domenica 31 marzo 2013

Sequestrata la marijuana denunciato un operaio

Teneva hashish e marijuana nascoste in un garage che gli serviva anche da capanno, ma i carabinieri hanno scoperto la droga e proceduto al suo sequestro. Così P.V. 41enne operaio, l'altro giorno, si è trovato denunciato, in stato di libertà, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. L'uomo, incensurato e residente a Pellestrina, era stato notato dai militari, verso le 23 del 26 marzo, mentre compiva strani movimenti attorno all'edificio, in sestiere Scarpa, che usa come magazzino e rimessa. A quel punto sono iniziati i controlli, prima con l'identificazione dell'operaio, poi con la perquisizione del capanno e quella personale dell'uomo. In breve sono saltati fuori 32 grammi di marijuana e un grammo di hashish. Quantità, tutto sommato modeste, ma accompagnate dal rinvenimento di due bilancini di precisione e strumenti per il confezionamento e taglio della sostanza stupefacente. E sono stati soprattutto queste ulteriori scoperte a configurare l'ipotesi di spaccio a carico del 41enne operaio che, ora, dovrà difendersi dalle accuse dinanzi a un giudice. Diego Degan

giovedì 28 marzo 2013

Pellestrina, il “fratino” si prende la rivincita sul Mose

Per poco, qualche anno fa, i loro nidi non avevano fermato i cantieri del Mose. L’Unione Europea che protegge gli uccelli acquatici aveva aperto una procedura di infrazione contro il governo italiano, il Magistrato alle Acque e il Consorzio Venezia Nuova per i cantieri «abusivi» aperti a Ca’ Roman, San Nicolò e Santa Maria del Mare. Adesso fratino e fraticello, uccelli rari svernanti in laguna, si prendono la loro rivincita. Il Magistrato alle Acque ha annunciato un progetto di tutela con aree protette nella spiaggia di Pellestrina. Per difendere la nidificazione delle due specie rare, minacciate dall’urbanizzazione. «L’idea è quella di riservare ai nidi del fratino alcune aree della spiaggia», dice Alfredo Caielli, ingegnere dell’Ufficio Salvaguardia, «da proteggere con una leggera recinzione in legno, ben segnalata con i cartelloni». Anche l’ufficio delle Infrastrutture dunque riscopre la tutela delle specie protette. Eppure, non molti anni fa, la polemica sui fratini aveva raggiunto livelli infuocati. Il ricorso all’Europa lo avevano presentato le associazioni ambientaliste, in testa la Lipu (Lega italiana per la protezione uccelli) e Italia Nostra. Il Comune aveva dato una mano, allora il sindaco Cacciari tentava di far passare l’esame di alternative meno costose e impattanti al Mose. Strali e prese in giro da parte dell’allora presidente della Regione – oggi deputato del Pdl – Giancarlo Galan. «Non vorremo fermare un’opera del genere perché il Comune difende quattro uccelletti?». E i quattro uccelletti adesso si riprendono il territorio, pur in parte compromesso dai grandi cantieri delle dighe mobili. Il fratino, ordine Charadriforme, famiglia Charadridae, è un piccolo e ormai raro uccellino limicolo dalle zampe sottili e lunghe, che nidifica nei litorali sabbiosi. Il fraticello, detto anche rondine di mare minore, ha le stesse abitudini. La loro specie era messa a repentaglio dall’avanzare delle attività umane, e adesso dai cantieri del Mose e dai rumori per la produzione dei cassoni. Sono entrambi protetti dalla Direttiva «Uccelli», e per questo l’Ue aveva aperto il procedimento, poi archiviato pur con prescrizioni, Adesso arrivani le aree protette.

Ca’ Roman, arriva lo stop ai lavori

Stop ai lavori per le nuove villette a Ca’ Roman. Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar veneziano e accoglie il ricorso presentato da Italia Nostra e dalle associazioni ambientaliste che chiedeva la sospensione d’urgenza dei lavori. «La richiesta di appello appare fondata», scrive nella sentenza il presidente della Quarta sezione giurisdizionale Marzio Branca. Dunque, scrivono i giudici, «appare opportuna la non intervenuta modificazione dei luoghi tale da non compromettere l’interesse del quale l’associazione è portatrice». Dunque, non si tocca nulla. Si dovrà attendere adesso la sentenza di merito. Ma il fatto che i giudici amministrativi di secondo grado abbiano accolto l’istanza di sospendere i lavori già autorizzati è un punto importante a favore dei ricorrenti. «Una svolta», commentano le associazioni. Soddisfatti anche i consiglieri comunali che avevano votato contro la delibera, proposta dall’assessorato all’Urbanistica e votata qualche mese fa dal Consiglio comunale e dalla Muncipalità. «Avevamo ragione», dicono Nicola Funari e Renzo Scarpa del Gruppo Misto, Sebastiano Bonzio della Sinistra. Adesso si dovrà attendere la sentenza definitiva, e per l’impresa padovana che ha avviato l’investimento si tratta invece di un duro colpo. Il progetto, elaborato dallo studio Mar, prevedeva di realizzare 42 nuove villette nell’area verde degli «ex Orti», occupata fino a qualche anno fa da una colonia delle suore. Spazi dismessi e ora destinati a diventare un centro turistico. Nuove edificazioni nel verde, rispettose del’ambiente, dicono i progettisti. Ma la sollevazione degli abitanti dell’isola e i ricorsi delle associazioni alla fine hanno prodotto un effetto. Il nodo del contendere è se fosse necessaria la Valutazione ambientale strategica per modificare luoghi sottoposti a vincoli in laguna. Secondo l’Urbanistica era sufficiente la Vinca (Valutazione di Incidenza ambientale». I giudici hanno per ora dato ragione alla prima ipotesi.(a.v.)

