sabato 4 maggio 2013
Bimbi non più stranieri grazie alla musica
Stranieri finché non comincia la musica. Bambini di genitori
“extracomunitari”, ma nativi italiani, accolti dalla Fondazione
Cini con la didattica interculturale forte della musica. Primo e unico
esperimento in Italia: protagonisti sono stati gli alunni della
scuola elementare “Silvio Pellico” di Mestre, la scuola materna
“Principessa Maria Letizia” di Murano e la scuola media “Pietro
Loredan” di Pellestrina. L’iniziativa è il seguito di un programma
di laboratori di aggiornamento didattico per insegnanti delle scuole
primarie e secondarie di primo grado, che l’Istituto interculturale
di studi musicali comparati della Cini offre gratuitamente.
Chiaramente, attraverso l’aggiornamento rivolto agli insegnanti,
l’obiettivo sono proprio i bambini: non solo, certo, quelli di origini
straniere, anche se sono proprio loro che segnano un crescente
aumento di iscrizioni nelle scuole primarie veneziane. I laboratori,
tenuti da prestigiosi musicisti internazionali come Raghunath Manet,
Kudsi Erguner e Gevorg Dabaghyan, si concludono con saggi musicali,
il cui esito è l’incontro tra musicisti e bambini. «Sperimentiamo un
metodo innovativo», spiega Serena Facci, docente di Etnomusicologia
all’Università Tor Vergata di Roma, che assieme a Gabriella Santini,
anche lei docente, è la responsabile dei corsi, «che si basa sullo
sviluppo delle facoltà audiotattiche». Vedere, ascoltare, toccare:
sono le abilità volte all’integrazione. «Il laboratorio è stato fonte di
spunti per i docenti al fine di attivare diversi percorsi di
didattica musicale», aggiungono gli organizzatori, «dal confronto
interculturale dei repertori infantili – quali, ninne nanne e
filastrocche – che sollecitano la memoria del vissuto musicale dei
singoli alunni. E poi anche a partire dall’improvvisazione di storie in
musica, dai poeti-cantori alla pratica vocale polifonica. Marco
Petricca
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento