In Italia hanno lasciato senza lavoro decine di operai e tecnici e hanno mandato sul lastrico molte piccole imprese artigiane che lavoravano per loro e hanno ricevuto solo il 15-18 per cento dei loro crediti. Ma in Olanda, proprio poche settimane fa, hanno acquisito una nave spendendo ben 15 milioni di dollari. Si tratta della famiglia De Poli, un tempo titolare degli omonimi cantieri di Pellestrina ora in mano all’Actv. Il ben informato settimanale di shipping e logistica «Ship to Shore», infatti, ha scritto nel suo ultimo numero, senza essere smentito, che la società olandese «De Poli Tankers» ha acquistato l’ennesima chimichera da 14.200 tonellate di nome «Clipper Caribe», alla quale è stato cambiato il nome in «Davino D.» in onore del patron della famiglia di Pellestrina e della società olandese, di cui è amministratore delegato la figlia Chiara. L’informatissimo magazine di settore sostiene anche che la società, controllata dalla «Arcoin Holding», così è ora proprietaria di ben dieci navi, la maggior parte delle quali chimichiere.
Nonostante la crisi economica generale e quella dell’attività armatoriale in particolare, tanto che la stessa rivista commenta l’acquisto della chimichiera come un fatto «in controtendenza rispetto al generale panorama di cessioni» nel settore, gli affari dei De Poli oltre confine vanno a gonfie vele. A Pellestrina, invece, per mesi non hanno pagato stipendi e Tfr ai dipendenti, che per avere una parte di quei soldi dal commissario giudiziale hanno dovuto attendere più di un anno, non hanno onorato i debiti con decine di piccole imprese artigiane, alcune delle quali sono state costrette a chiudere bottega perchè a loro volta non hanno potuto pagare dipendenti e fornitori, e con le banche.
Stando ai conti, il passivo dei Cantieri De Poli è stato di ben 136 milioni di euro e solo una piccola parte di quel debito è stato coperto, grazie alla vendita di tre navi e dello stesso cantiere da parte del commissario Emilio Borella. Quando la storica impresa rischiava il fallimento due erano le strade possibili per evitarlo. La prima era quella che i De Poli mettessero sul piatto le loro proprietà, i loro conti bancari; la seconda quella del concordato preventivo. La famiglia De Poli sostenne di non avere un euro, così è stata intrapresa l’altra strada, che ha permesso ai creditori di incassare solo una piccola parte di ciò che era loro dovuto. All’estero, però, i De Poli hanno continuato la loro attività armatoriale e, grazie al magazine «Ship to Shhore», ora è evidente che in Olana i soldi c’erano e ci sono, tanto da poter pagare 15 milioni di dollari.
domenica 25 settembre 2011
E in Olanda varata la gasiera "Davino D."
A Pellestrina, come è noto, hanno lasciato debiti di centinaia di milioni di euro, mentre in Olanda i De Poli stanno incrementando la flotta e sono dati in costante espansione, con investimenti economici e progetti. Una medaglia a due facce.
Ad alimentare l'amarezza delle piccole ditte, in buona parte fornitrici della De Poli, che si erano opposte al concordato preventivo del tribunale, è un recente articolo pubblicato nella rivista marittima internazionale "Ship To Shore". Nel numero 34 del 12 settembre scorso si legge che la società armatrice olandese dei De Poli, la "De Poli Tankers BV" ha da poco acquistato una nave per trasporto prodotti chimici da 14.200 tonnellate di portata del valore di 15 milioni di euro rinominandola "Davino D" proprio in omaggio al patron Davino De Poli, incrementando la loro flotta. Non è un mistero, infatti, che i De Poli abbiano spostato nei Paesi Bassi il cuore del loro business, che almeno all'estero, pare tornato in auge. Non si spiegherebbe diversamente il varo di una nuova nave e il progetto di incrementare la flotta.
