mercoledì 27 febbraio 2013

«Una parte dei soldi della legge speciale a Pellestrina»

Destinare una parte dei 42 milioni di euro in arrivo per Venezia, al fine di rimborsare i cittadini e restaurare il patrimonio pubblico danneggiato dalla tromba d’aria che il 23 luglio 2010 colpì Pellestrina. E’ la richiesta avanzata dai residenti e che il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta ha consegnato al sindaco Giorgio Orsoni. Successivamente al sopralluogo del Comune, si interessò del caso il Dipartimento della Protezione Civile per la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Da allora, però, se da un lato i cittadini spesero di tasca propria il denaro per restaurare le o per acquistare l’auto nuova, dall’altro non è arrivato neppure un centesimo per loro, con persone che hanno acceso mutui e che ora sono in grande difficoltà, avendo magari perso anche il lavoro strada facendo a causa della crisi. Dopo aver incontrato comitati, municipalità e associazioni di Pellestrina, il consigliere Scarpa si è rivolto al sindaco per tentare questa nuova strada che possa alleviare il peso sulle tasche degli abitanti dell’isola. «Rammento che nelle commissioni consiliari e in Consiglio comunale abbiamo trattato la questione più volte con mozioni e ordini del giorno votati all’unanimità», spiega il consigliere, «e nei vari incontri ci era stato assicurato che, in caso fossero arrivati i fondi, il Comune avrebbe liquidato i cittadini danneggiati». Simone Bianchi

Cantiere e distributore pignorati e battuti all’asta

Sono centinaia i veneziani che ancora usano la sanpierotta costruita nel vecchio cantiere Schiavon di Portosecco, trasformato poi in distributore di benzina - l’unico nella zona di San Pietro in Volta - dalla «Società Servizi Lagunari srl». L’area, però, è enorme e ha ospitato a lungo anche l’associazione di voga alla veneta del paese: un capannone di oltre settecento metri quadrati, uno scoperto per altri 350 metri che si affaccia sulla laguna, proprio di fronte al ristorante «da Memo». Ora, tutto è finito all’asta: a batterla il giudice del Tribunale civile Alessandro Girardi, ma il primo incanto è andato deserto ed il valore dell’immobile per la prossima asta sarà addirittura dimezzato: da 850 mila euro a poco più di 420 mila. La crisi economica, che colpisce anche nel settore immobiliare, non aiuta certo a piazzare case e terreni anche se venduti a prezzi stracciati, come in questo caso, che tra l’altro darebbe la possibilità a chi acquista di gestire uno dei due unici distributori di benzina per le imbarcazioni dell’isola. Anche se il prezzo base è addirittura dimezzato, passando da 800 a 400 mila euro, per ora nessuno ancora ha avanzato il suo interesse per l’acquisto dell’area a San Pietro in Volta, anche perché la cifra rimane considerevole e trattandosi di area vincolata perché sorge in riva alla laguna sotto il vincolo paesaggistico non sarà facile ottenere autorizzazioni per costruire o allargare l’area coperta. A chiedere e ottenere l’asta e prima ancora il pignoramento è stata la Banca Antonveneta, da qualche anno assorbita dal Monte dei Paschi di Siena. Nel 2005, otto anni fa, la società «Servizi Lagunari srl» aveva ottenuto un mutuo di un milione e mezzo di euro dall’istituto di credito padovano, ma non era riuscita ad onorare le scadenze e così cinque anni dopo, nel 2010, l’Antonveneta aveva pignorato tutto e l’area era andata all’asta per la prima volta lo scorso anno. Nel 2009, tra l’altro, la «Servizi lagunari» aveva dovuto sostenere una causa davanti al Tribunale amministrativo regionale del Veneto per respingere il ricorso presentato da un’altra società, la «Vi. Sca. srl», che si opponeva alla concessione dell’autorizzazione da parte del Comune per l’apertura di un altro distributore di benzina nell’isola, visto che esisteva già quello dell’ Agip a Pellestrina. Nel ricorso si contestava l’area in cui doveva sorgere, la vicinanza con quello già esistente che avrebbe potuto essere di pregiudizio per l’attività economica di quest’ultimo e la possibilità di rifornire anche chi non usufruiva dei servizi cantieristici. Tutte censure che i giudici amministrativi avevano respinto.

