giovedì 24 maggio 2007

«Le dighe mobili del Mose stanno distruggendo gli habitat naturali della laguna veneziana»

Martedì, 22 Maggio 2007 

 

C'è poco da stare allegri: le dighe mobili, a detta dell'Osservatorio Naturalistico della Laguna, stanno distruggendo gli habitat naturali della laguna, anche quelli inclusi in siti Natura 2000. Manca uno studio di impatto ambientale e il rischio è che la fauna e la flora lacustri vadano irrimediabilmente perdute.E' un vero e proprio "bollettino di guerra" il rapporto L'impatto ambientale del sistema Mose sugli habitat della Laguna di Venezia curato dall'Osservatorio e consegnato dal Comune alla Direzione generale Ambiente della Commissione Europea. Il sindaco Massimo Cacciari lo ha presentato ieri alle forze politiche cittadine, ai mass media e alle forze dell'ordine, nella Sala consiliare del Municipio, con una relazione di Gustavo De Filippo, dell'Osservatorio, accompagnata dalla proiezione di un supporto multimediale. «Il Comune ha assicurato Cacciari continuerà nel lavoro, che ritiene doveroso, di informazione e documentazione a tutta la città, in termini obiettivi, sull'andamento dei lavori e i conseguenti impatti, perché nessuno possa dire non sapevo, non avevo capito».

Il Rapporto annota la mancanza di trasparenza progettuale e il fatto che le autorizzazioni vengono rilasciate per stralci, di fatto impedendo di poter prevedere gli impatti; e segnala come il mutamento dei tempi di residenza dell'acqua in laguna comporterà in futuro conseguenze a tutti gli habitat lagunari, non soltanto a quelli direttamente interessati dai lavori alle bocche di porto. In particolare si denuncia alla diga di San Nicolò di Lido, la distruzione di 2,1 ettari di un'area Sic (sito di interesse comunitario) e la profonda alterazione di un altro 1.3 ettaro; a Punta Sabbioni, pr il porto rifuglio, la distruzione di 2,8 ettari di area Sic con lagune costiere; per la nuova isola artificiale, la distruzione di circa 9 ettari di fondale di laguna e l'alterazione profonda di almeno altri 6 ettari. A S. Maria del Mare si riscontra la distruzione di 330 metri di spiaggia e di circa 2,5 ettari di habitat e l'occupazione di 14 ettari di demanio marittimo; ad Alberoni, rischiano di scomparire pozze salmastre di sifonamento; in questa bocca di porto, sono previste significative modifiche dei flussi e delle velocità delle correnti di marea, e possibili fenomeni di erosione dell'isola di Pellestrina in caso di vento di bora. Al porto rifugio di Ca' Roman, la distruzione di 4,5 ettari di aree Sic e l'alterazione di altri 2 ettari in area Sic; la perdita definitiva di 3 ettari di battigia e litorale, e di habitat elettivi di nidificazione di fraticello e fratino.

Riguardo l'irregolarità dei lavori, ieri il Ministero dell'Ambiente ha inviato una lettera al Magistrato alle Acque in cui chiede di sospendere la realizzazione dei siti di prefabbricazione dei cassoni delle opere mobili e del campo logistico di base di S. Maria del Mare perchè privi di autorizzazione. «Il sindaco non si dà pace e cerca strumentalmente ogni occasione per confondere le idee alla gente - commenta il consigliere comunale di FI, Michele Zuin - La presentazione del Rapporto è solo un'altra questione mediatica creata ad arte per continuare a fare confusione sulla questione Mose».

Daniela Ghio

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