Quattordici bandiere rosse, record di sempre. Ma non è soltanto un
grande campione della voga. Sergio Tagliapietra “Ciaci” è ancora oggi, a
77 anni compiuti, un grande atleta dal fisico d’ acciaio e dal
cuore buono. Una vita passata a vogare e a pesca, e ora la scuola di
voga per i giovanissimi di Pellestrina. Esce adesso una ristampa
aggiornata di una edizione Cierre. Curato dallo studioso Antonio
Padovan. «Una vita per il remo, storie di voga alla veneta, di
canottaggio e di pesca in laguna». Sintesi perfetta del mondo di Ciaci.
Un mondo che in parte è stato violentato e modificato
dall'invasione delle barche a motore, dal moto ondoso e dal canale
dei petroli, dai grandi lavori per la costruzione del Mose. La vita di
Ciaci viene raccontata dal protagonista. «Mi sono limitato a
trascrivere il racconto del campione», dice Padovan, «ho cercato di
conservare la vivacità, la freschezza del racconto orale», scrive
Padovan nell'introduzione, «lavorando sulla punteggiatura e mantenendo
molte espressioni dialettali. Suggerisco di provare a leggere
queste storie immaginando di sentirle raccontare dal re del remo Ciaci,
nella sua casa di Pellestrina. Eccole le imprese sportive. E prima
ancora l'infanzia del piccolo Sergio, che va in barca prima ancora
di andare a scuola, a imparare la pesca e l'arte della voga alla veneta
dal padre Albino. Sergio ha nove fratelli - uno, Mario detto
Ciaceti, vincerà con lui un'edizione della Regata Storica dei gondolini -
trascorre la giovinezza a Burano, poi va ad abitare a Pellestrina,
estremo opposto della laguna. E' anche un olimpionico di canottaggio e
partecipa alle finali olimpiche di Tokio e Melbourne, vince nel
galeone del Palio, record nelle regate a un remo di Murano, dov'era
davvero imbattibile. L'ultima bandiera rossa nei gondolini la
conquista nel 1988 a cinquant’anni suonati con Palmiro Fongher, Re del
Remo come lui. La coppia del secolo si ritira dalle gare il giorno
dopo. Resta il mito del grande Ciaci e una marea di ricordi,
curiosità e storie del periodo d'oro della voga. Da leggere.
Alberto
Vitucci
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