domenica 24 febbraio 2013

Ripristino del servizio di Linea 11 alle condizioni precedenti

Comune e Actv hanno ricevuto in queste ore una lettera in cui si chiede il ripristino del servizio di Linea 11 alle condizioni precedenti le modifiche del 17 dicembre scorso. Alla linea di autobus che collega Pellestrina al Lido e viceversa, sono state aggiunte alcune fermate in certe fasce orarie, cosa che i residenti di Pellestrina non hanno gradito, alla luce anche dei continui disagi segnalati per il numero di mezzi esiguo (in certe fasce) che ha costretto i pendolari a trovarsi sovente in difficoltà. Il consigliere comunale Alessandro Scarpa, la presidente dell’associazione Tra mare e laguna Lorenza Vianello, Antonietta Busetto portavoce del Comitato Pendolari e il gruppo residenti Estuario Sud hanno così sottoscritto la richiesta, accompagnandola con una petizione che ha raccolto centinaia di adesioni in tutta Pellestrina. «Negli ultimi giorni i mezzi della linea 11, in certi momenti della giornata, hanno viaggiato stracolmi, domenica compresa», dicono i promotori. «Dalla primavera in poi la linea 11 sarà ancor più utilizzata, vista la presenza turistica sommata ai pendolari e ai cittadini. Cosa che causerà certamente nuovi disagi ai residenti». (s.b.)

sabato 23 febbraio 2013

«Pesca, chiudere il Gral»: proposta di tre consiglieri

Chiusura del Gral e riclassificazione delle aree lagunari per la raccolta della vongola verace. Queste le richieste portate avanti dai consiglieri comunali Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa e Davide Tagliapietra che hanno chiesto la riconvocazione della IX commissione consiliare a Ca’ Farsetti. Il documento è stato depositato in queste ore in Comune, con la richiesta di un aggiornamento su quanto detto oltre due mesi fa in commissione alla presenza anche di Regione e Provincia. «Siamo di fronte a un momento di gravissima crisi del settore», sostiene il consigliere Alessandro Scarpa. «Ci sono pescatori a casa, senza lavoro, con mutui da pagare e una famiglia da mantenere. Il mondo della pesca veneziana è in crisi da mesi ma nessuno muove un dito per trovare soluzioni. La convocazione della IX commissione l’abbiamo voluta perché nessuno ci ha più detto niente da due mesi a questa parte». Una posizione ferma, quella dei promotori dell’iniziativa, che puntano a sbloccare la situazione e fare passi avanti anche per evitare che il fenomeno dell’abusivismo cresca a dismisura. «Non lo giustifico affatto, ma se la gente non sa come mantenersi, ed è abbandonata a sé stessa, è inevitabile che finisca per dedicarsi a pratiche illecite», prosegue il consigliere Alessandro Scarpa. «Da qui chiedo che il Gral venga smantellato, e che il Magistrato alle Acque assegni direttamente le aree di pesca in laguna alle cooperative del settore. Siamo di fronte a una gestione fallimentare che sta mettendo in ginocchio uno dei settori storici della nostra città. Inoltre vanno riclassificate le aree di pesca, e pretendiamo che qualcuno si degni di rispondere con dati alla mano, sul perché in questi ultimi tempi ci sia stata una moria di vongole in laguna che ha finito con il peggiorare ancora di più la situazione. Il mondo della pesca è stato finora amministrato male, devono cambiare le cose per evitare il colpo di grazia a questo settore. Lancio questo appello io da Pellestrina, con il collega Renzo Scarpa che da tempo si occupa in città di questi temi e Davide Tagliapietra che rappresenta Burano, un’altra area storica per la pesca in ambito lagunare». Simone Bianchi

