mercoledì 19 ottobre 2011

Un altro processo per truffa ai De Poli

Ennesimo guaio giudiziario per la famiglia De Poli, un tempo proprietaria degli omonimi cantieri di Pellestrina. Oggi, davanti al giudice monocratico di Mestre i tre anziani fratelli Davino, Giovanni e Giancarlo e l’amministratore delegato di allora dell’azienda Giancarlo Galazzo dovranno reispondere di truffa aggravata. Già sono sotto processo per lo stesso reato nei confronti della Comunità europea, in questo caso, invece, è un loro creditore che li ha denunciato. Stando al pubblico ministero Giorgio Gava, che li ha mandati a giudizio, gli amministratori del Cantiere di Pellestrina, che un tempo dava lavoro a più di cento persone, avrebbero raggirato il titolare di una ditta di La Spezia per ben 732 mila euro. I fatti risalgono al 2008, quando i De Poli ordinarono alla Carpenteria Corsi srl due enormi cisterne da inserire in altrettante navi, quindi altri quattro serbatoi. Il primo carico venne consegnato a Pellestrina il 19 settembre di quell’anno (valeva 340 mila euro), il secondo, per un valore di 392 mila euro, il 31 ottobre 2008. Stando alle accuse, i De Poli erano già in stato di decozione, insomma erano in piena crisi ,e nonostante questo firmarono i contratti con lo spezzino Giocondo Corsi, assicurando che avrebbero pagato i sei serbatoi . Avevano addirittura garantito, stando al contratto firmato dalle parti, il pagamento entro il sessantesimo giorno dalla data della fattura. Il rappresentante della Procura scrive, in realtà, che i De Poli erano già precipitati in una tale crisi finanziaria da rendere evidente che non avrebbero mai potuto soddisfare gli impegni di pagamento che avevano contratto con la carpenteria di La Spezia. E, infatti, così è accaduto, tanto che Giocondo Corsi è uno dei creditori che attende di essere pagato, nella speranza di ottenere almeno il venti per cento di quei 732 mila euro. Il raggiro sarebbe consistito nell’aver acquistato i serbatoi garantendo il pagamento pur sapendo che non sarebbero mai riusciti a farlo. A mettere in moto l’inchiesta era stata la denuncia di Corsi, il quale dopo aver tentato ed insistito per ottenere i suoi soldi ha capito che cosa era accaduto leggendo i giornali che parlavano, almeno nei primi mesi, del rischio che il cantiere di Pellestrina stava correndo, quello del fallimento. In realtà , alla fine i De Poli non sono falliti nonostante il passivo superasse abbondantemente i cento milioni di euro, ma sono riusciti ad ottenere il concordato preventivo e a vendere prima le tre navi non ancora completate che erano in cantiere, quindi lo stesso cantiere, che l’Actv ha comperato per 12 milioni e 300 mila euro. E proprio con quei soldi il commissario giudiziale, il commercialista mestrino Emilio Borella, ha cominciato a pagare i cento dipendenti, l’Erario e altri creditori, mentre molti altri attendono ancora. Nel frattempo, la De Poli Tankers, società con sede in Olanda e amministrata da Chiara De Poli, ha trovato 15 milioni di dollari per acquistare la decima nave, una chimichiera da 14 mila tonnellate.

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