Inizierà la prossima
settimana il sopralluogo dei carabinieri del Noe per la verifica dei
nuovi cantieri del Mose, la cui legittimità è stata messa in dubbio dal
ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, attraverso una lettera
firmata da direttore generale del ministero, l'ingegner Bruno Agricola,
inviata al Magistrato alle acque, braccio operativo del ministero dei
Lavori pubblici.
I
militari dell'Arma si concentreranno, in particolare, sulle opere già
realizzate, ovvero sul cantiere di prefabbricazione dei cassoni del
Mose, a Santa Maria del mare (Pellestrina
nord, lato mare) composto da una piattaforma di notevoli dimensioni,
con bordi alti tre metri sul medio mare, costruita sopra la spiaggia e
protesa in mare per circa 450 metri. Una seconda struttura dovrebbe
essere realizzata successivamente per consentire l'alaggio dei cassoni.
Gli
altri lavori contestati dal ministero dell'Ambiente sono quelli
progettati per la realizzazione di un villaggio per ospitare 400
operai, a Pellestrina nord, sul
lato laguna. Le aree nelle quali insistono i cantieri a cui fa
riferimento Pecoraro Scanio fanno parte di siti di interesse
comunitario, oltre ad essere tutelate da specifici vincoli
territoriali, urbanistici, paesaggistici e ambientali. «Tali cantieri -
scrive il direttore del ministero - non sono mai stati autorizzati.
Infatti, non potendosi ritenere detti cantieri quali opere
complementari, si ritiene assolutamente non sufficiente il parere Via
regionale positivo rilasciato nel gennaio 2005, parere, peraltro,
rilasciato con le relazioni negative del Comune e della Provincia di
Venezia. Risulta anche che il Magistrato alle acque ha recentemente
inviato il progetto del cantiere di Pellestrina nord-lato mare per il parere paesaggistico non alla Commissione di Salvaguardia ma alla Regione Veneto».
Nei
mesi scorsi, nell'ambito dell'inchiesta conoscitiva aperta sulla base
di alcuni esposti degli ambientalisti, il Noe ha già effettuato altri
sopralluoghi in laguna su incarico del sostituto procuratore Stefano
Buccini, senza evidenziare per il momento alcuna irregolarità di natura
penale in relazione alle opere già eseguite.
«Le
contestazioni sono però numerose e documentate - insiste
l'ambientalista Stefano Boato - Il Comune ha denunciato la violazione
di Palav e strumenti urbanistici, mentre l'Unione europea ha aperto una
procedura d'infrazione e ha inviato in laguna una delegazione di
esperti».
Gianluca Amadori
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