martedì 10 marzo 2009

De Poli, sette richieste di rinvio a giudizio

Chiusa l’inchiesta sull’incidente che costò la vita ad un operaio dipendente dei cantieri navali di Pellestrina

 

La procura vuole processare sette persone per l’infortunio sul lavoro che, il 19 maggio del 2007, costò la vita all’operaio romeno di 53 anni Valentin Iancu, in servizio all’interno dei cantieri navali De Poli di Pellestrina.
      La richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal pm Gianni Pipeschi, riguarda il presidente della società, Giovanni De Poli e i tre componenti del consiglio d’amministrazione, Davino, Giancarlo e Chiara De Poli; il direttore generale dei cantieri, Massimo Iuris. E ancora Francesco Orlandini, titolare della Cooperativa Costruzioni e saldature navali a.r.l. di Pietra Ligure, la ditta per la quale lavorava la vittima, nonché Ivan Vlasic, l’operaio della ditta Sea, che la mattina dell’incidente si era messo ai comandi della gru che colpì Iancu, facendolo precipitare al suolo. Il capo d’imputazione contesta ai sette, a vario titolo, i reati di omicidio colposo e violazione delle misure di sicurezza: ora spetterà al gup di Venezia il compito di fissare l’udienza preliminare nel corso della quale verrà effettuato il primo vaglio delle accuse.
      L’incidente si verificò in mattinata, attorno alle 10, nel bacino di carenaggio situato all'esterno del cantiere, e destinato alla costruzione della motonave c. 240. Valentin Iancu stava scendendo dalla scala installata per accedere alla nave, quando questa fu colpita da una gru in manovra. L’uomo fu immediatamente soccorso, ma non vi fu nulla da fare.
      Le indagini, effettuate da carabinieri, vigili del fuoco e personale dello Spisal, hanno appurato che, a causa dello scarso spazio a disposizione nel cantiere, la scala di accesso alla nave era stata installata all’interno del raggio d’azione della gru ai cui comandi, quella mattina, non si trovava l’operaio incaricato alle manovre, ma un operaio che non era addetto a quel servizio.
      Pochi mesi prima, il 7 febbraio del 2007, sempre all’interno dei cantieri navali De Poli di Pellestrina si era verificato un altro infortunio mortale in cui perse la vita un quarantasettenne di nazionalità croata, Marijan Panic, dopo una caduta avvenuta da un ponte coperta, da circa sei metri d'altezza. Le indagini su questo infortunio sono ancora in corso, ma la Procura avrebbe concluso che non vi sono responsabilità a carico dell’azienda. Le misure di sicurezza erano infatti rispettate e, stando ai risultati degli accertamenti, sarebbe stato il lavoratore a perdere l’equilibrio per cause non precisate.
      I cantieri navali De Poli stanno attraversando un periodo di forte crisi e, a fronte di un indebitamento di circa 120 milioni di euro, sono stati ammessi dal Tribunale alla procudura di concordato preventivo, al fine di evitare il fallimento. Il piano proposto dal liquidatore della società, Giancarlo Galazzo, prevede la vendita di proprietà e attività finanziaria per realizzare un attivo di 33 milioni, sufficienti a soddisfare tutti i creditori privilegiati e una parte di quelli chirografari. L’adunanza dei creditori è stata fissata per il prossimo 8 maggio per dare il proprio gradimento alla proposta dell’azienda.
      Gianluca Amadori

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