A tenere in mano le redini dell'azienda in Olanda è Chiara De Poli, figlia di Davino, finito nel mirino delle polemiche. «Dopo questi investimenti - scrivono alcune aziende "beffate" - vuol dire che non se la passano certo male dopo aver lasciato a Venezia un buco di euro 236 milioni e affossando decine di aziende, rimaste con il cerino in mano. Non abbiamo visto un euro delle nostre forniture; c'è chi ha dovuto chiudere aziende, lasciare a casa operai che hanno perso il posto di lavoro, oppure mettere sul mercato alcune proprietà per riprendersi da questo disastro e mettere in sesto i bilanci. Mentre gli stessi De Poli in Olanda non lesinano investimenti. È una presa in giro. Purtroppo, però, sapevamo che il concordato preventivo sarebbe andato tutto a vantaggio delle banche e noi, piccole realtà, non avremmo visto un soldo di quanto ci spetta. Queste notizie aggiungono rabbia e sale sulle nostre ferite».
La De Poli olandese è però di fatto una diversa società giuridica e dunque può tranquillamente operare all'estero.
Lorenzo Mayer
Ad alimentare l'amarezza delle piccole ditte, in buona parte fornitrici della De Poli, che si erano opposte al concordato preventivo del tribunale, è un recente articolo pubblicato nella rivista marittima internazionale "Ship To Shore". Nel numero 34 del 12 settembre scorso si legge che la società armatrice olandese dei De Poli, la "De Poli Tankers BV" ha da poco acquistato una nave per trasporto prodotti chimici da 14.200 tonnellate di portata del valore di 15 milioni di euro rinominandola "Davino D" proprio in omaggio al patron Davino De Poli, incrementando la loro flotta. Non è un mistero, infatti, che i De Poli abbiano spostato nei Paesi Bassi il cuore del loro business, che almeno all'estero, pare tornato in auge. Non si spiegherebbe diversamente il varo di una nuova nave e il progetto di incrementare la flotta.
A tenere in mano le redini dell'azienda in Olanda è Chiara De Poli, figlia di Davino, finito nel mirino delle polemiche. «Dopo questi investimenti - scrivono alcune aziende "beffate" - vuol dire che non se la passano certo male dopo aver lasciato a Venezia un buco di euro 236 milioni e affossando decine di aziende, rimaste con il cerino in mano. Non abbiamo visto un euro delle nostre forniture; c'è chi ha dovuto chiudere aziende, lasciare a casa operai che hanno perso il posto di lavoro, oppure mettere sul mercato alcune proprietà per riprendersi da questo disastro e mettere in sesto i bilanci. Mentre gli stessi De Poli in Olanda non lesinano investimenti. È una presa in giro. Purtroppo, però, sapevamo che il concordato preventivo sarebbe andato tutto a vantaggio delle banche e noi, piccole realtà, non avremmo visto un soldo di quanto ci spetta. Queste notizie aggiungono rabbia e sale sulle nostre ferite».
La De Poli olandese è però di fatto una diversa società giuridica e dunque può tranquillamente operare all'estero.
Lorenzo Mayer
Le ville dei De Poli affittate ai turisti
Cosa resta degli storici cantieri: il tentativo di rilancio con Actv e una società immobliare
Intanto il sito della Provincia pubblicizza un centro vacanze che però non esiste

Ma i De Poli non sono "spariti". Qualcuno ha cercato lavoro per conto proprio, altri, continuano ad occuparsi dei beni di famiglia, che risultano essere società staccate dal cantiere. Nel sito ufficiale della Provincia, si publicizza una casa per ferie all'interno del cantiere, con tanto di numero telefonico degli uffici. Quella casa per ferie non esiste, ovvero, apparteneva e appartiene si al cantiere, ma sono 20 camere uso foresteria, situate sopra alla mensa, che venivano utilizzate per gli operai in trasferta.
Esiste invece un ramo dei De Poli immobiliare, la Socove, che ha realizzato in isola una serie di villette. Alcune sono state vendute, quattro vengono affittate per il periodo estivo. Socove ha anche rimesso a nuovo l'ex cantiere Schiavon, negli anni ’90, per farne un progetto di scalo, rimessaggio, rifornimento natanti, partito e bloccato subito per mancanza di tutte le autorizzazioni. I soliti ben informati dichiarano che il loro raggio d'azione, nel campo immobiliare, si estende fino a Padova, con importanti proprietà. E poi c'è l'Arcoin, la società armatoriale della famiglia, che gestiva le commesse delle chimichiere realizzate in cantiere. Oggi questa è una scatola vuota, poichè l'Arcoin non possiede più nulla. La flotta è stata acquistata dalla De Poli Tankers.D.V, società olandese che ha come amministratore delegato Chiara De Poli, figlia di Davino, ex boss del cantiere.
