mercoledì 4 giugno 2014

Pellestrina, giù le baracche ma esplode la protesta

È iniziato l’abbattimento di circa 70 strutture abusive costruite sulla spiaggia. Vianello (Municipalità): «Assurdo agire così». Il Comune: «Sono illegali» 

Tra le proteste dei residenti è iniziata ieri la “pulizia” della spiaggia di Pellestrina con le rimozione delle strutture abusive - capanne e piccole baracche di legno - costruite e usate dagli abitanti dell’isola per trascorrere l’estate. Un intervento coordinato dalla polizia municipale su iniziativa della magistratura alla quale nei mesi scorsi era stata inviata una segnalazione su 125 strutture abusive realizzata sulla spiaggia dell’isola.
La decisione è stata applicata dall’ufficio Edilizia privata, dopo una conferenza dei servizi cui ha partecipato anche il Demanio. A distanza di oltre un anno da quel censimento realizzato dai vigili urbani è partito quindi l’abbattimento delle strutture in legno, che tra mareggiate rimozioni volontarie nel frattempo sono rimaste poco più di 70. Sono i luoghi dove gli abitanti dell’isola sono soliti trascorrere gran parte delle giornate d’estate, una consuetudine che dura da decenni. Ieri ne sono state abbattute e rimosse circa venti: l’intervento, affidato in appalto a una ditta specializzata, proseguirà nella giornata di oggi, e se servirà anche domani. «Molte famiglie dell’isola sono contrarie», sbotta Francesco Ballarin, della cooperativa di pesca Laguna Viva, «perché questo intervento dovrebbe essere abbinato alla riqualificazione della spiaggia. Sono due i fattori che possono aiutare Pellestrina a rivivere: il turismo e i prodotti tipici locali della pesca, ma la spiaggia è senza infrastrutture, nessuno se ne prende cura, e adesso ci tolgono anche la possibilità di stare un po’ in spiaggia in compagnia». All’oscuro dell’intervento anche il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello, che per tutto il giorno ha cercato di capire cose stesse accadendo.
«Gli abitanti dell’isola raccolgono i pali che arrivano dal mare, e li usano per dare delle piccole cabine, delle piccole casette, ma è anche un modo per ripulire la spiaggia, visto che la legna viene raccolta e portata più a monte, e che non ha dato mai fastidio a nessuno, anche perché i pochi turisti che vengono qui le possono usare senza problemi», spiega Vianello, che sbotta: «Non è questo il modo di fare. Da quel che mi risulta neppure il magistrato alle acque è stato informato. Bisognerebbe pensare alla riqualificazione della spiaggia, invece che intervenire contro abitudini che non disturbavano nessuno».
Contrariato anche il consigliere di Municipalità Natale Nini Vianello: «Una decisione esagerata. In altri casi si è operato rinviando le demolizioni, qui per una manciata di tende il Comune è intervenuto subito, senza avvisare nessuno». «Se qualcuno della Municipalità, compreso il presidente, vuol difendere gli abusi lo faccia pure», dice l’assessore all’Urbanistica Andrea Ferrazzi, «ma questi sono interventi del tutto abusivi, realizzati sul demanio pubblico. Gli uffici avevano l’obbligo di intervenire, e lo hanno fatto con le specifiche ordinanze di demolizione per opere che non hanno nessun elemento di legittimità, tanto più che risultano senza proprietari, perché nessuno si è fatto avanti per rivendicarle».

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