mercoledì 23 settembre 2015

Lettera firmata

Oggi per la seconda volta ho deciso di visitare Pellestrina, insieme alla mia ragazza, questa volta munito di due biciclette pieghevoli da poco acquistate. All'andata tutto perfetto (a parte il costo del biglietto a mio avviso un po' troppo caro, ma facciamocelo andare bene). Entriamo con le nostre bici chiuse (che per la cronaca non si piegano a metà stile "Graziella" ma diventano strette e lunghe in verticale (tipo un passeggino per capirsi) e poggiano sulle proprie ruote accoppiate. Riceviamo pure i complimenti da una ragazza trentina che certamente apprezza la nostra mobilità sostenibile e il fatto che le bici ingombravano pochissimo, tanto che seduti uno di fronte all'altro le potevano tenere tra di noi, senza occupare altri posti oltre ai nostri. Al ritorno invece ci scontriamo con un assurdo regolamento, di cui prendevo atto solo in quel momento: le bici pieghevoli contano come una bici normale (sia per il numero massimo di bici imbarcabili, sia per il fatto che devono pagare il supplemento), ma se sono contenute dentro una sacca allora magicamente non sono più biciclette, ma bagagli. Il tutto illustrato da un zelante e arrogante capitano, che, a seguito delle nostre richieste di spiegazioni su questa regola a mio avviso illogica, ci ha cacciati di bordo in malo modo. Quindi non solo ritengo questa regola insensata (sacca o no, peso e ingombro delle bici rimangono gli stessi), ma la fiscalità e l'arroganza con cui il capitano ha fatto applicare il regolamento li reputo un insulto al buon senso e all'intelligenza umana. Morale della favola abbiamo dovuto attendere due traghetti e perdere un'ora (e questo ci ha impedito di proseguire con altri impegni che avevamo programmato) e abbiamo dovuto pagare ulteriori due euro ai già 20 versati nelle casse dell'Actv. Inoltre da un traghetto all'altro, il numero di bici imbarcabili era passato inspiegabilmente da 11 a otto, e naturalmente non era permesso chiedere spiegazioni pena venire bollati come "disturbatori". Da veneto avevo preferito una meta turistica in Veneto, per favorire il turismo della mia regione, e da persona attenta all'ambiente ho deciso di acquistare due bici pieghevoli, per cercare di ridurre l'uso dell'auto e favorire spostamenti "ecocompatibili": entrambi gli intenti sono stati macchiati dall'assurdità di regole e dall'ottusità di persone. Pellestrina mai più. Mi chiedo se questo è il trattamento che viene riservato ai turisti, come facciano a sopravvivere gli esercizi commerciali, i ristoranti e le gelaterie di questa piccola isola. Ps: attendo spiegazioni da qualcuno dell'Actv sul perché una bici pieghevole dentro una sacca sia un bagaglio e senza sacca sia una bici normale (spiegazioni che ho chiesto al personale ma che non ho ricevuto, e non ho nemmeno trovato regolamenti affissi all'imbarco come invece loro sostenevano). Lettera firmata

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