Penso che le varie Amministrazioni veneziane che si sono succedute negli anni non siano state in grado di dare risposte concrete alle esigenze primarie degli abitanti di Pellestrina , o forse semplicemente non hanno potuto. Ma io che ci ho vissuto e che continuo a viverci, non posso che constatare un continuo ed inesorabile spopolamento e, se qualcosa è stato fatto, è risultato tardivo e insufficiente.
L'isola, ora che anche la principale risorsa (la pesca ) si trova in profonda crisi, è inesorabilmente destinata a morire. Un tempo si partoriva al Lido e a Venezia, ora si partorisce a Chioggia: mi domando come faremo ad assistere i malati ricoverati al nuovo super ospedale di Mestre, Mi chiedo perché Sottomarina, Ca' Savio, Cavallino e lo stesso Lido esplodono di turisti e da noi 8 chilometri di spiaggia sono tristemente abbandonati sporchi e solitari, invece potrebbero far respirare aria sana e fare i bagni immersi in un'acqua cristallina!
Non c'è un porticciolo per barche da diporto, ne passano a centinaia, ma non sanno dove attraccare. Metà delle case del cosiddetto centro storico, dicitura che è servita ad ingabbiare abitazioni vecchie senza avere la possibilità di restaurarle con i criteri degli anni 2000, con il risultato che moltissime sono disabitate e invendibili, o non è consentito di aumentare la cubatura delle vecchie abitazioni, mentre tutto intorno vengono gettati milioni di metri cubi di cemento per il Mose, e eseguite costruzioni sportive avveniristiche destinate ad essere, secondo me, monumenti del nulla.
La gente se ne va in terraferma. Il problema per Pellestrina , come per il Lido, sono i collegamenti viari. Probabilmente se fossimo stati inglobati da Chioggia invece che da Venezia, la storia avrebbe preso un altro corso, in fondo, non solo la nostra Diocesi di riferimento è proprio quella di Chioggia, ma culturalmente e socialmente, pensiamo alla pesca, ci fa sentire più simili ai Chioggiotti che ai Veneziani. La classe dirigente si impegni quindi a costruire un progetto di sviluppo per il prossimo futuro, tenendo conto dei profondi cambiamenti che hanno caratterizzato l'isola negli ultini venti anni.
Giovanni Scarpa
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