martedì 7 giugno 2011

Muore intrappolato nel peschereccio

L’incidente al largo di Punta Maestra provocato probabilmente da un’avaria a bordo
Luigino Vianello, 53 anni, è annegato dopo che la barca si era capovolta. Salvo il suo collega

Tragedia al largo di Punta Maestra. Un pescatore è rimasto intrappolato nello scafo della sua imbarcazione,
capovoltasi a causa di un improvviso guasto, ed è annegato. L'Anna II, lunga 14 metri, è colata a picco in pochi istanti. Luigino Vianello, 53 anni, originario di Pellestrina, ma residente a Chioggia lascia la moglie Rossella Ballarin e le figlie Diana ed Evelyn. La famiglia risiede in Rione Sant'Andrea 643, nelle immediata adiacenze del ristorante El Gato. È, invece, riuscito a salvarsi il marinaio Flavio Bullo, di 50 anni: sollecitato dal capobarca, s'è gettato a mare pochi istanti prima dell'incidente.
      La salma di Vianello è stata recuperata dai sommozzatori dei Vigili del fuoco. L'allarme è scattato ieri alle 8, per iniziativa dell'equipaggio dal peschereccio Centauro che, fino a qualche minuto prima, aveva trascinato la rete in coppia con l'Anna II. La sciagura si è verificata quando ormai le due barche avevano salpato gli attrezzi e stavano facendo rotta verso Chioggia, cariche del pesce catturato durante la notte e nelle prime ore del mattino. Non appena ricevuta la richiesta di soccorso, la Guardia costiera ha disposto l'uscita in mare di tutti i mezzi disponibili, è intervenuto anche un elicottero dei Carabinieri. Tutti speravano che Luigino Vianello fosse caduto in mare ancora vivo e che, grazie alla buona visibilità, lo si sarebbe potuto localizzare non lontano dal punto del naufragio. Anche il comandante del Centauro Marco Perini era convinto che il collega fosse riuscito a salvarsi.
      Qualche decina di minuti dopo, però, l'equipaggio della motovedetta e degli altri mezzi nautici sal
pati da Porto Levante hanno cominciato a temere il peggio. Neppure le sofisticate attrezzature in dotazione all'elicottero segnalavano la presenza dell'uomo. Poco dopo, i sommozzatori introdottisi nella barca capovolta che nel frattempo s'era adagiata sulla sabbia, a circa 10 metri di profondità, sono riemersi per riferire che ogni ulteriore ricerca sarebbe stata vana. Per qualche istante, anche i sub avevano sperato di poter trovare il pescatore ancora vivo, come talvolta accade, con la testa all'interno di una bolla d'aria trattenuta in una sezione stagna della barca. A questo punto, i sommozzatori non hanno potuto far altro che reimmergersi per recuperare il corpo. Imbarcata sulla motovedetta, la salma è stata depositata sulla banchina della vecchia Marittima, all'Isola dei Saloni. È stata, quindi, prelevata e trasportata all'obitorio, in vista dell'autopsia. Dovrà essere chiarito se Vianello sia morto per annegamento oppure se abbia perso i sensi, colto da malore, proprio mentre la barca stava per rovesciarsi. La Guardia Costiera, nel frattempo, ha formulato alcune ipotesi sulle cause del tragico incidente. Il comandante capitano di fregata Andrea Conte propende per l'avaria. Si tende ad escludere l'errore di manovra perché Luigino Vianello era considerato un capobarca prudente, rispettoso del Codice della navigazione, rigoroso nell'imporre il rispetto delle norme di sicurezza a tutti i marinai.

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