazione comunale. La
regata partirà alle 12.30 davanti al duomo. Per i veneziani è prevista
la partenza dal Monumento su mezzo Actv gratuito alle 9.15.


Municipalità: «Bonifica con 100 euro»


(L.M.) Al Lido e Pellestrina sono state individuate numerose discariche abusive di amianto: Dagli Alberoni, al cimitero di Pellestrina
, per arrivare a Malamocco oppure all'amianto abbandonato, vicino a un
cassonetto di rifiuti in via Zara, in pieno centro al Lido. Ecco perché
dopo le numerose segnalazioni ricevute, si è temuto che questa
situazione, se non adeguatamente affrontata, potesse portare a un
rischio rilevante per la pubblica incolumità. Da qui l'iniziativa del
la Municipalità del Lido e Pellestrina
. Da oggi, un singolo cittadino privato, pagando la cifra di 100 euro,
potrà avere l'intervento di Vesta che arriverà a casa per smaltire a
regola d'arte l'amianto. Un intervento che se richiesto ad altre ditte
alle attuali cifre di mercato comporterebbe una spesa circa dieci volte
superiore, cioè circa un migliaio di euro. Il progetto, studiato e
suggerito dal delegato dell'esecutivo municipale all'ambiente Sergio
Torcinovich, è stato presentato l'altra sera nell'ambito di una
commissione consiliare. I tecnici del Comune e il personale di Vesta ha
provveduto ad illustrare nel dettaglio il tipo di intervento. Sono
stati già messi da parte fondi, da parte delle istituzioni, per
permettere che vengano soddisfatte le prime cinquanta richieste.
All'incontro sono stati invitati anche gli amministratori di condominio.

domenica 8 ottobre 2006

Manca un documento, niente sepoltura

L’incredibile episodio è avvenuto dopo il funerale di una donna di 104 anni di Pellestrina

Manca
un certificato: così dopo il funerale salta la sepoltura. I parenti,
dopo la cerimonia funebre, sono stati perciò costretti ad accompagnare
la defunta fino a Pellestrina
senza che poi si potesse procedere alla sepoltura. I familiari dovranno
aspettare almeno fino a martedì prossimo perché la salma possa essere
tumulata nella tomba di famiglia collocata in una cappella sempre
nell'isola di Pellestrina . Nel frattempo la salma è stata portata in una cella frigorifera.

Questo
l'incredibile contrattempo capitato ieri mattina, a causa di alcune
lungaggini burocratiche, al Lido dopo i funerali della professoressa
Maria Ester Vianello, morta mercoledì scorso alla veneranda età di 104
anni. La donna, originaria di Pellestrina
, era molto conosciuta in città per essere stata insegnante di lettere
al liceo "Marco Polo" di Venezia, da sette anni era ospite della casa
di riposo San Camillo degli Alberoni al Lido. Anziana di grande cultura
oltre che in Lettere si era laureata in Lingue. All'istituto di cura
San Camillo del Lido, grazie alle amorevoli cure prestate dal personale
medico e religioso, aveva tagliato, con un sorriso smagliante, il
traguardo dei 100 anni. All'inizio della settimana le sue condizioni
fisiche, già debilitate, si sono aggravate e mercoledì Maria Ester
Vianello si è spenta serenamente mercoledì. Fissati i funerali, che
sono stati celebrati ieri mattina all'istituto San Camillo officiati
dai padri cammiliani, la donna avrebbe dovuto essere tumulata, insieme
alla sorella e gli altri parenti, nella cappella di famiglia a Pellestrina . Tutto sembrava pianificato, fino a venerdì quando è arrivato il contrordine.

«Venerdì
mattina, durante lo sciopero dei trasporti quando per noi era difficile
anche raggiungere Venezia ci ha chiamato la polizia e gli addetti
cimiteriali - raccontano i parenti - per dirci che mancava un
certificato e che quindi non si poteva procedere alla sepoltura.
Incredibile, anche perché nella tomba di famiglia c'era già il posto
preparato con inciso il nome e la data di nascita della persona. Gli
addetti ci hanno però spiegato che non era sufficiente, che serviva un
certificato che attestasse l'effettiva parentela della signora. Questa
documentazione però non potrà essere pronta prima di martedì e quindi
non c'è stato nulla da fare. Niente sepoltura». Ora le norme sono
cambiate. Gli stessi parenti infatti protestano per questi cambiamenti.
Tanto che, circa dieci anni fa, alla morte dell'altra sorella non era
stato necessario mettere in moto una simile procedura.