Aggredisce l’arbitro, stop di un anno

Un anno di squalifica per tentata aggressione all'arbitro. È questa la sanzione inflitta a Federico Busetto, giocatore del Nuovo San Pietro (Seconda categoria), espulso domenica nel corso della gara giocata contro l'Esedra. Busetto è stato fermato fino al 31 marzo del 2014 perchè dopo un gol segnato dagli avversari si dirigeva verso l'arbitro «urlando insulti, agitando le braccia e minacciandolo di morte. Giunto vicino all'arbitro, gli veniva segnalato il provvedimento di espulsione, che suscitava una reazione ancor più violenta, manifestando la volontà di colpire il direttore di gara, trattenuto a stento dal capitano e dai compagni di squadra. Si tratteneva nel terreno di gioco per oltre un minuto, continuando a inveire e cercando di sottrarsi al controllo dei compagni per raggiungere nuovamente l'arbitro. Difatti riusciva a svincolarsi e, raggiunto il direttore di gara, tentava di colpirlo con uno schiaffo al viso, evitato con un tempestivo spostamento. Veniva, quindi, costretto ad allontanarsi, trascinato di peso dai compagni. Si sottraeva nuovamente al controllo, afferrava una manciata di fango e la scagliava contro l'arbitro, raggiungendolo alla mano e allo stomaco. Questo comportamento ritardava la ripresa del gioco per oltre due minuti. Ancora nello spogliatoio, a fine gara, ha cercato il contatto fisico con il direttore di gara, evitato per l'intervento dei compagni». Da parte sua Marco Ghezzo, presidente del Nuovo San Pietro, afferma che la società, multata di 100 euro, non farà ricorso. Questa, tra l'altro, è la seconda squalifica di un anno a un giocatore del club isolano, visto che già Devi Vianello è stato bloccato fino al prossimo 25 novembre».

mercoledì 20 marzo 2013

Sono previsti attracchi da Fusina a Pellestrina

I nuovi «punti ormeggio» individuati dal progetto sono una trentina. Hanno lo scopo, si legge nello studio, «di soddisfare una domanda di mobilità acquea finora inevasa o affidata a un «fai da te inadeguato». Succede infatti che per scendere a terra molti conducenti di barche occupassero posti barca già assegnati a concessionari. Oppure venissero multati dai vigili per aver lasciato il «natante incustodito. In Punta San Giuliano i posti barca per l’ormeggio sono 19. A Fusina, davanti al terminal e vicino alla fermata del vaporetto soltanto sei. Una decina i posti in fondamenta delle Zattere, davanti ai Magazzini del Sale, altrettanti alle Zattere davanti all’ex sede dell’Autorità portuale. Un pettine con venti posti dovrebbe essere installato a Sacca Fisola, altri 19 alla Junghans verso la laguna centrale. A Murano altri 19 posti dov’è la Scuola Abate Zanetti, all’isola della Certosa (lato nord) altri 17. Infine alcuni approdi saranno ricavati anche dove sono le darsene esistenti, come alla Darsena della Misericordia, al Tronchetto e alla Celestia. Numerose le nuove realizzazioni nell’estuario e nelle isole maggiori. Tre alla Giudecca, sei al Lido (tra cui San Nicolò e i porti rifugio già realizzati per il Mose agli Alberoni e Punta Sabbioni), e poi a Sant’Erasmo (Torre Massimiliana) e poi pellestrina e San Pietro in Volta, Forte Marghera, Fusina e Parco San Giuliano. In terraferma sarà possibile approdare anche in via Torino, e perfino all’aeroporto Marco Polo, traffico e onde dei taxi permettendo. In totale trenta ormeggi a pagamento, sul modello dei parcheggi in terraferma.(a.v.)

martedì 19 marzo 2013

Parte il conto alla rovescia per la riapertura del palasport

Il palasport di Portosecco è sempre più vicino all’essere riutilizzato dopo i problemi vissuti negli ultimi due anni a causa dell’ennesimo danno causato dal vento al tetto. Per festeggiare, in un certo senso, la prossima riapertura alle attività sportive, la Municipalità ha promosso uno spettacolo teatrale che andrà in scena sabato 30 marzo alle 16. L’ingresso per il pubblico sarà libero. Nei giorni scorsi il Comune ha terminato i lavori per quanto concerne la messa a norma della copertura del palasport, ora mancano alcuni interventi per quel che riguarda infissi e sanitari, poi l’impianto potrà essere nuovamente affidato alle società sportive dell’isola che ne vorranno fare uso. E sono molte, dalla pallavolo alle arti marziali, passando per il calcio, la cui squadra del Nuovo San Pietro in Volta necessiterebbe degli spogliatoi per non utilizzare più il container esterno che ormai è in pessime condizioni. Un palasport quanto mai necessario alle attività di giovani e meno giovani che non trovano altri impianti dove potersi allenare. (s.b.)

