giovedì 7 marzo 2013

Non è ancora la rivolta, ma la crisi avanza

Non è ancora la rivolta. Ma la crisi avanza, e colpisce duro settori fino a pochi anni fa di eccellenza nell’economia veneziana. A Pellestrina, alle ultime Politiche di febbraio, la lista Cinquestelle ha ottenuto 527 voti su poco meno di duemila. Primo partito e quasi record nazionale, staccando di due punti il Pdl, da sempre primo nell’isola, distruggendo la Lega, confinando il Pd al 17 per cento. Segno evidente della rabbia. Il dramma dell’isola si chiama lavoro. E dopo anni di vacche grasse, adesso l’unica possibilità si chiama Actv, o il pubblico impiego negli ospedali. Il cantiere De Poli ha chiuso, l’agricoltura non è mai decollata. E la pesca è in crisi profonda. Un tam tam giunto anche ai palazzi veneziani. Lunedì a Ca’ Farsetti si terrà un’assemblea di tutti i pescatori dell’isola insieme al sindaco Giorgio Orsoni e al presidente del Magistrato alle Acque Luigi D’Alessio. Iniziativa organizzata dal consigliere dell’isola Alessandro Scarpa Marta, che ha parlato l’altro giorno con i pescatori. «Non ce la facciamo più», sbotta Francesco Ballarin detto «Skardi», presidente di una delle due cooperative di pesca sopravvissute. La «morìa» non riguarda negli ultimi anni soltanto le preziose vongole veraci, ma anche le attività economiche e le partite Iva. Una decina di anni fa Pellestrina era diventata famosa per l’alto numero di banche aperte. Quattro istituti di credito per quattromila abitanti, una densità da far invidia alla City e ai quartieri ricchi delle capitali europee. Fuoristrada e macchine di lusso, tenore di vita elevato. I caparossoli, i Tapes philippinarum impiantati negli anni Ottanta, avevano portato velocemente ricchezza nell’isola, prima abituata alla più artigianale pesca con le reti, con i pescherecci e le seragie, reti da laguna. Una specie che si sviluppa nelle acque calde e anche inquinate, turbosoffianti all’opera e danni ambientali alla laguna. Cronaca e leggenda, guadagni stimati fino a 100 mila euro a pescatore. Ma adesso i tempi sono cambiati. Caparozzoli non ce ne sono più, il progetto dell’allevamento del Gral segna il passo, anche per i danni ambientali provocati dagli scavi e l’inquinamento. Il pesce scarseggia, e in laguna non si vedono più bisati, passerini e go, i pregiati ghiozzi un tempo numerosi nei bassi fondali. Restano dalla parte del mare le vongole bevarasse, più chiare e morbide delle vongole veraci. E qui si concentrano i pochi pescherecci sopravvissuti, che spesso incappano nella rete della Capitaneria di porto o della Finanza perché pescano sottocosta, in area vietata. Ma l’emergenza è grande. Lavoro non ce n’è, i figli dei pescatori vanno a studiare in terraferma o all’estero. Cambiano lavoro. «Siamo l’ultima generazione di pescatori, poi è finita», dice Ballarin, «una vita dura, lavorare di notte, rischi e giadagno ormai ridotto a niente». La pesca sta morendo, e Pellestrina lancia l’allarme. «Ci sono molte case acquistate con il mutuo oggi all’asta, perché le famiglie non hanno più i soldi per pagare le rate alle banche», denuncia Scarpa, «una situazione che peggiora sempre». Non è solo questione di lavoro, ma anche di servizi. I collegamenti via ferry boat sono abbastanza efficienti. «Ma anche i servizi sanitari sono stati ridotti, e l’ospedale più vicino è a Chioggia o all’Angelo. Speriamo di non averne bisogno».

2 commenti:

  1. Buongiorno,
    complimenti per il blog, che da quanto vedo funge quasi da testata giornalistica. Frequento Pellestrina d'estate, quando posso. Nel mio piccolo ho portato amici che se ne sono innamorati, e il sogno di poter prima o poi avere una piccola casetta per passarci le vacanze c'è sempre. Mi permetta però un'osservazione, alla quale le chiedo di rispondere visto che lei è sicuramente più informato ed esperto di me sulle questioni di Pellestrina.
    Dieci anni fa, quando sono venuto per la prima volta nell'isola, non c'era una casa in vendita. Oggi ci sono molti annunci, ma mi risulta pochissime vendite. Tutti prezzi alti e spropositati. Vogliamo poi parlare del fatto che non ci sono B&B o piccoli alberghetti? Ma i giovani di Pellestrina cosa aspettano ad organizzarsi? Senza stravolgere il suo spirito potrebbe nascere un turismo d'elite, colto e slow come si diceva, in grado di portare un bel po' di quattrini e attività. Ma un processo del genere andrebbe governato.....gestito da chi non vuole un profitto immediato ma la riconversione di un'isola fantastica. Tremo all'idea che Pellestrina possa diventare un'isola fatasma, ma ancora peggio sarebbe la trasformazione in isola di divertimento, scimmiottando Sottomarina. Eppure i presupposti ci sarebbero, ma ho l'impressione, e qui vorrei sbagliarmi, che gli abitanti stessi di Pellestrina non siano molto pronti a pensare ad una riconversione anche culturale, di mentalità, per il rilancio dell'isola. Mi sbaglio? Questo lo dico perchè solitamente, quanto si guadagna troppo in fretta ( e si perde altrettanto in fretta), si perde il contatto con una certa realtà....e manca lo spirito illuminato. Quindi mi chiedo: Ci sono a Pellestrina cittadini illuminati? Qualche giovane particolarmente sveglio, colto e sensibile a queste dinamiche?
    Buona continuazione con il suo blog.
    p.s: c'è iun'isola italiana che frequento molto e ha una storia simile a Pellestrina,ma che non soffre in questo modo. Si chiama Carloforte ed è in Sardegna.
    Cordialmente
    Simone

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    1. salve ,mi chiamo Rosy e volevo rispondere a Simone ,ormai sono trentanni che vivo quì a Pellestrina e i primi anni mi facevo anchio la stessa domanda e le voglio dire che deve ringraziare i ns politicanti che per avere i i permessi passa anni anni anni . Quando passa a PELLESTRINA e si ferma dove c'è la banca cassa di risparmio vedra dietro a essa una costruzione messa a posto per fare B&B be ecco quella costruzione sarà la bellezza di 15 anni che aspetta i permessi per aprirla sono fermi nel cassetto in comune a Venezia . Percio vede ci sono a pellestrina cittadini illuminati ormai da moti anni il problema che ci viene tolta illuminazione .Chi passa di qui non sa quanto amore a il cittadino pellestrinotto per la sua isola il problema e la politica quanto amore ha per il cittadino

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