Lorenzo Mayer



martedì 3 ottobre 2006

Il merletto più lungo del mondo


Il merletto più lungo del mondo. Pellestrina inaugura un progetto d'arte da "record".Nato lo scorso anno, il progetto è stato ideato da Lisa Castellani, Enrica Cavarzan, Maria Zanchi, Gloria Safont-Tria, in collaborazione con Love Difference e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, durante il workshop intitolato "Arte Città Società -Nuove visioni e prospettive per Venezia", organizzato da Cittadellarte nell'ambito della sua partecipazione alla 51° Esposizione Internazionale d'Arte- La Biennale di Venezia. L'obiettivo è quello di riscoprire e far rivivere un lavoro tradizionale, che un tempo serviva per far andare avanti la famiglia, e che tra le nuove generazioni sta scomparendo. Il progetto intende partire appunto da questa tradizione per attivare gli abitanti, e innescare, attraverso il lavoro di gruppo, una riflessione intorno ai concetti di comunità, di trasformazione sociale e di dialogo con l'esterno. Pellestrina è un'esile striscia di terra, lunga circa 11 km e larga al massimo 150 metri; proprio come la striscia di merletto che permetterà ai pellestrinotti di stabilire il record. Sabato 7 ottobre, alle ore 16, nella sede dell'Associazione Murazzo, che un tempo ospitava la scuola di merletto, verranno consegnati ai partecipanti al progetto, i materiali. Filo e fuselli alla mano, tutti potranno contribuire, mettendo in gioco la propria abilità o imparando attraverso il lavoro di gruppo. Si seguiranno i disegni, realizzati da un disegnatore locale, che rappresentano le costruzioni o i motivi simbolo dell'isola. Il risultato sarà un manufatto prezioso, il merletto più lungo del mondo, che apparterrà a tutti gli abitanti.
Annalisa Busetto




giovedì 28 settembre 2006

Cade in acqua e annega. Era andato a controllare la barca


Muore scivolando proprio
davanti a casa. E viene ritrovato dal nipote, casualmente di passaggio.
Era uscito di casa, durante la notte, per andare a controllare la sua
barca. Poi, forse a causa di una disattenzione o per colpa di un
malore, è scivolato dalla riva cadendo in acqua. Il suo corpo, ormai
privo di vita, è stato ritrovato dal nipote che ha inutilmente cercato
di rianimarlo. È morto in questo modo Espedito Vianello, pensionato di
90 anni, residente al sestiere Scarpa di Pellestrina al civico 1171. Il dramma si è verificato, nella notte tra martedì e mercoledì a Pellestrina
. Nato il 21 giugno del 1916, ex marinaio sposato padre di due figli,
era molto conosciuto nell'isola. Ma la sua vita l'aveva tutta dedicata
alla pesca. Proprio l'amore e lo scrupolo per la sua barca e il mare,
lo hanno tradito inesorabilmente. Come era solito fare, di notte,
Vianello era uscito di casa per controllare la barca. Poi, il buio.
Forse, l'ex marinaio, sporgendosi troppo dalla riva, è caduto battendo
violentemente la testa e perdendo i sensi e finendo annegato. Oppure è
stato colto da malore. A quell'ora così tarda, però, non c'era nessuno
di passaggio e quindi nessuno è riuscito a soccorrerlo tempestivamente
per salvagli la vita. Di lui si è accorto Andrea Vianello, nipote che
stava rincasando. Il giovane tra le barche della famiglia ha visto che
affiorava qualcosa di strano. Si è avvicinato e ha immediatamente
effettuato il drammatico ritrovamento riconoscendo il parente privo di
vita. Lo ha subito issato a bordo tentando una rianimazione e poi ha
allertato il Suem e cercato aiuto. Ma era troppo tardi. Sul posto sono
intervenuti i carabinieri della Compagnia di Chioggia che hanno escluso
ogni ipotesi di suicidio e omicidio, stabilendo che la morte è stata
provocata da una tragica fatalità. Non è stato, perciò, ritenuta
necessaria l'autopsia. I funerali si svolgeranno domattina alle 10.45
nella chiesa di Sant'Antonio di Pellestrina.

lunedì 25 settembre 2006

Sequestrate tre imbarcazioni e denunciati quattro pescatori

Sabato, 23 Settembre 2006

Tre imbarcazioni
sequestrate, quattro pescatori denunciati al pubblico ministero e quasi
tre quintali di vongole bloccati. È il bilancio dell'ultimo controllo
effettuato dal Reparto operativo aeronavale di Venezia in laguna. In
questo caso il controllo si è concentrato in una vasta zona che
comprende il Canale Nuovo e il Canale dei Petroli, vicino a Fusina.