Auto bruciate, l’Arma a caccia di testimoni

Non sono ancora finiti gli accertamenti tecnici dei vigili del fuoco che stanno indagando sull’incendio che ha distrutto a Pellestrina le tre auto, due delle quali utilizzate dagli operai della Mantovani Spa per spostarsi sull’isola, nel parcheggio del ferryboat di Santa Maria del Mare. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Chioggia. Si tratta degli operai impegnati nella realizzazione del Mose. Le fiamme hanno distrutto i due veicoli usati dagli operai che lavorano al Mose e una terza di proprietà di Luca Ballarin, dipendente di una società di rimorchiatori e regatante che ha partecipato alla Storica. È il concorrente che nell’edizione dello scorso anno è finito, per errore, contro la barca della giuria. Per il momento non è semplice per gli investigatori ricostruire quanto accaduto. Infatti quando le fiamme si sono sviluppate non c’erano testimoni. Le tre auto, una è un piccolo furgoncino, erano ferme nel parcheggio da parecchie ore. Tutto, quindi, fa pensare ad un incendio doloso. Sul luogo, comunque, non sono stati trovati contenitori di liquido infiammabile. Quando è scattato l’allarme il fuoco aveva già avvolto, e parecchio, i tre veicoli. Quando sono arrivati sul posto i vigili del fuoco, partiti da Venezia, per le auto c’era ben poco da fare. In pratica quando le fiamme sono state spente dei veicoli restava solo la carcassa e le ruote. Ora sono in corso le analisi dei reperti presi dai vigili del fuoco sul luogo dell’incendio. La pioggia non rende facile questo lavoro. Si cercano eventuali testimoni che abbiano notato o sentito qualche cosa di strano poco prima che l’incendio si sviluppasse. In questa stagione a Pellestrina e a quell’ora c’è ben poca gente in giro. Ai cantieri del Mose non ci sono mai stati attentati veri e propri, nemmeno all’inizio dei lavori quando la contestazione dell’intervento era molto più forte di adesso. A volte sono state sorprese persone a rubare materiale all’interno dei vari cantieri. In una circostanza chi contesta il sistema di dighe mobile ha occupato l’area del cantiere del Lido nel periodo della mostra del Cinema.(c.m.)

lunedì 18 marzo 2013

Mantovani, rogo di auto vicino al cantiere

Distrutti da un incendio doloso due automezzi della Mantovani che vengono impiegati dagli operai che lavorano nel cantiere del Mose alla bocca di Porto di Malamocco. Le fiamme hanno coinvolto anche l’auto di un residente. L’incendio è avvenuto sabato sera, poco prima delle 23, nel parcheggio dell’imbarcadero di Santa Maria del Mare, dove parte il ferryboat che collega l’isola con Punta Sabbioni. Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Chioggia. Tutte le ipotesi sono aperte, compreso un eventuale collegamento con la vicenda dell’arresto dell’ex presidente della Mantovani Spa Piergiorgio Baita. A dare l’allarme è stato un passante che ha visto alzarsi le fiamme. Allertati i vigili del fuoco, da Venezia sono partite due squadre. I pompieri sono arrivati sul posto nel giro di una decina di minuti. Purtroppo le fiamme avevano già avvolto tre automezzi: un Fiat Doblò, un’Audi Sw e una Fiat Punto. I vigili hanno potuto fare ben poco per salvare gli automezzi che sono andati praticamente distrutti. Da quanto raccontato da alcuni testimoni le fiamme sarebbero partite dal Doblò e dall’Audi. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Pellestrina. Quasi certamente si tratta di un incendio doloso anche se bisogna attendere gli esiti degli accertamenti svolti dai vigili del fuoco per stabilirlo senza ombra di dubbio. Nel frattempo, i veicoli e l’area sono stati sequestrati. I primi due mezzi andati a fuoco appartengono alla Mantovani e vengono utilizzati dagli operai che lavorano al Mose per spostarsi dal cantiere in bocca di porto di Malamocco all’imbarcadero del ferryboat. Auto e furgoncini della ditta, inoltre, vengono parcheggiati anche nella zona antistante l’imbarcadero del ferry per Chioggia. In questo momento nessuna pista viene tralasciata, tantomeno il possibile collegamento dell’incendio con quanto sta emergendo dalle indagini dopo l’arresto di Piergiorgio Baita. Anche se al momento non si riesce a capire quale possibile legame ci possa essere. Contemporaneamente non viene tralasciata l’ipotesi che sia stato il gesto di qualcuno che contesta la realizzazione del sistema di dighe mobili, anche se va detto che ormai la gran parte dei lavori è stata ultimata.

giovedì 14 marzo 2013

Invalido a 11 anni, l’Inps non risponde

Da quattro mesi attendono le carte dall’Inps che permettono al figlio di vedersi riconosciuta la disabilità, ma la cassetta della posta è sempre inesorabilmente vuota. È la vicenda che sta vivendo una famiglia di Pellestrina, il cui figlio undicenne è affetto da un ritardo psicomotorio dalla nascita, che lo costringe su una sedia a rotelle. Il 19 novembre scorso, nella sede di distretto dell’isola, i genitori avevano accompagnato il figlio per sottoporlo alle visite di rito che deve fare ogni cinque anni, per vedersi riconosciuta e confermata la disabilità e conseguente invalidità. «Il problema è che a quelle visite non hanno fatto seguito i verbali inviati per posta dall’Inps», spiega Margareta, la madre del ragazzo. «La revisione è un obbligo cui dobbiamo sottoporre nostro figlio per poter far fronte alle regole imposte dalla Legge 104 e per il riconoscimento della sua invalidità. Ma nostro figlio non è ovviamente un falso invalido, e lo si capisce anche senza sottoporlo alle visite, e senza quei documenti rischia di perdere tutti gli aiuti di cui può godere, compresa la maestra di sostegno a scuola». Il ragazzo frequenta la quarta elementare a Pellestrina, ma la patologia plurima che lo affligge richiede degli aiuti che sono fondamentali anche per la famiglia. «Non parliamo di denaro», aggiunge la madre, «ma nel caso di mio marito dei tre giorni mensili di cui può disporre per seguire direttamente il figlio. C’è poi la questione dell’esenzione dei ticket sanitari, il pass dell’auto per la Ztl quando abbiamo bisogno di accompagnarlo a qualche visita e appunto la questione scolastica, che riteniamo un aspetto fondamentale per la sua crescita. Senza insegnante di sostegno sarebbe tutto molto più difficile». Ma da quattro mesi tutto tace sul fronte della documentazione. «Abbiamo solo un certificato che ci è stato rilasciato all’atto della visita, ma che non vale nulla, così come ormai non vale niente la documentazione relativa alla visita precedente che era stata fatta nel 2007», prosegue la madre del ragazzo. «In pratica, è come se lui non avesse nessun problema e non gli fosse stata riconosciuta l’invalidità in passato. È assurda tutta questa situazione, e noi ci troviamo in grande difficoltà. Stiamo parlando di elementi che sono un diritto per nostro figlio, non stiamo rubando nulla ne chiedendo qualcosa di più di quanto non sia già previsto dalla legge. Il nostro è un appello all’Inps perché faccia in fretta». Simone Bianchi

