Il Tar ha passato alla Corte di Giustizia il ricorso presentato da Italia Nostra
Sarà la Corte di giustizia dell’Unione
europea ad occuparsi del caso delle villette che la società Ca’ Roman
vorrebbe realizzare nell’area protetta di Pellestrina. Così hanno
disposto i giudici del Tribunale amministrativo regionale, sospendendo
il loro giudizio in attesa dell’indicazione europea. A sollevare il caso
è stata Italia Nostra, che ha impugnato il piano di recupero di
iniziativa privata sull’area tutelata, che aveva ottenuto il via libera
del commissario straordinario Zappalorto, sulla base del parere positivo
di valutazione ambientale da parte della Regione. Italia Nostra era
ricorsa ai giudici amministrativi - che nel frattempo hanno sospeso la
realizzazione della lottizzazione, per congelare lo stato delle cose in
attesa della sentenza di merito - sostenendo la violazione della
direttiva europea 2001/42/Ce. L’area di Ca’ Roman è inserita tra i
biotopi litoranei della Laguna e riconosciuta come sito di importanza
comunitaria, per la presenza di «dune consolidate, boscate e fossili».
Al posto dell’ormai abbandonata colonia marina, una società privata ha
presentato il progetto per realizzare 42 villette per 84 unità
abitative. I giudici amministrativi del Tar hanno valutato «non privi di
consistenza» i dubbi procedurali mossi dagli ambientalisti, decidendo
così di girarli alla Corte di giustizia europea, per una lettura
“autentica” delle direttive in materia. In sostanza: può la Via
regionale essere sufficiente per un sito tutelato dall’Europa o è
necessaria la «valutazione ambientale sistematica» prevista dalla
direttiva 92/43/Cee, anche per le aree più piccole? Nel passare
l’interrogativo alla Corte, il Tar ricorda che l’art.191
del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea «persegue gli
obiettivi di tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, con un
uso accorto e razionale delle risorse naturali, un elevato principio di
tutela che si fonda sui principi di precauzione e correzione». (r.d.r.)
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