mercoledì 20 febbraio 2013

Ca’ Roman, 1.656 firme contro le villette

Sale a 1.656 il totale delle firme raccolte e consegnate al Comune per fermare il progetto delle villette a ridosso dell’Oasi naturalistica di Ca’ Roman a Pellestrina. Continua la battaglia culturale e ambientalista per fermare il progetto che da anni sta facendo discutere non solo sull’isola, ma anche nelle stanze di Ca’ Farsetti, e che prevede il recupero di un’ampia zona a sud di Pellestrina per costruirvi decine di villette destinate ai privati non per uso residenziale, ma turistico. Un progetto osteggiato da lungo tempo dagli ambientalisti del coordinamento delle associazioni lidensi. Il 22 gennaio Italia Nostra, a difesa di Ca’ Roman, aveva presentato un ricorso al Consiglio di Stato. L’11 febbraio, a seguito della interrogazione presentata dall’eurodeputato Andrea Zanoni, la Commissione Europea ha aperto un’indagine per affrontare l’assenza della Valutazione Ambientale Strategica (Vas) sul progetto stesso. Ieri, il Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido ha inviato al sindaco Orsoni una petizione, sottoscritta da 1.356 cittadini, che chiede la tutela dell’Oasi. «Queste firme, tra cui spicca quella prestigiosa del professor Alberto Asor Rosa, vanno ad aggiungersi alle 300 già consegnate dall’associazione Tra Mare e Laguna di Pellestrina - scrivono dal Coordinamento - Ricordiamo che questo progetto causerà danni gravi e irreversibili all’Oasi e distruggerà un sito eccezionale: l’unico transetto laguna – dune – mare ancora integro in tutto l’alto Adriatico. Recenti indagini effettuate dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), hanno evidenziato che in Italia, negli ultimi cinque anni, sono stati distrutti otto metri quadrati di suolo ogni secondo e che, dopo la Lombardia, il Veneto è la regione più cementificata del Paese». Simone Bianchi

I calciatori avranno gli spogliatoi

I tesserati del Nuovo Calcio San Pietro potranno utilizzare gli spogliatoi del palasport di Portosecco anche se ancora non è stato ufficialmente riaperto dopo i lavori di manutenzione. Nei giorni scorsi, era emerso il problema del container in cui il centinaio di giocatori della squadra di calcio, erano costretti a cambiarsi. Un container di metallo prefabbricato che in più punti stava cadendo a pezzi a causa della ruggine, con la pavimentazione in pessime condizioni e una situazione igienicosanitaria piuttosto precaria. Dopo gli incontri che si sono seguiti tra la società sportiva e il Comune, è arrivato il via libera all’uso degli spogliatoi dell’attiguo palasport. In questo sono terminati da pochi giorni i lavori di manutenzione dopo l’ennesimo danno al tetto che si era scoperchiato con il mal tempo mesi fa. Benché non ancora utilizzabili il campo e le tribune, almeno gli spogliatoi possono tornare utili, quantomeno per garantire ai calciatori del Nuovo San Pietro di cambiarsi in condizioni realmente ottimali. «Ringraziamo il Comune per come ci è venuto incontro, vista la situazione in cui ci si trovava - afferma il presidente della società calcistica di San Pietro in Volta, Marco Ghezzo- Ora dovremo solo definire i termini di utilizzo, nel senso che vanno definiti i costi delle utenze. Ci auguriamo che presto sia pienamente fruibile tutto il palasport, perché è molto prezioso per la nostra isola. Ci sono ancora dei problemi con gli infissi e i sanitari, ma è stato fatto un grande passo avanti». (s.b.)

martedì 19 febbraio 2013

Il recupero della chiglia del relitto avverrà non prima di aprile

Il recupero della chiglia del relitto emerso dalla sabbia sulla spiaggia di Pellestrina avverrà non prima di aprile, quando il Comune avvierà i lavori di manutenzione dell’arenile con le pulizie previste per rimuovere legno e rifiuti. Lo ha confermato ieri l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin. «Non so se lo farà il Comune o qualche altra ditta, ma di sicuro dovrà essere messa in sicurezza quella zona», commenta Bettin. «I rilievi del caso li abbiamo fatti, ora spetta alla Capitaneria di Porto decidere il da farsi. Di sicuro, penso che sia stato irresponsabile chi ha tagliato in due la nave, lasciando sotto la sabbia la chiglia. Potevano esserci degli incidenti e, se non fosse stato per la forte erosione da parte del mare, non ce ne saremmo forse mai accorti. In poche parole, quei pezzi di acciaio non dovevano essere lì». Una vicenda denunciata dal consigliere comunale dell’isola, Alessandro Scarpa “Marta”, e che ora Ca’ Farsetti sta seguendo in attesa di un responso da parte della Capitaneria di Porto. La nave, un mercantile greco, si era incagliata nel 1978, e solo una dozzina di anni più tardi è stata in parte rimossa. (s.b.)