«Gral, Ca’ Farsetti non c’entra»

A chiedere la chiusura del Gral nelle scorse settimane erano state in primis le stesse cooperative lagunari, poi è toccato al sindaco Orsoni criticare l’ente. Ieri la Provincia è scesa in campo e la presidente Zaccariotto ha replicato al primo cittadino veneziano senza tanti giri di parole. «A quale titolo si è espresso sul Gral il sindaco Orsoni? Mi chiedo, dov’era il Comune di Venezia quando si trattava di fare squadra per partecipare all’operazione di salvataggio e rilancio della pesca, uno dei settori di massimo rilievo nell’economia locale? Quelli che hanno avanzato proposte, e hanno presentato un programma assolutamente innovativo, con idee concrete per rispondere alle richieste dei pescatori siamo stati noi, con il supporto di Veneto Agricoltura, che aveva proposto anche il potenziamento dell’incubatrice per il seme a Pellestrina. Ma nessuno ci ha seguiti in questa progettualità. In fondo nessuno ci ha creduto davvero, e adesso troviamo nuovamente i pescatori che protestano per la carenza di seme». E ancora: «Dove sono le proposte del Sindaco per risolvere questa situazione? Quello che è certo è che il Comune di Venezia non c’entra più nulla con il Gral, da quando ha deciso di uscire dalla compartecipazione societaria. Chi ha risanato il Gral, tagliando già nel 2010 oltre 210 mila euro di costi di struttura, non sono certo stati i soggetti più direttamente interessati alla pesca in laguna, i Comuni di Venezia e Chioggia, è stata invece la Provincia di Venezia. E nel 2012 il bilancio della società Gral ha finalmente chiuso in utile, con un aumento di 40 mila euro dei ricavi derivanti dalle concessioni delle aree lagunari, pur a fronte di una complessiva diminuzione del valore della produzione, pari a 112 mila euro l’anno». «Prima di esprimere giudizi», conclude la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, «occorre vedere come trovare ulteriori soluzioni percorribili per rispondere in modo costruttivo alle esigenze dei rappresentanti del settore della pesca». (s.b.)

martedì 12 marzo 2013

Pesca, fumata grigia Il sindaco chiede l’abolizione del Gral

Fino a qualche anno fa lo chiamavano «l’oro della laguna». Molluschi bivalvi molto richiesti e soprattutto presenti in massa nei fondali lagunari. Il tapes philipinarum, specie importata di vongole veraci aveva presto soppiantato la specie autoctona, la Tapes Decussatus. Guadagni facili, in certi casi, ricchezza improvvisa, con qualche danno alla laguna provocato da mezzi non adatti e pescatori senza regole. Adesso la ricchezza non c’è più. E tutto torna in discussione. Abolire il Gral e ampliare le aree di pesca in laguna. E’ la proposta avanzata ieri dalle cooperative dei pescatori di Pellestrina e Burano, al termine di un lungo incontro in commissione consiliare, alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e dell’assessore provinciale alla pesca Fabrizio Zulian. Richiesta appoggiata dal sindaco, che si è espresso a favore di una «semplificazione dell’iter burocratico per rilanciare l’attività di pesca». Seduta durata più di tre ore, toni molto accesi. Domenico Gorin, presidente della cooperativa Piccola Pesca e Luigi Vidal per i pescatori di Burano hanno illustrato la drammatica situazione in cui versa il settore della pesca lagunare. Calo di fatturato, molluschi semore più rari, aree vietate, costi ormai insostenibili. Famiglie in crisi. «perché non si esce più, facciamo la fame», denunciano i pescatori. le emergenze sono tante. A cominciare da quella ambientale. La misteriosa morìa di vongole registrata due anni fa nell’area di Chioggia si è estesa anche ad altre zone della laguna. Perfino in mare sono sempre più rare le vongole di mare, le pregiate bevarasse in calo anche la quantità di pesce tipico lagunare, come i go, i bisati, i passerini. «Siamo stanchi delle promesse», hanno detto i presidenti Gorin e Vidal, «ci siamo trovati qui in novembre e in quattro mesi non è successo nulla». «I pescatori hanno ragione», ha detto il sindaco Orsoni, «il Comune farà la sua parte, anche se non ha la competenza di governo delle sue acque. Mi pare che il Gral, la struttura di gestione delle aree demaniali che dipende dalla Provincia, non abbia portato quella semplificazione che ci si aspettava. Dunque bisogna ridiscutere, affidando direttamente al Magistrato alle Acque la gestione delle aree e la gestione della pesca». Un’accusa ribadita dai pescatori quella che il Gral abbia in questi anni aumentato i costi, senza peraltro garantire controlli e sviluppo dell’attività di pesca. «Al Gral le aree costano 36 euro», spiega il consigliere comunale della lista civica (ex Pdl) Alessandro Scarpa «Marta», «e le mette a disposizione per 360 euro, dieci volte tanto. E’ un assurdo, e i pescatori non ce la fanno più». La prossima settimana nuovo incontro, anche alla presenza del presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio, ieri rappresentato da un suo dirigente. «Speriamo ci siano soluzioni concrete, occasioni di lavoro», dicono i pescatori. Che annunciano manifestazioni clamorose se ancora una volta non ci saranno decisioni concrete in difesa della pesca. «La crisi colpisce duro, ed è ora di fare qualcosa», hanno detto i pescatori.