sabato 24 settembre 2011
«Troppe regole assurde per la semina»
«Ma quale campagna di semina: abbiamo ricevuto delle quantità ridicole di seme di vongola, assolutamente insufficienti a far ripartire gli allevamenti». Samuele Scarpa è un pescatore di Pellestrina: a lui e ai suoi colleghi isolani e di Chioggia, il Gral ha consentito la campagna di raccolta della semina: 25 tonnellate stimate nella zona del Verto nord. Poche, lo diceva anche l’assessore provinciale alle pesca, Canali. «Pochissime - ribatte Scarpa - lo standard è che in ogni metro quadro di allevamento dovrebbe andarci mezzo chilo di semina: la mia concessione è di sei ettari, 60mila metri quadri, ovvero servirebbero 30mila chili di semina, cioè trenta tonnellate». Più di quelle che c’erano al Verto, quindi. «Me ne hanno date sei ceste, poco più di cento chili - aggiunge Scarpa - era meglio se le lasciavano là a riprodursi». Certo c’era il rischio che qualcuno rubasse il prodotto seminale per venderlo. Lasciar crescere ulteriormente il seme avrebbe comportato un’opera di sorveglianza più impegnativa, che tutti invocano ma che, in questi anni, non è mai decollata, meno che mai con i tagli di bilancio. «Il problema è di fondo - dice Enzo Fornaro, di Federcoopesca - il «vecchio» sistema di pesca è inadeguato alle condizioni attuali della laguna, servono originalità, sperimentazione, inventiva, ma questo non lo può dare un ente pubblico che soffoca le imprese». (d.deg.)
giovedì 22 settembre 2011
Ospedali, tutti a Pellestrina preferiscono andare a Chioggia
I cittadini di Pellestrina chiedono aiuto al sindaco di Chioggia per l’assistenza sanitaria. Un delegazione di abitanti si è infatti recata nelle ultime ore in municipio a Chioggia per discutere di una annosa questione: i trasporti di emergenza. «Abbiamo trovato nel sindaco di Chioggia una persona attenta e comprensiva, che ci ha ascoltati e si è dimostrata interessata alla nostra situazione - commenta Lorenza Vianello - A Pellestrina viviamo l’assurda situazione di un trasporto di emergenza-urgenza che impiega decine di minuti per portare un malato, e dopo magari lunghe attese, fino all’Ospedale Civile. Questo quando per arrivare a Chioggia basterebbero 10-12 minuti in idroambulanza. Abbiamo chiesto al sindaco di Chioggia di aiutarci, di discuterne con il direttore dell’Asl territoriale, perchè non ne possiamo più». Portavoce dei cittadini che poi aggiunge: «Nei giorni scorsi si sono ripetute varie situazioni incredibili al nostro distretto sanitario, come quella di un bambino cui non sono stati dati i punti perchè mancava il filo per suturare una ferita. Non possiamo andare avanti in questo modo, vogliamo un’assistenza più adeguata». (s.b.)
Incendio Polimeri, colpa di una saldatura difettosa
Un punto importante per la difesa al processo sull’incidente verificatosi il 3 luglio del 2007 nell’impianto cracking della Polimeri Europa di Porto Marghera, dove scoppiò un incendio - con conseguente fuga di gas che investì Pellestrina - a causa del cedimento di una tubatora. Nell’udienza di ieri, nell’ambito del processo con rito abbreviato che vede imputati per disastro colposo sei dirigenti del’azienda - il perito nominato dal gup Antonio Liguori, il professor Alberto Tiziani, ordinario di materiali metallici a Padova, ha smentito la ricostruzione effettuata dalla pubblica accusa, sostenendo che il cedimento di un giunto a "T" della tubatura è stato un processo lento, non dovuto a particolari o violente sollecitazioni, ma ad un difetto originario di una saldatura, difetto non visibile. Conclusione che contrasta con quella del consulente del pm Lucia D’Alessandro, secondo il quale quel giunto aveva ceduto in maniera piuttosto "rapida" a seguito delle forti sollecitazioni dovute alle vibrazioni dell’impianto provocate da una valvola mal funzionante che non era stata sostituita nonostante le previsioni dei tecnici.
