domenica 4 giugno 2017

Lavoratori e cittadini uniti «Salviamo il San Camillo»

Raccolta di firme a Santa Maria Elisabetta contro la chiusura della struttura Rischiano il trasferimento 400 lavoratori residenti a Pellestrina, Lido e Chioggia 

 Continua la protesta dei cittadini per difendere il San Camillo, i suoi 400 dipendenti e i servizi sanitari annessi, destinati alla popolazione. Hli abitanti del Lido non mollano. Ieri mattina in piazzale Santa Maria Elisabetta è stato organizzato un secondo presidio, a due settimane dal precedente, protagonisti gli attivisti del “Movimento per la difesa della salute pubblica veneziana”. Un migliaio i volantini distribuiti ai passanti, con cartelli, gazebo e megafoni per spiegare la situazione della struttura ospedaliera degli Alberoni. Dopo la chiusura dell’Ospedale al Mare i lidensi non vogliono rischiare di perdere anche il San Camillo, e così in tanti si stanno schierando al fianco dei sindacati per cercare di evitare il peggio, cioè la chiusura e lo spostamento delle attività e del personale in terraferma, con possibilità addirittura di rivederlo attivato a Noale.
«Abbiamo fatto sensibilizzazione e informazione tra la gente» dice Salvatore Lihard dal Movimento per la difesa della salute pubblica veneziana «Tante persone si sono dette disposte a firmare una petizione, ma vogliamo prima aspettare di vedere cosa accadrà la prossima settimana, se ci saranno dei passi avanti nelle trattative. Il nostro timore è che questa partita possa essere molto lunga, e che ancora tutte le ipotesi non siano state ben spiegate. Da qui l’impegno in piazza per avvicinare la gente e dialogare per la difesa del San Camillo».
La maggior parte di dipendenti sono residenti al Lido, Pellestrina e Chioggia. Una chiusura della struttura degli Alberoni significherebbe mettere in crisi decine di famiglie. Da qui anche l’impegno dei sindacati per tutelare lavoratori con grandissime professionalità ed esperienze, in una struttura di eccellenza nella quale giungono pazienti da tutta Italia e non solo. Una battaglia che non sarà facile.

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