domenica 21 agosto 2011

«Dopo la tromba d’aria il Comune ha dimenticato l’isola»

Caro sindaco,
      il 23 luglio dello scorso anno i camini e i tetti di Pellestrina sono stati devastati e sconquassati dalla tromba d’aria, come mai era accaduto a memoria d’uomo. Allora ho apprezzato il suo accorrere qui, a portarci solidarietà e conforto, e promesse sincere. A distanza di oltre un anno le scrivo per fare alcune considerazioni amare. Non scrivo per lamentare che oggi nessuno parla più di quelle promesse, che quei fondi per aiutarci a ricostruire i tetti e camini non sono mai arrivati (li aveva garantiti anche Bertolaso). Su questo in noi c’è più rassegnazione che amarezza (e forse questo dovrebbe farla allarmare e riflettere).
      Scrivo per farle alcune domande, domande di una cittadina elettrice (che tra l’altro ha creduto in lei). Caro sindaco, perché noi di Pellestrina e San Pietro in Volta dal giorno dopo la tromba d’aria ci siamo rimboccate le maniche, abbiamo raccolto i calcinacci, abbiamo passato l’estate a ricostruire i tetti e i camini, abbiamo tirato fuori i nostri risparmi e alla fine dell’estate avevamo riportato il paese alla normalità? Perché, invece, a distanza di oltre un anno, la copertura del palazzetto dello sport di Portosecco e il tetto della ex scuola ‘Goldoni’ sono uno spettacolo vergognoso e degradante? Perché, sindaco, non avete pensato di darci coraggio, ricostruendo anche voi, fianco a fianco con noi?
      Le piogge stanno facendo marcire le strutture interne del palazzetto, nella scuola ‘Goldoni’ (dove tuttora alcune parti sono agibili, piccolo museo e sala anziani e palestra) non siete stati neppure in grado di aggiustare qualche vetro e il tetto offre uno spettacolo impressionante di disordine, degrado e pericolosità.
      Sì, caro sindaco, io mi vergogno. Mi vergogno con i ‘foresti’, con i ‘turisti’, con i raffinati estimatori di questa meravigliosa isola. In questi mesi la macchina amministrativa del comune di Venezia è stata scossa dal vento delle inchieste, che ha messo a nudo la miseria della corruzione; un sistema che avviluppa in un abbraccio mortale amministrazione e cittadini (ma non tutti!). Perché, sindaco, in questi ultimi mesi, vista la gravità delle inchieste in corso, non avete pensato di dare un segnale forte, di efficienza ed efficacia, e soprattutto onestà, qui da noi? Avreste dimostrato che non tutta la macchina amministrativa è malata. Caro sindaco, io credo che quello che accade qui, in questa piccola isola, sia uguale a quello che su scala diversa accade nel paese; e nonostante tutto io sono convinta che la pubblica amministrazione abbia una parte marcia ma abbia anche una parte sana. La prego, ce la faccia vedere in fretta, qui, alla periferia del territorio il cui governo le è stato affidato.
      Rossella Favero

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