«L’impegno del Comune continua a essere totale per far arrivare ai pellestrinotti i rimborsi a seguito dei danni provocati dalla tromba d’aria del 23 luglio scorso, ma che il Governo si sbrighi visto che per l’alluvione di Vicenza, avvenuta ben dopo, i soldi sono già stati stanziati». L’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, non le manda certo a dire sulla vicenda, con i circa cinquecento residenti di Pellestrina e San Pietro in Volta che da cinque mesi attendono i rimborsi promessi da Roma a seguito del disastro provocato il 23 luglio scorso dal maltempo. Dalla capitale sono arrivate le promesse, è stato anche dichiarato lo stato di calamità naturale pochi giorni dopo il sopralluogo dell’allora numero uno della Protezione civile, Guido Bertolaso. Ma non s’è più mosso nulla, la gente di Pellestrina ha pagato di tasca propria i restauri delle case e le carrozzerie per sistemare le autovetture danneggiate. Una cifra complessiva che si aggira tra i 5-6 milioni di euro, con persone costrette ad accendersi un mutuo o chiedere un prestito ad amici e parenti vista anche la pesante crisi della pesca e della cantieristica, attività che hanno da sempre contraddistinto l’isola.
Ma Maggioni aggiunge: «Pellestrina e Vicenza non devono essere messe in competizione per la questione rimborsi, perchè per entrambe le località e le popolazioni si tratta di aiuti sacrosanti e dovuti. Purtroppo siamo tristemente abituati alle promesse non mantenute da Roma, e vien da pensare che la differenza ora la stia facendo il colore politico diverso tra la giunta regionale e quella del Comune di Venezia. Chissà che nell’intervallo del teatrino in corso nella capitale, qualcuno si decida a firmare le carte per i fondi a Pellestrina». (s.b.)
Nessun commento:
Posta un commento