I malati sarebbero trasportati in pochi minuti. Il progetto verrà presentato al nuovo commissario
La pista ciclabile sotto le bocche di
porto, sfruttando i tunnel del Mose, potrà essere un’ottima alternativa
in caso di emergenza sanitaria sulle isole, specie per Pellestrina. Nel
progetto del Consorzio Venezia Nuova, annunciato ieri dal nostro
giornale, all’esterno degli accessi ai tunnel si prevedono spazi per le
ambulanze. Tra le idee c’è quella di garantire la presenza di un mezzo
elettrico, tipo quelli utilizzati sui campi da calcio o golf, in grado
di trasportare in sicurezza un malato in pochissimi minuti. Pellestrina
potrebbe così rivolgersi all’ospedale di Chioggia, evitando il trasbordo
in idroambulanza in caso di maltempo. «È uno dei temi più interessanti
del progetto», sottolinea Mauro Fabris, presidente del Consorzio Venezia
Nuova, «e a tempo debito se ne discuterà con le Asl, i Comuni
interessati e le forze dell’ordine». Dietro il cimitero di Pellestrina
servirebbe però una rampa in grado di garantire alle ambulanze il
passaggio (lato mare) lungo il murazzo fino a Ca’ Roman. Cosa che verrà
richiesta dalla Municipalità per completare l’opera.
Sezioni. La
pista ciclabile sotterranea sarà lunga in tutto 1.620 metri e suddivisa
in quattro sezioni a una profondità variabile tra i 10 e i 22 metri.
Dalla fantascienza si passa alla fase più concreta, con strutture già
costruite e a questo punto solo da sfruttare nel modo migliore. I tempi
rimangono una incognita, ma la volontà c’è. «Il progetto sarà presentato
al nuovo commissario che insedierà a breve al Consorzio Venezia Nuova»,
spiega Mauro Fabris, «ma credo che la fruibilità dei percorsi possa
esserci non prima di 12-18 mesi. Sarebbe bello rispondere subito alla
richiesta della Municipalità, aprendoli l’estate prossima, ma forse si
dovrà attendere l’inizio effettivo dell’attività del Mose».
Misure. Quattro
i tronconi di pista ciclabile previsti. Punta sabbioni – Isola
artificiale (420 metri con profondità -10 metri), Isola artificiale –
San Nicolò (400 metri a -20), Alberoni – Santa Maria del Mare (380 metri
a -22) e Ca’ Roman – Chioggia (360 metri a -21). L’adattabilità dei
tunnel di servizio a un transito pubblico regolato, impone in ogni caso
alcune limitazioni sulle modalità di utilizzo dei passaggi. In
particolare, nei periodi in cui sarà possibile il transito dovrà essere
definito un numero massimo di utenti presenti nelle gallerie nello
stesso momento, e in sede preliminare si è stimato che possano essere 35
per compartimento. Per tali ragioni, oltre all’opportunità di
realizzare sistemi di controllo degli accessi, si ipotizzano alcune
strutture accessorie a completamento degli edifici di spalla. Vale a
dire spazi attrezzati per dare informazioni sul Sistema Mose e degli
interventi di Salvaguardia della Laguna di Venezia, ma anche salette di
attesa.
Bike sharing. E tra le novità ci potrebbe essere
anche questa, con un servizio di noleggio agli ingressi dei tunnel, per
garantire una maggiore fruizione del sistema. Il tutto in gallerie
larghe 4 metri, videosorvegliate e con accesso mediante montacarichi e
con il pagamento di un biglietto la cui cifra dovrà essere definita con i
Comuni e con Actv e integrata al sistema Imob.
Simone Bianchi
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