lunedì 11 marzo 2013

Arrivano i pescatori di Pellestrina

Arrivano i pescatori di Pellestrina, questa mattina alle 9.30, in Comune, per denunciare la crisi gravissima che affligge il settore. La riunione congiunta delle commissioni comunali IX e X, si trasformerà così in un’assemblea pubblica sull’emergenza-pesca, alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e del presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D'Alessio, invitati anche gli assessori regionale e provinciale alla Pesca . All’ordine del giorno, come affrontare la crisi ormai irreversibile della pesca in laguna. In questi mesi, più volte i pescatori della laguna hanno denunciato come gli scavi e l'inquinamento abbiano prodotto la quasi scomparsa dei molluschi in alcune zone della laguna. Morti a milioni i «semi» che avrebbero dovuto garantire l'avvio della politica di allevamento. I pescatori non raccolgono più molluschi, ma anche il pesce è diminuito. «Abbiamo solo debiti, e i controlli asfissianti», dicono i pescatori, che provengono da un’isola che ha perso anche il polo cantieristico De Poli, non ancora sostituito dall’annunciato cantiere Actv lontano dal divenire. E gli isolani adesso chiedono interventi concreti.

venerdì 8 marzo 2013

La pesca a Ca’ Loredan

 Lunedì incontro con sindaco e Magistrato

L’emergenza pesca occupa Ca’ Loredan. Grande assemblea in commissione comunale, lunedì, per le cooperative di pescatori di Pellestrina. Pesce non ce n’è più, e la mancanza di lavoro sta portando disperazione tra gli abitanti dell’isola. Per lunedì è stato convocato un incontro alla presenza del sindaco Giorgio Orsoni e del presidente del Magistrato alle Acque Ciriaco D’Alessio. Si dovrà discutere della crisi ormai irreversibile della pesca in laguna. Gli scavi e l’inquinamento hanno prodotto la quasi scomparsa dei molluschi in alcune zone della laguna. Morti a milioni i «semi» che avrebbero dovuto garantire l’avvio della politica di allevamento. I pescatori non raccolgono più molluschi, ma anche il pesce è diminuito. «Abbiamo solo debiti, e i controlli asfissianti», dicono. Così, da isola felice e sogno di ricchezza, Pellestrina si è trasformata in area di crisi. Ha chiuso il cantiere De Poli, chiudono le piccole ditte di pescatori. E gli isolani adesso chiedono interventi concreti per aiutare il settore e l’isola. «Altrimenti», dicono, «la pesca in laguna morirà».(a.v.)

Bus Actv, d’estate si cambia linea

Trasporti ma anche marciapiedi, piste ciclabili, palacinema e lavori di restyling di Piazzale Santa Maria Elisabetta e Gran Viale. Il Lido in queste settimane è al centro di molteplici discussioni e polemiche. Entro due settimane, ad esempio, la municipalità convocherà un consiglio straordinario a cui verranno invitati gli assessori comunali ai Lavori pubblici e alla Mobilità per affrontare di nuovo la questione di Santa Maria Elisabetta. Un confronto atteso, al quale prenderanno parte di sicuro comitati, associazioni ambientaliste, categorie economiche e cittadini. A richiederlo è stata la minoranza, con le firme depositate da Pd, Udc e IdV. Atto siglato il 28 febbraio scorso. La maggioranza vorrebbe però che prendessero parte al consiglio straordinario anche gli assessori alle Attività produttive e all’Ambiente per completare il confronto sui temi anche dei plateatici e del verde pubblico. (s.b.) LIDO L’assessore Ugo Bergamo ha inviato alla Municipalità le proposte per i servizi automobilistici estivi garantiti da Actv al Lido e a Pellestrina. Si sono concluse le rilevazione chieste dal Comune all’azienda per verificare problematiche o vantaggi per quanto riguarda il complesso di variazione apportate alla rete automobilistica delle due isole dopo il 17 dicembre scorso. Molte erano state le proteste da parte dei residenti di zone specifiche come i lungomari, ma erano poi arrivate anche petizioni, comprese quelle dei pellestrinotti per le modifiche apportate alla linea 11 che collega Lido e Pellestrina. L’assessore Bergamo ha preso atto che le fermate aggiuntive della linea 11 a via Alvisopoli non sembra abbiano avuto gli esisti sperati, con pochissimi passeggeri che vi salgono. Mentre per ciò che riguarda quelle aggiunte in Lungomare Marconi nei giorni festivi, viene valutato positivamente il mantenimento. In-fine, in merito alla riduzione da due a una vettura della corsa delle 16.05 e 18.35 in partenza da Santa Maria Elisabetta, il numero di passeggeri imbarcati nel periodo di rilevazione ne giustificherebbe anche in questo caso una soltanto. Dal momento che nel corso del mese di marzo Actv dovrà definire i nuovi servizi estivi anche per la rete automobilistica di Lido e Pellestrina, alla luce di quello che sarà l’incremento inevitabile di passeggeri per l’apertura delle spiagge e poi la Mostra del Cinema, Bergamo ha riproposto il modello che era stato applicato lo scorso anno nel medesimo periodo con un servizio invariato per la linea 11, una frequenza ogni 20 minuti per la linea A che collega Santa Maria Elisabetta al faro Rocchetta degli Alberoni. Stesso dicasi per la B che da via Klinger a San Nicolò raggiunge la spiaggia degli Alberoni attraversando le vie Gallo e Malamocco. La CA e la CO da Piazzale Santa Maria Elisabetta e ritorno attraverso i lungomari per servire le spiagge avranno una cadenza anch’esse ogni venti minuti, e lo stesso dicasi per la G che da via Klinger a San Nicolò al centro dell’isola non subirà variazioni nel servizio serale. La Linea N notturna effettuerà il medesimo servizio attuale, mentre la V da San Nicolò a via Colombo avrà una cadenza ogni 20 minuti con possibilità di prolungamenti fino a via Parri a Malamocco. «Dal momento che la A e la B in estate garantirebbero una frequenza di sei corse l’ora dal centro del Lido agli Alberoni», osserva Bergamo, «ritengo che si possa pensare di sospendere le fermate che la linea 11 fa ora agli Alberoni, Stella Maris e San Camillo nella modalità di salita in direzione Lido e discesa in direzione Pellestrina. E questo in considerazione del maggior utilizzo della linea anche da parte dei turisti non presenti in altre stagioni». Ora Bergamo rimarrà in attesa delle valutazioni da parte della Municipalità, che dovrà affrontare la questione in commissione Trasporti e probabilmente anche in Consiglio. Poi si vedrà anche se le modifiche apportate alla linea 11, con eventuale sospensione delle fermate agli ospedali e in via Alvisopoli, saranno gradite ai comitati dei pendolari di Pellestrina. Simone Bianchi

