
Una pesca decisamente poco frequente perché il crostaceo in questione è originario delle coste dell’Atlantico occidentale ma, tramite l’acqua di zavorra delle navi, è stata trasportata in tutto il mondo. In Adriatico è comparsa negli anni ’50 ma il ritrovamento più recente in zona è avvenuto nel luglio 2013, ad opera di un pescatore chioggiotto, Silvano Bullo, che ne aveva catturato un esemplare nella laguna del Lusenzo. Si tratta, tra l’altro, di una specie onnivora e aggressiva e la sua presenza in laguna potrebbe non essere una buon notizia per la fauna ittica locale.
L’altro giorno, mercoledì, invece, c’era stato l’avvistamento, da parte di numerosi pescatori e diportisti, di un delfino, che vagava apparentemente disorientato, nei pressi del ponte translagunare delle Trezze, vicino a una zona di vivai da pesca. Il cetaceo era stato seguito per tutta la mattinata da un’imbarcazione della guardia costiera con a bordo alcuni veterinari dell’Università di Padova e appariva in buona salute.
Nel pomeriggio, poi, la motovedetta della capitaneria lo aveva avvistato di nuovo vicino alle dighe delle bocche di porto e lo aveva “accompagnato” verso l’uscita, permettendogli di riguadagnare il mare aperto, destinazione alla quale, probabilmente, aspirava. Da ricordare anche, esattamente un mese fa, un’altra esperienza insolita: l'avvistamento da parte di un fotoamatore, di un esemplare di Ibis sacro in Sacca Toro, lungo l’argine lagunare, in prossimità della frazione di Valli.
Diego Degan
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