L’audizione del perito è durata l’intera giornata, alla presenza di difesa e accusa e dei rispettivi consulenti che hanno analizzato dettagliatamente la questione. A conclusione dell’udienza, la difesa non ha nascosto la soddisfazione.
Il processo è stato quindi rinviato al 7 ottobre per l’avvio della discussione. La sentenza è prevista per il 25 novembre.
L’audizione del perito è durata l’intera giornata, alla presenza di difesa e accusa e dei rispettivi consulenti che hanno analizzato dettagliatamente la questione. A conclusione dell’udienza, la difesa non ha nascosto la soddisfazione.
Il processo è stato quindi rinviato al 7 ottobre per l’avvio della discussione. La sentenza è prevista per il 25 novembre.
mercoledì 21 settembre 2011
La solidarietà parte da Pellestrina. I calciatori aiutano gli altri
Una squadra di calciatori amatoriali di Pellestrina, accompagnata da 51 tra amici a parenti, ha partecipato domenica scorsa a un torneo benefico che si è svolto a San Donà di Piave. L’iniziativa ha permesso di raccogliere fondi in favore della locale associazione Anffas, della Casa del Girasole, un centro di lavoro guidato per persone disabili, e dell’associazione Insieme si può. Una giornata che è stata caratterizzata da emozioni, momenti di festa e sport. Tra i pellestrinotti che hanno preso parte all’iniziativa, anche rappresentanti dell’associazione Tra Mare e Laguna. «Siamo riusciti tutti assieme e fare felici tanti ragazzi diversamente abili che di questi momenti gioiosi ne hanno davvero bisogno - spiega Alessandro Scarpa - Ragazzi che sono stati poi coinvolti anche in una gara di calci di rigore. Al torneo hanno invece partecipato amatori di San Donà di Piave, Mestre e appunto Pellestrina. Una giornata ricca di emozioni alla quale abbiamo partecipato con entusiasmo». Per gli amatori di Pellestrina si tratta del secondo evento in poche settimane, al quale hanno partecipato per raccogliere fondi in favore di associazioni che assistono persone meno fortunate. (s.b.)
martedì 20 settembre 2011
Il Panatlon premia le centenarie: Compagnia della Vela e Pellestrina
Compagnia della vela e Us Pellestrina sono le new entry nel club dei centenari. Serata all'insegna della longevità sportiva in seno al Panathlon Club di Venezia, che nella sua conviviale di settembre ha ospitato le società veneziane che hanno tagliato, oggi o da molti anni, il traguardo del secolo di vita.
A rappresentare la Compagnia della Vela è stato il presidente Giorgio Orsoni: il sindaco di Venezia ha ricordato i tanti eventi che si stanno organizzando quest'anno in occasione di tale ricorrenza, accennando naturalmente alla Coppa America.
«Sarà una grande occasione per la città - ha ribadito il primo cittadino - Se abbiamo ottenuto questa assegnazione lo dobbiamo però ad un grande personaggio del mondo della vela, Alberto Sonino, che vantando grandi credenziali a livello internazionale ha consentito di raggiungere tale obiettivo».
Orsoni ha poi sottoscritto a nome della Compagnia della Vela la Dichiarazione di Gand, la Carta del Fair Play e la Dichiarazione sull'etica nello sport giovanile del Panathlon nell'ambito del progetto dell'Osservatorio per la Pratica Sportiva.
Riflettori puntati, però, anche sull'Unione Sportiva Pellestrina presieduta da Teresino Vianello e rappresentata dal dirigente Gianfranco Scarpa, società calcistica militante in Terza categoria fondata nel lontano 1911.
Alla conviviale del Panathlon di Venezia, che a sua volta nel 2011 ha raggiunto i 60 anni di attività, sono intervenute anche altre società ultra centenarie, dalla Reale Canottieri Bucintoro (137 anni di storia alle spalle) al Circolo Canottieri Diadora Lido, la Reale Canottieri «Querini» Venezia, la Lega Navale Italiana Venezia. Per non parlare poi del Tiro a Segno nazionale del Lido di Venezia, il cui primo Presidente fu Giorgio Manin, figlio di Daniele, e vicepresidente addirittura Giuseppe Garibaldi. (m.del.)
A rappresentare la Compagnia della Vela è stato il presidente Giorgio Orsoni: il sindaco di Venezia ha ricordato i tanti eventi che si stanno organizzando quest'anno in occasione di tale ricorrenza, accennando naturalmente alla Coppa America.
«Sarà una grande occasione per la città - ha ribadito il primo cittadino - Se abbiamo ottenuto questa assegnazione lo dobbiamo però ad un grande personaggio del mondo della vela, Alberto Sonino, che vantando grandi credenziali a livello internazionale ha consentito di raggiungere tale obiettivo».
Orsoni ha poi sottoscritto a nome della Compagnia della Vela la Dichiarazione di Gand, la Carta del Fair Play e la Dichiarazione sull'etica nello sport giovanile del Panathlon nell'ambito del progetto dell'Osservatorio per la Pratica Sportiva.
Riflettori puntati, però, anche sull'Unione Sportiva Pellestrina presieduta da Teresino Vianello e rappresentata dal dirigente Gianfranco Scarpa, società calcistica militante in Terza categoria fondata nel lontano 1911.
Alla conviviale del Panathlon di Venezia, che a sua volta nel 2011 ha raggiunto i 60 anni di attività, sono intervenute anche altre società ultra centenarie, dalla Reale Canottieri Bucintoro (137 anni di storia alle spalle) al Circolo Canottieri Diadora Lido, la Reale Canottieri «Querini» Venezia, la Lega Navale Italiana Venezia. Per non parlare poi del Tiro a Segno nazionale del Lido di Venezia, il cui primo Presidente fu Giorgio Manin, figlio di Daniele, e vicepresidente addirittura Giuseppe Garibaldi. (m.del.)
martedì 13 settembre 2011
La linea 11 di Actv ferma al San Camillo
(L.M.) Il rischio era quello che con la riorganizzazione delle linee Actv e i tagli al trasporto automobilistico urbano, l'ospedale San Camillo e la Casa di riposo Stella Maris fossero collegate da un autobus ogni venti minuti. Una scelta penalizzate, rispetto alla situazione attuale, verso un Centro sanitario di prima importanza per l'isola. «Non appena lo abbiamo saputo, lo abbiamo subito segnalato alle istituzioni - spiega l'amministratore delegato di Opera e Fondazione San Camillo, Giancarlo Ruscitti - ringraziamo il Comune, l'assessore Bergamo e la municipalità del Lido che sono intervenute celermente. E, in 48 ore, ci hanno comunicato che fermerà nella nostra zona anche la linea 11, mantenendo così una frequenza ogni 10 minuti, come è attualmente. Ringraziamo l'amministrazione comunale e la municipalità per questo segno di attenzione alla nostra realtà. L'integrazione è utile sia per gli utenti che per i dipendenti. Questa è senza dubbio una prima risposta importante, ma non è la soluzione definitiva».
lunedì 12 settembre 2011
Pressing sul Comune per il bando per le nuove spiagge a Pellestrina
Questa settimana Comune e Municipalità hanno previsto un incontro per gettare le basi del bando che permetterà di assegnare le prime concessioni balneari per la spiaggia di Pellestrina. Gli assessori Filippini, Micelli e Paruzzolo si confronteranno con il decentramento per risolvere una questione che si trascina ormai da tre anni, con imprenditori alla finestra in attesa di poter sviluppare il turismo balneare e offrire servizi ai residenti anche su questa isola. Il Piano degli arenili ha previsto la presenza sul litorale pellestrinotto di numerose concessioni, dalle misure piuttosto limitate, ma attrezzate con ombrelloni, lettini, servizi igienici e piccole strutture per il ristoro. La mancanza del bando, nonostante le ripetute richieste degli imprenditori e della Municipalità, ha visto sfumare il progetto anche questa estate, ma il decentramento vorrebbe chiudere definitivamente la partita entro la fine del 2011, così da aprire il bando e assegnare gli spazi già nel corso del prossimo inverno. Saranno infatti necessari dei lavori per poter allacciare alla rete idrica i servizi e i bar, così come si dovrà predisporre un progetto per la pulizia degli arenili. Tutte cose per le quali gli imprenditori si sono già mossi: manca solo il via libera da Ca’ Farsetti. (s.b.)
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