domenica 24 giugno 2012

Pellestrina, allarme siringhe in spiaggia

Dopo le pantegane ecco le siringhe, e la spiaggia di Pellestrina continua ad avere problemi sotto il profilo di una fruizione sicura da parte dei bagnanti. Ieri una cinquantina di volontari di Legambiente e del Comune si sono dati da fare raccogliendo i rifiuti trasportati dal mare tra le 9.30 e le 12.30. In tutto sono stati 150 i sacchi riempiti, per lo più con pezzi di reti, plastica varia e vetro. Questo sia dietro le dune che sull’arenile. Veritas ha messo a disposizione guanti, sacchi e attrezzi, Legambiente ha fornito magliette e cappellini, mentre a metterci l’impegno sono state tante persone che avevano a cuore la spiaggia di Pellestrina. Il problema delle siringhe però rimane, e ha lasciato perplessi molti dei volontari che poi si sono ritrovati a raccoglierle, segno che qualcosa non quadra, ma anche che c’è un concreto rischio di farsi del male camminando sulla sabbia. «Quello che è preoccupante», commenta il consigliere comunale Alessandro Scarpa Marta, che ha partecipato all’intervento mattutino, «è che quest’anno il Comune non è riuscito a garantire una adeguata pulizia della spiaggia. Certo, probabilmente è una questione di fondi, ma in questi 6-7 chilometri di arenile si deve intervenire con più capillarità». L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, anche nei giorni scorsi aveva però garantito la massima attenzione anche per Pellestrina. Concessioni. Rimane però in piedi il grande ritardo con il quale procede il bando per le concessioni balneari a Pellestrina. Dal via libera della Capitaneria di porto sono trascorsi tre anni, il Piano degli arenili è stato fatto ma la burocrazia affonda le speranze dei privati. Il Consorzio servizi è pronto dal 2010 e ha già chiesto cinque delle 18 concessioni previste per creare i primi stabilimenti privati dell’isola e provare a rilanciare Pellestrina sotto il profilo turistico vista la crisi di pesca e cantieristica. «Ne abbiamo discusso di recente anche con l’assessore al Patrimonio, la c’è troppa burocrazia”, afferma Angelo Bianchini, presidente del Consorzio servizi. «Si devono portare in spiaggia acqua, luce e scarichi fognari. Ma ci siamo detti pronti a farlo noi stessi. Eppure si è bloccati. C’è rammarico perchè si sta perdendo una grande occasione, anche per offrire posti di lavoro». Proteste. Sono quelle per le imbarcazioni che anche ieri si sono ormeggiate sotto riva, a pochi metri dall’arenile lungo il litorale dell’isola. Il consigliere Scarpa Marta proprio l’altro ieri ha presentato al sindaco una interrogazione in merito, ma si attendo i controlli capillari della Guardia costiera nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”. Dal primo maggio sono entrate in vigore le nuove norme che vietano l’ormeggio sotto riva alle barche, ma ancora in questi giorni si ripetono gli episodi, e i bagnanti sono costretti a fare il bagno tra le barche, le chiazze di carburante che rilasciano e in un contesto che tutto è fuorché sicuro, specie per i bambini.

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