giovedì 14 febbraio 2013

Il direttore dell’Asl ha incontrato i Comitati dell’isola

I comitati di Pellestrina sono stati ricevuti dal direttore generale dell’Asl 12 per fare il punto sui servizi disponibili per l’isola. Tema centrale è stata la richiesta dei residenti di collegare Pellestrina a Chioggia in caso di interventi di emergenza/urgenza. Troppo lunghi i tempi di trasporto in idroambulanza fino all’Ospedale Civile di Venezia, dovendo attraversare la laguna, mentre per raggiungere quello di Chioggia basterebbero quindici minuti. «Da parte del direttore generale Dal ben c’è stata una rinnovata apertura in questo senso, comprendendo le nostre esigenze e anche a fronte della raccolta di firme avviata per tempo», dice Lorenza Vianello dell’associazione Tra mare e laguna. «La situazione per gli abitanti di Pellestrina è particolarmente pesante sotto questo profilo, e chiediamo che non ci siano tagli ai servizi sanitari, trovandoci già in una posizione disagiata geograficamente, ed essendo molto complicato raggiungere il Civile». La maggior parte dei pellestrinotti già si reca a Chioggia per la nascita dei bambini e molti esami specialistici. Da qui la richiesta del collegamento in idroambulanza. All’incontro hanno partecipato anche Daniele Scarpa (Estuario Sud) e il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta. Ma sul tavolo è finita anche la richiesta per una piazzola di elisoccorso. «Ci siamo resi conto che ogni volta che è stato necessario, era quasi impossibile trovare un punto in cui potesse atterrare l’elicottero», osserva il consigliere comunale. «E’ atterrato in situazioni precarie dietro il cimitero, una volta al campo sportivo, ma se quest’ultimo è chiuso bisogna cercare il custode con le chiavi per aprirlo. Va realizzata una piazzola in grado di servire l’isola nel modo migliore ed evitare inutili perdite di tempo in caso di emergenza». I comitati hanno ringraziato il direttore generale Giuseppe Dal Ben per la conferma garantita ai servizi di vaccinazione sull’isola, chiedendo la possibilità di avere un medico al distretto per poter così ampliare la gamma di interventi garantiti ai pazienti dell'isola.(s.b..)

mercoledì 13 febbraio 2013

Lido va in tilt, i residenti protestano

Quindici centimetri di neve su strade e marciapiedi, alberi caduti, strade chiuse, e poi nella notte anche il Gran Viale allagato per l’acqua alta. Le ultime ventiquattro ore sono state piene di disagi per i lidensi, ma anche a Pellestrina e Burano le cose non sono andate molto meglio. Dopo le 16 di lunedì la coltre di neve si è fatta più cospicua, e il sale è servito a poco lungo le strade del Lido. In certe zone ha raggiunto anche i 15-20 centimetri di altezza, a causa del forte vento di bora che creava accumuli a ridosso delle case. La polizia municipale. I vigili del fuoco e la Protezione civile sono dovuti intervenire per la caduta di alberi nelle vie Erizzo, Dardanelli, Bragadin dove un’auto è stata danneggiata e in viale Ospizio Marino. In Lungomare d’Annunzio la circolazione è stata chiusa nella tarda serata per la caduta di due pini marittimi e numerosi rami a causa del peso della neve e del vento. Non si sono registrati danni in questo caso. In viale Ospizio Marino un’auto è rimasta bloccata non montando gli pneumatici invernali. Nel bel mezzo della nevicata, poi, ci si è messa anche l’alta marea, che attorno alle 22.30 ha invaso Piazzale Santa Maria Elisabetta e parte del Gran Viale, comprese le vie Cipro, Perasto e Negroponte. L’acqua ha raggiunto i trenta centimetri in Piazzale, ma non erano state montate in tempo le passerelle. Molte persone, scendendo dai motoscafi, sono state costrette a togliersi le scarpe e le calze e attraversare a piedi nudi nell’acqua gelida. Tre autobus sono rimasti bloccati, così come la circolazione che è stata poi chiusa dalla Polizia municipale fino al successivo calare della marea. Allagamenti per l’acqua alta anche agli Alberoni, con gli inevitabili disagi per i residenti. Ieri pomeriggio molte strade dell’isola erano ancora piene di neve, e quasi impossibile era girare con le biciclette. A San Pietro in Volta non hanno invece funzionato alcune delle pompe installate per evitare allagamenti in caso di alta marea. Una quindicina le case finite sotto acqua, in certi casi anche venti centimetri. La Protezione civile di Pellestrina ha compiuto interventi tutta la notte utilizzando anche quattro pompe. I colleghi di Burano hanno invece compiuto 70 interventi, più che altro per mettere in sicurezza le case al piano terra. L’acqua alta ha però sciolto la neve caduta, liberando calli e campi nelle ore successive. Simone Bianchi

