Il ricorso di Legambiente: non si tratta di ristrutturazioni ma di nuovi edifici
Villette turistiche a Ca’ Roman:
vittoria per le associazioni ambientaliste. I giudici del Tar hanno,
infatti, sospeso la delibera con la quale - ad ottobre 2014 - il
commissario Zappalorto aveva approvato il piano di recupero presentato
dalla società Ca’ Roman e impugnato da Italia Nostra (con gli avvocati
Paolo e Francesca Mantovan), perché troppo impattante.
Quella del
Tar è una sospensiva e, come tale, un provvedimento temporaneo in attesa
di entrare nel merito della questione: ma l’ordinanza pubblicata ieri è
un anticipo preciso del giudizio del Tar Veneto. «Il ricorso appare
sorretto da sufficienti elementi di fondatezza», scrivono infatti i
giudici, «in riferimento alla scheda 19 della variante del piano
regolatore generale per l’isola di Pellestrina, che per l’ex colonia di
Ca’ Roman stabilisce solo «interventi di ristrutturazione edilizia con
abbattimento degli edifici e ricostruzione», mentre «gli interventi
previsti dal piano di recupero approvato con delibera del commissario
straordinario non sembrano riconducibili alla ristrutturazione edilizia
(neppure secondo la più ampia accezione possibile), ma ad un insieme
sistematico di interventi di demolizione», con nuovi edifici più grandi e
costruiti su aree prima non edificate, in particolare «in quella ora a
verde posta a sud, verso forte Barbarigo». Una bocciatura di merito
anticipata dall’ordinanza con la quale si sospendono le autorizzazioni.
«Questa decisione conferma la nostra posizione», commenta Marco Zanetti, portavoce del
Coordinamento associazioni ambientaliste del Lido, «noi non siamo contro
qualsiasi intervento a Ca’ Roman, non siamo il fronte del no a tutto,
ma vanno preservate le aree verdi e non aumentate le cubature. E il Tar
ci dà ragione».
Roberta De Rossi
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