martedì 18 ottobre 2016

Il ricordo dell'Aqua Granda, 50 anni dalla grande paura

Da mercoledì 19 iniziano le mostre e gli eventi per il mezzo secolo dall'alluvione del 4 novembre del 1966, quando l'acqua alta eccezionale scavalcò i Murazzi di Pellestrina e spazzò la laguna invadendo tutta la città. Anche la Fenice il 4 novembre aprirà la stagione con l'opera "Aquagranda"

 Mezzo secolo dalla grande paura. Ruota attorno alla messa solenne presieduta dal patriarca Francesco Moraglia, che si terrà il 4 novembre alle 18 in Basilica di San Marco, il calendario, organizzato dal comitato presieduto dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per il cinquantesimo dell'Aqua granda, l'alluvione che mise in ginocchio la città nel 1966.
 Il calendario di mostre, convegni ed eventi, partirà mercoledì 19 ottobre con la mostra, che sarà aperta fino al 30 ottobre al Centro Candiani. Ricca, tra le altre mostre, anche quella alla Biblioteca Nazionale Marciana (28 ottobre-27 novembre), così come quelle alla Fondazione Bevilacqua La Masa (31 ottobre-14 novembre), al Museo Correr (3 novembre-31 dicembre), al Negozio Olivetti di Piazza San Marco (4 novembre-8 gennaio), al Piccolo Museo della Laguna sud di Pellestrina (16 dicembre-8 gennaio), a Ca' Farsetti-Ca' Loredan (22 novembre-11 dicembre) e al Teatro La Fenice (2 novembre-20 novembre), che inaugurerà la propria stagione lirica il 4 novembre proprio con l'opera 'Aquagranda'. 
Tra gli eventi, coinvolti ancora il Teatro La Fenice, la Fondazione Querini Stampalia e l'Ateneo Veneto, oltre al laboratorio itinerante dedicato a studenti e cittadinanza, a cura del Comune e del Consorzio Venezia Nuova. I convegni, infine, inizieranno il 21 ottobre a Palazzo Ducale (pomeriggio dedicato alla legislazione speciale per Venezia), per proseguire a Ca' Giustinian, sede della Biennale, (25 ottobre), Teatro La Fenice (27 ottobre), Arsenale (29 ottobre), Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale di San Donà di Piave (3 e 4 novembre) e Palazzo Labia, sede della Rai del Veneto, il 10 e l'11 novembre.
 "Queste celebrazioni non devono essere solo un ricordo: al Governo dico che penso che sia il momento di ricordarsi anche di Venezia". Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, lo ha sottolineato durante la presentazione del calendario. Il sindaco ha voluto subito rimarcare il carattere “di terraferma” della sua azione: «Mi fa piacere - ha introdotto Brugnaro - trovare tante istituzioni e veneziani raccolti attorno al Comune e all'idea di città. Ognuno sta facendo il suo per descrivere un evento così grande che, voglio ricordare, ha coinvolto il Centro storico, ma anche tutto il territorio metropolitano".
"Quel che interessa al Comune e deve interessare a tutti - ha rilevato - è spiegare cosa successo, in seguito all'Aqua granda. In cinquant'anni, si fatto tanto lavoro e, grazie soprattutto a un giornalista come Giorgio Lago, si raccontata a tutt'Italia l'importanza di Venezia, creando un senso di solidarietà e aiuto che ha portato alla creazione di una legge speciale per la città ed è durato fino a dieci anni fa. Poi, per la presunzione di alcuni, è passato invece il concetto che questa città non ha bisogno di nessuno".
Ma la legge speciale, ha chiarito, "c'è ancora ed esiste ancora il dovere da parte dello Stato di finanziarla. E non basta pensare ai singoli edifici o alle singole istituzioni, che pure continuano a vivere anche per l'aiuto dello Stato, perch la città nel suo insieme è molto più complessa e anche le manutenzioni ordinarie diventano straordinarie. Oggi stiamo vivendo più o meno la situazione di allora: ci mancano i finanziamenti e c'è quindi bisogno di rifinanziare la legge speciale".
 Brugnaro poi tornato sulla polemica con l'Unesco, che ha inserito Venezia tra le città a rischio a causa dei flussi turistici incontrollati. "La loro lettera - ha detto Brugnaro - non ha quasi riconosciuto quanto è stato  fatto, attaccando in primis dallo Stato italiano, che non è vero che non ha fatto niente - ha concluso - Pur riconoscendo la situazione difficile, quel che sto cercando di spiegare allo Stato è solo l'importanza di questa città per il rilancio dell'intera economia italiana". 
"La legge speciale fa il paio con il Mose, che per me è una grande opera di ingegneria, ma può piacere o non piacere. Adesso non sappiamo esattamente quando finiranno i lavori, ma vorrei ricordare soprattutto che c'è un preciso patto politico e sociale stretto tra la città e il Governo di allora: il dovere di garantire l'accessibilità al porto ed è per questo che è stata realizzata la conca di navigazione a Malamocco".
"La realtà è che il mondo cambia e la conca, così com'è, non garantisce questa accessibilità: è per questo che l'Autorità portuale ha chiesto di realizzare il porto offshore - ha chiarito - per il quale chiediamo si arrivi al più presto al Cipe per il finanziamento. Il Mose va finito e va anche ridato alla città il ruolo che le compete nella gestione delle acque".
"Le città del mondo - ha concluso il sindaco - ci guardano: non vogliamo elemosine, ma abbiamo costi veramente speciali. Venezia è un patrimonio dell'umanità, ma soprattutto dell'Italia: le polemiche tra noi non convengono al futuro di questa città e dei suoi bambini, per cui dobbiamo smettere di farne".
 

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