Qui,
nelle ore notturne, sono state trovate alcune imbarcazioni che
pescavano abusivamente in una zona da tempo vietata e con attrezzi
proibiti.

I
pescatori, una volta che hanno notato i mezzi della Guardia di finanza,
hanno tentato la fuga in laguna ma dopo un breve inseguimento i
militari sono riusciti a raggiungerli ed a bloccarli definitivamente.

Oltre
alle tre imbarcazioni sono stati sequestrati anche i tre motori
fuoribordo, tre rasche utilizzate per la pesca in laguna e 270 chili di
vongole che, come spesso accade in questi casi, sono state
immediatamente rigettate in laguna dagli stessi finanzieri.

I pescatori identificati B.T., 29 anni, G.G, 65 anni, B.L. 37 anni e B.S., 66 anni, tutti residenti a San Pietro in Volta e a Pellestrina
, sono stati denunciati. I pescatori sono accusati di violazione della
legge regionale sulla pesca e di danneggiamento ambientale. Dopo
l'inseguimento il primo pescatore è stato anche denunciato per il reato
di resistenza a pubblico ufficiale.


martedì 19 settembre 2006

Problemi a San Pietro in Volta per un ristorante e la casa di riposo

Se a Pellestrina
la situazione è stata tutto sommato sotto controllo, grazie all'azione
delle pompe e alla pulizia dei tombini, a San Pietro in Volta invece ci
sono stati diversi problemi.

Allagamenti
si sono avuti a Portosecco, dove si stanno conducendo gli interventi di
Insula per la realizzazione dei sottoservizi da collegare al collettore
fognario. Tanta acqua anche nelle calli vicine alla chiesa di San
Pietro. In una, in particolare, ha agito per ore la Protezione civile,
poiché bastava che riprendesse a piovere per far salire l'acqua
provocando danni, anche se non sempre ingenti, che a molti hanno
riportato alla memoria gli episodi dell'alluvione del '66 e delle
numerosissime acque alte (sparite con gli interventi di banchinamento)
che si vorrebbero dimenticare.

Solo
nella tarda serata di domenica l'emergenza è rientrata. Sono comunque
rimasti allagati tantissimi orti e giardini, soprattutto quelli
posizionati nel lato mare, che sono a livello più basso delle case e
degli edifici presenti nel lato laguna. Anche il ristorante "Da Memo" e
la casa di riposo dell'Opera Santa Maria della Carità hanno lottato
contro l'acqua. "Memo" ha avuto per due volte la sala da pranzo
semiallagata con l'acqua che defluiva dentro dall'orto retrostante,
fortunatamente in orari in cui gli avventori avevano già finito od
erano alla conclusione del pranzo. La casa di riposo si è ritrovata con
gli uffici a mollo. Non ci sono stati interventi dei pompieri, anche se
è stata allerta, per qualche episodio, la Municipalità. La fortuna
dell'isola è comunque quella di avere un gruppo di volontari di
Protezione civile il cui operato, in questi casi, risulta veramente
indispensabile.

Annalisa Vianello

mercoledì 13 settembre 2006

Barchino si rovescia, due feriti

Martedì, 12 Settembre 2006
SAN PIETRO IN VOLTA L’incidente è avvenuto ieri mattina alle 8, coinvolta una coppia di capparozzolanti
Il cofano è andato a sbattere contro un pezzo di legno galleggiante, gli occupanti in ospedale

Due giovani
capparozzolanti chioggiotti, M.P. e A.B., sono rimasti seriamente
feriti a causa della collisione del loro barchino contro un pezzo di
legno che galleggiava in acqua. Il fatto è accaduto verso le 8 di ieri
a San Pietro in Volta, dal lato della laguna. Ricoverati all'ospedale
di Venezia, sono stati immediatamente affidati agli specialisti. M.P.
ha riportato un trauma cranico, l'amico un trauma addominale. Secondo
la ricostruzione effettuata dai carabinieri di Chioggia, il cofano dei
capparozzolanti stava navigando in direzione di Chioggia quando, per
cause ancora in fase di accertamento, ma probabilmente a seguito
dell'alta velocità, è andato a sbattere contro un pezzo di legno. La
barca si è rovesciata e gli occupanti sono finiti in acqua, non prima
di aver urtato contro il natante.

