I membri del Tribunale ecclesiastico accerteranno se ha compiuto un
miracolo Nato nel 1888, si formò dai Filippini. Fu benvoluto da tutti
per la sua bontà
Aperto il processo canonico per
verificare se padre Raimondo Calcagno, già dichiarato venerabile da papa
Francesco il 7 novembre 2014, abbia compiuto un miracolo dopo la morte,
guarendo un giovane di Pellestrina. Il miracolo è un elemento che si
aggiunge ai molti altri requisiti per la beatificazione che i fedeli di
Chioggia inseguono dal 1991.
Padre Raimondo era un filippino,
educatore, biblista ed esperto in diritto canonico. Lunedì scorso il
vescovo monsignor Adriano Tessarollo ha nominato il Tribunale
ecclesiastico che si occuperà di verificare se l’episodio di guarigione
del giovane di Pellestrina, affidatosi nella preghiera a padre Calcagno,
sia da considerarsi presupposto certo per la beatificazione. Si avvia
così un’ulteriore tappa di un iter che non sarà di certo breve.
Per
la comunità di Chioggia padre Raimondo è sempre stato considerato un
santo, prima e al di là dell’episodio di Pellestrina che si è verificato
una decina di anni fa. Di santità se n’era già parlato subito dopo la
sua morte, avvenuta nel 1964, perché la sua vita e la sua professione
sacerdotale sono sempre state considerate “straordinarie”. Il religioso
fu punto di riferimento indiscusso per bambini, giovani e famiglie. A
lui si deve l’istituzione dell’oratorio dei Padri Filippini dove
trovarono una casa anche molti orfani del Dopoguerra, quando il mare
spesso impediva il ritorno a casa dei capifamiglia.
Padre
Calcagno nacque nel 1888. Nel 1914 istituì l’oratorio ricreatorio San
Filippo Neri e diresse dal 1921 al 1947 il patronato San Girolamo
Emiliani. Qui raccolse e formò, civilmente e cristianamente, tanti
bambini, giovani abbandonati nelle calli e orfani della città. Fu
assiduo confessore, padre spirituale di sacerdoti e seminaristi,
apprezzato teologo e giurista.
La causa di canonizzazione si è
aperta nel 1991 a Chioggia, sotto la guida dell’allora vescovo Alfredo
Magarotto, per poi spostarsi a Roma, alla Congregazione delle cause dei
santi. Il presupposto per la richiesta di beatificazione faceva leva
sulla profonda carità del sacerdote, sulla sua spiritualità e sulle
gesta a favore dei poveri e degli ultimi.
Oggi però nel percorso
verso la santità si è inserito un nuovo elemento, la guarigione del
giovane di Pellestrina. Ai primi di ottobre padre Ermanno Caccia
dell’Oratorio filippino di Chioggia, postulatore della causa di
canonizzazione, dopo aver consultato medici specialisti e con il parere
della Congregazione delle cause dei santi, ha presentato al vescovo
Tessarollo la richiesta di prendere in esame e di istituire un processo
canonico proprio su questo episodio.
Alla richiesta ha allegato
una “Relazione particolareggiata del caso” e un elenco di testimoni, tra
cui il medico curante del giovane e i familiari. Il vescovo Adriano,
dopo alcune consulenze, lunedì ha nominato i membri del Tribunale
ecclesiastico che sarà formato dall’arcivescovo emerito di Gorizia
monsignor Dino De Antoni, dal monsignor Alfredo Mozzato e dal professor
Paolo Padoan. Dopo la nomina, i membri hanno prestato giuramento, come
previsto dalle norme canoniche.
Lo scopo del processo è accertare
la natura e la gravità della malattia, la guarigione inspiegabile alla
luce della scienza medica e se tale guarigione sia da attribuirsi
all’intercessione
del venerabile padre Calcagno. Si apre quindi un altro capitolo nel
percorso di canonizzazione che, se si concluderà positivamente come i
fedeli chioggiotti auspicano, porterà alla beatificazione di padre
Raimondo. Elisabetta Boscolo Anzoletti
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