sabato 2 maggio 2009

Bucintoro, parte del legname donato per la ricostruzione è custodito all’aperto e rischia di rovinarsi

 

È custodito all’aperto, esposto quindi alle intemperie con il rischio di venire irrimediabilmente compromesso, parte del legname donato da Vetralla e da altri Comuni gemellatisi con Venezia durante la “Festa della Sensa” per la ricostruzione del Bucintoro. Parte del materiale, forse perché giudicato non idoneo, si trova all'aperto in località Portosecco, di fronte ristorante da Memo (come si vede nella fotografia).

      Emerge, dunque anche un altro problema nella vicenda legata alla ricostruzione del nuovo Bucintoro, che doveva essere il simbolo del rilancio della città. Dopo le ordinate già realizzate, che risultano essere in conto proprio dell’azienda e quindi verranno messe in liquidazione nell’ambito del crac dei cantieri navali De Poli a Pellestrina, ora la notizia che parte del materiale donato non potrà avere un utilizzo adeguato alle aspettative. Insomma la strada si fa sempre più in salita, per una scommessa, come la ricostruzione del Bucintoro, per la quale serviranno circa 10 milioni di euro.

      Nel frattempo nuovi particolari emergono anche per quanto riguarda la procedura di liquidazione del Bucintoro. Già nel bilancio del 2004 del cantiere De Poli erano stati messi a disposizione 23.128 euro per la costruzione dell’imbarcazione; 58.535 euro nel 2005, importo confermato anche nel 2006, fino ad arrivare ai 72.682 del 2007. Il cantiere nel 2004 ha iniziato ad acquistare direttamente del legname, costruendo in proprio i primi pezzi (pertanto con materiale di proprietà) dando valore aggiunto al materiale con le ore di manodopera delle proprie maestranze. Poi la fondazione ha avuto in donazione del legname che in parte è servito per continuare i lavori ed in parte rischia di essere compromesso. Non è ancora stato chiarito se sia stato stipulato un contratto formale di costruzione tra la fondazione ed il cantiere. Ora la parola passa al commissario giudiziale Emilio Borella.
      Lorenzo Mayer

 


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