martedì 7 novembre 2006

Laguna, consorzi e cooperative contro il Gral

Interviene Gina Tiozzo, in rappresentanza degli allevatori di molluschi di Chioggia, Pellestrina e San Pietro in Volta
«C’è un’evidente incapacità di gestire le risorse, il consiglio d’amministrazione si dimetta»

"Una gestione
fallimentare quella del Gral, che non riesce neppure ad attuare i piani
che si è dato". Un giudizio sul quale concordano le principali
organizzazioni, consorzi e cooperative attivi in laguna. Gina Tiozzo,
che rappresenta il consorzio "La Cavana", ma che parla anche per Opm,
Organizzazione produttori molluschi, Faro Azzurro e la cooperativa
Coopesca, in pratica tutti gli allevatori dell'area di Chioggia, Pellestrina
e San Pietro in Volta, rinnova la richiesta che queste organizzazioni
hanno avanzato un paio di settimane fa a conclusione di un'assemblea
svoltasi a Chioggia.

"Allora
- ricorda Tiozzo - abbiamo chiesto le dimissioni del consiglio
d'amministrazione del Gral e del suo amministratore delegato, Chiaia.
Ora, alla luce di quanto accaduto e di evidenti incapacità del Gral di
gestire le risorse alieutiche della laguna, come dovrebbe almeno per
giustificare la sua istituzione, ripresentiamo questa richiesta".

Stando
agli allevatori della laguna "quelli del Gral debbono fare in fretta un
esame della situazione così come loro l'hanno determinata, ma deve
essere un esame preciso, che fotografi la realtà vera esistente nel
settore dell'allevamento lagunare. Il Gral, i suoi amministratori
debbono inoltre una buona volta accettare un confronto a tutto campo
con i produttori".

Gina
Tiozzo bolla come "fallimentare" il programma della pesca emergenziale
che dovrebbe accompagnare nell'arco di 18 mesi l'attivazione dei vivai.
Ancora più problematica sarebbe poi la situazione per quanto riguarda
la raccolta del materiale da semina. "Si è partiti in ritardo per
quanto riguarda la laguna o si sono trascurate possibili risorse
prontamente segnalate nei fiumi Brenta ed Adige. Così, proprio per dire
come stanno le cose, siamo di fronte ad un risultato che potremmo
definire ridicolo se non fosse drammatico perché resta incerta la
possibilità di lavoro di centinaia di addetti". Secondo Gina Tiozzo con
il materiale fin qui raccolto si possono "fecondare" al massimo 5
ettari sul totale dei 2000 già assegnati in concessione. "Abbiamo anche
inviato al Gral precise richieste sui criteri con i quali sono stati
selezionati gli allevatori cui è stata data l'autorizzazione alla
raccolta del seme. Anche per questo importante aspetto dell'attività di
molluschicoltura stiamo ancora aspettando risposte. La spiegazione per
così dire preliminare, che sono stati autorizzati alla raccolta gli
allevatori che ne hanno fatto richiesta e che sono in regola con i
pagamenti non spiega niente - sostiene Gina Tiozzo - proprio perché non
giustifica l'esclusione della maggior parte degli allevatori, che pure
rientrano nei parametri accennati ma non sono stati autorizzati a
raccogliere il seme". Al massimo risulterebbero riforniti di materiale
da semina 34 cooperative.

"In
laguna però ce ne sono 120 e mi pare scontato - conclude Tiozzo - che
tutti gli allevatori abbiamo lo stesso titolo per quanto si riferisce
alla raccolta".

Giorgio Boscolo


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