sabato 23 agosto 2008

Passano gli anni ma Pellestrina resta dimenticata


 

Penso che le varie Amministrazioni veneziane che si sono succedute negli anni non siano state in grado di dare risposte concrete alle esigenze primarie degli abitanti di Pellestrina , o forse semplicemente non hanno potuto. Ma io che ci ho vissuto e che continuo a viverci, non posso che constatare un continuo ed inesorabile spopolamento e, se qualcosa è stato fatto, è risultato tardivo e insufficiente.

L'isola, ora che anche la principale risorsa (la pesca ) si trova in profonda crisi, è inesorabilmente destinata a morire. Un tempo si partoriva al Lido e a Venezia, ora si partorisce a Chioggia: mi domando come faremo ad assistere i malati ricoverati al nuovo super ospedale di Mestre, Mi chiedo perché Sottomarina, Ca' Savio, Cavallino e lo stesso Lido esplodono di turisti e da noi 8 chilometri di spiaggia sono tristemente abbandonati sporchi e solitari, invece potrebbero far respirare aria sana e fare i bagni immersi in un'acqua cristallina!

Non c'è un porticciolo per barche da diporto, ne passano a centinaia, ma non sanno dove attraccare. Metà delle case del cosiddetto centro storico, dicitura che è servita ad ingabbiare abitazioni vecchie senza avere la possibilità di restaurarle con i criteri degli anni 2000, con il risultato che moltissime sono disabitate e invendibili, o non è consentito di aumentare la cubatura delle vecchie abitazioni, mentre tutto intorno vengono gettati milioni di metri cubi di cemento per il Mose, e eseguite costruzioni sportive avveniristiche destinate ad essere, secondo me, monumenti del nulla.

La gente se ne va in terraferma. Il problema per Pellestrina , come per il Lido, sono i collegamenti viari. Probabilmente se fossimo stati inglobati da Chioggia invece che da Venezia, la storia avrebbe preso un altro corso, in fondo, non solo la nostra Diocesi di riferimento è proprio quella di Chioggia, ma culturalmente e socialmente, pensiamo alla pesca, ci fa sentire più simili ai Chioggiotti che ai Veneziani. La classe dirigente si impegni quindi a costruire un progetto di sviluppo per il prossimo futuro, tenendo conto dei profondi cambiamenti che hanno caratterizzato l'isola negli ultini venti anni.

Giovanni Scarpa

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