Il Comune estende i “foghi” a San Giuliano, Malcontenta, Favaro, Gazzera e Pellestrina spendendo 20 mila euro in più
Fuochi d'artificio non solo in bacino
San Marco - come impone la tradizione della Notte Famosissima - ma anche
a San Giuliano, Malcontenta, Favaro, Gazzera, Pellestrina. È il
“Redentore diffuso” voluto dall’amministrazione comunale, che ha deciso
di allargare alla terraferma la festa veneziana per eccellenza
dell’estate, storico omaggio dei veneziani per la fine della pestilenza
del Cinquecento, con la realizzazione del tempio palladiano del
Redentore alla Giudecca, meta ancor oggi del pellegrinaggio di fedeli (e
non fedeli) lungo il ponte votivo sul Canale della Giudecca.
Ieri,
al termine della conferenza di servizio per l’organizzazione della
Notte Famosissima - che ogni anno richiama in bacino San Marco migliaia
di imbarcazioni e oltre centomila persone sulle rive - la comunicazione
ufficiale del Comune: saranno “foghi” anche in terraferma. Anche se
costerà circa 20 mila euro in più, rispetto agli 80 mila già investiti
per lo spettacolo pirotecnico di Venezia.
L’organizzazione è ora
nelle mani di Vela: a Malcontenta era già in programma una festa con
fuochi d’artificio per venerdì 17 e Vela ha preso contatti con gli
organizzatori, per spostarli di un giorno. Alla Gazzera i fuochi c’erano
fino all’anno scorso - organizzati dalla Municipalità - che per
quest’anno non aveva però trovato i fondi necessari: interverrà il
Comune. Ora si sta lavorando per “foghi” in contemporanea con quelli di
Venezia anche a San Giuliano, Favaro e Pellestrina. Al Lido ci sarà un
punto di ritrovo in piazzale Santa Maria Elisabetta. «Un modo nuovo di
organizzare la festa veneziana, voluto dall’amministrazione comunale e
comunicato alla conferenza dei servizi sul Redentore», si legge nel
comunicato ufficiale, «che ha visto la partecipazione di tutti gli enti
già al lavoro per la buona riuscita della manifestazione: forze
dell’ordine, vigili del fuoco, Suem 118, Capitaneria di Porto,
protezione civile, Actv, Veritas, Vela, uffici comunali. L’obiettivo è
che possano partecipare a quella che è considerata una tra le più
importanti manifestazioni veneziane, tutti i cittadini del Comune,
favorendo il coinvolgimento in particolare delle persone con problemi di
ridotta mobilità che hanno difficoltà a raggiungere il centro storico.
In questo modo, il Redentore tornerà la festa di tutti i veneziani». E
c’è chi storce il naso. «Un errore culturale macroscopico», commenta
Pietro Bortoluzzi, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, che pure
ha sostenuto l’elezione di Brugnaro, restando però fuori dal consiglio
comunale, «perché il
Redentore è una festa di Venezia, aperta a tutti ovviamente, ma propria
della città storica, con il suo omaggio religioso, il ponte di barche e
la festa in barca con i fuochi. Non si può omologare tutto. Un grave
errore, che avrà ricadute».Roberta De Rossi
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