mercoledì 12 novembre 2014

Tunnel del Mose per le emergenze sanitarie

I malati sarebbero trasportati in pochi minuti. Il progetto verrà presentato al nuovo commissario 


La pista ciclabile sotto le bocche di porto, sfruttando i tunnel del Mose, potrà essere un’ottima alternativa in caso di emergenza sanitaria sulle isole, specie per Pellestrina. Nel progetto del Consorzio Venezia Nuova, annunciato ieri dal nostro giornale, all’esterno degli accessi ai tunnel si prevedono spazi per le ambulanze. Tra le idee c’è quella di garantire la presenza di un mezzo elettrico, tipo quelli utilizzati sui campi da calcio o golf, in grado di trasportare in sicurezza un malato in pochissimi minuti. Pellestrina potrebbe così rivolgersi all’ospedale di Chioggia, evitando il trasbordo in idroambulanza in caso di maltempo. «È uno dei temi più interessanti del progetto», sottolinea Mauro Fabris, presidente del Consorzio Venezia Nuova, «e a tempo debito se ne discuterà con le Asl, i Comuni interessati e le forze dell’ordine». Dietro il cimitero di Pellestrina servirebbe però una rampa in grado di garantire alle ambulanze il passaggio (lato mare) lungo il murazzo fino a Ca’ Roman. Cosa che verrà richiesta dalla Municipalità per completare l’opera.
Sezioni. La pista ciclabile sotterranea sarà lunga in tutto 1.620 metri e suddivisa in quattro sezioni a una profondità variabile tra i 10 e i 22 metri. Dalla fantascienza si passa alla fase più concreta, con strutture già costruite e a questo punto solo da sfruttare nel modo migliore. I tempi rimangono una incognita, ma la volontà c’è. «Il progetto sarà presentato al nuovo commissario che insedierà a breve al Consorzio Venezia Nuova», spiega Mauro Fabris, «ma credo che la fruibilità dei percorsi possa esserci non prima di 12-18 mesi. Sarebbe bello rispondere subito alla richiesta della Municipalità, aprendoli l’estate prossima, ma forse si dovrà attendere l’inizio effettivo dell’attività del Mose».
Misure. Quattro i tronconi di pista ciclabile previsti. Punta sabbioni – Isola artificiale (420 metri con profondità -10 metri), Isola artificiale – San Nicolò (400 metri a -20), Alberoni – Santa Maria del Mare (380 metri a -22) e Ca’ Roman – Chioggia (360 metri a -21). L’adattabilità dei tunnel di servizio a un transito pubblico regolato, impone in ogni caso alcune limitazioni sulle modalità di utilizzo dei passaggi. In particolare, nei periodi in cui sarà possibile il transito dovrà essere definito un numero massimo di utenti presenti nelle gallerie nello stesso momento, e in sede preliminare si è stimato che possano essere 35 per compartimento. Per tali ragioni, oltre all’opportunità di realizzare sistemi di controllo degli accessi, si ipotizzano alcune strutture accessorie a completamento degli edifici di spalla. Vale a dire spazi attrezzati per dare informazioni sul Sistema Mose e degli interventi di Salvaguardia della Laguna di Venezia, ma anche salette di attesa.
Bike sharing. E tra le novità ci potrebbe essere anche questa, con un servizio di noleggio agli ingressi dei tunnel, per garantire una maggiore fruizione del sistema. Il tutto in gallerie larghe 4 metri, videosorvegliate e con accesso mediante montacarichi e con il pagamento di un biglietto la cui cifra dovrà essere definita con i Comuni e con Actv e integrata al sistema Imob.
Simone Bianchi

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