giovedì 7 marzo 2013

Non è ancora la rivolta, ma la crisi avanza

Non è ancora la rivolta. Ma la crisi avanza, e colpisce duro settori fino a pochi anni fa di eccellenza nell’economia veneziana. A Pellestrina, alle ultime Politiche di febbraio, la lista Cinquestelle ha ottenuto 527 voti su poco meno di duemila. Primo partito e quasi record nazionale, staccando di due punti il Pdl, da sempre primo nell’isola, distruggendo la Lega, confinando il Pd al 17 per cento. Segno evidente della rabbia. Il dramma dell’isola si chiama lavoro. E dopo anni di vacche grasse, adesso l’unica possibilità si chiama Actv, o il pubblico impiego negli ospedali. Il cantiere De Poli ha chiuso, l’agricoltura non è mai decollata. E la pesca è in crisi profonda. Un tam tam giunto anche ai palazzi veneziani. Lunedì a Ca’ Farsetti si terrà un’assemblea di tutti i pescatori dell’isola insieme al sindaco Giorgio Orsoni e al presidente del Magistrato alle Acque Luigi D’Alessio. Iniziativa organizzata dal consigliere dell’isola Alessandro Scarpa Marta, che ha parlato l’altro giorno con i pescatori. «Non ce la facciamo più», sbotta Francesco Ballarin detto «Skardi», presidente di una delle due cooperative di pesca sopravvissute. La «morìa» non riguarda negli ultimi anni soltanto le preziose vongole veraci, ma anche le attività economiche e le partite Iva. Una decina di anni fa Pellestrina era diventata famosa per l’alto numero di banche aperte. Quattro istituti di credito per quattromila abitanti, una densità da far invidia alla City e ai quartieri ricchi delle capitali europee. Fuoristrada e macchine di lusso, tenore di vita elevato. I caparossoli, i Tapes philippinarum impiantati negli anni Ottanta, avevano portato velocemente ricchezza nell’isola, prima abituata alla più artigianale pesca con le reti, con i pescherecci e le seragie, reti da laguna. Una specie che si sviluppa nelle acque calde e anche inquinate, turbosoffianti all’opera e danni ambientali alla laguna. Cronaca e leggenda, guadagni stimati fino a 100 mila euro a pescatore. Ma adesso i tempi sono cambiati. Caparozzoli non ce ne sono più, il progetto dell’allevamento del Gral segna il passo, anche per i danni ambientali provocati dagli scavi e l’inquinamento. Il pesce scarseggia, e in laguna non si vedono più bisati, passerini e go, i pregiati ghiozzi un tempo numerosi nei bassi fondali. Restano dalla parte del mare le vongole bevarasse, più chiare e morbide delle vongole veraci. E qui si concentrano i pochi pescherecci sopravvissuti, che spesso incappano nella rete della Capitaneria di porto o della Finanza perché pescano sottocosta, in area vietata. Ma l’emergenza è grande. Lavoro non ce n’è, i figli dei pescatori vanno a studiare in terraferma o all’estero. Cambiano lavoro. «Siamo l’ultima generazione di pescatori, poi è finita», dice Ballarin, «una vita dura, lavorare di notte, rischi e giadagno ormai ridotto a niente». La pesca sta morendo, e Pellestrina lancia l’allarme. «Ci sono molte case acquistate con il mutuo oggi all’asta, perché le famiglie non hanno più i soldi per pagare le rate alle banche», denuncia Scarpa, «una situazione che peggiora sempre». Non è solo questione di lavoro, ma anche di servizi. I collegamenti via ferry boat sono abbastanza efficienti. «Ma anche i servizi sanitari sono stati ridotti, e l’ospedale più vicino è a Chioggia o all’Angelo. Speriamo di non averne bisogno».

