giovedì 27 luglio 2006

Troppe alghe per i pescatori di Pellestrina, che si infuriano

IL CASO L’area a loro destinata garantisce una quantità ridotta di caparozzoli. E le cooperative chiedono di utilizzare quella riservata ai chioggiotti

 

La Provincia sta camminando sul filo di un rasoio, e ieri, per fronteggiare la protesta dei caparozzolanti di Pellestrina , ha avviato un percorso che rischia di scatenare la rabbia dei pescatori di Chioggia. Solo un grande equilibrio nei provvedimenti, e la capacità di mediazione tra i vertici delle cooperative chioggiotte e pellestrinotte potranno evitare lo scontro tra le due marinerie. «Ci stiamo provando», ha spiegato ieri l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini.

Come si ricorderà, per consentire ai pescatori una possibilità di reddito in attesa che il passaggio dalla pesca vagantiva all'allevamento dia i suoi frutti, le autorità - Magistrato alle Acque, ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia in testa - hanno autorizzato 45 giorni di pesca gestita dei caparozzoli, in due aree precise: 320 ettari tra Sacca Sessola, Giudecca, Sant'Angelo della Polvere; un centinaio di ettari a fianco del Canale dei Petroli, sotto il ramo sud del Melison. La prima area destinata ai barchini di Chioggia, la seconda alle vibranti di Pellestrina .

La seconda area, però, è risultata quasi tutta coperta da alghe fanerogame, di fatto è ridotta a una trentina di ettari e il pescato è insufficiente, tanto che l'altroieri i pellestrinotti sono andati in massa (60 vibranti) a pescare nella Marotta, un'area tra il Canale dei Petroli e il Canale Fisolo, classificata dal punto di vista igienico sanitario ma non autorizzata dal Magistrato alle Acque per l'alto rischio di perdita del sedimento. «Dateci il Tombolino», ha dunque chiesto la presidente del Consorzio La Cavana, Gina Tiozzo, riferendosi a 30 ettari tra il Melison e il ramo che porta a San Leonardo, ma le acque non sono classificate, e ci vorranno mesi.

Dunque? «Ci lascino andare a pescare anche noi a Sacca Sessola», ha chiesto Gina Tiozzo, affermando che verso Sant'Angelo - Campana i fondali sono sufficientemente alti da permettere in certe condizioni di marea di operare anche con le vibranti. E ieri sera la Provincia stava orientandosi a rilasciare un'autorizzazione provvisoria per un po' di barche pellestrinotte, in attesa di vedere se ci sono i margini, previa l'intesa tra le due marinerie, per un'ordinanza che regolamenti in maniera definitiva la divisione dell'area.

«Forse già in settimana - ha annunciato Solimini - per l'evidente disparità di prodotto tra le due aree alcune barche di Pellestrina potranno andare nella zona di Sacca Sessola, secondo turni e quantità che verranno stabiliti in modo equanime dal Gral». Sullo sfondo resta sempre il possibile utilizzo del Tombolino, e magari anche della Marotta, che a questo punto dovrebbe venire autorizzato dai sindaci di Mira e di Venezia sotto la cui giurisdizione ricadono le aree. La mancanza della classificazione igienico sanitaria o le resistenze del Magistrato alle Acque dovrebbero venire superate da specifiche ordinanze sindacali fondate sul rischio di turbativa dell'ordine pubblico che una situazione potenzialmente esplosiva comporta.

S.T.

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