Nuovi particolari nella maxioperazione della Guardia di finanza con 40
ordinanze cautelari e 55 perquisizioni. In tre diverse ditte sequestrate
ingenti quantità di molluschi pescati in maniera irregolare che poi
venivano venduti senza controlli sanitari in tutt'Italia.
Nuovi particolari nell'operazione Laguna Reset che ha smantellato un
gigantesco giro di vongole pescate di frodo, portando in carcere 24
persone.
I finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Venezia hanno scoperto ingenti quantitativi di prodotto non tracciato.
In particolare, presso la Talian srl di San Pietro in Volta, sono stati
sequestrate 2,4 tonnellate di vongole e 800 chilogrammi di mitili,
privi dei requisiti di tracciabilità.
Anche presso la Da.Mas srl di Ariano Polesine i finanzieri hanno fatto
analoga scoperta: 1,2 tonnellate di vongole e 730 chilogrammi di
ostriche, non regolarmente tracciabili, sono state sequestrate.
I molluschi irregolarmente detenuti dalle ditte indagate evidenziano
ulteriormente come le stesse fossero solite trattare partite di prodotto
senza curarsi della effettiva provenienza e tracciabilità.
Nella ditta di San Pietro in Volta i finanzieri del Reparto Aeronavale
hanno scoperto e sequestrato anche un deposito incontrollato di rifiuti
speciali, costituito da almeno 20 quintali di gusci di molluschi
bivalvi, pari a circa 357 metri cubi, immersi nello specchio acque
adiacente allo stabilimento.
L'operazione Laguna Reset ha stroncato un traffico di vongole pescate
abusivamente nella laguna di Venezia con sistemi e attrezzi dannosi per
l’ecosistema lagunare. Le Fiamme gialle di mare, coordinate dalla
procura di Venezia, hanno ricostruito l’intero percorso delle vongole
pescate abusivamente in laguna. Si è trattato di un’imponente
operazione- coordinata dalla procura della Repubblica del capoluogo
lagunare. I finanzieri del reparto operativo aeronavale della guardia di
finanza di Venezia, con la collaborazione dei colleghi di Veneto,
Lazio, Campania, Sicilia ed Emilia Romagna, hanno eseguito 40 ordinanze
di misure cautelari (di cui 24 arresti), emesse dal giudice delle
indagini preliminari del tribunale di Venezia nei confronti di
altrettanti operatori del settore ittico e pescatori. Cinquantacinque le
perquisizioni.
Il giudice veneziano delle indagini preliminari Antonio Liguori ha
firmato sette ordinanze di custodia cautelare in carcere per sette
indagati, sono Federico Boscolo Boscoletto, 44 anni di Chioggia,
Alessandro Ghezzo, 39 di Cavallino, Mirco Pagan, 64 di Cavallino,
Ruggiero Sivieri, 58 di Porto Tolle, Dario Tosetto, 47 di Mesola,
Massimo Tosetto, 40 di Mesola, ed Ennio Trevisan, 53 di Cavallino.
Sono agli arresti domiciliari in 17, ecco i loro nomi: Marco Ballarin,
50 anni di San Pietro in Volta, Nicola Ballarin, 45 di San Pietro in
Volta, Sandro Boscolo Nata, 48 di Chioggia, Emanuel Casson, 36 di
Chioggia, Francesco Cirillo, 40 di Torre Annunziata, Andrea Doria, 38 di
Chioggia, Franco Folin, 48 di Venezia (Cannaregio), Alessandro Giraldo,
31 di Codevigo, Andrea Giraldo, 39 di Codevigo, Arnaldo Gregolin, 61 di
Cavallino, Amerigo Mantoan, 74 di Chioggia, Jurghen Michieli, 38 di
Burano, Luca Pastrello, 53 di Cavallino, Marco Pomponio, 34 di Roma,
Giuseppe Rotolo, 50 di Catania, Giuseppe Ruggeri, 39 di Palermo, ed
Enrico Sozio, 38 di Napoli.
Sono stati raggiunti da provvedimenti di obbligo di dimora nel loro
comune di residenza e, inoltre, non possono uscire di casa tra le 22 e
le sette del mattino in modo che non possano andare a pescare 16
indagati, questi i loro nomi: Luigi Ardizzon, 34 di Chioggia, Stefano
Boscolo Bielo, 26 di Chioggia, Massimo Boscolo Chielon, 56 di Chioggia,
Enrico Dei Rossi, 31 di Burano, Stefano Dei Rossi, 52 di Burano, Marco
D’Este, 31 di Burano, Luciano Di Cristofaro, 42 di Codigoro, Mario
Marella, 43 di Pellestrina, Omar Ravagnan, 39 di Chioggia, Sandro
Tagliapietra, 53 di Burano, Enrico Trevisan, 44 di Burano, Michele
Turcato, 32 di Chioggia, Roberto Varagnolo, 47 di Chioggia, Alessandro
Vianello, 39, di San Pietro in Volta, e Roberto Zennaro, 46 di Chioggia.
Il magistrato, sempre su richiesta del pubblico ministero Giorgio Gava
ha posto sotto sequestro preventivo i beni e uffici di tre aziende
coinvolte: la «Gruppo Mare srl» di Porto Vito che fa capo a Ruggiero
Sivieri, Massimo Tosetto, Federico Boscolo Boscoletto e Amerigo Mantoan,
la «Talian srl» di San Pietro in Volta, che fa capo ai fratelli
Ballarin, Marco e Nicola, e la «Da. Mas. srl» di Dario Tosetto.
Sono state sequestrate 3 ditte operanti come centri di spedizione e
depurazione di molluschi. Per evitare l’ ulteriore danneggiamento
aggravato del fondo lagunare, l’autorità giudiziaria ha disposto anche
il sequestro di 16 imbarcazioni da pesca, così come un "casone" su
palafitte antistante il porto di Chioggia, utilizzato come base per lo
smistamento delle vongole. Il valore complessivo dei beni sequestrati
ammonta a oltre 5 milioni di euro. Gravi i reati contestati:
associazione per delinquere, ricettazione, frode in commercio, falso
ideologico in atto pubblico, danneggiamento aggravato.
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