Martedì 19 febbraio all’età di 92 anni si è spento il paesano Leone
Ballarin, cavaliere della repubblica per meriti di guerra: quindi solo
lui poteva spiegare certi valori passati alla storia, soprattutto
la pesca naturale delle reti “tremaglie” e non solo. Così se n’é andato
un pezzo di storia vivente dell’isola: una persona speciale, in
particolare nel settore della pesca. Per queste sue doti di bravura
quando stavo scrivendo il libro “I racconti di un pescatore” alcune
informazioni di carattere tecnico sul contenuto me le ha date lui,
compreso le date su per giù della nascita delle 56 specie dei pesci:
tanto che il suo nome è scritto sulla pagina dei ringraziamenti.
Quando ti incontravo per le vie dell’isola e non solo, ti salutava e
tu facevi altrettanto: «Ciao», eri abituato a dirmi e da qui iniziava
il nostro dialogo. Mi raccontavi del tuo tempo passato, compreso il
militare in guerra, ma soprattutto della pesca, il suo mestiere
professionale. Sei stato uno dei miei maestri: nessun libro poteva
insegnarmi ciò che ho imparato da te. Bravo! Mi hai raccontato che
durante la guerra del 1940-1945 per un certo periodo di tempo sei
stato militare assieme al sottotenente Sandro Pertini, poi diventato
presidente della Repubblica, dicevi che era un piacere ascoltarlo
quando parlava. Anch’io, Leone, quando parlavi provavo attenzione
ad ascoltarti. La vita dell’uomo è strana, poco tempo prima della tua
morte osservavo che la vecchiaia giorno dopo giorno voleva portarti
via come alla fine è stato; allora mi chiedevo perché, prima di morire,
l’uomo deve ridursi così? Poi, devo dirti la verità: negli ultimi
tempi, considerato che avevo un bel dialogo con te ma non potevo
più farlo, quando ti incontravo accompagnato con un’altra persona ti
salutavo con il segno con la mano. Certo, che se l’uomo in genere
dovesse parlare di più della vecchiaia che lo attende, sicuramente
diventerebbe più consapevole di quello che lo aspetta, forse anche
più buono e meno offensivo. Infatti, Leone, con questa tua
sofferenza di vecchiaia hai voluto dirci: il bene dobbiamo farlo fino a
quando siamo in tempo, durante questo breve passaggio della vita,
con il vantaggio di vivere serenamente. Ancora grazie, amico Leone, per
tutto quello che hai saputo insegnarmi. Ripeto: «Ciao», proprio
com’era il tuo saluto.
Gianfranco Vianello
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