Tempestivo l'intervento del motoscafo dei vigili del fuoco di Venezia che ha provveduto al traino del barchino verso la riva di Pellestrina
. L'ambulanza è, invece, arrivata con una decina di minuti di ritardo,
perché impegnata in un altro intervento di soccorso. Saputo
dell'incidente, nell'arco di pochissimi minuti, i colleghi pescatori di
Chioggia e Pellestrina si sono
organizzati per agevolare al massimo i soccorsi, assicurando la
viabilità e la possibilità di sbarcare i feriti nel luogo più comodo.
Tutti concordano nel sostenere che la dinamica dell'incidente trova
spiegazione solo nella tensione che regna nell'ambiente. I
capparozzolanti abusivi o pseudo dilettanti, osservano i pescatori
regolari, scappano istintivamente ad ogni minimo allarme. Se temono
l'arrivo di qualche mezzo delle forze dell'ordine, agiscono d'istinto,
accelerando al massimo anche se non in possesso di quantitativi di
molluschi superiori al massimo consentito. Nel caso di ieri, la paura
non si giustificava perché, nei pressi di Pellestrina
, non è stata vista alcuna motovedetta. Nel barchino dei vongolari
feriti c'erano solo pochi chili di pescato, raccolto a mano, senza
l'ausilio di mezzi meccanici proibiti.

R.P.


domenica 10 settembre 2006

Anche Pellestrina finalmente, avrà il suo asilo


Anche Pellestrina
finalmente, avrà il suo asilo. Sarà aperto lunedì, al primo piano del
palazzo comunale di San Pietro in Volta, che ospita pure la biblioteca
e al piano terra, la scuola materna. Da circa sei anni sull'isola era
in funzione uno spazio cuccioli, localizzato sempre a San Pietro in
Volta, nei locali dell'ex scuola elementare «Carlo Goldoni», che
copriva comunque le esigenze e i fabbisogni dei due paesi. Poi il
progetto del vecchio Consiglio di Quartiere, di raggruppare le due
realtà educative, e il via ai lavori da parte del Comune. Le sale
posizionate di fronte alla biblioteca, e utilizzate per le varie
attività delle associazioni locali, sono state così completamente
ristrutturate, e rese a misura di bambino. Già ad aprile lo spazio
"cuccioli" della Goldoni era stato lì trasferito e durante la chiusura
estiva, sono stati realizzati gli ultimi interventi: completamento
delle cucine (una parte, già esistente, serve le scuole materne,
elementari e medie), realizazione di un'ascensore e di un montacarichi.
Domani il via per i 17 bambini iscritti. La struttura ne può contenere
29.


Dopo oltre cento anni di permanenza sull'isola...


Dopo oltre cento anni di permanenza sull'isola, se ne vanno le suore Canossiane. Una partenza legata alla mancanza di vocazioni. Da 10-15 suore degli anni d'oro, oggi infatti sono rimaste in tre; madre Maria, madre Moretta e madre Paola, le prime due tra l'altro, abbastanza anziane, e la madre generale, sicuramente con sofferenza, ha deciso il loro trasferimento e la chiusura della casa. Una perdita enorme per l'isola: le suore dei Busetti, come vengono chiamate per differenziarle dalle consorelle «figlie di Maria Addolorata», presenti sempre a Pellestrina in sestier Scarpa, sono parte della comunità.L'annuncio è stato dato nelle parrocchie da don Pierangelo Laurenti: la notizia circolava da tempo, ma nessuno l'aveva presa sul serio. Chi in questi giorni è andato a chiedere conferma, ha visto le suore indaffarate a confezionare pacchi e pacchetti, a imballare oggetti, a rimuovere quadri e mobili.Si tratta di un avvenimento importante, perché queste suore, amate da tutti, hanno sostenuto e condiviso la fede della comunità, hanno contribuito all'educazione dei bambini e alla formazione dei loro genitori, hanno accompagnato i ragazzi nell'età difficile dell'adolescenza, e non sono mai mancate, con la parola e l'esempio, dove c'era un problema, un disagio, un dolore. La loro scuola materna era diventata nel tempo molto più che una scuola: si trasformava infatti in luogo d'incontro, in sede di feste per bambini e ragazzi, centro di aggregazione per giovani, adulti ed anziani.

