martedì 3 febbraio 2009

De Poli in crisi, incubo disoccupazione a Chioggia

Lunedì 2 Febbraio 2009

Il futuro dei cantieri navali di Pellestrina sembra avviato
all’amministrazione controllata. Gli operai sperano almeno nella cassa
integrazione


È una situazione a dir poco paradossale quella che dipingono i
dipendenti (o ex dipendenti) del cantiere navale De Poli di
Pellestrina. «La nostra – osservano - è un’azienda che ha lavoro, che
ci consentiva una grande quantità di straordinario eppure ora non ci fa
lavorare e davanti a noi c’è lo spettro della disoccupazione». Parlano
i dipendenti diretti, una novantina che, per così dire, si trovano in
una situazione privilegiata rispetto a quelli delle cooperative, oltre
duecento, per i quali non si prevedono ammortizzatori sociali.

     
La cassa integrazione, che non è scattata un mese fa per la mancata
sottoscrizione dei sindacati, partirà quasi sicuramente dopo che
l’azienda s’è rivolta al Tribunale chiedendo un periodo di
amministrazione controllata in modo da poter completare le tre navi
attualmente in costruzione. Come stiano effettivamente le cose dentro
la De Poli non si sa con esattezza. C’è chi parla di un’esposizione
finanziaria dell’azienda per 80 milioni di euro, ma anche chi la
quantifica in 120. Quanto alle navi, se ne potrebbero ricavare una
volta finite 27 milioni l’una, ma è insorta la contestazione del
committente che protesta, e forse non le vuole più, per il protrarsi
eccessivo dei tempi di consegna. Il giorno della verità, l’incontro tra
azienda e creditori, è fissato per il 20 febbraio.

      Sabato
mattina una folta delegazione dei dipendenti dei cantieri De Poli ha
incontrato il consigliere regionale del Pd, Lucio Tiozzo. Un incontro
che avviene dopo quello con il sindaco Romano Tiozzo, che ha assicurato
il proprio impegno ed un suo intervento presso i la proprietà
dell’azienda.

      Il consigliere Tiozzo, confidando che
l’emergenza possa risolversi almeno attenuarsi con la concessione della
cassa integrazione (ai dipendenti non è stata corrisposta la
tredicesima e neppure lo stipendio di gennaio), punta a coinvolgere
Provincia e Regione.

      «La Provincia – dichiara Lucio Tiozzo -
dispone del fondo di un milione per le emergenze. Va verificato se
parte può essere utilizzato, magari come anticipo, per i lavoratori del
cantiere. Quanto alla Regione, vedremo il da farsi in un incontro che
chiederò all’assessore Donazzan».

      Per quanto riguarda le
prospettive future, si punta ad una cooperativa che opererebbe
nell’orbita del Mose o all’interno dello stesso cantiere se la
situazione dovesse risolversi con l’arrivo di una nuova gestione.

      Giorgio Boscolo

1 commento:

  1. La situazione dei dipendenti e sicuramente grave,ma non è meno grave quella delle ditte artigiane e non,che hanno lavorato per il Cantiere e che si troveranno a dover affrontare situazioni umilianti con i propri dipendenti e fornitori senza averne nessuna colpa,se non quella di essersi fidati.Ed è sicuramente la beffa più bruciante.Ci sono aziende come la mia che hanno trenta anni di lavoro specializzato alle spalle,che hanno sempre lavorato centellinando i soldi per far quadrare i conti e che si troveranno nella situazione di dover decidere che cosa farne del loro futuro e del futuro dei loro dipendenti senza nessun ammortizzatore sociale.Questa situazione non è spuntata come un fungo di notte,questa è la classica situazione creata ad arte per uscire da una situazione debitoria figlia di errori e valutazioni non tutte fortuite e imprevedibili. Io spero che nel frattempo qualcuno dei personaggi di questa commedia,in un sussulto di onestà abbia la voglia di scoperchiare la pentola,anche se quello che ci troveremo dentro non sarà sicuramente di gradimento a tutti.

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