martedì 23 dicembre 2008

De Poli, si muovono i politici

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta a Ca’ Farsetti dal sindaco e dal presidente delle Provincia

Oggi Cacciari e Zoggia incontreranno la proprietà per un chiarimento sul futuro

 

(r. br.) La crisi dei cantieri navali De Poli ora fa muovere anche gli amministratori locali. Stamane il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, e il presidente della Provincia, Davide Zoggia, incontreranno la proprietà dei cantieri di Pellestrina. Un appuntamento che Cacciari ha concordato con lo stesso patron dell’azienda, Davino De Poli. In queste ultime settimane, in cui la crisi è scoppiata in tutta la sua gravità, la proprietà è stata più volte messa sotto accusa da lavoratori e sindacato per la sua assenza. Ed ecco l’importanza dell’appuntamento di stamane da cui potrebbero arrivare quei chiarimenti sul futuro del cantiere tanto attesi. Lo sottolinea lo stesso Zoggia. «La situazione è decisamente complicata - premette il presidente -. Quello che chiederemo ai De Poli è chiarezza. La proprietà deve dirci che cosa vuole fare di questi cantiere: se intende chiuderli o se vuole rilanciarli. Non è questo il momento di tenere le cose in sospeso».
      A ribadire la drammaticità della situazione ci hanno pensato ieri anche i lavoratori della De Poli. Le Rsu del cantiere, accompagnate dal segretario della Fiom-Cgil, Giorgio Molin, sono state ricevuta a Ca’ Farsetti dallo stesso sindaco Cacciari, dal presidente Zoggia, nonchè dai rispettivi assessori alle attività produttive, Giuseppe Bortolussi e Giuseppe Scaboro. «Abbiamo illustrato la nostra preoccupazione, anzi la nostra indignazione per quanto è accaduto ai cantieri De Poli - riferisce Molin -. Vanno chiarite le ragioni di una crisi così improvvisa, che non è legata a mancanza di lavoro: gli scafi delle navi da costruire sono ancora lì, mentre i lavoratori sono senza tredicesima né stipendio di dicembre ed è scattata la cassaintegrazione». Secondo la Fiom, la crisi generale non può essere la causa del tracollo della De Poli. «Qui c’è un problema di gestione e anche di rapporto con l’Arcoin, la società armatoriale della stessa proprietà - ribadisce Molin -. Non è normale che delle banche chiudano i rubinetti ad un cantiere che ha commesse da completare...». A questo punto, secondo il segretario della Fiom, quello che possono fare le amministrazioni locali è intervenire sulle banche perché almeno gli stipendi siano garantiti e soprattutto sulla proprietà. Proprio quello che dovrebbe avvenire oggi.

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