Tre fuochi d’artificio tra la folla per un bilancio complessivo di una ventina di feriti. Lo spettacolo pirotecnico che domenica notte ha concluso la Festa della Madonna dell’Apparizione a Pellestrina si è infatti trasformato in un incubo per centinaia di persone.
Era da poco passata la mezzanotte e mezza, le festa volgeva al termine dopo le cerimonie religiose, il successo dei cugini Vignotto nella regata di voga alla veneta e la cena tra gli stand gastronomici. Tutti assiepati sulla riva, bambini e adulti erano pronti ad ammirare quei fuochi artificiali che per tradizione chiudono da decenni i festeggiamenti. Ma la 295ª edizione della festa ha fatto i conti con un imprevisto che, ora, la perizia ordinata dai Carabinieri di Chioggia dovrà accertare. Uno dei tubi di lancio, posizionati sulle due chiatte ancorate in laguna, ha iniziato a sparare i fuochi non verso l’acqua - come previsto - bensì con una traiettoria ad altezza d’uomo. In pochi istanti si è scatenato il panico tra centinaia di persone. Alcuni fuochi, stando alle testimonianze, sono finiti a pelo d’acqua contro le imbarcazioni ormeggiate sottoriva. Uno ha colpito in pieno la veranda del civico 116 di Sestiere Busetti, accanto la chiesa di Ognissanti, mandando in frantumi il vetro ed esplodendo tra la gente. Un secondo è stato deviato fortunatamente da un peschereccio, mentre un terzo si è inoltrato in una calle tra il fuggi fuggi generale, creando un pericolosissimo effetto «flipper» tra le pareti delle case. Nel fragore delle esplosioni - accompagnate dai colori del fuoco pirotecnico - sono rimaste a terra una ventina di persone tra urla, pianti, sangue e le sirene delle autoambulanze che arrivavano per i soccorsi. «Ero a cento metri di distanza - racconta Mario Sambo - la distanza di sicurezza delle chiatte c’era, ma qualcosa è andato storto. E se avessero colpito il vicino distributore di benzina?». Il bilancio parla di tre persone ricoverate all’Ospedale Civile di Venezia: due anziane sorelle, padrone di casa al civiso 116. La prima con un buco nel braccio e altre ustioni, la seconda con problemi di udito per l’esplosione. Il terzo è un uomo colpito al volto. Ne avranno per almeno una decina di giorni. Altri sono stati invece visitati e medicati al punto di primo soccorso dell’isola. Si va dalle ustioni minori alle ferite dovute a faville e vetri, e per molti vi sono traumi all’apparato uditivo dovuto alle esplosioni avvenute troppo vicino. I Carabinieri hanno posto sotto sequestro le chiatte e ora si attende la perizia sui tubi di lancio. Molte le testimonianze lasciate ieri dai lettori sul sito della Nuova. «E’ stato impressionante, sembrava una scarica di mitra - scrive Sabrina Boscolo - Mai vista una cosa del genere, l’abbiamo scampata bella». «Noi eravamo in barca, quando abbiamo visto la traiettoria dei fuochi ci siamo subito preoccupati replica Cinzia Bellini. «Quanto accaduto non deve avere ripercussioni sulla festa. Si accertino le responsabilità, ma la tradizione deve continuare» taglia corto Giorgio Vianello, presidente della Municipalità. Don Pierangelo, che con la parrocchia organizza la festa, è desolato: «Sono stato al pronto soccorso, e siamo sconvolti per l’accaduto, ma non è colpa nostra. Abbiamo chiesto subito la sospensione dei fuochi sull’acqua, e questo ha evitato altri problemi».
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