venerdì 8 febbraio 2013

Avviati accertamenti del Comune sui relitti in spiaggia

Il Comune ha avviato gli accertamenti sulle cause della presenza del relitto riemerso dalla sabbia sull’arenile di Pellestrina. Stando a quanto si sapeva, infatti, il mercantile greco Chios Aeinaftios, arenatosi nel 1978, doveva essere stato interamente rimosso a inizio anni Novanta quando partirono i lavori di rifacimento della spiaggia dell’isola con le nuove difese a mare. «Sono stupito da questo rinvenimento», dice l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, «non me lo sarei mai aspettato. Adesso cercheremo di capire come possa essere accaduta questa cosa, e di risalire ai responsabili dei lavori specifici che erano stati avviati all’epoca». La segnalazione era stata fatta l’altro ieri dal consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta, con tanto di interpellanza rivolta al sindaco Orsoni e chiedendo chiarimenti sulla vicenda. La massiccia erosione dell’arenile ha fatto riemergere dalla sabbia i resti della chiglia della nave, che però tutti davano per rimossa interamente. «Cercheremo di far luce su questa storia», assicura Bettin, «intanto stiamo ancora aspettando risposte dalla Regione e dal Magistrato alle Acque sulla possibilità di ripascimento dell’arenile di Pellestrina». (s.b.)

giovedì 7 febbraio 2013

Il relitto riemerge dalla spiaggia

Chiesta la rimozione dei pezzi della nave che si arenò nel 1978

 photo image-12_zpsea81361c.jpgA volte ritornano, ma se si tratta dei pezzi di un relitto che riemergono dalla sabbia in spiaggia, la cosa si fa pure preoccupante. È ciò che da qualche giorno accade a Pellestrina, proprio lungo l’arenile alle spalle del centro abitato. Lì nel lontano 1978 si era incagliato un mercantile greco, il Chios Aeinaftios. Adagiato sulla murata di dritta, c’è rimasto per oltre una decade, quasi a voler caratterizzare il degrado di una spiaggia che a quel punto ricordava più fantasmi che estate giocose tra le onde. I lavori del Magistrato alle Acque per il rifacimento e la messa in sicurezza della spiaggia di Pellestrina avevano eliminato questo problema. Almeno in apparenza, perchè se è vero che il relitto era scomparso, rimosso per la precisione, nessuno si sarebbe mai immaginato che l’erosione da record che in questi anni ha contraddistinto l’arenile di questa isola, avrebbe finito con il riproporre una mattina di febbraio i resti della chiglia del mercantile ellenico. Arrugginiti, taglienti, sostanzialmente pericolosi. Tra la sabbia e le onde sono rispuntati in maniera chiara e aggressiva. C’è ben poco da stare tranquilli, perchè finirci sopra non deve essere per nulla piacevole. Ma qui non c’è di mezzo lo Schettino di turno o la nave da crociera di dimensioni tali da fare ombra su Pellestrina, bensì parecchi metri di acciaio senza forma che ora i residenti vorrebbero veder sparire. Immediata ieri è partita una interpellanza al sindaco Orsoni da parte del consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta, uno che quel relitto se l’è visto davanti ogni giorno per molti anni, abitando proprio a Pellestrina. «Chiedo che la zona venga messa in sicurezza al più presto», scrive, «e di attivarsi verso gli enti competenti per capire chi ha fatto i lavori di demolizione in questo modo». Simone Bianchi 

