mercoledì 27 settembre 2017

Sanità, appello dal Canada «Difendete il San Camillo»

La ricercatrice di Pellestrina Beatrice Ballarin e i suoi colleghi di Toronto  «Livello di ricerca altissimo, quel Centro non può essere ridimensionato» 

 Un appello dal Canada al sindaco Luigi Brugnaro per salvare il centro medico e di ricerca del San Camillo. È la richiesta lanciata dalla ricercatrice di Pellestrina Beatrice Ballarin, uno dei tanti cervelli italiani che ha dovuto lasciare il suo Paese pur di continuare a fare ricerca. Ballarin, impegnata in un dottorato di Medicina a Toronto e parte dell’équipe di venti persone diretta dal (premiatissimo) neurochirurgo Tymianski, ha visitato il Centro San Camillo e ha riportato ai colleghi canadesi il lavoro svolto dal gruppo coordinato dal dottore Andrea Turolla. Nonostante la lontananza, Venezia è rimasta nel suo cuore, ma non è per un motivo patriottico che la ricercatrice, 27 anni e pioniera di illuminanti studi sull’ischemia, ha raccontato in Canada quello che si svolge nel piccolo ospedale di “casa”.

«Il livello di ricerca è altissimo» ha raccontato Ballarin che lo scorso agosto, tornata a Pellestrina, ha colto l’occasione di visitare il centro e confrontarsi a lungo con i medici. Non appena il professore Antonio Strafella, neurologo e ricercatore presso il Toronto Western Hospital, ha saputo della situazione del San Camillo, i ricercatori hanno deciso per un appello internazionale. «Il centro è unico nel suo genere nel territorio» hanno scritto a Brugnaro, chiedendogli di intervenire «possiede macchinari all’avanguardia in diversi ambiti di ricerca e riabilitazione tra i quali ictus cerebrali, demenza senile, Alzheimer e disturbi motori. Inoltre possiede un’importante “banca di cervelli” , grazie alla solidarietà dei pazienti e degli abitanti della zona, che credono e investono nella ricerca a km zero». I due ricercatori auspicano affinché il centro medico non venga ridimensionato.

«Una chiusura» prosegue l’appello «ma anche soltanto un lento cambio di gestione, non attirerebbe l’investimento nella scienza e nella ricerca, né menti internazionali potrebbero svolgervi un periodo di studio o ricerca. Investire in questo centro non solo darebbe spazio all’alta formazione a livello internazionale, ma porterebbe conseguentemente ingenti entrate a livello economico». Il riferimento è alle più grosse compagnie farmaceutiche che, vedendo partecipazione e investimento da parte dell’amministrazione locale, sarebbero più interessate a investire. «Questo porterebbe ad ampliamenti, autosufficienza economica ed esponenziale prestigio per la bellissima città di Venezia, che, grazie anche al prestigio del servizio sanitario veneto, si rivelerebbe un faro per il sapere scientifico». La lettera si conclude con un riferimento ai giovani che sono costretti a emigrare per fare ricerca. Dal San Camillo ci si è detti onorati del fatto che i ricercatori canadesi abbiano lanciato questo un richiamo internazionale affinché la ricerca possa continuare.

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