Pellestrina, la denuncia di Carella: rampe danneggiate e nessun percorso protetto fino al mare
Una spiaggia inaccessibile ai disabili, con
rampe danneggiate, senza percorsi fino al mare e comunque infestata di
rovi e altre piante verso l’arenile. La spiaggia di Pellestrina si
presenta così per chi ha capacità motorie ridotte. La denuncia parte dal
presidente della Municipalità, Danny Carella, a pochi giorni dalla
presentazione del progetto regionale per rendere più facilmente fruibili
ai disabili le spiagge del litorale veneto. Per accedere alla spiaggia
di Pellestrina ci sono tre rampe in corrispondenza dei centri abitati,
ma una volta arrivati sul camminamento del murazzo, scendere sulla
sabbia è quasi impossibile.
«La situazione nella zona tra il
murazzo e l’accesso alla spiaggia è impresentabile», afferma Carella,
«Ci sono grossi sassi, rovi ed erba alta che creano problemi perfino a
chi non ha difficoltà motorie. Un disabile, un anziano o chi ha problemi
a camminare non riesce a superare quegli ostacoli se vuole godersi il
mare». La spiaggia di Pellestrina non nasce come litorale turistico ma
come opera di difesa dal mare, ma è stato fatto dalla precedente giunta
comunale un Piano degli arenili, mai applicato come dovrebbe, tanto che
ora la spiaggia è comunque in carico a Ca’ Farsetti. Sull’isola rimane
tuttavia una splendida opportunità, anche se poco pulita e piena di
insidie, in attesa del ripascimento previsto dalla Regione e di progetti
di sviluppo che per ora sono fermi a sole idee.
«Il fatto è che
in passato alcuni imprenditori si erano mostrati interessati a creare
piccoli stabilimenti organizzati con ombrelloni, sdraio, docce e anche
chioschi per mangiare e bere qualcosa», aggiunge Carella, «ma la
mancanza assoluta di acqua, elettricità o altri servizi fondamentali
comportava costi enormi per la gestione. Il risultato è una spiaggia
abbandonata a se stessa, dove il personale di una cooperativa rimuove
rifiuti, metallo o plastica, mentre i residenti puliscono dove possono
il resto. Questa è la spiaggia dei pellestrinotti e la gente ci tiene,
anche perché è frequentata dai turisti di passaggio. Tre rampe sono
oltretutto poche per la lunghezza dell’isola. Mi auguro che qualcuno
si attivi, che il Comune apra un tavolo di confronto con Demanio,
Regione, Municipalità e Capitaneria di Porto per capire cosa poter fare.
Noi come decentramento possiamo solo segnalare una situazione
penalizzante per chi non può muoversi facilmente».
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