domenica 3 febbraio 2013

I “Fratelli d’Italia” chiedono l’annessione di Pellestrina

L’annessione di Pellestrina al comune di Chioggia per frenare il calo demografico della città. Lo propongono i militanti di Fratelli d’Italia che ieri hanno presentato pubblicamente i candidati alle Politiche. Il nuovo partito, in cui siedono Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, ha scelto di inserire nelle liste regionali tre chioggiotti, Nicola Boscolo Pecchie nel collegio Veneto 2 per la Camera, Matteo De Marchi e Armando Tiozzo per il Senato. Il gruppo avrà però anche un rappresentante all’interno del Consiglio comunale perché Matteo Penzo (ex Chioggia popolare, ex Lega, ex Gruppo misto) ufficializzerà nella prima seduta utile l’ingresso in Fratelli d’Italia. E proprio da Penzo partirà l’istanza diretta all’amministrazione comunale per frenare l’emorragia di residenti. L’ultimo censimento registra una popolazione di poche unità sotto i 50.000 abitanti. Un dato preoccupante che conferma la flessione costante degli ultimi anni. «Quando una città si spopola è sempre un segnale negativo», sottolinea Pecchie, «bisogna invertire subito questa tendenza. Un’alternativa ci sarebbe: allargare i nostri confini comunali a Pellestrina. Già oggi i residenti di Pellestrina gravitano per molti servizi su Chioggia, dall’ospedale alle scuole superiori, e frequentano la nostra città per lo shopping e il tempo libero. Vivono spesso male l’appartenenza al comune di Venezia e con Chioggia si potrebbe delineare un’affinità sotto il segno dell’identità lagunare. Per noi 5.000 anime sarebbero un toccasana». «Le grandi battaglie si possono fare a livello nazionale», spiega Pecchie, «ma a livello cittadino abbiamo delle emergenze che non possono attendere i tempi delle baruffe politiche». (e.b.a.)

Le manovre tra Comune e Actv per gestire gli incassi

«La cessione di parte delle quote di incassi del Comune a favore di Actv sui biglietti turistici per i prossimi anni per garantire la realizzazione degli interventi dell’azienda al Tronchetto e a Pellestrina, oltre che per l’ammodernamento della flotta, è per noi solo una partita di giro, che non comporterà perdita di gettito per il Comune». Lo assicura l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo a proposito della convenzione che prevede che il Comune “ceda” all'Actv venticinque centesimi a biglietto venduto ai turisti sulla quota per l'anno in corso e mezzo euro dal prossimo anno per fare fronte alle maggiori spese che l'azienda presieduta da Marcello Panettoni dovrà sostenere per realizzare il nuovo cantiere navale Actv al Tronchetto e per completare l'intervento in corso agli ex cantieri De Poli di Pellestrina. L'intervento sul Tronchetto ha un costo previsto di 13 milioni e 780 mila euro. Il Comune ha già girato 9 milioni di euro ad Actv negli anni 2007-2009 a questo scopo e l'azienda aveva inoltre sottoscritto, attraverso l'amministrazione un prestito con la Bei (la Banca Europea degli Investimenti) fino a 27 milioni di euro per completare l'intervento. Con questi fondi, in base alla nuova convenzione sottoscritta tra Comune e Actv a ottobre, l'azienda di trasporto dovrà coprire anche i costi dell'intervento a Pellestrina. Per le rate di mutuo l'azienda dovrà pagare oltre un milione e centomila euro quest'anno, circa 2 milioni e 700 mila il prossimo e poi a salire nei prossimi anni oltre 3 milioni e 200 mila euro, fino a stabilizzarsi intorno ai 3 milioni e mezzo annui dal 2015 fino all’estinzione del mutuo. «Per coprirne i costi - spiega Bergamo - avremmo dovuto comunque sottoscrivere nuovi aumenti di capitale a favore di Actv e ci è sembrato invece più corretto agire sulla quota di incassi». Conferma il presidente di Actv Marcello Panettoni: «È un vantaggio sia per noi, sia per il Comune, che potrà iscrivere lo stanziamento sul capitolo degli investimenti anziché su quello della spesa corrente e in ogni caso la copertura della rata di mutuo sarà garantita, perché se gli incassi dovessero scendere, aumenterà la quota annua a favore di Actv per coprirla interamente».(e.t.)

