mercoledì 1 agosto 2007

Lo hanno definito il cantiere più grande d'Europa e non c'è da temere smentite


Lo hanno definito il cantiere più grande d'Europa e non c'è da temere smentite. Sulla spiaggia di Santa Maria del Mare
sta crescendo una piattaforma di quindici ettari ricoperta di cemento
sulla quale saranno costruiti i "cassoni" che saranno adagiati sul
fondo del le bocche di porto e accoglieranno le paratoie mobili del
sistema Mose. Un cantiere definito altamente impattante e contestato
dalla Commissione europea, un cantiere che lo stesso Ministero del
l'Ambiente aveva sollecitato a sospenderne la realizzazione, è stato
ieri "sanato" dalla Commissione di salvaguardia. Tra virgolette perché
dire "sanato" è improprio poiché le opere costruite nelle zone soggette
a vincolo paesaggistico (e Pellestrina di vincoli ne ha tre
sovrapposti) non possono essere sanate. Sulla carta, però, i cantieri
si presumono provvisori e come tali destinati ad essere smantellati.

«Non ho mai visto una cosa simile - tuona Stefano Boato, rappresentante del Ministero del
l'ambiente in commissione - soprattutto il fatto che la Soprintendenza
abbia fatto finta di non vedere e di non sentire. Dopo sei mesi di tira
e molla, la documentazione è stata portata in commissione martedì
scorso e ora si è votato in fretta e furia».

Per la cronaca, a votare contro oltre a Boato sono stati Piergiorgio Fassini (rappresentante del la minoranza in consiglio regionale) e Tullio Cambruzzi (rappresentante del
Comune) mentre tra i favorevoli c'erano Magistrato alle Acque, Regione
e Soprintendenza. Quest'ultima, che nel luglio 2006 aveva chiesto
chiarimenti sui cantieri alle bocche di porto, a distanza di meno di un
anno ha dato anch'essa parere favorevole. La soluzione raggiunta è che
sia sufficiente la documentazione fotografica dei luoghi prima del
l'avvio dei lavori in modo da garantire il ripristino successivo, oltre
al monitoraggio continuo dei lavori. Per la Soprintendenza, insomma, è
stata applicata la legge ad un caso concreto, quello di un manufatto
provvisorio (nel senso che dovrebbe essere rimosso al termine dei
lavori) di cui l'Avvocatura del lo Stato aveva suggerito un passaggio in commissione per il parere paesaggistico pur non ritenendolo obbligatorio.

Cambruzzi ha poi quantificato il cantiere di Santa Maria del Mare
, per spiegare come potrebbe non essere un'opera provvisoria: un
milione di metri cubi di movimentazione materiali, 150mila di cemento
armato per i cassoni, 10mila di calcestruzzi per la base dei cassoni,
400 metri per 385 di piattaforma più una pista d'alaggio di 200 metri
per 150. I cassoni saranno lunghi 60 metri e alti 11, come una
palazzina di tre piani. Il tutto per un carico sopra la spiaggia di
circa 500mila tonnellate.

«La maggioranza si è aggrappata sul parere del
26 gennaio 2004 - ha commentato Fassini - che suggeriva di spostare il
più possibile in area veneziana le attività socio-economiche. Ma è
strumentale. Ci sono espressioni del consiglio comunale di Venezia e del
consiglio provinciale contrarie all'insediamento dei cantieri
nell'area, ma evidentemente la sovranità degli enti territoriali non
viene presa in considerazione. Il Mose è stato approvato, d'accordo, ma
cerchiamo di farlo secondo criteri di sostenibilità».

Michele Fullin

Nessun commento:

Posta un commento