Pellestrina, il disastro: si ferma la pesca

Il futuro si chiama turismo sostenibile. Ittiturismo, piccoli alberghi galleggianti in laguna, spiagge attrezzate. Un’alternativa alla pesca esiste, e qualche imprenditore illuminato dell’isola da anni propone progetti. «Dal 1996», racconta Francesco Ballarin, presidente di una delle due cooperative dell’isola – l’altra è quella di Domenico Borin – «chiedo un’autorizzazione per attrezzare in laguna una piattaforma da adibire a ristorante galleggiante. Niente da fare, nessuno mi ascolta». Eppure, spiega Ballarin, «quale luogo al mondo sarebbe più adatto della laguna a ospitare un turismo di questo tipo?» Acque calme e pericoli inesistente per i bassi fondali, pesce fresco a disposizione. E la possibilità di attirare un turismo «slow», amante dei luoghi naturali e rispettoso dell’ambiente. Secondo filone, l’ospitalità. A Pellestrina e San Pietro in Volta non esistono alberghi. Anche l’attività ricettiva si limita agli affitti di qualche casa privata a chi sceglie per rilassarsi un luogo rimasto lontano dalla modernità. «Ma noi abbiamo pensato a piccoli hotel galleggianti, in barca», continua Ballarin, «siamo a due passi dalla bocca di porto e da Fusina, il ferry boat collega con il Lido, la motonave con Chioggia. La pesca sta morendo, è il momento di pensare a soluzioni di lavoro alternative e adatte a questo ambiente». Un’isola che adesso fa i conti con la crisi della pesca e della cantieristica, fino a pochi anni fa il traino dell’economia cittadina. «Qui vicino passano le navi», conclude Ballarin, «portano ricchezza ma non a noi. Con una piccola tassa potremmo dare servizi all’isola e alla città, a cominciare dalla sanità. Basta volerlo». (a.v.)

mercoledì 6 marzo 2013

La pulizia degli arenili partirà in aprile

Con il mese di aprile inizieranno gli interventi programmati dall’assessorato all’Ambiente per la pulizia straordinaria degli arenili di Lido e Pellestrina. Ieri mattina c’è stato l’atteso incontro tra l’assessore Bettin e i tecnici, che hanno pianificato la prima fase dei lavori per la raccolta e asporto di tutti i rifiuti e le ramaglie giunte a riva nel corso dell’inverno e, in particolare, quanto ancora è avanzato con le mareggiate di novembre e dicembre. «Nelle zone sottoposte a concessioni balneari parte del lavoro sarà svolto in accordo e assieme agli stessi gestori, poi l’intervento di Veritas per la raccolta e trasferimento in discarica», anticipa Gianfranco Bettin. Nelle aree invece libere, come Pellestrina e San Nicolò, Murazzi e Alberoni al Lido lavorerà Veritas assieme alle cooperative che collaborano in queste specifiche attività. L’impegno è quello di rendere sicuri e fruibili i tratti di spiaggia prima che inizi la stagione balneare: maggio con i primi caldi nei tratti liberi e per alcuni degli stabilimenti come Venezia Spiagge, giugno per tutti gli altri. «Per quanto concerne il relitto emerso dalla sabbia a Pellestrina, stiamo ancora definendo i dettagli per la sua rimozione», aggiunge Bettin. «L’augurio è che non saltino fuori altre brutte sorprese. Così come prosegue l’indagine per capire di chi sia la colpa di questo episodio incredibile risalente a molti anni fa. In merito invece alla necessità di ripascimento dei nostri arenili, mi conforta vedere come anche altre località si siano mosse nei confronti della Regione e del Magistrato alle Acque. Il problema è reale, la stessa presenza dei resti del relitto dimostra come la spiaggia di Pellestrina abbia subito una erosione fuori dal normale. Quindi aspettiamo fiduciosi che si possano ripristinare le cose il prima possibile». (s.b.)

Cimitero, al via i lavori per la bonifica

 photo image-12_zps70a3400a.jpgSono iniziati finalmente i lavori per la bonifica della discarica abusiva che si trova dietro il cimitero di Pellestrina. Non è la prima volta che quest’area viene interessata da un fenomeno simile, perché già in passato, più volte, era diventata oggetto di abbandono di inerti, parti meccaniche e resti derivati da manutenzioni edili. Ora la situazione è però ben più complessa, perché su decine di metri quadrati di terreno in stato di abbandono, a ridosso del murazzo e del cimitero, vi sono state trovate ingenti quantità di amianto. Non è ben chiaro da dove arrivino, fatto sta che anche la Procura veneziana si è interessata al caso, e sono in corso indagini, mentre si è resa necessaria la recinzione della zona per evitare pericoli e soprattutto che qualcuno possa venire a contatto con le sostanze tossiche. In queste ultime ore ne è anche cominciata la raccolta, e ci sono già numerosi sacchi speciali che attendono di essere portati in discarica con materiali inquinanti e porzioni di terreno ormai mescolato all’amianto. Un episodio sul quale si era mosso il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta. «Ho fatto una segnalazione urgente al sindaco e all’assessore all’Ambiente», commenta, «i quali mi hanno poi contattato, spiegandomi che su ordine della Procura, il Comune con delle ditte specializzate è intervenuto per fare un lavoro di pulizia e di recinzione. I lavori veri e propri inizieranno tra 10-15 giorni; poi serviranno altre due settimane per riordinare e mettere in sicurezza la zona. L’operazione è molto costosa perché si tratta di rifiuti speciali. Da notare che non è una novità, per quel tratto di Pellestrina. È pur vero che se si sono verificati episodi di questo tipo la colpa è di qualche maleducato o di chi cerca di fare il furbo, ma è anche vero che gli enti competenti devono trovare una soluzione perché il problema non si ripeta, e l’unica opportunità è quella di creare un piccolo ecocentro a Pellestrina. O, in alternativa, ipotizzare che magari una o due volte al mese, Veritas porti una chiatta nella quale scaricare i rifiuti e gli inerti. Ciò eviterebbe il proliferare di discariche abusive». Simone Bianchi

martedì 5 marzo 2013

Linea 11: «Basta con le fermate aggiuntive»

