giovedì 11 agosto 2011

Causa collettiva per i fuochi sulla folla

«Perchè non è stato possibile interrompere lo spettacolo?»
Un avvocato di Padova che trascorre l’estate in isola raccoglie le denunce
Si preparano a un’azione legale le persone coinvolte nell’incidente di domenica sera a Pellestrina, dove per cause ancora in corso di accertamento sono finiti tra la folla alcuni fuochi d’artificio sparati in occasione della chiusura della festa della Madonna dell’Apparizione. Intanto continuano a migliorare le condizioni dei feriti e dei contusi.
      Qualcuno ha presentato denuncia ai carabinieri, altri si sono affidati all'avvocato penalista Paola Boldrin del foro di Padova. L'avvocato, spesso in isola perchè possiede una casa, domenica sera ha vissuto tutta la situazione in prima persona, insieme alla sua famiglia.
692.jpg       «Come tutti mi sono seduta sulla panchina ad ammirare lo spettacolo - racconta - nei primi 10 minuti è filato tutto liscio, poi, i razzi hanno iniziato ad arrivare verso la gente ed è scoppiato il finimondo. Io sono stata sbalzata dal posto in cui ero seduta e buttata a terra. In quei momenti ho pensato a due cose, con l'esplosione: alla guerra e alle folle dello stadio con il panico. C'erano migliaia di persone quella sera, centinaia in quel punto, e tutti chiedevano a gran voce, dopo lo scoppio del primo fuoco tra la folla, che venisse fermato lo spettacolo. Ma la risposta è stata negativa. Tutto è continuato, ma la gente era terrorizzata, perchè non capiva se doveva aspettarsi dell'altro. Quando è finito, i molti ancora presenti, ed eravamo tutti lì vicini, hanno espresso la volontà di presentare una querela. Ed essendo anch'io parte in causa, ho proposto, con libertà, di intervenire. La cosa molto grave, quella sera, è che la gente non si è sentita né sicura né rassicurata, e ciò ha alimentato il panico. Ho visto persone anziane cadere a terra, un uomo prendere la moglie, in gravidanza avanzata, e spingerla a forza dento una casa, per la paura che potesse succederle qualcosa. E poi, è possibile che in un caso di emergenza come quello non ci sia la possibilità di bloccare le esplosioni? Ho molta stima e rispetto - continua - per il lavoro dei volontari del Comitato, ma chi dà le autorizzazioni per certi spettacoli, controlla i luoghi e i mezzi dove e su cui vengono eseguiti? Quella sera poi, coloro che tornavano dal distretto sanitario, per problemi diversi, non avevano nessun referto. Sicuramente la confusione ha complicato le cose, ma deve necessariamente essere richiesto e consegnato. Ecco, per tutto questo ritengo sia importante andare avanti con un'azione legale. Qualcuno mi ha già contattato, altri, presumibilmente lo faranno. Io sarò in isola nel fine settimana». Rimangono stazionarie le condizioni della signora ottantenne, ricoverata al Civile da domenica notte, mentre ieri è stata ricoverata una ragazza con problemi all'udito che si sono acuiti con il passare dei giorni. Molti hanno dovuto effettuare visite specialistiche. 

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