Il pm aveva chiesto per i titolari dei cantieri di Pellestrina una condanna a sette mesi di reclusione
Assolti perchè il fatto non sussite. L’ennesimo guaio giudiziario per
Davino, Giovanni e Giancarlo De Poli, un tempo proprietari degli
omonimi cantieri di Pellestrina, si è risolto a loro favore. I tre
fratelli, insieme all'amministratore delegato di allora dell'azienda
Giancarlo Galazzo, sono comparsi ieri davanti al giudice monocratico di
Mestre Vincenzo Santoro per rispondere di truffa aggravata nei confronti
della carpenteria Corsi, uno dei loro creditori. Ma i loro difensori,
l’avvocato Rampinelli per i De Poli e l’avvocato Rizzardi per Galazzo,
sono riusciti a dimostrare che al momento dell’ordine gli imprenditori
speravano ancora di farcela al punto da ottenere 15 milioni di euro
dalle banche proprio pochi mesi prima. Insomma, l’azienda stava per
finir male ma loro contavano di riuscire a pagare grazie ai prestiti
ottenuti dagli istituti di credito. Il pubblico ministero aveva chiesto
la condanna a sette mesi di reclusione.
Secondo l’accusa, gli amministratori del cantiere di
Pellestrina, che un tempo dava lavoro a più di cento persone, avevano
raggirato il titolare della ditta di La Spezia per ben 732 mila euro: il
valore di sei enormi serbatoi per tre navi consegnati nel novembre del
2008.
I De Poli, insomma, pur essendo in piena crisi e alla vigilia
del concordato preventivo, avevano firmato contratti per migliaia di
euro pur sapendo che non sarebbero stati di pagare. Avevano addirittura
garantito, stando al contratto firmato dalle parti, il pagamento entro
il sessantesimo giorno dalla data della fattura. Di qui la denuncia del
titolare della carpenteria Corsi che ha accusato i De Poli di truffa
aggravata.
Secondo il rappresentante della Procura, il pm Girogio Gava, i
De Poli erano già precipitati in una tale tale crisi finanziaria da
rendere evidente che non avrebbero mai potuto soddisfare gli impegni di
pagamento che avevano contratto con la carpenteria di La Spezia. La
truffa sarebbe avvenuta proprio per aver acquistato i serbatoi
garantendo il pagamento pur sapendo che non sarebbero mai riusciti a
farlo.
A mettere in moto l'inchiesta era stata la denuncia di Corsi,
il quale dopo aver tentato ed insistito per ottenere i suoi soldi ha
capito che cosa era accaduto leggendo i giornali che parlavano, almeno
nei primi mesi, del rischio che il cantiere di Pellestrina stava
correndo, quello del fallimento.
In realtà , alla fine i De Poli sono riusciti ad ottenere il
concordato preventivo e a vendere prima le tre navi non ancora
completate che erano in cantiere, quindi lo stesso cantiere, che l'Actv
ha comperato per 12 milioni e 300 mila euro.
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