domenica 11 marzo 2007

Pestato a scuola da quattro compagni di classe






Venezia. L’episodio si è
verificato alle elementari Loredan di Pellestrina. Lo scolaro, che ha
sette anni, ha riportato contusioni all’inguine
È accaduto durante la
ricreazione mentre la maestra stava seguendo altri ragazzini. Convocati
i genitori degli alunni coinvolti nella lite


Pestaggio a scuola: un
bambino di sette anni, durante l'intervallo, è stato picchiato da
quattro compagni di classe, suoi coetanei. È accaduto all'istituto
comprensivo "Loredan" nell'isola di Pellestrina
a Venezia, una scuola frequentata da 286 alunni: 185 delle elementari e
101 delle medie. L'episodio risale a una decina di giorni fa, è stato
tenuto circoscritto alle famiglie dei ragazzi e ai docenti, riuniti a
scuola il giorno dopo il fatto. Secondo i testimoni e il preside,
parlare di bullismo è un azzardo, ma i fatti dicono comunque che,
durante la pausa per la ricreazione, il piccolo è stato aggredito e
picchiato da altri alunni, riportando ecchimosi all'inguine. In una
lettera anonima giunta in redazione, alcuni genitori aggiungono poi che
questo non sarebbe stato un episodio isolato, ma ricorrente. Con alcuni
ragazzini che, con comportamenti aggressivi, cercherebbero di
condizionare e influenzare gli altri.

Al
momento del fatto - testimoniano alcune mamme e un'insegnante di
sezione - la classe non era incustodita, ma la maestra stava aiutando
qualche bimbo ritardatario a completare i compiti. In questo frangente,
quattro alunni hanno cominciato a picchiare con calci e pugni il loro
compagno di classe per un motivo banale: lui chiedeva ad un altro
ragazzino di poter vedere un oggetto che gli interessava, l'altro si è
rifiutato. Il bambino sarebbe stato colpito anche con una sedia, con
calci e pugni che gli avrebbero provocato contusioni alla zona
dell'inguine. La madre lo avrebbe poi portato da un medico per le cure,
ma l'episodio non sarebbe stato segnalato all'autorità pubblica. Il
giorno dopo, a scuola, genitori e insegnanti si sono incontrati per una
riunione e per discutere del caso che, secondo quanto dicono altre
mamme, si sarebbe voluto chiudere in fretta e dimenticare.
Evidentemente però per qualcuno la vicenda non andava chiusa, se
attraverso una lettera al giornale ha raccontato quello che era
successo, testimoniando per di più un clima di tensione in una scuola
elementare dove si cerca di capire se si è passato quel limite che
separa una normale lite tra bambini dal comportamento da piccoli bulli.

«Mi
pare che il termine bullismo sia spropositato rispetto all'età dei
bambini in questione - commenta il professor Roberto Sintini, dirigente
scolastico, alla guida dell'istituto comprensivo "Loredan" da sei anni
- L'episodio è avvenuto e noi siamo intervenuti, nel modo proprio che è
della scuola, cioè non sanzionando, ma aiutando i bambini a capire ciò
che hanno fatto, il loro errore, quindi aiutandoli a crescere. Già il
giorno dopo il fatto stavano tutti a giocare insieme. Quindi, per loro,
l'episodio era già superato. Per quanto riguarda invece la possibilità
che vi siano stati dei precedenti, mi sembra un'affermazione gratuita,
non supportata da fatti concreti, che mira a screditare la scuola».

A
gettare acqua sul fuoco, per smorzare quest'accusa pesante e che
rischia di creare un'infinità di polemiche, sono anche i genitori della
piccola "vittima", che assicurano che per loro l'episodio avvenuto è un
capitolo chiuso. Ma anche altri genitori minimizzano: «Mi spiace molto
per l'accaduto, anche se penso che non possiamo definire bulli bambini
di sette anni. Certo, all'interno della classe vi sono un paio di
bambini estremamente vivaci, ma mi pare che la sezione, sino ad oggi,
non ne abbia risentito». «Spero - afferma un'altra mamma - che noi
tutti genitori, dopo questo episodio, abbiamo l'intelligenza di
intervenire con i nostri figli, aiutandoli, perchè da soli non possono
farlo, a distinguere ciò che si può fare e ciò che è da evitare.
Quest'episodio, se non affrontato razionalmente, rischia di far
scoppiare polemiche e chiusure tra alcuni genitori, facendo così
allontanare il vero problema, che è quello di insegnare ai nostri figli
che la violenza non porta a nulla». «La classe in questione - conclude
Claudia Ghezzo, insegnante della sezione - è una classe sana, con venti
bambini intelligenti e affettuosi, per nulla violenti, vivaci certo, ma
con la vivacità tipica della loro età». Intanto i genitori dei bambini
coinvolti nel fatto, nei prossimi giorni, avranno un incontro con la
psicologa scolastica del "punto d'ascolto", istituito da qualche anno
nella scuola isolana.

R.V.


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