martedì 3 marzo 2009

De Poli, dopo l’incontro in Provincia grido d’allarme degli operai: «Ostaggi del cantiere»

 

«Siamo ostaggi del Cantiere De Poli». E’ un coro unanime, quello degli operai, che si leva contro quella proprietà, quell’azienda, in cui hanno passato parte della loro vita, dopo l’ennesimo tentativo di dare una svolta al periodo di crisi che sta mettendo in ginocchio decine e decine di famiglie di Pellestrina.
      Nulla di fatto ieri nell’incontro tenutosi in Provincia, nell’ufficio del lavoro, tra sindacato Cgil-Fiom, Rsu aziendali, il commissario giudiziale designato dal tribunale Emilio Borella, con il collega, avv.Grandese e il liquidatore dell’azienda Giancarlo Galazzo. Va giù dura la Rsu e i dipendenti, informati immediatamente degli eventi.
      «L’amministratore delegato Galazzo continua a ripetere, come da copione che il cantiere riaprirà, che si tornerà a lavorare, ma non presenta mai un piano di rientro, in cui vi siano spiegate modalità e tempi. Nulla è certo, tutto è ipotizzato».
      E gli operai non ci stanno. «Abbiamo chiesto la mobilità, per avere una qualche possibilità di venire assorbiti da altre aziende, che con noi godrebbero di sgravi fiscali, ma è stato un no secco. A questo punto, ci chiediamo, che dobbiamo fare?».
      Qualcuno va giù duro sul fatto che attualmente in cantiere operano un elettricista, due operai, due impiegati, e tra questi, quattro appartengono alla famiglia De Poli. «Queste persone - dicono - sono stipendiate. Abbiamo chiesto la rotazione, così almeno tutti possono ricevere qualche soldo, ma anche per questo ci è stato risposto di no».
      Immediata la replica dell’azienda, che afferma che “visto che il cantiere è in stato di crisi ma è attivo, anche questo mese ha prodotto 35 buste paga, che non sono complete, ma acconti sullo stipendio. Le 35 persone con acconto sono gli impiegati e il personale amministrativo, che lavora, questo si, a rotazione. Non vi sono operai, poiché le lavorazioni attualmente sono bloccate. Inoltre, nello stato attuale delle cose, ogni decisione riguardante il cantiere, come può essere quella della mobilità, non viene presa dall’amministratore e liquidatore Galazzo, ma dal commissario giudiziale Borella». E i due operai figli della proprietà? «L’amministratore delegato a sua discrezione, sceglie il personale di custodia e sorveglianza, e la sua segreteria». «Inutile replicare a ciò che è più che evidente - ribattono gli operai - noi continuiamo a mantenere la nostra dignità».
      Ma gli animi sono caldi, le menti esasperate, e iniziano a registrarsi i primi atti di vandalismo sulla famiglia: lo scorso sabato notte, è stato distrutto un finestrino dell’auto di Davino De Poli.
      Annalisa Busetto

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