venerdì 30 dicembre 2011

Ca’ Roman, no alle villette «L’impatto sarà pesante»

Un intervento speculativo ad alto impatto ambientale. Questo è secondo le associazioni ambientaliste il nuovo progetto di edificazione previsto a Ca’ Roman e in discussione in Comune. 84 nuove villette ad uso «turistico balneare», 24 mila metri cubi di nuovi edifici nell’area dove era l’ex colonia delle suore Canossiane. La Lipu di Venezia, il coordinamento delle associazioni ambientaliste del Lido e l’associazione «Tra mare e laguna» hanno presentato al sindaco una valanga di osservazioni. «L’oasi di Ca’ Roman è in grave pericolo», denuncia il presidente della Lipu veneziana Federico Antinori, «abbiamo presentato una serie di proposte per mitigare gli impatti antropici sugli habitat protetti». Numerose le prescrizioni proposte al progetto. Il divieto di edificabilità negli ex orti delle suore, stessa proposta avanzata anche dalla Municipalità del Lido-Pellestrina; il divieto di attracco sul fronte lagunare, dove è prevista una darsena per le barche a motore. E, infine, il divieto di estrazione di acqua dalla falda. Il complesso delle suore canossiane era stato acquistato sette anni fa da una società padovana, la Ca’ Roman srl. Con l’obiettivo di realizzare a due passi dall’area protetta gestita dalla Lipu un centro residenziale privato. Area di grande pregio ambientale, in parte compromessa dal pesante impatto dei cantieri del Mose. Progetto affidato allo studio Mar, e presentato in municipio nell’ottobre scorso. Villette con alberi, prati e spazi verdi. Ma gli ambientalisti non ci stanno. «E’ solo propaganda», dice Antinori, «non si tratta per nulla di un progetto ecosostenibile, la realtà è un’altra: un terzo di queste villette sarà realizzto nell’area degli Orti ad alta valenza naturalistica, un vero goiello che presenta caratteristiche uniche in tutto il litorale veneziano». Un ambiente delicato, dove sono presenti i resti di spiaggia e dune molto particolari. «L’impatto sarà devastante», dicono gli ambientalisti, «e andrà a sommarsi a quello già preoccupante dei vicini cantieri del Mose». Era stato proprio un esposto della Lipu ad attivare qualche anno fa la procedura di Infrazione avviata dall’Europa per i cantieri aperti senza autorizzazione e l’inchiesta della Corte dei Conti. Adesso c’è da difendere l’oasi di Ca’ Roman. «Abbiamo presentato un gran numero di osservazioni e alcune proposte per preservare Ca’ Roman da un ulteriore ingiustificato intervento speculativo», spiega Antinori. E annuncia: «Nel caso le osservazioni non fossero accolte faremo tutti i passi a nostra disposizione per difendere un luogo pubblico di estremo interesse dalla speculazione privata».

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