Arrivate a Pellestrina nel 1900, con dimora nelle vicinanze della Chiesa di Ognissanti, da sempre hanno svolto il ruolo di educatrici e maestre di lavoro. Accolsero subito nei loro locali i bambini, le ragazzine e le giovani donne, per insegnare loro un lavoro. Erano anni in cui dominava la fame e l'ignoranza, e loro, col principio della loro madre fondatrice, Maddalena di Canossa, iniziarono a fare opera di alfabetizzazione e a cercare di aiutare le molte famiglie indigenti. Qualcuna di loro ebbe la brillante idea di realizzare un orto, per coltivare verdura e frutta, e un pollaio. I prodotti venivano distribuiti poi alle famiglie più bisognose.Le anziane dell'isola si illuminano a ricordare gli interi pomeriggi trascorsi da giovani ragazze a lavorare con il tombolo, a ricamare, ad apprendere nozioni di economia domestica, un po' pregando, un po' ridendo, un po' chiacchierando, sotto la costante attenzione di madre Lorenzina, una suora pellestrinotta. Qualcuna addirittura racconta di aver conosciuto lì il suo futuro marito.


Poi la società è cambiata; l'isola è migliorata a livello sociale ed economico, e anche il ruolo delle suore si è modificato. Ma la loro presenza discreta ha continuato ad essere importante.


Annalisa Vianello

lunedì 28 agosto 2006

Scalandrone incastrato e cavo spezzato disagi per i passeggeri del ferry per Pellestrina

(L.M.) Ancora un guasto, ieri mattina, nel ferryboat di linea 11 impegnato nel collegamento tra Pellestrina
e il Lido. Al momento di abbassare lo scalandrone per far sbarcare le
auto dalla motozattera "Ammiana" si è rotto uno dei due pistoni. I
disagi per i passeggeri sono stati ancora maggiori, se si considera il
diluvio, e non sono mancate proteste e momenti di tensione. Alla fine,
dopo un po' di attesa, finalmente le auto a bordo sono riuscite a
scendere, ma il guasto ha inevitabilmente provocato ritardi. Nel
frattempo è stata allertata la centrale operativa Actv del guasto: è
stata armata e messa in funzione una nuova barca per sistemare quella
messa fuori uso dall'improvvisa avaria. Ma dopo una riparazione, a
tempo di record, il ferry principale è tornato in linea già dalla tarda
mattinata di ieri.

giovedì 24 agosto 2006

"L'esperto": abituali i matrimoni tra parenti


«Ricordo
che anche due miei cugini si sono sposati tra loro. Il matrimonio tra
consanguinei era una cosa abituale. Veniva però richiesto il benestare
della Curia e poi si celebrava il matrimonio». Inizia così la
testimonianza di Giovanni Scarpa, 86 anni, residente a San Pietro in
Volta falegname in attività fino all'età di 72 anni. Nonno "Nane" è un
po' una memoria storica di quanto avveniva in isola e conferma la
fondatezza della ricerca effettuata dall'istituto San Camillo e
coordinata dal cardiologo Giorgio Levedianos. «Non solo - ricorda
"Nane" - era normale un'unione tra consanguinei residenti nella stessa
isola, era addirittura rarissimo che convolassero a nozze due giovani,
uno di Pellestrina e l'altro di
San Pietro in Volta. Perché i pellestrinotti si sposavano con i
pellestrinotti, i sanpierotti con i sanpierotti. Tanto che oggi esiste
ancora un detto popolare: "Chi passa la Marra (confine tra le due
frazioni di Pellestrina e San
Pietro in Volta) annega nell'acqua chiara". Il matrimonio, insomma,
andava a monte». Ma fino a quando esisteva questa abitudine? «È più
recente di quanto si possa pensare. Certamente l'usanza è perdurata
almeno fino alla seconda guerra mondiale. Nella mia infanzia era
un'abitudine normale. Io mi sono sposato con una donna originaria della
Carnia, ma ero un "caso" poco frequente». Quali erano i motivi? «Era
anche una questione di necessità e forza maggiore. Una volta la gente
stava in isola dalla mattina alla sera. Tutti erano pescatori e non si
lasciava mai l'isola o la frazione dove si abitava. Per andare a
Venezia bisognava spostarsi in barca propria non c'era un collegamento
di linea. Così facendo si capisce che i rapporti sociali erano molto
bassi e la comunità residente chiusa e isolata».

