sabato 3 febbraio 2007

L'ultima riunione è stata convocata lo scorso giugno


(L.M.) L'ultima riunione è stata convocata lo scorso giugno. Da allora sono trascorsi otto mesi, ma la delegazione di zona di Pellestrina
non si è più riunita. Ed è, quindi, arrivata alla paralisi. Tanto che
alcuni esponenti del centrosinistra chiedono la sua chiusura o un
immediato commissariamento. In testa il presidente della municipalità
isolana Giovanni Gusso, che dice di non avere più, ormai da diversi
mesi, alcun contatto con la delegazione zonale. L'organo, è bene
ricordarlo, non ha alcun potere decisionale, ma solo un ruolo
consultivo per la municipalità del Lido e Pellestrina
. Le difficoltà operative non sono scarse: per i consiglieri che
partecipano all'attività della delegazione, ad esempio, non è previsto
alcun rimborso o gettone di presenza. La delegazione isolana,
presieduta da Domenico Gorin (Forza Italia) è guidata da una coalizione
di centrodestra che conta su una maggioranza solida di ben otto
consiglieri su un totale di undici. Ora, dopo il dibattito registrato
durante la campagna elettorale per le elezioni 2005, sulla effettiva
valenza del nuovo organo istituzionale (dopo l'accorpamento di più
quartieri in un'unica municipalità), due consiglieri di centrosinistra
della delegazione di zona, Romano Briganti (Margherita) e Danny Carella
(Rifondazione Comunista) hanno scritto al sindaco Massimo Cacciari e al
presidente della municipalità Giovanni Gusso per chiedere una svolta e
drastici provvedimenti. «Non riusciamo a capacitarci di come,
nonostante tutti i problemi che coinvolgono la quotidianità a Pellestrina
- scrivono i due consiglieri - la delegazione di zona non venga
convocata da giugno 2006, causando in tal modo una paralisi politica e
istituzionale giunta ormai al suo ottavo mese. Si è registrata poi
l'anomalia di un cambio di presidenza dopo appena due riunioni dovuto
alle dimissioni del presidente eletto dai cittadini". Secondo Briganti
e Carela, anziché un avvicendamento al vertice, sarebbe stato più
corretto un commissariamento. "Nelle poche riunioni intercorse tra
l'elezione e il giugno 2006 - prosegue la lettera - il numero legale
nelle sedute non sarebbe quasi mai stato raggiunto se non grazie alla
presenza dell'opposizione. In quasi due anni di mandato, inoltre,
stiamo ancora aspettando l'elezione di un vicepresidente e la nomina
dell'ufficio di presidenza e dei gruppi di lavoro, fatto che
costituisce un problema, per noi gravissimo, di vacanza istituzione e
l'attuale maggioranza, forte di 8 membri su 11 totali, non ha
presentato o proposto un qualsivoglia tipo di documento all'ordine del
giorno da approvare in consiglio. Le uniche proposte di ordine del
giorno, approvate poi all'unanimità, sono state presentate da noi". Il
presidente Domenico Gorin, da parte sua, respinge le accuse: "Ci
troveremo la prossima settimana per formare i gruppi di lavoro -
ribatte - e comunque non siamo messi in grado di lavorare.
Personalmente sono stato molto occupato sul problema della pesca che
per l'isola rappresenta un aspetto basilare nell'economia locale".

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