 Fronte comune tra Municipalità e comitati di Pellestrina. Ieri l’incontro con l’assessore Bergamo

«Non ha senso, dati alla mano, che la linea 11 continui a fare delle fermate aggiuntive dopo le modifiche imposte il 17 dicembre scorso». Tutti d’accordo: Municipalità, comitati dell’isola e il consigliere comunale Scarpa, che ieri hanno incontrato l’assessore alla Mobilità Ugo Bergamo e i tecnici di Actv. «Dai dati fornitici dalla verifica a campione fatta dall’azienda, risulta che sono pochissime le persone che usufruiscono della Linea 11 in Lungomare nelle fermate aggiuntive inserite lungo il percorso del Lido, per sopperire ad altri tagli», commenta il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello. «E questo perchè l’11 arriva assieme, o subito dopo, alla A o alla B, sovrapponendosi. Cosa che non ha senso. Il Comune e l’Actv devono semmai trovare alternative, ma ne discuteremo non appena ci saranno spedite le osservazioni dell’assessore, e potremo così parlarne in commissione al Lido». Il 17 dicembre scorso erano state apportate delle modifiche alle linee automobilistiche di Lido e Pellestrina, dopo le proteste dei residenti a seguito dei tagli del mese di settembre. «Ho chiesto che siano fatte verifiche ulteriori anche per via Gallo, dove comunque ci sono altre fermate aggiunte alla 11 e che ritengo non abbiano senso», fa notare il consigliere comunale Alessandro Scarpa. «Giovedì in commissione al Lido ci saranno anche i rappresentanti dei comitati, ma la richiesta che tutta Pellestrina fa è quella di ritornare alle condizioni antecedenti alle modifiche del 17 dicembre scorso. L’11 marzo aspetterò poi la risposta dell’assessore Bergamo anche alla mia interpellanza in commissione Trasporti a Ca’ Farsetti. E mi auguro che si tenga conto anche della necessità di rinforzare invece certe corse della 11 in alcune fasce orarie della giornata».(s.b.)

domenica 3 marzo 2013

Leone Ballarin un pezzo di storia

Martedì 19 febbraio all’età di 92 anni si è spento il paesano Leone Ballarin, cavaliere della repubblica per meriti di guerra: quindi solo lui poteva spiegare certi valori passati alla storia, soprattutto la pesca naturale delle reti “tremaglie” e non solo. Così se n’é andato un pezzo di storia vivente dell’isola: una persona speciale, in particolare nel settore della pesca. Per queste sue doti di bravura quando stavo scrivendo il libro “I racconti di un pescatore” alcune informazioni di carattere tecnico sul contenuto me le ha date lui, compreso le date su per giù della nascita delle 56 specie dei pesci: tanto che il suo nome è scritto sulla pagina dei ringraziamenti. Quando ti incontravo per le vie dell’isola e non solo, ti salutava e tu facevi altrettanto: «Ciao», eri abituato a dirmi e da qui iniziava il nostro dialogo. Mi raccontavi del tuo tempo passato, compreso il militare in guerra, ma soprattutto della pesca, il suo mestiere professionale. Sei stato uno dei miei maestri: nessun libro poteva insegnarmi ciò che ho imparato da te. Bravo! Mi hai raccontato che durante la guerra del 1940-1945 per un certo periodo di tempo sei stato militare assieme al sottotenente Sandro Pertini, poi diventato presidente della Repubblica, dicevi che era un piacere ascoltarlo quando parlava. Anch’io, Leone, quando parlavi provavo attenzione ad ascoltarti. La vita dell’uomo è strana, poco tempo prima della tua morte osservavo che la vecchiaia giorno dopo giorno voleva portarti via come alla fine è stato; allora mi chiedevo perché, prima di morire, l’uomo deve ridursi così? Poi, devo dirti la verità: negli ultimi tempi, considerato che avevo un bel dialogo con te ma non potevo più farlo, quando ti incontravo accompagnato con un’altra persona ti salutavo con il segno con la mano. Certo, che se l’uomo in genere dovesse parlare di più della vecchiaia che lo attende, sicuramente diventerebbe più consapevole di quello che lo aspetta, forse anche più buono e meno offensivo. Infatti, Leone, con questa tua sofferenza di vecchiaia hai voluto dirci: il bene dobbiamo farlo fino a quando siamo in tempo, durante questo breve passaggio della vita, con il vantaggio di vivere serenamente. Ancora grazie, amico Leone, per tutto quello che hai saputo insegnarmi. Ripeto: «Ciao», proprio com’era il tuo saluto. 
Gianfranco Vianello

venerdì 1 marzo 2013

Riapre il museo della Laguna Sud

Dal primo aprile prossimo è stata ufficializzata la riapertura del Piccolo museo della Laguna Sud che ha sede all’ex scuola Goldoni di San Pietro in Volta. Le giornate garantite per le visite saranno il sabato e la domenica dalle 10 alle 12. Informazioni e prenotazioni al 333.6143976.