Lorenzo Mayer


I Vianello sono 1.157 Un quarto dei residenti

Quattro grandi famiglie che rappresentano quasi la totalità la della popolazione: 2.054 persone su 2.970 nella frazione di Pellestrina . L'isola, estesa per circa 10 chilometri, è composta da due frazioni: Pellestrina e San Pietro in Volta. Nella frazione di Pellestrina
dominano quattro cognomi: i Vianello che sono 918, gli Scarpa 556, i
Busetto 305 e gli Zennaro 195. A San Pietro in Volta, invece, dove
risiedono 1.151 cittadini, al primo posto ci sono i Ballarin ben 200,
seguiti da Ghezzo 149. Complessivamente, dunque, a Pellestrina
ci sono 4.121 abitanti (a cui vanno aggiunti i 131 ospiti della casa di
riposo di Santa Maria del mare): il record spetta ai Vianello che sono
in 1.157 (da soli rappresentano oltre un quarto dell'intera popolazione
isolana) seguiti dagli Scarpa a quota 710.

Pellestrina, l'amore tra parenti fa male al cuore

Uno studio commissionato dal San Camillo sottolinea i pericoli per la salute nei rapporti tra consanguinei


"C'è un rapporto di stretta correlazione tra l'alta incidenza malattie cardiovascolari presente oggi tra la popolazione di Pellestrina , e l'aspetto genetico, che nel lontano '800, vedeva nell'isola frequenti accoppiamenti tra consanguinei". Lo spiega una ricerca, dal titolo "Progetto Pellestrina " effettuata dai cardiologi dell'ospedale San Camillo degli Alberoni al Lido in collaborazione con l'università di Padova. Uno studio, che avrà durata triennale, promosso per individuare nella popolazione di Pellestrina eventuali fattori di rischio o di protezioni, congenti e acquisiti, nei confronti delle malattie cardiovascolari.


L'indagine, nell'ottobre dello scorso anno, ha ricevuto anche un premio al congresso nazionale di cardiologia svoltosi a Perugia, dove è stata giudicata il miglior lavoro di ricerca in assoluto. Ed ora è pronta per essere pubblicata anche all'attenzione internazionale. La prima tappa della ricerca è consistita nella distribuzione e raccolta dei dati di un questionario, compilato dalle famiglie in maniera anonima sulle proprie abitudini di vita. I risultati sono stati sorprendenti: sia per l'elevatissima percentuale di risposta che per i risultati ottenuti."I risultati - spiega Giorgio Levedianos, cardiologo del San Camillo, promotore e coordinatore dell'inchiesta - hanno messo in risalto come la popolazione di Pellestrina sia una comunità isolata. Con tutto ciò che ne deriva. L'inchiesta è un obiettivo che perseguivo fin dagli anni 90 e che abbiamo potuto concretizzare tra il 2000-01, dopo la mia specializzazione medica come nutrizionista. L'elemento di partenza ad incuriosirmi è stato l'elevatissimo concentrato di malattie cardiovascolari presente a Pellestrina . Mentre per alcune patologie, su "casi" analoghi con il medesimo rischio ambientale, l'indice di mortalità era in linea con la stessa percentuale della regione (ad esempio l'infarto); per altre malattie (ad esempio quelle vascolari) la percentuale di mortalità era a Pellestrina fino a due volte superiore rispetto a tutto il resto del Veneto".Tanto da far ipotizzare un forte legame genetico. La ricerca è servita ad analizzare tante altre caratteristiche dell'isola di Pellestrina . "Ad esempio - prosegue Levedianon - i tanti problemi di soprappeso fino all' obesità, il fumo, con una presenza di fumatori superiore alla media nazionale, la mutazione delle abitudini alimentari legati alla tradizione del posto. Una ricerca, insomma, che non ha paragoni e non era mai stata fatta in tutto il Comune di Venezia". Rimedi per prevenire le malattie? "In generale praticare più attività sportivo, condurre una dieta più equilibrata e una vita più sana". In autunno, partirà, anche grazie al contributo della Regione Veneto, la seconda fase. Un campione di 30 famiglie (circa 100 persone) verrà selezionato per sottoporsi a un prelievo del sangue che poi verrà analizzato. La terza fase sarà un'indagine non più a campione, ma a tappeto su tutta la popolazione isolana.


Lorenzo Mayer