Si chiamerà «Bando per il ripopolamento di Venezia» e metterà a disposizione un centinaio di alloggi comunali per le giovani coppie e non solo. Ad annunciarlo forse già a febbraio è l’assessore Bruno Filippini.
Si tratta di un bando particolare, però, perchè a fronte della necessità di dare un alloggio a molte persone in difficoltà, in questo caso è prevista la compartecipazione nelle spese di restauro da parte degli inquilini. «Si tratta di un progetto con particolare riferimento alle isole - precisa Filippini - vogliamo agevolare il ripopolamento e quindi non guardiamo solo alle giovani coppie. Se la gente se ne va è anche perchè il lavoro o non c’è oppure è lontano dal centro storico e dalle isole. Quindi anche per questo motivo stiamo intervenendo come Amministrazione per trovare soluzioni al problema dei Cantieri De Poli o delle concessioni balneari a Pellestrina, tanto per fare un esempio». Ma il bando avrà la principale caratteristica nella compartecipazione alle allespese di restauro. Molti residenti di Lido e Pellestrina si erano detti pronti a fare di tasca propria i lavori pur di avere una casa, e questo a fronte di molti alloggi chiusi perchè Comune o altri enti non potevano investire sotto questo profilo mancando i fondi necessari. «L’idea è quella di creare due fasce - osserva Filippini - una per case che necessitano di lavori tra mille e 50mila euro, ed una per cifre superiori. Tendenzialmente chi subentrerà si accollerà la spesa che verrà poi recuperata attraverso lo sconto fatto sugli affitti da pagare, che potrebbero quindi avere anche termini lunghi per consentire il rientro dalle spese». Ora a Cà Farsetti stanno affrontando i termini burocratici di questa iniziativa, che sembra tuttavia ben avviata. Ma su Pellestrina c’è un altro caso spinoso, quello di una ragazza madre che ha lasciato l’abitazione di 29 metri quadri dove abitava con altri cinque familiari. Per protesta, ha aperto il 2 novembre uno degli alloggi comunali chiusi in sestiere Zennari, mettendoci dentro alcuni borsoni con le sue cose. «Mi sono sentita promettere che il mio caso sarebbe stato risolto - segnala M.S. - ma finora nulla si è concretizzato». Pronta la replica dello stesso assessore alla Casa. «Sono stato io a consigliare la ragazza di uscire subito da quell’alloggio per evitare i problemi legati a una occupazione abusiva. Posso rassicurarla: stiamo completando l’iter burocratico, e nel giro di qualche giorno le verrà assegnata la casa».
Si tratta di un bando particolare, però, perchè a fronte della necessità di dare un alloggio a molte persone in difficoltà, in questo caso è prevista la compartecipazione nelle spese di restauro da parte degli inquilini. «Si tratta di un progetto con particolare riferimento alle isole - precisa Filippini - vogliamo agevolare il ripopolamento e quindi non guardiamo solo alle giovani coppie. Se la gente se ne va è anche perchè il lavoro o non c’è oppure è lontano dal centro storico e dalle isole. Quindi anche per questo motivo stiamo intervenendo come Amministrazione per trovare soluzioni al problema dei Cantieri De Poli o delle concessioni balneari a Pellestrina, tanto per fare un esempio». Ma il bando avrà la principale caratteristica nella compartecipazione alle allespese di restauro. Molti residenti di Lido e Pellestrina si erano detti pronti a fare di tasca propria i lavori pur di avere una casa, e questo a fronte di molti alloggi chiusi perchè Comune o altri enti non potevano investire sotto questo profilo mancando i fondi necessari. «L’idea è quella di creare due fasce - osserva Filippini - una per case che necessitano di lavori tra mille e 50mila euro, ed una per cifre superiori. Tendenzialmente chi subentrerà si accollerà la spesa che verrà poi recuperata attraverso lo sconto fatto sugli affitti da pagare, che potrebbero quindi avere anche termini lunghi per consentire il rientro dalle spese». Ora a Cà Farsetti stanno affrontando i termini burocratici di questa iniziativa, che sembra tuttavia ben avviata. Ma su Pellestrina c’è un altro caso spinoso, quello di una ragazza madre che ha lasciato l’abitazione di 29 metri quadri dove abitava con altri cinque familiari. Per protesta, ha aperto il 2 novembre uno degli alloggi comunali chiusi in sestiere Zennari, mettendoci dentro alcuni borsoni con le sue cose. «Mi sono sentita promettere che il mio caso sarebbe stato risolto - segnala M.S. - ma finora nulla si è concretizzato». Pronta la replica dello stesso assessore alla Casa. «Sono stato io a consigliare la ragazza di uscire subito da quell’alloggio per evitare i problemi legati a una occupazione abusiva. Posso rassicurarla: stiamo completando l’iter burocratico, e nel giro di qualche giorno le verrà assegnata la casa».
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