sabato 2 febbraio 2013

Il Comune rinuncia a una quota d’incassi per finanziare Actv

Il Comune «cede» all’Actv venticinque centesimi a biglietto venduto ai turisti sulla quota per l’anno in corso e mezzo euro dal prossimo anno per fare fronte alle maggiori spese che l’azienda presieduta da Marcello Panettoni dovrà sostenere per realizzare il nuovo cantiere navale Actv al Tronchetto e per completare l’intervento in corso agli ex cantieri De Poli di Pellestrina. Un «regalo» obbligato a Actv quello deliberato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo - che peserà sulle casse di Ca’ Farsetti - perché altrimenti l’azienda di trasporto acqueo non avrebbe le risorse necessarie per completare l’intervento. L’intervento sul Tronchetto ha un costo previsto di 13 milioni e 780 mila euro. Il Comune ha già girato 9 milioni di euro ad Actv negli anni 2007-2009 a questo scopo e l’azienda aveva inoltre sottoscritto, attraverso l’amministrazione un prestito con la Bei (la Banca Europea degli Investimenti) fino a 27 milioni di euro per completare l’intervento. Con questi fondi, in base alla nuova convenzione sottoscritta tra Comune e Actv a ottobre, l’azienda di trasporto dovrà coprire anche i costi dell’intervento a Pellestrina. Per le rate di mutuo l’azienda dovrà pagare oltre un milione e centomila euro quest’anno, circa 2 milioni e 700 mila il prossimo e poi a salire nei prossimi anni oltre 3 milioni e 200 mila euro, fino a stabilizzarsi intorno ai 3 milioni e mezzo annui dal 2015. Per pagare le rate potrà contare sul contributo a biglietto (senza Carta Venezia) del Comune, che per la corsa semplice passerà dall’1,50 euro attuale - su 7 euro di costo complessivo - all’1,25 euro di quest’anno e a un euro dal prossimo. La quota sul biglietto del traghetto, resterà invariata invece per quest’anno, a 1,20 euro, ma dal 2014 scenderà a mezzo euro, «regalando» 70 centesimi a Actv. Scenderà a mezzo euro (dall’euro attuale) dal 2014 anche la quota comunale per il biglietto sulla linea Chioggia-Pellestrina. Fondi che serviranno ad Actv anche per la riorganizzazione del sistema manutentivo e di rimessaggio della flotta aziendale. Non sono alle viste, evidentemente, aumenti di entrate per Actv, se per finanziare i suoi interventi è il Comune che è costretto a «tassarsi».(e.t.)

venerdì 1 febbraio 2013

La Salvaguardia boccia il cantiere

La Salvaguardia boccia gli scavi e il nuovo bacino di carenaggio per il nuovo cantiere Actv a Pellestrina. Esito clamoroso, ieri mattina, dell’iter per i lavori proposti da Actv, che avevano il parere favorevole del Magistrato alle Acque e della Soprintendenza. Al momento di andare al voto, la stragrande maggioranza della commissione ha votato no. Dieci i voti contrari, tre gli astenuti (il Comune di Venezia), soltanto quatro i favorevoli, i rappresentanti di Magistrato alle Acque (tre voti) e Soprintendenza. Dure le motivazioni, che bocciano la proposta in quanto «non si tratta di scavo e adeguamento ai fini idrogeologici del canale di Pellestrina», ma di interventi per la realizzazione di una nuova darsena Actv di fronte all’ex cantiere De Poli, con un collegamento fisso tra cantiere e darsena a la chiusura di quel tratto del canale di Pellestrina. Le norme del Palav, si legge nella motivazione, «tutelano l’ambiente naturale con particolare riguardo all’equilibrio idraulico e alla manutenzione dei canali». Vietata anche la distruzione della flora, in quell’area particolarmente ricca, con presenza di fanerogame. Lo scavo e il dragaggio di un’area molto grande (28 mila metri quadrati a una profondità di 4 metri e 50, 2300 a sette metri e mezzo per il bacino) porterebbe secondo la Salvaguardia alla distruzione di un tratto di laguna di pregio naturalistico e di un canale «le cui funzionalità ed equilibrio idraulico sono documentate da secoli». Un tentativo, quello di scavare, già fatto anni fa da De Poli. Il «no» al progetto potrebbe rimettere in discussione lintera politica dei nuovi cantieri di Actv.(a.v.)