giovedì 16 dicembre 2010

De Poli, i piccoli creditori rischiano di restare a secco

La denuncia delle ditte minori: «Alcuni soci della proprietà potrebbero essere riassunti, a noi neanche le briciole»

 (L.M.) La vendita dei cantieri navali «De Poli» di Pellestrina frutterà nove milioni di euro in meno, rispetto a quanto previsto nel concordato, omologato poi dal tribunale. Un disavanzo che rischia di mettere in ginocchio i piccoli creditori contrari al concordato che chiedevano il fallimento. Sarà dura per loro ottenere un euro di rimborso e dunque le piccole aziende sono in fibrillazione. Il curatore Emilio Borella è al lavoro per cercare una soluzione ma le cifre non lasciano spazio a illusioni. L'avviso di vendita prevedeva per il lotto 1 un prezzo base d'asta di circa 21,5 milioni di euro, mentre ora è stato venduto a 12,3 milioni «Se con la prima ipotesi - protestano i piccoli creditori - ai creditori e fornitori che avanzano decine di milioni di euro avrebbero ricevuto tra il 15,45 ed il 18,88 per cento del credito, ora quanto si vedranno riconosciuto? Forse nulla con grande disperazione delle nostre piccole ditte». Acrv rilevando il cantiere ha anche annunciato che riassumerà maestranze e forse anche impiegati. «Tra questi risultano anche sei soci e figli di soci della vecchia proprietà De Poli - protestano le ditte - saranno riassunti con un posto fisso pubblico?»
      Da ultimo viene denunciato che i De Poli hanno spostato la loro base operativa in Olanda con la «De Poli Tankers Bv», lasciando a Venezia un disastro finanziario con un buco di 136 milioni di euro a scapito dei dipendenti, dei creditori, fornitori ed artigiani".

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